In questa sezione abbiamo voluto inserire l'opera originale scritta da Vittoriano Nori, frutto del suo lungo lavoro di ricerca durato cinque anni, in segno di riconoscenza.

 

CENTO ANNI DI GIUSEPPINI

A MONTECCHIO MAGGIORE

1901 - 2001

di Vittoriano Nori

 

indice

PREFAZIONE

POSTFAZIONE

Capitolo 1º L'ISTITUTO MARIA IMMACOLATA

Capitolo 2º L'ISTITUTO MARIA IMMACOLATA ATTRAVERSO LA SCUOLA APOSTOLICA E LA SCUOLA CATTOLICA

Capitolo 3º STAMPA PERIODICA GIUSEPPINA A MONTECCHIO MAGGIORE

Capitolo 4º PADRI GIUSEPPINI DIRETTORI DELL'ISTITUTO MARIA IMMACOLATA

Capitolo 5º LE COMUNITA' GIUSEPPINE DELL'ISTITUTO DALL'ANNO 1901 ALL'ANNO 2000

Capitolo 6º L'ISTITUTO MARIA IMMACOLATA DA SEMPRE CASA APERTA AI RITIRI

Capitolo 7º L'ISTITUTO MARIA IMMACOLATA E L'ASSOCIAZIONE EX ALLIEVI

Capitolo 8º L'ISTITUTO MARIA IMMACOLATA E L'ASSOCIAZIONE MAMME APOSTOLICHE

Capitolo 9º L'ORFANATROFIO LEONARDO MUTIALDO NELL'ISTITUTO MARIA IMMACOLATA

Capitolo 10º L'ATTIVITA' PASTORALE DEI GIUSEPPINI DALLA CAPPELLANIA ALLA PARROCCHIA

Capitolo 11º ACCOGLIENZA PER I TERZOMONDIALI NELL'ISTITUTO MARIA IMMACOLATA

Capitolo 12º L'ASSOCIAZIONE LEONARDO MURIALDO NELL'ISTITUTO MARIA IMMACOLATA

Capitolo 13º IL CIRCOLO ANSPI MURIALDO NELL'ISTITUTO MARIA IMMACOLATA

 

PREFAZIONE indice

Vuole essere la ricostruzione storica di quanto venne e viene fatto dal 1901 al 2001 a Montecchio Maggiore dalla Congregazione di San Giuseppe (Giuseppini), fondata a Torino da San Leonardo Murialdo nel 1873. Il nucleo centrale dello spirito della Congregazione sta "nell'impegno a vivere in umiltà e carità la risposta all'amore attuale, personale e misericordioso che Dio ha per ogni uomo; la risposta a quest'amore porta alla ricerca continua della Sua volontà e al servizio disinteressato ai fratelli nelle persone dei giovani poveri e bisognosi, come faceva San Giuseppe verso Gesù" (1).

E' la storia che rotea attorno ad un grande complesso di edifici, con giardini e ampio cortile per i giochi: da oltre quarant'anni le strutture murarie sono sempre quelle, con qualche manutenzione ordinaria che le rende più dignitose e per quanto possibile funzionali. Recentemente si è provveduto a rimettere a nuovo una parte dell'ultimo piano dell'ala lungo la Via Murialdo al fine di ricavare alcune stanze per i Padri Giuseppini anziani, che furono ex allievi o insegnanti.

Ma è soprattutto la storia che rotea attorno a una istituzione, la Scuola Apostolica Maria Immacolata, che ha sempre mantenuto come scopo principale l'animazione vocazionale, accogliendo ragazzi sensibili alla scelta religiosa sacerdotale, con connotazioni precise rispondenti ad un Seminario minore giuseppino e i frutti si sono maturati con molte generazioni di sacerdoti e di laici nei vari campi della vita e delle scienze, trasmettendo la cultura nel contesto dei valori umani e cristiani.

Per molti anni gli allievi furono tutti convittori interni e si recavano in famiglia solamente durante le vacanze natalizie, pasquali ed estive.

Successivamente, ampliati i criteri di accettazione, aumentò il numero dei frequentanti e diminuirono gli interni. Cosicché dagli anni 1983 - 84, la Scuola ospita una sola sezione ed è sospeso il convitto dal 1991.

L'indirizzo stesso dell'opera va soggetto a delle modifiche perché i Giuseppini del Murialdo segnano i tempi, una società che cambia e invita a fare proposte cristiane in modi diversi.

Ora è scuola media privata, legalmente riconosciuta, gestita da religiosi, aperta a tutti, ragazzi e ragazze.

Oltre all'insegnamento scolastico strettamente detto, si promuovono: incontri di riflessione sui problemi educativi per genitori, attività integrative, doposcuola, iniziative estive (2).

Ma ciò che si racconta in questo libro è anche la storia che rotea attorno a tutto ciò che i Padri Giuseppini realizzarono in Montecchio Maggiore dal 1901 nei vari campi dell'apostolato (dalla cappellania di San Vitale alla parrocchia Santa Maria Immacolata) e tutto ciò che in questo volume è raccontato è dovuto soprattutto a sicure fonti di informazione che ho potuto consultare: il diario scritto dell'Istituto (a partire dal 19 agosto 1935), i volumi primo e secondo della Cronistoria della Pia Società Torinese di San Giuseppe (dalla fondazione 1873 al 1948 e dal 1948 al 1973) i periodici Lettere Giuseppine e Vita Giuseppina e le pubblicazioni dell'Istituto In cammino, Murialdo, Svegliarino, Incontri, Incontriamoci.

Il volume è un atto di ringraziamento del sottoscritto ai Giuseppini, per quanto mi hanno dato in Istituto negli anni 1940 - 1944 e mi siano consentiti, qui, quattro ricordi tanto cari, che mi stanno nella mente e nel cuore: padre Dario Priante direttore, padre Zeffirino Apolloni insegnante, padre Armando Martini insegnante, on. Avv. Marino Corder mio compagno di scuola e di banco: alla loro memoria io dedico questo lavoro.

Vittoriano Nori

 

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Dati essenziali biografici di San Leonardo Murialdo,

fondatore della Congregazione di San Giuseppe,

ovvero dei Padri Giuseppini.

 

Nasce a Torino il 26 ottobre 1828; entra nel Collegio dei Padri Scolopi a Savona il 27 ottobre 1836 e frequenta le scuole elementari, medie e superiori; decide di farsi sacerdote, riceve l'abito ecclesiastico il 6 novembre 1845 e si iscrive alla facoltà di teologia; consegue la laurea in teologia l'8 maggio 1850 e si iscrive all'accademia della sacra eloquenza; è ordinato sacerdote il 20 settembre 1851 nella chiesa della Visitazione.

Nell'ottobre del 1852 inizia l'attività di insegnante di religione, direttore spirituale e confessore delle allieve dell'Istituto delle Fedeli Compagne; il 26 luglio 1857 assume per incarico di don Giovanni Bosco la direzione dell'Oratorio San Luigi a Porta Nuova; il 30 settembre è a Parigi e trascorre un intero anno scolastico nel Seminario di San Sulpizio; nell'estate del 1886 visita e studia da vicino i "Patronages" e le "Oeuvres de Jenesse" di Parigi ed alcune opere educative cattoliche e protestanti di Londra; il 13 novembre 1866 rientra a Torino e, con un sì eroico, accetta la direzione del Collegio degli Artigianelli, sull'orlo del crollo economico.

Il 24 marzo 1867 dà inizio alla Confraternita di San Giuseppe tra gli insegnanti, gli istruttori, gli educatori degli Artigianelli (è il primo passo verso la fondazione della Congregazione dei Giuseppini); il 15 dicembre 1869 invia al governo Lanza - Sella una petizione per una legislazione normativa del lavoro dei fanciulli e delle donne nelle fabbriche; il 29 giugno 1871 fonda l'Unione Operaia Cattolica.

Il 19 marzo 1873 fonda la Congregazione di San Giuseppe, istituto ecclesiastico - laico con lo scopo di "educare con la pietà e con l'istruzione culturale e tecnica i giovani poveri, orfani o abbandonati o bisognosi di emendazione"; nel giugno del 1876 dà inizio al giornale "La voce dell'operaio" (è il primo giornale cattolico in Italia per gli operai); nel novembre del 1876 dà avvio a Torino al primo ufficio di collocamento al lavoro per operai disoccupati; il 7 aprile 1878 istituisce il "Giardino festivo per gli operai", oggi chiamato prosaicamente "dopolavoro"; il 15 luglio 1878 dà inizio in Vanchiglia alla Casa - Famiglia per giovani operai (la prima in Italia); nell'ottobre del 1879 propone, nell'ambito delle società operaie e cattoliche, l'istituzione d'una cassa pensioni e previdenza per vecchi inabili e infortunati sul lavoro e che si realizzerà nel 1888.

Nel febbraio del 1880 promuove l'"Opera dei catechismi serali per giovani operai (dieci anni dopo avevano frequentato tali catechismi 14 mila giovani e vent'anni dopo 35 mila); nell'ottobre del 1880 apre la Casa - Famiglia per giovani studenti delle scuole superiori e dell'università; il 21 maggio 1881 apre l'Istituto Educativo San Giuseppe in Volvera per allievi sacerdoti e maestri giuseppini; il 20 settembre 1881 dà inizio a Rivoli Torinese al Noviziato della Congregazione di San Giuseppe; l'8 agosto 1883 pprimo passo dei Giuseppini fuori dal Piemonte con la fondazione del Patronato Pio IXº di Venezia.

Il Iº gennaio 1884 fonda il bollettino "La buona stampa" che dirige, ed i comitati femminili per la buona stampa; nel giugno del 1884 istituisce i primi "Comitati elettorali operai cattolici"; il 6 ottobre 1889 apre il Patronato Sacra Famiglia a Oderzo (Treviso), che sarà dopo qualche anno il Collegio Brandolini Rota; il 30 settembre 1890 apre a Vicenza il Patronato Leone XIIIº e scrive il suo testamento spirituale che arricchisce negli anni successivi; il 16 novembre 1891 la Congregazione del Murialdo prende la direzione del Patronato San Giuseppe di Bassano del Grappa (Vicenza).

Il 24 aprile 1893, dopo grave e lunga malattia guarisce miracolosamente per intercessione di don Giovanni Bosco; il 15 ottobre 1897 un grave disastro economico minaccia il Collegio degli Artigianelli e con un voto è ancora chiamato in causa don Bosco; il 18 marzo 1899 un cospicuo legato, lasciato dal conte Alessandro Roero di Guarene, pone fine alla croce dei debiti che pesava sulle spalle del Murialdo fin dal 1866; il 17 luglio 1899 apre a Modena l'Istituto Sacro Cuore.

Il 19 marzo 1900 è la festa di San Giuseppe. Il Murialdo non si regge in piedi ed è molto affaticato e stanco. Nel pomeriggio del 24 marzo 1900 si alza per scrivere una lettera di conforto ad un ex allievo ed è costretto a ritornare a letto; muore santamente il 30 marzo 1900, rimpianto da tutti.

Il 3 novembre 1963 il Murialdo è proclamato Beato da Papa Paolo VIº, che lo proclamerà Santo il 3 maggio 1970.

 

Capitolo 1º L'ISTITUTO MARIA IMMACOLATA indice

(Villa Pellizzoli e sviluppi)

L'Istituto Maria Immacolata dei Padri Giuseppini sorge a Montecchio Maggiore nel 1901 in località Valle, fondo di un imbuto naturale, stretto tra il Mondeo e il costone della Bastia (oggi via SS.Trinità e via Murialdo) e che al tempo degli acquazzoni regalava alle soglie dei vecchi casolari, bassi e sconnessi, acqua, melma, ciottoli e ramaglie. E via Scaranto, con l'attuale via Buonconsiglio, era la colonna vertebrale della Valle (1).

Ma la confluenza sociale pone centro alla Villa Pellizzoli, di stile ottocentesco con qualche richiamo neogotico, dove ai Giuseppini è data la possibilità di iniziare una lunga attività formativa e pastorale, che dura ormai un secolo.

"La casa - è detto nel 1901 (2) - è nella parte più alta di Montecchio ed ha un aspetto signorile; le si apre dinanzi un magnifico e vasto cortile che confina a sinistra coll'orto e di fronte e a destra colla grande tenuta di oltre venti campi, tutta messa a vigna e a frumento. E' stimata la proprietà Pellizzoli per complessive 85,56 pertiche dall'ing. Agostino Novello.

Per il volume Il duomo di S.Maria e S.Vitale in Montecchio Maggiore. Centenario della Inaugurazione (1892 - 1992), viene ricostruita (3) la trafila dei vari passaggi di proprietà della Villa e dei terreni annessi. In sostanza la storia "si collega a quel testamento olografo del 26 luglio 1836, quando un certo Domenico Pellizzoli fu Giobatta, morto di colera il 17 ottobre 1836, stabilisce che, se il suo erede e nipote Giovanni Ceoloni fosse passato a miglior vita senza eredi di legittimo matrimonio, la sua facoltà - dopo un usufrutto ad altri parenti più o meno diretti - passerà a benefizio dell'Altare della Beata Vergine Maria in San Vitale di Montecchio Maggiore per la celebrazione della messa quotidiana al detto altare e per addobbo dello stesso. Affida, inoltre, l'elezione del sacerdote incaricato all'Arciprete, raccomandando che 'fosse di buona e sana condotta morale ed abbia la confessione onde possa e debba assistere ai bisogni della chiesa'. Siamo quindi in presenza di un legato testamentario do ut des che coinvolge la parrocchia di S.Vitale; sarà la Santa Sede Pontificia, con decreto 11 settembre 1900, a ridurre la celebrazione della messa ai soli giorni di festa".

"La volontà del testatore Pellizzoli non è però condivisa dagli eredi più o meno diretti, che faticano ad accettarla; si profilano perciò volti rabbuiati, liti animose con ricorsi di avvocatura e controricorsi. Sulla storia intricata di sentenze e udienze a Vicenza, a Venezia, a Firenze, rimandiamo il lettore ad altri tempi, tanto laboriosa diverrebbe la narrazione. Sta di fatto che la sentenza della Corte d'Appello di Venezia del 15 aprile 1899, confermata dalla Corte di Cassazione di Firenze, definisce e pone termine alla questione sugli immobili destinati a costituire il beneficio".

"In questa casa si riuniscono il 4 marzo 1900 il dott. Domenico Zini e Angela fu Giovanni, ultimi eredi Pellizzoli, e l'arciprete mons. Antonio Simionati, con i fabbricieri Domenico Meggiolaro, Giuseppe Pilati e Giobatta Boschetti, per procedere alla consegna ed alla accettazione dei beni del lascito. Con meticolosa cura e con procedure, che molto richiamano il clima notarile, si esamina la situazione patrimoniale gestita dagli Zini che, per la verità, ben hanno condotto il fondo apportando parecchie migliorie dalla morte di Teresa Ceoloni il 4 febbraio 1895. Si istituiscono dei raffronti con computi sulle rendite presumibili, mentre ai fittavoli del momento, Meggiolaro Luigi e Angelo, vengono chiesti al cessare della loro fittanza 'quintali di paglia diciannove del valore di treeotto lire; mazzi di canne mille del valore di quaranta lire; carri di letame tre del valore di dieci lire'. Per di più gli Zini accettano di corrispondere alla Fabbriceria il fitto di 1940 lire 'a tacizione completa di ogni loro avere a titolo di rifusione di frutti naturali e civili a partire dal giorno della morte della Teresa Ceoloni e fino all'11 novembre 1899', e si quantifica l'importo di 1660 lire che obbliga i fittavoli Meggiolaro per l'anno in corso e fino alla scadenza del contratto a suo tempo stipulato dagli Zini. Non ci è dato sapere se sia stato un incontro del tutto tranquillo; forse rimane il fatto che i beni Pellizzoli passano, dopo alterne vicende, nelle mani della parrocchia e precisamente a favore dell'altare della Beata Vergine Maria in San Vitale".

"A questo punto, per tale mansioneria, la parrocchia, consigliata dal giuseppino padre Girolamo Apolloni, pensa di chiamare a Montecchio Maggiore i padri giuseppini, che già operano a Vicenza al Patronato Leone XIIIº; l'intenzione è di affidare loro l'educazione, la cura e l'assistenza spirituale dei giovani della zona e, per chi si senta chiamato, di orientarlo alla vita ecclesiastica. Si pongono, però, alcune clausole molto chiare; uno dei religiosi dovrebbe fungere da cappellano della parrocchia, mentre gli altri raccoglierebbero i ragazzi della contrada in una sorta di oratorio maschile e festivo. Il vescovo di Vicenza mons. Antonio Ferruglio appoggia l'iniziativa con molto entusiasmo e si prodiga per coinvolgere i giuseppini di Torino. Sotto i suoi auspici in Vicenza viene siglata una apposita convenzione tra la Pia Società Torinese di San Giuseppe, nella persona del superiore padre Giulio Costantino e la fabbriceria, rappresentata dall'arciprete mons. Antonio Simionati. Con tale atto si affida alla Pia Società il legato Pellizzoli, con i suoi frutti e oneri che, finalmente, sarà onorato".

Parla da solo con molta chiarezza il testo integrale della "convenzione". Esso dice: "Premesso che con suo testamento olografo 26 luglio 1836 Domenico Pellizzoli stabiliva che nel caso che il suo erede Giovanni Ceoloni morisse senza eredi di legittimo matrimonio, la sua facoltà dopo un usufrutto ad altri parenti passerà a beneficio dell'altare della B.V. in S.Vitale di Montecchio Maggiore per la celebrazione di una Messa quotidiana al detto altare e per addobbo allo stesso, affidava inoltre l'elezione di detto sacerdote al Signor Arciprete protempore di Montecchio e raccomandava che 'fosse di buona e sana morale ed abbia la confessione onde possa e debba assistere ai bisogni della chiesa'. Premesso che in seguito alle mutate circostanze la Santa Sede con un decreto dell'11 settembre 1900 riduceva la detta celebrazione ai soli giorni festivi. Premesso che dopo varie alternative di liti e ricorsi e controricorsi, essendo la Fabbriceria di S.Vitale venuta in possesso del fondo e volendo dare esecuzione al Legato ed attuare in uno il desiderio del paese d'avere un'opera a favore della gioventù, si venne fra i sottoindicati alla seguente convenzione, stabilita sotto gli auspizi dell'Ecc.mo Monsignor Antonio Ferruglio, Vescovo di Vicenza tra la Pia Società Torinese di S.Giuseppe, nella persona del suo Superiore Don Giulio Costantino e la Fabbriceria di S.Vitale, rappresentata dal Rev.mo Arciprete di Montecchio Maggiore Mons. Antonio Simionati Curato e i Sigg. fabbricieri Boschetti Giovanni, Pilati Giuseppe e Meggiolaro Domenico.

La Fabbriceria di S.Vitale in Montecchio Maggiore affida alla Pia Società Torinese di S.Giuseppe e per essa al Rev. Don Giulio Costantino, attuale Superiore della medesima, che accetta, il legato Pellizzoli, coi suoi frutti e oneri alle seguenti condizioni:

Iº - Che la Pia Società abbia ad adempiere per mezzo di persone idonee le obbligazioni imposte dal testatore Domenico Pellizzoli valendosi della riduzione concessa dal decreto dell'11 settembre 1900. IIº - Che detta Congregazione possa, secondo i propri statuti, attendere ed adoperarsi al bene della gioventù, all'oratorio festivo, scuola, collegio ecc. e che detta opera venga computata come lavoro di cura d'anime. IIIº - I sottoscritti Arciprete e Fabbricieri intendono obbligarsi in coscienza qualora la Fabbriceria volesse ritagliare la Mansioneria a detta Congregazione (dalla quale non potrà essere distolta che per casi di urgente necessità), senza equo e palese motivo da giustificarsi dall'Ordinario della Diocesi alla rifusione di tutte le spese fatte da detta Congregazione per il miglioramento dei beni e stabili appartenenti alla Mansioneria, ed a tale obbligazione nelle dette condizioni intendono pure legare i loro successori. IVº - Qualora la Società credesse per i suoi giusti motivi rinunciare alla Mansioneria, contrari Arciprete e Fabbriceria, resteranno a vantaggio della Mansioneria le migliorie fatte agli stabili ed ai campi. Vº - Ad ogni caso la denuncia della presente convenzione dovrà essere fatta almeno sei mesi prima di novembre, durante i quali si farà un nuovo inventario e si regoleranno le contabilità sotto l'inappellabile controllo dell'Ordinario. VIº - Lo stabile ed i terreni vengono consegnati dalla Fabbriceria secondo l'inventario (per lo stabile) dell'Ing. Zanovello in data 27 ottobre 1901.

L'Arciprete e la Fabbriceria dichiarano conoscere ed approvare le modificazioni eseguite nel fabbricato agli ambienti segnati con numeri 4 e 5 - 12 e 16 della pianta unita all'inventario, che ridussero i tre piani prima esistenti a due soli, colla modificazione delle finestre adatte al nuovo uso, per cui il locale inferiore serve da sala di ricreazione ed il superiore da dormitorio. Autorizzano pure lo sgombero delle camerette lungo la mura e lo spianamento del cortile occorrendo in seguito altre variazioni al fabbricato, fin d'ora Arciprete e Fabbriceria sono ben lieti di accordare quanto possa tornar utile al nuovo istituto; così pure se coll'andar del tempo venisse a dimostrarsi più utile all'opera qualche permuta di stabili, la Fabbriceria si obbliga a fare quelle pratiche che potessero tornar necessarie per eseguirla e garantirla".

Il documento è firmato dall'arciprete mons. Antonio Simionati, dal vicario parrocchiale don Paolo Simionati, dai fabbricieri Meggiolaro Domenico, Pilati Giuseppe, Boschetti Giobatta, da padre Girolamo Apolloni per il superiore generale della pia società; in data 25 febbraio 1902, ed è controfirmato da Antonio Ferruglio vescovo di Vicenza, in data 16 dicembre 1902.

Nell'estate del 1909, direttore Padre Giuseppe Baldelli, viene eretta una nuova parte dell'Istituto, quella che sostituisce l'aggiunta neogotica di Villa Pellizzoli, tanto che si ha una "gran quantità di domande (4) di ingresso nell'Opera e "non tutte si possono esaudire".

Si pensa, quindi, di ampliare il fabbricato e il direttore Padre Emilio Cecco apre l'8 dicembre 1911 un'ampia cappella. "Ora i due lati del Collegio formano un edificio di bellissimo aspetto e di grande comodità per lo sviluppo dell'Opera. La cappella nella parte antica del fabbricato, riuscì grande, sfogata ed elegante con accesso per pubblico all'esterno della Casa, magnifica la decorazione del soffitto.. Il compimento della fabbrica, la saggia distribuzione dei locali, il miglior assetto d'ogni cosa, oltrechè giovare al convitto, servirà pure alla più conveniente ospitalità, per i nostri carissimi Scolastici di Oderzo, che l'estate scorso s'iniziarono le loro vacanze:

l'aria vi è salubre, le passeggiate splendide; ora anche il locale risponde a tutte le esigenze di una ben ordinata Comunità" (5). La chiesetta, che ostenta elementi gotici, viene impreziosita nell'anno 1914 di un nuovo ed elegante altare gotico e nel 1916 portali e finestre sono ridipinti ed abbelliti.

Il 16 novembre 1924, direttore Padre Antonio Basso, l'Istituto si arricchisce di un nuovo fabbricato, in posizione baricentrica, "certamente ricca di fascino e di semplicità architettonica ed estremamente funzionale alle esigenze della scuola". La fabbrica porta la firma del geom. Celestino Verlato, "architetto per l'occasione", che - secondo quanto scrive Mario Guggino (6) - sa pennellare di classica eleganza un edificio dalle linee semplici e severe. Disposto su tre piani e rivolto a Sud, dalla forometria simmetrica e modulata, risente del classico influsso delle antiche dimore ottocentesche che lo rendono piacevole e armonioso". In alto sulla facciata, per la prima volta, compare la grande iscrizione su pietra Istituto Maria Immacolata; sul tetto sventola il tricolore; un elegante balcone balaustrato in pietra di Montecchio sovrasta la porta d'accesso principale. Il nuovo elegante edificio permette all'Istituto di dilatare le sue tende e di abbracciare un maggior numero di convittori aspiranti alla vita religiosa e missionaria (7).

Per l'occasione è pubblicato un Numero Unico, In cammino., che parla dei vari aiuti che hanno consentita la costruzione dell'opera. E cita, primo fra tutti, il "carissimo nostro geom. Celestino Verlato, autore del disegno nella sua semplicità, meraviglioso e tanto comodo agli usi dell'Istituto, il quale ha prestato gratuitamente l'opera di assistenza e sorveglianza ai lavori, meritando così di essere annoverato tra i benefattori insigni della nostra Pia Società. Che il buon Dio lo benedica, come l'ha benedetto il S.Padre Pio XIº con suo autografo prezioso e lo prosperi nei suoi interessi e nella famiglia".Quindi Bortolo Vettore di Vicenza, "già nostro alunno, rappresentante la ditta Andrea Pangrazio negoziante in legnami per aver fornito il primo materiale per le volterrane, per le travature l'altro, tutti e due devolvendo a favore dell'Istituto l'onesto guadagno ch'era loro dovuto.

Giova ricordare anche la rinomata ditta Isnardo Carta, che offrì mattonelle, marmette e gradini, insuperabili nella loro fattura, a prezzi di favore e attese e attende con generosa pazienza la nostra possibilità di saldo.

E una parola di riconoscenza sentiamo di dover rivolgere alla degnissima nobil donna Ilde Boscaro Calvi, venuta in nostro soccorso con un prestito grazioso che molto ha giovato per le prime spese di costruzione del nuovo edifizio".

Nella nota, infine, dei benefattori con relative cifre in danaro, è segnalato anche Antonio Pittarlin (decoratore), con dodici giornate di lavoro gratuito e rilevante abbuono della spesa.

Guggino racconta; "Dalle cronache del tempo, memorabile appare il giorno dell'inaugurazione che inizia alle ore 10 precise in una giornata eccezionalmente fredda ed all'aperto, tanto che il direttore padre Antonio Basso, aprendo il discorso all'autorità ed al popolo, invoca 'novello Giosuè' l'arresto del sole sopra i convenuti intirizziti. Nella palestra dell'Istituto, a fare gli onori di casa ci sono l'arciprete don Antonio Bonin, il podestà avv. Riccardo Ceccato con la consorte Irma Ferrarin, il cav. uff. Giuseppe Zannato, il segretario comunale cav. Luigi Libondi, l'avv. Camerra giudice conciliatore, il direttore didattico di Arzignano maestro Agostino Agosti, il medico cav. dott. Giulio Serra, il cappellano di San Vitale don Ferruccio Dal Cortivo, il progettista geom. Celestino Verlato, il quale è festeggiato con dedica del Santo Padre Pio XIº e con enorme mazzo di bellissimi fiori freschi. Tra applaudi ed ovazioni incessanti si produce la bella squadra di ginnastica del Collegio, mentre la banda del Patronato Leone XIIIº di Vicenza, sotto la direzione del maestro Bandino, intona una fantasia della Loreley con vero godimento dei presenti, seguita dal corpo dei convittori che inneggiano al Milite Ignoto. La simpatica cerimonia termina sulle note di un armonioso valzer della banda, mentre autorità, clero e popolo sono serviti di vermouth in parlatorio con 'colazione in comune con convittori in perfetta unione di spiriti e di stomaci'.

Sull'ultimo sviluppo della Casa di Montecchio Maggiore parla ampiamente la rivista Vita Giuseppina del dicembre 1953 (9). E' l'ala "Murialdo", inaugurata l'8 novembre 1953. E' direttore padre Eugenio Vencato.

"La Scuola Apostolica Maria Immacolata di Montecchio Maggiore, uno dei fiorenti vivai della nostra cara Congregazione, già da diversi anni gemeva nelle angustie dei suoi locali che la costringevano a limitare l'afflusso dei giovani aspiranti, sempre rigoglioso in queste nostre terre venete cristiane e generose. Bisognava abbandonarsi alla divina Provvidenza e allargare nuove braccia più capaci, non solo, ma più intonate ai tempi e alle moderne esigenze. E così fu fatto. Il vecchio orto si spostò qualche tratto e lasciò il posto per una nuova ala, lunga, alta, serena, che si lega al vecchio fabbricato senza fargli torno e senza offendere l'occhio dell'esteta. La costruzione crebbe svelta e decisa sotto gli occhi dei giovani aspiranti e circondata dalle loro preghiere, sotto la direzione dell'ing. Vignati e per opera dell'impresa edile Trevisan di Montecchio Maggiore".

"Il primo a venire alla luce fu il teatro, ampia sala seminterrata e tuttavia ariosa, necessarissima agli svaghi dei nostri giovani; sopra essa la cappella con cantoria, presbiterio e sacristia: una cappella vera da saminario, che più mani artistiche concorsero a rendere accogliente e devota. Un risalto particolare merita la decorazione marmorea del presbiterio con al centro l'altare, dono generoso di un nostro benefattore che vuole mantenersi anonimo e opera della ditta Zanconato da Chiampo, e sulla parete di fondo le tre nicchie con le statue del Sacro Cuore nel mezzo, dell'Immacolata e S.Giuseppe ai lati, opera artistica dello scultore Giordani, nostro ex allievo. Sopra la cappella, un unico dormitorio capace di una cinquantina di giovani e più ancora di aria e di luce. Accanto ai tre ambienti principali e le spaziose scale sorsero altri comodi vani, tra i quali la bella e moderna sala dei servizi igienici".

"Frattanto anche il vecchio fabbricato, su proposta del nuovo, si decideva a rattopparsi in qualcuna delle tante parti, in cui ne aveva bisogno e allora eccoti il cortile raddoppiato, ingentilita l'entrata, parlatorio, refettorio, servizi igienici nuovi e rinnovati e soprattutto l'impianto generale di riscaldamento a radiatori. Una vera impresa per la nostra Scuola Apostolica, ma che ci voleva e che speriamo non si fermi qui".

"Tanta fatica doveva avere pertanto un coronamento e riconoscimento in una giornata speciale di festa, dedicata alla inaugurazione della nuova ala e conseguente solenne presa di possesso, che fu stabilita per il giorno 8 novembre u.s. con netto vantaggio su tutte le previsioni".

"I ragazzi erano già nervosi da un mese, ma per aggiungere legna al fuoco, furono preparati con un triduo speciale, inteso a dare alla festa una tinta tutta sacerdotale e giuseppina. Giovedì 5 novembre 1953: poca scuola, fervore di preparativi e a sera calda parola di padre Mario Meneghini sull'ideale dei giuseppini. Venerdì 6 novembre 1953: benedizione solenne della cappella per mano del nostro rev.mo Padre provinciale Amedeo Pasotto; continuano gli infiniti preparativi e a sera benedizione solenne della via crucis, e belle parole di padre Girolamo Zanconato sulla vocazione. Sabato 7 novembre 1953: vigilia! Sveglia alle 6, comunione e colazione, poi pronti per una calorosa accoglienza al vescovo di Vicenza mons. Carlo Zinato, puntualissimo. Alle sette e mezzo ha inizio la solenne consacrazione dell'altare, seguita dalla messa prelatizia del vescovo con appropriato discorso da pari suo: tre ore circa di paradiso, tanto la cappella era ridente e le sacre cerimonie ci facevano in essa bella figura; il tutto accompagnato dal cuore e dalla voce dei nostri cari giovani. Dopo un saluto riconoscente al vescovo che partiva e un battimani caloroso al rev.mo Padre generale Luigi Casaril arrivato durante la funzione, si ritorna al lavoro per gli ultimi ritocchi ai canti, al teatro, alla pulizia con il cuore in gola per l'imminente domani. A sera, la voce paterna del Padre generale sulle mamme dell'aspirante, chiuse la giornata così densa di lavoro e di emozioni; poi la notte lunga e beato chi potè dormire..

Domenica 8 novembre 1953: ci siamo! La prima occhiata al tempo: splendido. La grande giornata ha inizio con una bella messa e comunione, nella nuova cappella essendo celebrante il rev.mo Padre generale Luigi Casaril: quanta intimità familiare e quanta gioia come di un sogno raggiunto! Il padre generale ha sottolineato il significato della giornata con parole meravigliose in cui si sentiva il cuore della Congregazione pulsare di riconoscenza a Dio, di contentezza e di speranza".

"Poi gli arrivi da tutti i vari ceti della più vasta Famiglia Giuseppina: dai direttori delle Case venete, quasi tutti, agli scolastici di Ponte di Piave, dai parenti dei nostri giovani, alle mamme apostoliche, ai benefattori, agli amici: una corona meravigliosa che attorno al padre generale, al provinciale, alle autorità religiose e civili cittadine e ai nostri giovani rappresentava tanto bene tutta la Congregazione con le sue svariate aderenze. Alle dieci santa messa solenne celebrata dal rev.mo Padre provinciale, servita e cantata con tanto gusto dai chierici scolastici: fu una messa iucunda in tutti i sensi che fece scorrere nei presenti un brivido di vera festa. Intanto venne l'ora del pranzo, offerto dalla direzione a tutti i confratelli presenti e alle maestranze dei lavori, ove le nostre brave suore e la loro cucina si fecero davvero onore".

"Verso le ore quindici ebbe luogo la benedizione del nuovo fabbricato per mano del rev.mo Padre generale e il rituale taglio del nastro per parte del sindaco di Montecchio Maggiore avv. Peroni, che diede il via a tutti gli intervenuti per la visita della Casa a seguito dei superiori e delle autorità. Ciascuno, certo, guardò, notò, disse la sua, ma in generale non si ebbero che lodi e rallegramenti. Seguì una ben riuscita accademia nel nuovissimo teatro in cui fra i canti, le poesie, i dialoghi dei nostri aspiranti, fecero sentire la loro bella parola il rev.mo padre generale, il provinciale, il sindaco avv. comm. Giobatta Peroni, la presidente delle mamme apostoliche e la mamma di un nostro aspirante: alla fine c siamo accorti che l'accademia s'era trasformata in una calda seduta di famiglia, come appunto si desiderava. Un gentile rinfresco fu il saluto alle autorità, alle maestranze e ai direttori e confratelli delle varie Case venete, mentre dietro i vicini colli ridente calava il sole. Anche i parenti sciamarono con il primo imbrunire".

"Per i nostri giovani e chierici invece rimaneva ancora un cumulo di risate, dopo cena, alla Commedia Sior Tita paron gentilmente offerta e magistralmente interpretata dalla filodrammatica Corradini di Thiene. Verso le ore 22 anche il pullman dei nostri chierici si allontanava e la notturna quiete chiudeva finalmente la gioiosa, laboriosa e riuscitissima giornata trascorsa nella magnifica cornice di una straordinaria estate di San Martino, davvero insperabile dopo tanta acqua che aveva diluviato su mezza Europa".

Note

1) Numero Unico Parrocchia S.Maria Immacolata, 1987.

2) Lettere Giuseppine, novembre 1901.

3) Mario Guggino, "Strutture religiose, educative, assistenziali e ricreative" in Il duomo di S.Maria e S.Vitale in Montecchio Maggiore. Centenario della inaugurazione (1892 - 1992), pp. 117 - 122.

4) Lettere Giuseppine, dicembre 1909.

5) Lettere Giuseppine, dicembre 1911.

6) Guggino, "Strutture..", in Il duomo di S.Maria e S.Vitale..., pag. 121.

7) Cronistoria della Pia Società Torinese di San Giuseppe dalla fondazione 1873, pag. 105.

8) Guggino, "Strutture..", in Il duomo di S.Maria e S.Vitale..., pag. 121.

9) Vita Giuseppina, dicembre 1953. "La nuova Scuola Apostolica di Montecchio Maggiore". Sull'argomento, nel corso dell'anno, ne parlano anche Cronistoria della Pia Società Torinese di San Giuseppe dal 1948 al 1973, pag. 26; Lettere Giuseppine, marzo - aprile 1953; Lettere Giuseppine, maggio - giugno 1953; Lettere Giuseppine, luglio - agosto 1953; Lettere Giuseppine, settembre - ottobre 1953; Lettere Giuseppine, novembre 1953; In cammino, dicembre 1953.

 

Capitolo 2º L'ISTITUTO MARIA IMMACOLATA ATTRAVERSO LA SCUOLA APOSTOLICA E LA SCUOLA CATTOLICA indice

Questo è il capitolo del volume che occupa il più ampio spazio, in quanto racconta anno per anno, dal 1901 in avanti, e con i documenti che man mano mi si sono presentati con più facilità (grazie soprattutto a quelli venuti attraverso la stampa giuseppina della Congregazione e la stampa giuseppina periodica dell'Istituto) l'attività della scuola, e pertanto della Scuola Apostolica e della Scuola Cattolica, con tutti i loro annessi e connessi.

Tutto questo nell'Istituto Maria Immacolata, gestita dai Padri Giuseppini, il cui loro ingresso a Montecchio Maggiore risale al 27 ottobre 1901. Le fonti di informazione che parlano dell'ingresso in parola vanno ricondotte ad una sola persona: al confondatore, cioè, della Congregazione di San Giuseppe Padre Eugenio Reffo, presente con l'argomento nella Cronistoria della Pia Società Torinese di San Giuseppe dalla fondazione 1873 (a pag. 41), in Lettere Giuseppine (del novembre 1901) e in don Pietro Carrà (fascicolo monografico in stampa litografica del 1911) (1).

Vi è comunque una discrepanza tra quanto appare in Lettere Giuseppine e quanto invece in don Pietro Carrà per il racconto dell'ingresso (il racconto sarebbe stato fatto da don Girolamo Apolloni per la prima fonte e da don Pietro Carrà per la seconda). E' più verosimile l'ultima versione in quanto nella prima il Reffo, non presente alla "manifestazione" di Montecchio, nella fretta di redigere e far uscire Lettere Giuseppine entro il mese successivo, deve aver confuso il compito avuto nella vicenda dei Giuseppini a Montecchio da Padre Girolamo Apolloni con quello di padre Pietro Carrà.

Ecco, quindi, il racconto pubblicato dal Reffo nella biografia del 1911 del primo direttore dell'Istituto Maria Immacolata:

"Quando nell'autunno del 1901 si dovette aprire la Casa di Montecchio Maggiore, ideata e promossa da don Girolamo Apolloni, direttore di Vicenza, si pensò di darne la direzione a don Pietro Carrà, che lasciò Oderzo, e nel mese di ottobre si recò a Vicenza per gli opportuni apparecchi. Ebbe egli stesso, a quanto credo, il felice pensiero di collocare sulla facciata della nuova Casa la statua dell'Immacolata, che fu regalata dalla signora Elena Cherubini, e quando ogni cosa fu disposta, il 27 di quel mese si fece la solenne apertura del nuovo Istituto che, per l'appunto prese il nome della Vergine Immacolata".

"La funzione solennissima, che si compiè allora, funzione che preludeva alle belle ed entusiastiche feste, che avrebbe celebrato a Roma il futuro parroco dell'Immacolata, fu descritto dallo stesso don Carrà, e meritano di essere riferite le sue parole".

"'La Mamma che già aveva preso possesso della sua casa a Montecchio, chiamò a sé anche Gesù: e Gesù vi entrò ieri - 27 ottobre - nella Casa dell'Immacolata sua madre trionfalmente.. Ed il viaggio trionfale del buon Gesù dal duomo di Montecchio alla nostra nuova Casa fu così soave, così divoto, così emozionante che strappò le lagrime a più d'uno.. Partiamo da Vicenza con treno speciale alle 13 in numero di 123, con Banda e Cantori e fummo ricevuti in capo al paese dalla Fabbriceria, dalla Banda, e dal paese intiero che assiepava la via; più innanzi ci fu incontro il parroco di S.Pietro, quindi il caro don Paolo Simionato con clero, confraternita, bandiere, ecc. della Parrocchia di S.Vitale e con tutto questo nugolo di popolo, fra i suoni alternati dalle due bande s'entrò in chiesa dove fu esposto il SS. Sacramento, cantato il Pange lingua, Litanie e Tantum Ergo dai nostri cantarini (che fra parentesi cantarono magnificamente bene), si partì processionalmente col SS.Sacramento. La processione era lunga, interminabile e divota, come solo la si può vedere nei buoni paesi di campagna. Apriva il corteo la nostra banca, dietro venivano i nostri giovani di Vicenza, quindi quei di Montecchio e poi e poi.. Associazioni d'uomini coi loro distintivi e bandiere, banda e cantori di Montecchio, angioletti bianco vestiti e clero, Santissimo e dietro tutte le associazioni religiose di donne. Le case erano tutte imbandierate ed ornate come pel Corpus Domini, con di più su verso la Valle erano eretti dieci o dodici archi trionfali d'incantevole effetto. Non le dico degli spari dei mortaretti, degli schioppi, dei cannoni grandinifughi: era un entusiasmo, una frenesia indescrivibile, che commoveva e faceva piangere. Gesù non deve essere stato salutato e incontrato con più fede e con più amore dalle turbe che l'acclamavano nella sua entrata in Gerusalemme, quanto lo fu ieri da quel buon popolo di Montecchio nella sua entrata alla nostra Casa. Giunti alla Casa, Gesù fu esposto sopra di un altare provvisorio eretto in cortile, i cantori intuonarono il Tantum Ergo e Gesù benedì per mia mano quella selva di teste inclinate.. Ed entrò a prendere possesso della Casa fra canti e suoni di evviva.! E Maria, la cara Mamma, tutta bella sorridente e cara, ricomparve; calò il velo.. E fra le frenetiche grida di "evviva Maria!" fu benedetta la sua statua, (funzionante sempre il sottoscritto, che così volle quell'anima santa di don Paolo), signoreggiante la Casa, ricomparve per dire a tutti: "Sono il la Signora, la Madre di Casa sono io che ho chiamato Gesù, amatelo ed amate me pure." "Deo Gratias e Deo Gratias!". Ma siccome l'autrice di si bella festa fu Maria, gloria ed onore sia pure a Lei, tanto più che col suo intervento pare voglia assicurare l'esito dell'Opera'".

"Nel nuovo Istituto don Carrà intraprese due opere: l'Oratorio festivo pei giovanetti del paese e la Scuola di ginnasio per una ventina di giovanetti esterni aspiranti allo stato ecclesiastico".

L'anno successivo, e cioè il 1902, i giovani sono 36, divisi in quattro classi: la 5ª elementare e le prime tre ginnasiali. "Ogni mattina arrivano verso le sette dai diversi borghi di Montecchio, da Arzignano e da altre località vicine; fanno prima una mezz'ora di preghiere e di meditazione nella divota cappelletta; poi vanno a scuola, che si conclude dopo il mezzogiorno con una seconda visita al SS.Sacramento. Ad un'ora tornano alle loro case a fare i compiti e studiare le lezioni, e studiano sul serio. Alla domenica vengono a ricrearsi nell'ampio cortile e sotto gli occhi della Vergine Immacolata, rappresentata in una statua di marmo bianco sulla facciata della Casa, i giovani Montecchiesi dell'Oratorio festivo in numero di oltre 100, che poi si conducono in parrocchia per le funzioni e il catechismo". (2)

L'attività della Casa di Montecchio Maggiore è segnalata dal superiore generale dei Giuseppini don Giulio Costantino nella sua lettera circolare n. 7 del 14 marzo 1902, diretta a tutti i suoi confratelli di Congregazione. "L'apertura della modesta Opera di Montecchio accenna a svolgersi bene a gloria di Dio ed a profitto di quei bravi giovani, che vi attendono con esemplare diligenza alla pietà e allo studio". (3)

Nel 1903 l'Istituto si riapre il 19 ottobre con "ispeciale funzione religiosa. Gli alunni sono 27 e frequentano le tre prime ginnasiali: soppressa in quest'anno la classe preparatoria al ginnasio. Questa soppressione à ridotto alquanto il numero dei giovanetti scolari, i quali per compenso sono forti di volere e di sentimento ed offrono buone speranze anche per la nostra Pia Società. L'oratorio festivo non è molto numeroso, sia perché nei centri agricoli è meno sentito il bisogno di un Patronato, sia perché la nostra Casa è molto distante dal centro del paese; tuttavia quei pochi sono buoni e procurano molte consolazioni". (4)

"Dal giorno di Natale del 1903 è pure istituita una Sezione giovani operai, con patronato serale domenicale e conferenze apposite; il tutto regolato da conveniente statuto sul tipo delle Unioni professionali di Vicenza. Però non si fa sfarzo di bandiere, né di stemmi, né di pubblicazioni; si tratta di una casa di famiglia senza pretese e senza discussioni. Unico scopo della istituzione è di fare un po' di bene coll'offrire a quei giovanetti occasione di onesto divertimento, condito con un po' di educazione cristiana e relativa educazione (civile)" (5).

I padri giuseppini a Montecchio sono finora due: Padre Pietro Carrà (direttore), con funzione anche di cappellano di San Vitale, e Padre Giuseppe Baldelli, suo collaboratore. Con essi vi è anche un confratello laico, per i lavori manuali di casa e dei campi.

Nel 1904 si registrano ancora 27 studenti ("e quel che più importa tutti buoni"). L'Oratorio conta normalmente 120 ragazzi. (6)

Nel 1905, a novembre, si registrano 21 scolari per le classi prima e seconda ginnasio; "ma vi si è aggiunto un colleggetto finora di pochi ragazzi a dozzina. Si è riaperto l'Oratorio e i ragazzi vi sono accorsi perfino in numero di 180, e ad accoglierli più agevolmente si è ridotto a cappella una sala, che può contenere oltre a 200 ragazzi" (7). E' direttore Padre Giuseppe Baldelli.

Nel novembre del 1906 sono registrate le seguenti notizie dell'Istituto Maria Immacolata: "Abbiamo qui trenta giovannetti, otto dei quali sono convittori e ventidue esterni, tutti scuolari delle prime ginnasiali e più o meno aspiranti alla carriera ecclesiastica e qualcuno eziandio al nostro noviziato. Dio ha benedetto in quest'anno la nostra campagna, tenuta dall'esemplare ed edificante famiglia degli Apolloni e perciò si ha tutta la ragione di ringraziarcelo di cuore e di corrispondere con un lavoro assiduo di sana educazione presso quegli ottimi giovanetti" (8).

La comunità della Casa è composta dal direttore Padre Giuseppe Baldelli, dal chierico Antonio Basso e dal chierico Benigno Fracasso. Il 4 giugno del 1906 muore di malattia il chierico Adolfo Lorenzi di 27 anni (9).

Nel 1907 si curano per la prima volta preparazione e festa di Pentecoste, Corpus Domini e Sacro Cuore con ragazzi interni ed esterni (10). Vi sono 19 giovani interni e 19 esterni. Essi si sono preparati alla festa dell'Immacolata, titolare dell'Istituto, con un ritiro di tre giorni, fatto seriamente. La festa, poi, dell'Immacolata fu solennissima e vi presero anche parte i giovanetti esterni (11). Gli studenti interni hanno per la prima volta la loro divisa.

Il 1908 registra la presenza in Istituto di 40 convittori e di 30 studenti esterni, divisi in cinque scuole, una preparatoria e quattro di ginnasio. La novena del Natale è celebrata con il canto delle profezie, come si usa in Piemonte (12).

Sono fitte le notizie che si hanno del 1909, che incominciano con l'11 gennaio. "Devo segnalare una insieme disgrazia e grazia - come scrive il direttore Padre Baldelli - capitataci sabato sera. Quando stavamo per andare a letto, è caduta una parte della tettoia grande, dove durante il giorno piovoso avevano fatto ricreazione i ragazzi. Se cadeva qualche ora prima, poteva succedere qualche grave malanno. Ma la Madonna ci ha salvati!. La parte caduta è quella dove si pensava di fare il refettorio l'anno venturo" (13). Quindi la festa di S.Giuseppe il 19 marzo (14), la commemorazione del fondatore dei Giuseppini Leonardo Murialdo "con la celebrazione della Messa da requiem eseguita in canto fermo da tutti i ragazzi dell'Istituto (15), pellegrinaggio al santuario di Monte Berico il 30 maggio (16).

I convittori dell'Istituto da quaranta salgono ad ottanta, più 24 scolari esterni. Le quattro classi ginnasiali e le preparatorie raccolgono insieme 104 alunni. Delle scuole risponde dinnanzi all'autorità didattica il professor Crosara di Vicenza, coadiuvato nell'insegnamento dagli insegnanti giuseppini, la cui comunità è composta dal direttore Padre Giuseppe Baldelli, da Padre Luigi Sella, da Padre Clemente Unguello, dal chierico Mario Longhin, dal chierico Carlo Gramaglia e dal chierico Cornelio Koffler (17).

Siamo al 1910. "A Montecchio Maggiore nel nostro Istituto dell'Immacolata, i giovani si preparano con la massima divozione a celebrare la festa titolare; ebbero tre giorni di esercizi spirituali predicati dal quel reverendissimo arciprete e dal direttore del Patronato di Vicenza padre Emilio Cecco. Tutti si accostarono alla S.Comunione; undici convittori ebbero la bella sorte di accostarsi per la prima volta. Più solenne ancora, per l'eccezionalità della circostanza, fu la prima Messa di don Mario Longhin, celebratasi il 18 dicembre. La sera precedente numerosi colpi di mortari, dalle alture dei colli che circondano Montecchio, annunziarono l'arrivo del novello sacerdote. Il tempo era pessimo, ma ciò non tolse che una folla di popolo, con alla testa la banda del luogo si recasse a riceverlo alla stazione coi nostri convittori: seguirono mortaretti, allegre suonate, grida di gioia ed una fiaccolata che illuminò tutto il percorso fino al nostro Istituto. L'indomani, alle 8, il novello sacerdote, assistito dal direttore dell'Istituto (Padre Giuseppe Baldelli), ascese per la prima volta l'altare e vi offrì, fra la commozione dei numerosi presenti, il santo Sacrificio. Durante la Messa, accompagnata dal canto di alcuni mottetti, il rev.mo prof.re don Antonio Canton, sacerdote veneziano, tenne un adatto discorso di occasione, ed i parenti di don Mario, tutti i giovani convittori e molta parte di popolo, ricevette dalle sue mani il Pane degli angeli. Più tardi giunse da Vicenza la banda del Patronato, che dopo il pranzo tenne un applaudito concerto, a cui fece seguito una breve ma ben riuscita accademia musico-letteraria, onorata dalla presenza di molti signori invitati, ai quali fece ottima impressione la dimostrazione di affetto che a gara, superiori e giovani, davano al loro venerato confratello e maestro" (18).

Anno 1911. E' direttore Padre Emilio Cecco. Il 2 aprile l'Istituto è in festa per la prima Messa di Padre Ottavio Parino, ordinato il giorno precedente a Vicenza da mons. Luigi Pelizzo, vescovo di Padova. Assistono poi alla messa solenne cantata pure da un novello sacerdote, don Antonio Rossato, già alunno della congregazione giuseppina ed ora incardinato nella diocesi di Rovigo (19)

Anno 1912. La comunità è composta dal direttore Padre Emilio Cecco, da Padre Oreste Orsolon, da Padre Felice Gazbelino, da Padre Luigi Lavagno, dal chierico Serafino Maculan. Il numero dei convittori interni è salito a novanta: una quindicina sono gli esterni (20).

La comunità giuseppina è composta nel 1913 dal direttore Padre Angelo Roncaglia, da padre Oreste Orsolon, da Padre Luigi Lavagno, dal chierico Serafino Maculan, dal chierico Canzio Miseroni, dal chierico Simonazzi e dal laico Casarotto (21).

L'Istituto è visitato il giorno 3 dicembre dal superiore generale Padre Eugenio Reffo, il quale scrive nella sua lettera circolare n. 12 del 21 dicembre 1913: "Ho visitati testè parecchi nostri Istituti, e mi sono edificato al vedere come fioriscono le scuole e come tra quelle centinaia di giovanetti regni la disciplina e Anno 1912. La comunità giuseppina è composta dal direttore Padre Emilio Cecco, da Padre Oreste Orsolon, da Padre lo spirito di obbedienza e di pietà: io non posso a meno che farvi i miei più sinceri rallegramenti." (22).

Nel 1914 l'Istituto di Montecchio registra una sessantina di convittori e una trentina di scolari esterni (23). Nella festa della SS.Trinità (domenica 7 giugno 1914) avevano celebrato la prima messa quattro sacerdoti giuseppini, e a Montecchio Maggiore don Serafino Maculan. Lo racconta il Padre Eugenio Reffo: "Don Serafino Maculan celebrò nell'Istituto dell'Immacolata di Montecchio Maggiore assistito dal suo fratello don Carlo, che tenne anche il discorso, dai genitori suoi e con molto concorso di quella buona popolazione; nell'occasione di questa festa fu inaugurato il nuovo bellissimo altare, che era richiesto a compimento della grandiosa divota Cappella." (24).

Annota il direttore padre Angelo Roncaglia nel 1915 che "l'influenza ha inferito al Collegio Convitto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore non risparmiando né confratelli né giovani. Fu una vera calamità perché, stante la scarsezza del personale, il lavoro veniva ad aggravarsi ognor più, all'ora appunto che sarebbe stati conveniente quasi un po' di riposo. I nostri buoni confratelli però, animati da vero spirito religioso, seppero sopportare pazientemente la croce e sacrificarsi volentieri gli uni per gli altri" (25).

Nel giugno dello stesso anno è in visita all'Istituto il superiore generale dei Giuseppini Padre Eugenio Reffo, in occasione di una sua ispezione alle Case giuseppine di Castel Cerreto, Bergamo, Modena, Vicenza, Thiene e Venezia (26).

A Montecchio sono requisiti durante l'estate del 1916 i letti dell'Istituto e vennero occupati dai soldati anche i locali. "Perciò non è possibile in quest'anno riaprire il Convitto, e dovremo accontentarci di un esternato per quei giovanetti del paese e dintorni, che desiderano avviarsi alla carriera ecclesiastica" (27).

Nel 1917 è direttore Padre Luigi Balbi, che informa subito, fin dal gennaio, che il "Collegio - Convitto non si è potuto aprire, e i pochi confratelli hanno dovuto limitare la loro azione ad un piccolo ginnasio di giovani esterni, provenienti da Montecchio e dai paesi vicini: essi sono in numero di quattordici, ossia nove in prima ginnasio e cinque in seconda""(28).

A maggio dello stesso anno si informa: "Grande invasione di soldati all'Istituto di Montecchio: dapprima bersaglieri ciclisti, poi 69ª fanteria, poi alpini ed ora un gran magazzino viveri, che dalle 11 alle 14, riempie il cortile di carri, cavalli e camions. Ciò non impedisce la scuoletta di ginnasio che frequentano fedelmente quindici buoni giovanetti, né impedirà un po' di Oratorio domenicale pei ragazzi della Valle" (29).

"All'età di 41 anni scompare il sacerdote padre Giuseppino Dalla Pria, della comunità di Montecchio, e che era nato a Vicenza del 1876" (30).

All'inizio del 1918 la situazione all'Istituto Giuseppino di Montecchio Maggiore è la seguente: "I francesi sono pure nel nostro Collegio: prima era deposito di rifornimento del primo Corpo d'Armata "Croce Rossa": ma dal giorno dell'Immacolata del 1917 è occupato dall'ambulanza francese con circa una cinquantina di infermieri e una quarantina di ammalati; fu loro concesso tutto il locale disponibile; il locale stesso fu alquanto migliorato. Sono da ammirare fra quei soldati grande pulizia, educazione, cameratismo. Gentilissimo poi, e pieno di bontà anche con i confratelli, è il capitano direttore. Ciò non impedisce le opere dell'Istituto: gli scuolari intervengono regolarmente in numero di venti circa, distribuiti nelle prime tre classi ginnasiali" (31). La situazione a maggio del 1918 è la seguente: "L'Istituto dell'Immacolata di Montecchio Maggiore è stato trasformato in completa tipografia. Chi lo crederebbe? Per l'impianto si bucarono i muri maestri e laterali; buchi enormi si fecero pure nei pavimenti; ed ora si lavora febbrilmente e così il povero Collegio di Montecchio è divenuto un Collegio di artigianelli! Ciò nonostante la scuola di ginnasio continua, divisa in due classi, frequentata da 18 ragazzi" (32).

E tre mesi dopo: "A Montecchio Maggiore continua il lavoro febbrile della tipografia inglese, piantata nel nostro Collegio, e nella quale sono occupati ben settanta di quei militari, diretti da superiori intelligenti e cortesissimi coi nostri confratelli" (33).

Nel 1919 è direttore padre Gaspare Reale, il quale fa annotare nel 1920 che il "Collegio di Montecchio Maggiore, dopo le peripezie della guerra, poté in quest'anno risorgere a nuova e più florida vita: i convittori salirono a più di ottanta e gli esterni a circa venti, divisi nelle classi elementari e nelle prime due classi del ginnasio; ad improntare subito da principio ai cari giovani l'amore dello studio e della pietà, si celebrò con grande solennità la festa dell'Immacolata Concezione" (34).

Domenica 17 aprile 1921 viene benedetta ed inaugurata una nuova statua di S. Giuseppe all'Istituto di Montecchio (35), dove arrivano anche sei suore dorotee per i servizi alla Casa.

Siamo al 1922. Ormai la vita dell'Istituto è ben consolidata e non si fanno attendere a lungo i frutti dell'opera apostolica ai Padri Giuseppini. La foto di gruppo dell'annata perla eloquentemente. Trova il nuovo direttore Padre Antonio Basso e gli insegnanti, il gruppo dei convittori e qualche "esterno" posano impettiti davanti al fotografo, quasi fieri della loro uniforme.

L'Istituto, cresciuto in prestigio, nel 1923 annuncia il suo ingrandimento: "A Montecchio Maggiore si sta costruendo un nuovo edificio che ingrandisce e completa quello già esistente. Questa nuova parte dell'Istituto accoglierà i giovanetti aspiranti alla nostra Congregazione, provenienti dal Veneto" (36).

Anno 1924, che registra per l'Istituto avvenimenti importanti. "Il 3 luglio messa di don Antonio Boschetti, sacerdote novello giuseppino, già alunno di questa Casa. Ospiti graditi di un intero mese, gli scolastici di Oderzo, qui convenuti il 14 agosto per ritemprare le forze. Frequenti e svariate le gite nella multiforme ondulazione dei colli berici che sovrastano e prospettano l'Istituto, favorite da giornate serene e temperate. Partono per il noviziato all'Istituto S.Giuseppe di Rivoli i dodici piccoli e grandi futuri apostoli che, lasciano l'Istituto Maria Immacolata".

"Benedizioni copiose ci ripromettiamo in questo anno per le 400 e più messe santamente celebrate e le molte preghiere che hanno profumato l'Istituto durante gli esercizi spirituali dei cento confratelli giuseppini qui convenuti nella solitudine e la pace a santificare sé stessi e ad apprendere la difficile arte di santificare gli altri nella vita di apostolato, alla quale il Signore li ha chiamati".

"Rinascita spirituale hanno pure qui cercato una cinquantina di giovanotti dei circoli diocesani nel ritiro di cinque giorni ai primi di settembre".

"Preludi al nuovo anno scolastico. Chiuse le iscrizioni per esuberanza di domande, fin dai primi di settembre, nella prima metà di ottobre saranno riprese le lezioni regolari" (37).

Quindi la inaugurazione della nuova ala dell'Istituto Maria Immacolata per il 16 novembre: di questo si parla nel primo capitolo del presente volume.

Per grave malattia, scompare a Montecchio il 21 giugno 1925 il sacerdote Padre Canzio Miseroni di 36 anni: era nato, infatti, nel 1889 a Cesena.

L'anno 1926, il 13 dicembre, si spegne in Istituto Padre Vittorio De Gobbi che "predilesse le opere giuseppine e in modo particolare l'Istituto Maria Immacolata di Montecchio, cui beneficò prestando ininterrottamente a quei giovani per venti anni consecutivi la sua illimitata e preziosa assistenza spirituale" (38). E' direttore in Casa padre Bernardo Maculan.

Continua in crescendo l'attività dell'Istituto negli anni 1927 e 1928. Il 22 giugno 1929 si tiene la commemorazione centenaria di Leonardo Murialdo, il fondatore della Pia Società Torinese di San Giuseppe, con diverse cerimonie, presente la popolazione del grosso centro di Montecchio Maggiore. "Si apre con la messa cantata nel duomo di S. Vitale da Padre Carlo Maculan del consiglio generalizio della congregazione. Alla solennità contribuisce la schola cantorum dell'Istituto. Nel pomeriggio, dopo le funzioni, si forma nella piazza del duomo un umponente corteo, che si avvia verso il Collegio. Vi sono, con bandiera, tutti i circoli di Azione Cattolica della zona, le rappresentanze del Patronato Leone XIIIº di Vicenza con la banda, del Patronato S. Gaetano di Thiene, dell'istituto Turazza di Treviso, dell'istituto Brandolini-Rota di Oderzo, del Patronato del Santo di Padova, delle scuole elementari del paese e del patronato locale. Molte le autorità. All'imbocco della via Scaranto si compie la cerimonia della dedicazione della via al nome del fondatore dei Giuseppini: l'avv. Ceccato, podestà di Montecchio, taglia il nastro tricolore, premettendo la lettura di un nobile discorso. All'Istituto, nell'ampio cortile tra una folla entusiasta, mons. Schiavon tratteggia la figura del Murialdo, come un santo, un educatore e un apostolo. A sera, una attraente accademia di cori, di esercitazioni ginnastiche, di scherzi comici, chiudono la indimenticabile giornata" (39).

Nel 1930 risultano in Istituto, tra interni ed esterni, 35 alunni delle classi preparatorie al ginnasio (quarta e quinta elementare), oltre naturalmente agli studenti delle classi ginnasiali.

Il 21 giugno del 1931 arriva in visita all'Istituto Maria Immacolata (da lui diretto negli anni che vanno dal 1910 al 1913), il primo vescovo giuseppino mons. Emilio Cecco, già vicario apostolico del Napo (Equatore) e vescovo titolare di Latopoli. Qui mons. Cecco celebra la festa del Sacro Cuore e distribuisce i premi agli aspiranti studenti giuseppini (40).

Il 5 giugno del 1932 il superiore generale dei Giuseppini, Padre Girolamo Apolloni, è in visita all'Istituto di Montecchio, dove si celebra la commemorazione solenne del fondatore della Congregazione, Leonardo Murialdo. Nel pomeriggio convengono nel cortile della Casa le associazioni giovanili della zona: si muove il corteo verso il duomo di S. Vitale. Precede la banda del Patronato Leone XIIIº di Vicenza, quindi vengono i convittori, le autorità e le associazioni con i loro vessilli. Nel duomo, ove su un palco campeggia il ritratto del Murialdo tra fiori e sempreverdi, mons. Attilio Caldana arciprete di Lonigo, tratteggia con grande efficacia la figura del Murialdo nella sua missione di educatore e di padre di una famiglia di educatori, nonché le sue mirabili virtù e la santità della vita che ne fanno un candidato alla gloria degli altari.

Alla sera si svolge in Istituto una solenne accademia ginnico-musicale con la distribuzione dei premi.

Un'immagine dell'Istituto è pubblicata nel 1933 nel Numero Unico Nel primo Cinquantennio della venuta dei Padri Giuseppini nel Veneto (1883 - 1933) (42).

Essa dice testualmente: "Montecchio è il fortunato paese che abbraccia nella bellezza del sito e nella bontà degli abitanti la cara istituzione. Serpeggiante tra il verde della vallata dell'Agno e del Chiampo: è onorato al sud dai lontani digradanti colli berici, sui quali compare radiosa la Vergine, mentre è sfuggito dai Monti Lessini, rincorrentesi a nord - ovest. All'oriente lo stringono le colline sopra le quali posano diroccati manieri".

"Le quattro mura del nostro collegio offrono un ambiente sufficiente e sano. Il fabbricato semplice e grandioso sovra ogni altro s'innalza, nella cornice dei colli e degli antichi ricordi, quasi solitario, a nord del paese. Circondato da orti rigogliosi e da campi, fa mostra di un ricco, fiorito e ordinato giardino, tra i cui fiori regge, gentilissima nel suo stelo l'immagine di Maria. Specialmente larghe e aperte le camerate del riposo, numerose le scuole, sufficienti le sale di studio. Possiede un ampio cortile ombreggiato con ampia palestra coperta. L'ambiente dell'Istituto M. Immacolata, soggetto a sempre nuovi miglioramenti, piega l'animo giovanile alla serenità, cui s'innesta senza sforzi l'idea del soprannaturale".

"Paternità. In tutte le sale, nei cortili e nei passeggi si profila la figura di un Padre, insegnante e assistente, sempre vigile sopra i nostri giovani. Questi Padri curano direttamente l'educazione, all'altezza del loro nobile ufficio per scienza e bontà. E' una gran cosa questa per chi sa come l'abito mentale e il sentire dell'adulto dipendono da ciò che à visto e udito nella fanciullezza".

"Unità nella varietà. Abbiamo qui riuniti giovani di costume e dialetti diversi. Il Veneto porta naturalmente il maggior contributo, ma l'Emilia, il Lazio, le Marche, gli Abruzzi e persino la Sardegna ci arricchiscono di numerosi soggetti. Tutti devono parlare nel dolce idioma della madre patria, ma qualche parola sfugge talvolta nella lingua materna, provocando graziose babilonie. Ma questi elementi, per così dire, eterogenei sono armonicamente fusi nella serietà del medesimo studio, e nella rumorosa allegria della ricreazione. Lo studio costante e metodico con il suo sacrificio e la sua soddisfazione, forma l'uomo; il divertimento gli ricorda opportunamente di non sprecare il bel dono di essere ancora fanciullo. Il gran vincolo che li unisce è però la comune denominazione di aspiranti".

"Aspiranti. A che cosa? Sotto il moto della gioia comune ai giovani, e nell'impegno dello studio arde una specialissima fiamma: la "vocazione". E' la parola evangelica che ha fatto presa nei loro cuori: "Vendi tutto ciò che hai e seguimi". E' appunto dal Vangelo che attingono il segreto della loro scienza, prendono visione dei loro passi, per quella meta radiosa e benefica, cui tendono, anelano, corrono. Essi vivono di un lucido santo ideale: essere un giorno sacerdoti, religiosi, missionari. Nelle loro candide menti già sognano e pregustano la gioia dell'apostolato. Saranno religiosi, sacerdoti, missionari giuseppini, perché l'Istituto Maria Immacolata è fondamentalmente un centro, un baluardo giuseppino".

"Baluardo Giuseppino, a cui da tutte le altre Case giuseppine ci inviano le nostre speranze, la nostra consolazione e la nostra cura. Gli aspiranti sono la pupilla della Congregazione, e i superiori di Roma hanno gli occhi continuamente rivolti a loro. Questi carissimi giovani vivono delle fatiche di tutti i Giuseppini e di elemosine, e anche in ciò è questa un'opera veramente giuseppina. Essa vive sotto le grandi ali della Provvidenza e sotto gli occhi vigili della Vergine Immacolata, che pende o si stacca da ogni parete, alla stessa guisa che compare tra i fiori del giardino. E' una dolce gioia sentirsi alla mercè di Dio, mentre incombe l'obbligo più immediato e quotidiano di ringraziarlo del continuo soccorso. Egli si è servito dei consueti suoi strumenti, gli uomini: l'Istituto Scuola Apostolica Maria Immacolata perciò verso i suoi molti benefattori ha grandi doveri di riconoscenza, di preghiera e di realizzazione sincera e completa dei suoi alti fini, ma anche molti diritti alla loro continua carità, come opera eminentemente disinteressata e di grande valore sociale. Chi è ricco deve dare il superfluo saggiamente, non elargire a caso. Noi domandiamo per il presente e per il futuro sempre incerto. A ciò si raccomandano specialmente le borse di studio, come opera che assicura il posto perpetuo a un aspirante. Sono ventimila lire che si possono pagare in una sola volta o a rate; chi non potesse tanto, può partecipare anche con minime offerte al compimento delle borse iniziate su Vita Giuseppina".

"Dateci aiuto perché tanta energia di ideale sia valorizzata in tutti i giovani che ne van fieri, che aspirano alla vita giuseppina. Quelli che hanno potuto, in questa remota Montecchio, trovare un posticino, mentre l'azzurro del cielo nelle penombre della sera leggermente screziato s'inarca sopra i verdi colli, con gli occhi innalzati, rivolgono il cuore alle più fiere e barbare contrade, che un giorno conquisteranno animosi a Cristo".

La cronaca del 1934 riferisce di due importanti iniziative, relative ad associazioni "esterne" ma di appoggio all'Istituto e della quali si parla nel capitolo ottavo del presente volume. Altrettanto dicasi per il 1935 (vedi capitolo settimo sempre del volume), mentre nel 1936, e precisamente il 14 febbraio, viene ricordato il 25º anno della elezione di mons. Ferdinando Rodolfi a vescovo di Vicenza, con una lettera del direttore Padre Dario Priante al presule. "La Scuola Apostolica Maria Immacolata dei Padri Giuseppini - dice la lettera - unisce la sua piccola fiamma e la sua tenue voce. Essa vuole, oggi, vivere la giornata di comunione, di preghiera e di opere secondo le intenzioni più care e più intime di Vostra Eccellenza implorando da S. Giuseppe e dal Servo di Dio Leonardo Murialdo il conforto di ancor lungo e fecondo apostolato. Il Vescovo, nella benedizione larga a tutto l'ovile, riguardi e benedica questa piccola porzione, perché possa lavorare efficacemente alla formazione di nuovi eletti e dare alla Congregazione Giuseppina, alle Missioni e alla Diocesi gagliarde schiere di apostoli, a gloriosa continuazione delle grandi anime sacerdotali, date alla Chiesa nei trentacinque anni di vita" (43).

Gli aspiranti giuseppini della Scuola Apostolica di Montecchio Maggiore, nel 1937, sono 134, compresi i postulanti, che il 19 marzo festa di S. Giuseppe, iniziano i sei mesi di preparazione al noviziato.

"La Scuola Apostolica Maria Immacolata di Montecchio Maggiore che prepara giovani forze per l'apostolato nel campo giuseppino, con un lavoro silenzioso fa maturare frutti abbondanti. Quest'anno ben dieci vocazioni, sviluppate in questa casa benedetta, hanno raggiunto la meta del sacerdozio. E sono tornati questi antichi allievi, sia sacerdoti giuseppini che diocesani, a ricordare i loro anni, a riattivare la fiamma apostolica tra i giovani studenti, perché camminino con passo gagliardo verso l'altare" (44).

"Ma l'altra sera 23 ottobre 1938, con anticipazione sul previsto, la Scuola Apostolica ha gustato la gradita visita di saluto e di commiato di quattro chierici giuseppini in partenza per le Missioni dell'Equadore e del Brasile, accompagnati da Padre Vittorio Ambrosini, direttore dello Scolasticato di Ponte di Piave. Si tenne un'intima accademia di addio, alla quale prese parte la popolazione accorsa in buon numero, anche se troppo tardi avvertita".

"Presentati dal direttore Padre Dario Priante, furono accolti da applausi. Un aspirante giuseppino disse per tutti la santa invidia che desta la loro alta, privilegiata elezione. Intercalati da riusciti scherzi a sfondo missionario, fu fatta gustare una brillante serie di proiezioni che dalla Casa di Montecchio portò, attraverso gli oceani, al canale di Panama, alle città, alle foreste dell'Equadore, fino al centro di missione: il Napo. La visione di costumi, vita, opere, sacrificio, pericoli, gioie missionarie suscitò un santo entusiasmo. La mamma del chierico Vincenzo Peron, partente per il Napo, interrogata: 'E voi lasciate andare il vostro figliolo in mezzo a tanti pericoli?', rispose: 'Si, volentieri! E se non avessi i più piccoli suoi fratelli, vi andrei anch'io, perché là ci sono tante anime che amano Gesù'. Il chierico Pietro Spertini disse il suo commosso grazie ai fratelli minori per il graditissimo saluto e lanciò l'invito: "Arrivederci! Ma sempre e solo in terra di missione" (45).

La Scuola Apostolica dell'Istituto Maria Immacolata è guidata al suo interno da un regolamento per gli aspiranti giuseppini. Tratto da un opuscolo a stampa del 1939 (46) è qui riportato integralmente: da solo "fotografa" la istituzione del tempo.

CAPO I Importanza della Scuola Apostolica

L'Aspirante Giuseppino è un giovane che ha chiesto di entrare nella Pia Società di S. Giuseppe e cerca di meritare questo favore nella Scuola Apostolica, sforzandosi di acquistare le qualità e le virtù. necessarie.

E' per lui di grande importanza trascorrere bene l'Aspirandato, perché seguirà, fatto adulto, la strada e il metodo che avrà tenuto da giovane.

 

CAPO II

Il Regolamento

1- Il Regolamento degli Aspiranti è approvato dalla suprema Autorità della Congregazione.

2. - L'osservanza del regolamento è la prova più sicura della loro vocazione e caparra della loro perseveranza.

3. - Perciò essa sarà pronta, cioè senza indolenza; rispettosa guardando in ogni prescrizione rappresentata la volontà di Dio; totale e costante estesa a tutte le cose, grandi e piccole.

 

CAPO III

Qualità e Virtù dell'Aspirante

L'Aspirante dev'essere dotato di qualità e virtù che lo rendano atto alla vita religiosa e ai ministeri della Pia Società di S. Giuseppe.

VIRTU' NATURALI:

a) la rettitudine e la sincerità, che gli ispirino orrore alla menzogna e alla finzione, sia nella condotta che nel parlare;

b) la probità, che lo renderà giusto verso il prossimo rispettando la riputazione e i beni;

c) l'amore al lavoro, che si manifesta con una soda e costante applicazione allo studio;

d) l'amore all'ordine, che gli darà il gusto della regolarità e dell'esattezza, facendogli evitare ogni negligenza nei d) l'amore suoi doveri, nella sua persona, nei suoi oggetti.

VIRTU' SOPRANNATURALI:

a) la pietà, che gli ispirerà: 1) un amore filiale verso Dio; 2) il gusto della preghiera; 3) una grande devozione verso la Vergine Immacolata, S. Giuseppe, l'Angelo Custode e i Santi Protettori: San Luigi,San Giovanni Berchmans, San Stanislao Kotska, San Gabriele dell'Addolorata; 4) un attaccamento sincero alla sua vocazione; 5) una santa gioia del servizio di Dio;

b) b) la carità, che gli farà amare i propri compagni, come fratelli, sopportandone i difetti e pregando per essi;

c) l'obbedienza, per cui si saprà sottomettere di buona voglia, per piacere a Dio, a tutti coloro che hanno autorità su di lui;

d) d) la purezza, che deve brillare in lui sopra ogni altra virtù.

Uno dei migliori mezzi per acquistare queste virtù è la costante osservanza del regolamento.

 

CAPO IV

La Vocazione

L'Aspirante Giuseppino è un eletto del Signore.

L'Aspirante apprezzerà grandemente lo straordinario dono della vocazione e si studierà di conservarla, difenderla, renderla sempre più sicura e di corrispondervi sempre meglio.

Nei dubbi, nelle incertezze, nelle tentazioni contro la vocazione ricorrerà prontamente al consiglio e all'aiuto del P. Spirituale o del P. Rettore, e si lascierà guidare da loro con semplicità e docilità.

Eviterà con ogni premura tutto ciò che può fargli perdere la vocazione o solo diminuire lo slancio ed il fervore.

Si guarderà perciò:

1) dall'assecondare e coltivare l'affetto esagerato ai parenti;

2) dal lasciarsi vincere dal timore di non riuscire e dalle difficoltà che presenta la vita della Scuola Apostolica;

3) dalle amicizie particolari.

Chi sentisse di non essere chiamato dal Signore ne parli al P. Direttore e si rimetta al suo giudizio. Chi senza vocazione restasse nella Scuola Apostolica, tradirebbe la religione e la propria coscienza, si esporrebbe a pericoli e responsabilità molto gravi.

Saranno dimessi quegli Aspiranti che:

1) manifestassero inclinazioni contrarie alla vita religiosa;

2) dessero segni di dubbia vocazione;

3) non si applicassero con diligenza e profitto allo studio;

4) si mostrassero negligenti e disamorati della pietà, e trascurati nell'osservanza del regolamento;

5) non godessero buona salute.

 

CAPO V

Spirito di famiglia

Nella Scuola Apostolica deve regnare un grande spirito di famiglia, affinché si possa dire "Quam bonum et iucundum habitare fratres in unum" (Ps. 132).

Lo spirito di famiglia nasce dalla pratica delle seguenti virtù:

1) Rispetto filiale, sottomissione, affetto e confidenza verso i superiori.

2) Unione e carità fra gli aspiranti, considerando tutti fratelli, senza preferenze o eccezioni.

3) Senza speciale permesso, non si facciano l'un l'altro dei regali, nè scambio di oggetti.

4) Abbiano a cuore l'onore della Scuola Apostolica, come fanno i buoni figliuoli per la propria famiglia.

5) Abbiano cura degli interessi della Scuola Apostolica come degli interessi personali.6) Evitino di chiedere delle dispense dagli esercizi di vita comune.

7) Abbiano speciali attenzioni per i nuovi venuti, affinché questi sentano d'essere entrati in una buona famiglia fin dai primi giorni.

8) Preghino per i propri superiori e per i propri compagni.

 

CAPO VI

La Pietà

Dicesi pietà verso Dio quella disposizione dell'animo che spinge a compiere premurosamente e generosamente tutti i doveri che la creatura ha verso Dio, suo Creatore e suo Padre celeste.

L'aspirante coltiverà e alimenterà nel proprio cuore la fiamma della pietà eseguendo fedelmente, attentamente e fervorosamente tutte le pratiche di pietà che si fanno nella Scuola Apostolica:

PRATICHE QUOTIDIANE.

Al mattino:

a) S. Messa, con la recita delle orazioni quotidiane. (Durante la S. Messa si recita, secondo le intenzioni del P. Direttore, un Pater, Ave e Gloria, la preghiera "Vi ricordi...." con tre Gloria e la giaculatoria "S. Joseph, ora pro nobis". Dopo la consacrazione, le invocazioni: "Mandate, o Signore, santi sacerdoti alla vostra Chiesa" e: "Divina Provvidenza, pensate a noi che ricorriamo a Voi").

b) b) S. Comunione, secondo il consiglio del Padre Spirituale.

c) Breve meditazione.

c) Lettura spirituale.

Pomeriggio:

a) Visita al SS. Sacramento, alla SS. Vergine e a S. Giuseppe.

b) Recita del S.Rosario, seguita dalla preghiera: "Vi ricordi." con tre Gloria e il S. Joseph.

c) Orazioni della sera, seguite da un religioso pensiero di "Buona notte".

PRATICHE SETTIMANALI.

a) Confessione.

b) Conferenza alle singole classi.

c) Nel pomeriggio delle domeniche e feste di precetto, istruzione catechistica, Vespero e Benedizione Eucaristica.

d) Al martedì giornata per le Missioni.

e) Al mercoledì: canto delle litanie di S. Giuseppe e Benedizione Eucaristica.

f) Al giovedì: giornata per le Vocazioni e per le Madri Apostoliche.

g) Al sabato: Benedizione Eucaristica e preghiera per i Benefattori.

PRATICHE MENSILI

a) Il 1º mercoledì del mese.

b) Ritiro mensile con 2 meditazioni, le ore dell'Ufficio della B.V. e l'esame di coscienza. Il ritiro finisce dopo il pranzo.

c) Ora Santa, la sera del primo Venerdì del mese.

d) Il giorno 12 di ogni mese, giornata per le "Mamme Apostoliche".

PRATIGHE ANNUALI :

a) Ss. Spirituali Esercizi di tre giorni, in preparazione alla festa dell'Immacolata (8 dic.).

b) Le novene dell'Immacolata, S. Natale, di Pentecoste, SS. Angeli C.

c) I mesi di S. Giuseppe e di Maria SS. con predica e benedizione eucaristica.

d) Le feste dei Patroni delle camerate, con discorsetto e benedizione eucaristica.

e) Le feste solenni della Chiesa saranno celebrate con Messa cantata.

f) Sarà ricordata con devozione speciale S. Cecilia, patrona del canto sacro.

DIREZIONE SPIRITUALE

1. - Ogni 15 giorni, almeno, l'aspirante si presenterà al P. Spirituale per il rendiconto (dalle ore 17 alle ore 19).

2. - Almeno una volta al mese passerà a colloquio col P. Direttore (dalle ore 17 alle ore 19).

3. - Desiderando intrattenersi col P. Spirituale o col P. Direttore, l'aspirante può presentarsi ad essi anche fuori dal detto orario.

IN CAPPELLA

1. - L'Aspirante avrà il massimo rispetto per la Cappella, come si conviene alla casa di Dio.

2. - Entrando e uscendo farà devotamente il segno di Croce con l'acqua benedetta. Il più vicino all'acquasantiera, porgerà l'acqua benedetta al compagno.

3. - Presso il proprio banco farà la genuflessione al SS. Sacramento tenendo diritta la persona, lo sguardo al Tabernacolo e le mani giunte innanzi al petto.

4. - In Cappella star. raccolto interiormente ed esteriormente, e non uscirà senza il permesso dell'Assistente.

5. - E' bene approfittare di tutte le occasioni per fare qualche breve visita privata a Gesù Sacramentato, che si è degnato stabilire la sua dimora nella nostra Casa. 6. - Le preghiere vocali siano recitate adagio, con le pause e assieme.

7. - Dovendo prestare servizio all'altare, lo si faccia col rispetto e la dignità conveniente alle cerimonie del culto divino.

8. - In sacrestia si osservi il silenzio e si eviti ogni leggerezza.

CONFESSIONE

1. - L'aspirante faccia il massimo conto della confessione, come uno dei mezzi più efficaci per il suo profitto spirituale.

2. - Nel Confessore riconosca Gesù, e manifesti a lui le sue mancanze con semplicità, sincerità e confidenza.

3. - Si confesserà ordinariamente ogni otto giorni.

4. - Alla confessione premetterà un serio e diligente esame e le farà seguire un fervoroso ringraziamento.

5. - Presentandosi al Confessore, dir.: "Benedicite, Pater, reverende", si farà il segno della Croce e risponderà al "Sia lodato Gesù Cristo". Quindi dirà: "Padre, sono (otto, dieci...) giorni che non mi confesso; e nell'ultima confessione (non) ho dimenticato (niente); in questi giorni ho commesso queste mancanze.... e fa l'accusa. Finita l'accusa aggiungerà: "Mi confesso anche delle mancanze che non mi ricordo, di quelle della vita passata e domando la penitenza e l'assoluzione".

 

CAPO VII

Spirito di sacrificio

1.- Lo spirito di sacrificio S la base di tutta la vita cristiana; tanto più lo è della vita religiosa, poiché Gesù Cristo ha detto: "Si quis vult post me venire, abneget semetipsum, tollat crucem suam et sequatur me".

2. - Lo spirito di sacrificio favorisce lo spirito di pietà e dona gran pace al cuore.

3. - Per l'acquisto dello spirito di sacrificio S utilissimo il considerare le proprie colpe passate e il meditare la Passione di N. S. Gesù Cristo.

4. - I sacrifici preferiti siano: la mortificazione degli occhi, della lingua, della gola e quelli richiesti dall'obbedienza, dal lavoro e dalla carità.

 

CAPO VIII

Disciplina

1. - Le norme di disciplina sono un binario, il quale ti impedisce di uscire dalla retta via.

2. - Vuoi, senza fatica, riuscire bene nella tua formazione morale e culturale? Sii un sereno, ilare osservante di queste norme, ed esse conserveranno te sempre contento, ti saranno leggere, e ti condurranno alla perfezione senza sforzo.

3. - L'uso costante della lingua italiana nelle tue conversazioni è un valido aiuto all'ordine e alla tua formazione, poiché devi ricordare che fin da giovane devi sforzarti di riuscire un ottimo educatore Giuseppino.

4. - Il silenzio richiesto nei diversi tempi e luoghi è un necessario sacrificio. Avendo bisogno di romperlo per qualche buon motivo, chiedine il permesso; poi parla sottovoce, in modo da non dare disturbo.

5.- Vedi in esse una dolce e soave manifestazione della volontà di Dio.

1º - NELLO STUDIO

Dopo la Pietà, lo studio è il pi- grande dovere per gli Aspiranti Giuseppini che devono prepararsi alla vita sacerdotale. Perciò vi si applicheranno con ogni diligenza e amore.

1. - Nella sala di studio devi recarti per compiere i tuoi doveri scolastici. Per questo ti S necessario: laboriosità e silenzio. Gli assistenti ti aiuteranno in questo dovere.

2. - I segnali, le preghiere, i permessi, i richiami pubblici vengono dati dall'assistente che sta sulla cattedra principale.

3. - Entrato a capo scoperto, va al posto e attendi a braccia conserte il segnale di alzarti in piedi; fa il segno di Croce, e recita l'Ave Maria, col S. Ioseph. Al segnale di sedere, ti rimetti a braccia conserte, attendendo l'avviso: "Studiate".

4. - Durante lo studio ti occuperai di materie scolastiche secondo l'orario.

5. - Durante l studio evita di muoverti dal posto per qualunque motivo: sia per chiedere permessi di andare dai compagni o al gabinetto; sia per portare carta nel cestino o lettere nella cassetta.

6. - Arrivando in ritardo nello studio, presentati all'Assistente per dirne il motivo.

7. - Se sarai chiamato fuori dello studio da un superiore, avvertine l'Assistente.

8. - Finito lo studio, dopo le preghiere, si esce per ordine di fila (cominciando dalla più vicina alle finestre). Ogni fila si muova, al cenno dell'Assistente. (Fuori dello studio si divideranno due file distinte, a due passi l'una dall'altra, tenendo l'ordine di banco).

9. - La ricreazione si inizia col "Sia lodato Gesù Cristo".

10. - Entrando un visitatore, si scatta in piedi e si fa il saluto romano.

11. - I libri siano tenuti con cura; non sgualcirli, non macchiarli, non scrivervi sopra.

12. - Durante una visita, un avviso o un discorso, si sospenda ogni attività di lavoro scolastico e a braccia conserte si ascolti.

13. - I cassetti siano ordinati, tenendo separati i libri dai quaderni.

14. - Raccogli, uscendo, la carta che fosse caduta a terra.

15. - Non incollare orari o carta sui banchi o sulle pareti.

16. - I libri non scolastici e quelli scolastici non in uso presso la nostra Scuola, devono avere il visto del Sig. Direttore. Trasgredire questo dovere è ritenuto mancanza grave.

17.- Dovendo uscire, per recarsi dal P. Spirituale o dal P. Direttore, si cammini leggermente, adagio, senza sbattere la porta, in modo che i compagni non ne siano disturbati.

2º- NELLA SCUOLA

1.- Per l'entrata nella scuola e per le preghiere si procede come nello studio. 2. - L'attenzione è necessaria per ricavare profitto.3. - Il silenzio deve essere conservato sempre; se ti è necessario parlare al compagno o al professore, chiedine sempre il permesso, alzando la mano.

4. - Se vieni interrogato, alzati in piedi con rispetto e rispondi con serietà.

5. - Non devi muoverti dal posto, chinarti sotto il banco, tenere le mani sotto il banco, stare scomposto, mangiare, tenere gingilli tra le mani, far compiti durante le spiegazioni o lezioni di altra materia, chiedere d'uscire di classe.

6. - Entrando un superiore dell'Istituto, o una persona di riguardo, scatta in piedi nel saluto romano dicendo: "Sia lodato Gesù Cristo" se è un sacerdote; "Riverisco" se è un laico. Ti rimetti a sedere al cenno dell'insegnante, dicendo: "grazie".

7. - Se per qualche giusto motivo dovessi essere impreparato, presenta la giustificazione all'insegnante prima della lezione.

8. - Non parlare, fuori di classe, degli insuccessi scolastici tuoi o dei compagni.

9. - Al cambio di lezione saluta col "Sia lodato Gesù Cristo" tanto il professore che esce come quello che entra.

10. - La discesa delle scale si fa in silenzio fino in cortile, dove attendi il segnale: "Sia lodato Gesù Cristo" per incominciare la ricreazione.

11. - Salendo e scendendo le scale, cammina leggermente, senza appoggiarti alla ringhiera.

12. - Alcuni minuti prima della scuola, un alunno appositamente incaricato, sale in classe e la pone in ordine secondo le indicazioni che riceve dall'insegnante.

3º - COI SUPERIORI

1. - Considera i tuoi Superiori come tanti buoni Padri e avrai per essi amore, rispetto e confidenza.

2.- Al Padre Direttore è commessa tutta la responsabilità dell'ordine della Casa; perciò a lui devi andare con piena confidenza.

3.- Devi riguardare tutti gli altri Superiori come i rappresentanti del Rev.mo P. Direttore, e considerare ogni loro disposizione come venuta direttamente da lui. (Se giudichi i tuoi Superiori dall'età, dalla materia d'insegnamento, dalla statura o da altre doti, sarai obbediente e buono solo "ad oculos servientes"... e ciò non ti rende migliore).

4. - Incontrando un tuo Superiore, e tu sei solo, sempre lo saluterai con il braccio alzato e con il "Sia lodato Gesù Cristo". Se il Superiore ti passa innanzi più volte, basta salutarlo una sola volta.

5. - Quando incontri un Superiore accompagnato da persona estranea, salutala sempre con il saluto romano e col "Sia lodato Gesù Cristo" se è sacerdote; con il "riverisco" se è laico.

6. - Andando a visitare un Superiore nella stanza, classe, ecc., bussa sempre prima di entrare, attendi l'"avanti" ed entra salutando. (Se non ti risponde, non socchiudere la porta come i curiosi, ma ritorna al tuo posto).

4º - COI COMPAGNI

1. - La Scuola Apostolica è una famiglia e tutti gli allievi devono essere come fratelli tra loro.

2. - Perciò tratterai tutti con rispetto, senza usar soprannomi, titoli o parole poco caritatevoli; farai agli altri come desideri sia fatto a te; non farai dispetti o burle poco gradite.

3. - Trattando tutti come fratelli, devi evitare le preferenze per qualcuno; e se taluno ti fosse antipatico, sii con lui più fratello.

4. - Per questa eguaglianza come fratelli, non devi fare regalucci a chicchessia, né devi riceverli. Se ha qualche cosa da dividere con i compagni (frutta, dolci, ecc.) chiedi il permesso di farne parte con tutti quelli della classe o della squadra, secondo le indicazioni che riceverai.

5.- Sii buono e chiedi di far parte dei tuoi dolci specialmente con coloro che più raramente ne hanno, ma sempre per mezzo del Padre Assistente.

5º - COI PARENTI

1. - Le visite dei parenti sono permesse solo nella I. domenica di ogni mese e nella III. di ottobre, dalle ore 8 alle 17.

2. - Nel mese di Novembre la visita è fissata per il primo giorno del mese, festa di tutti i Santi; nel mese di Dicembre è fissata nel giorno 8, festa dell'Immacolata.

3. - L'uscita dalla Scuola Apostolica S concessa nei giorni di visita, solo col permesso della Direzione e se accompagnati da parenti e non da estranei.

4. - Non potrai andare in parlatorio se non dopo chiesto e ottenuto il permesso.

5. - Nel giorno di visita dovrai essere in perfetta tenuta di divisa.

6. - In altre circostanze straordinarie devi presentarti sempre in buon ordine coi vestiti e con la pulizia personale.

7. - Dolci, cibarie, ecc. che ti porteranno i parenti, devono essere in quantità molto discreta, e prima di portarli nella dispensa, devi presentarli in Direzione per averne il permesso.

8. - Il denaro che ricevi devi consegnarlo al Padre incaricato che te lo custodirà.

6º - IN RICREAZIONE

1. - Pensa che la vita di studio è una forte costrizione del tuo fisico. Perciò la ricreazione è una necessità. Ma perché sia proficua deve essere movimentata. Ecco dunque il tuo primo dovere: giocare.

2. - Gioca volentieri a correre; sii generoso se ti invitano al gioco.Giocando non essere di quelli che vogliono aver sempre ragione; sii remissivo e sappi cedere, pur impegnandoti per la vittoria.

3. - Se perdi, non essere permaloso.

4. - Non ostacolare il gioco con capricci, titoli, alterchi, scherzi, imbrogli.

5. - Sii sempre leale e ti divertirai di più.

6. - Non essere grossolano. Mettersi le mani addosso, spingersi, giocare con i berretti e in altri modi simili, fischiettare, non ti formano a quella gentilezza che deve essere la tua dote.

7. - Tratta con cura gli oggetti di gioco: palle, cerchi, bocce ecc., ed evita danni ai muri, alle porte, ai vetri ....

8. - Vedi, nella foga del gioco, di non urtare i compagni o i Superiori; se per isbaglio disturbi qualcuno, fa le debite scuse.

9. - Non giocare con i sassi, perché sai da dove partono, ma non sai dove arrivano.

10. - Non sederti per terra, non posarvi le ginocchia giocando alle birille.

11.- Il luogo di ricreazione S il cortile o la palestra, da cui non potrai assentarti o uscire senza permesso, anche se per brevi istanti.

7º - A PASSEGGIO

1. - Prima del passeggio lungo (giovedì e domenica), e al ritorno, si fa una breve visita nella Chiesa dell'Immacolata.

2. - L'assistente, prima dell'Uscita a passeggio, farà la rivista.

3. - La squadra esce in ordine, saluta romanamente i Superiori e manterrà il silenzio fino fuori dell'abitato: (in Valle, fino alla piazzetta; in via Murialdo, fino oltre il cancello. Così al ritorno).

4. - Attraversando l'abitato, si procede sempre in fila, discorrendo sottovoce o in silenzio, a giudizio dell'assistente.

5. - Il passeggio, salvo circostanze speciali, si fa senza fermarsi, eccetto brevi momenti per bere o prendere respiro.

6. - Sta unito all'assistente, mai indietro né troppo avanti. Obbedisci prontamente ad ogni ordine o segnale.

7. - Avendo bisogno di allontanarti, chiedi sempre il permesso.

8.- Sta sempre a un solo lato della strada; non giocare a rincorrersi; non scendere dai margini.

9.- Non armarti di bastoni, non passare sul coltivato; non sdrucciolare; non giocare con la neve.

10. - La meta del passeggio è sempre fissata dall'assistente, e adattati volentieri, senza inutili lagnanze.

11. - Non voler trascinare la volontà dell'assistente alla tua.

12. - Vestito in divisa non ti è permesso andare sbottonato o comunque in disordine.

13. - Incontrando qualche Sacerdote o persona ragguardevole saluta romanamente.

14. - Rientrando, se in divisa, si sale in camerata per mutare i panni. Spazzola la divisa e ritirala nell'armadio.

15.- Per scendere dalla camerata, attendi il cenno dell'assistente che accompagna tutti uniti.

8º - IN REFETTORIO

1.- Prima e dopo il pasto si recitano le preghiere: Segno di Croce - Signore date..-Vi ringraziamo - S. Joseph - Segno di Croce.

A mezzogiorno si recita l'Angelus Domini o il Regina Coeli.

2. - Durante le refezioni si fa lettura di qualche libro utile. Si dà la dispensa dal silenzio nelle feste, al pranzo del giovedì e in altre circostanze a giudizio dell'Assistente.

3. - A tavola si deve tenere un contegno educato; usare la salvietta; le posate non servono per far rumore.

4. - Procura che nulla si sprechi di cibo e non si guastino le stoviglie. (Prendi del cibo quello che ti piace, ma non sciupare quello che ti sopravanza).

5. - Se qualche cibo cade sulla tavola o per terra, raccoglilo e mettilo in disparte.

6. - E' cattiva educazione il tirarsi i noccioli della frutta, l'acqua e comunque farsi dispetti, toccando o guastando i cibi sul piatto altrui.

7. - Sta attendo alla lettura e non disturbare con chiacchere e rumori

8. - Se sei di servizio, non battere i tacchi, non far cantare i piatti ecc.

9. - Dato il permesso di conversare, fallo sempre con voce moderata.

10. - Se, per salute, hai bisogno di qualche cibo speciale, chiedi al P. Assistente il permesso di averlo, e non ordinarlo direttamente al serviente.

11. - Se a qualcuno vien servito un cibo diverso, non alzarti a curiosare.

12. - Nel mangiare osserva quelle norme di galateo che si richiedono in società: ritto nella persona; non far bocconi troppo grossi; non far rumore con la bocca; tieni bene le posate in mano; non parlare con la bocca piena.

9º - IN DORMITORIO

1. - Dopo la Chiesa, il dormitorio è il luogo che merita maggior rispetto.

2. - Entrando, prendi l'acqua santa e disponiti in riga col berretto in mano, per ricevere il saluto cristiano dall'Assistente.

3. - Provvedi ad andare al gabinetto quando sei in cortile; in camerata si va solo in caso eccezionale e chiedendo il permesso.

4. - Appena al tuo posto recita le tre "Ave Maria"; poi stendi lo scendiletto per terra, ripiega e rimbocca le coperte.

5. - Nello spogliarti raccogli i vestiti sul comodino; usa la più grande modestia stando rivolto verso il muro

6. - L'ultimo atto della giornata sia un bel segno di Croce, un pensiero a Dio e al tuo Angelo Custode.

7. - Dovendo alzarti di notte, usa la dovuta modestia ed evita ogni rumore.

8. - Al mattino sii sollecito a lavarti; vestiti con modestia, rifà il letto dando aria alle coltri e voltando il materasso.

9. - Fa buon uso del sapone; lavati bene mani, collo, orecchie, faccia, e con prestezza.

10. - Lucida le scarpe, spazzola il vestito e pettinati; quindi ordina il posto (con coperta ben tesa, piumino ai piedi del letto, asciugamano disteso sul piumino, scendiletto posto sul comodino, così da coprirlo fino a terra, scarpe nel comodino, lettiera allineata).

11. - Al segnale vieni subito in fila, e, uscendo, prendi l'acqua santa.

12. - Sentendoti indisposto di notte, chiama o fa chiamare il sig. Assistente.

13. - Abbi cura che le scarpe siano riparate a tempo, prima che il guasto sia irreparabile o quasi.

14. - Dopo il passeggio spazzola la divisa e riponila ben piegata.

10º - IN TEATRO

1. - La sala del teatro serve per le ore utili e dilettevoli di svago. Anche qui devi essere educato e gentile specialmente se intervengono estranei.

2. - Durante le rappresentazioni fa silenzio appena dato il segnale dell'inizio; segui con attenzione, applaudi brevemente a tempo opportuno, e se gli attori sbagliano o interviene qualche inconveniente nello svolgimento dello spettacolo, sappi compatire senza disapprovare.

3. - Durante le conferenze con proiezioni o recitazioni ascolta e segui volentieri; è sempre una buona istruzione. Comunque ricorda che dobbiamo sempre apprezzare la fatica sopportata da chi ci vuole utilmente divertire, vincendo la noia che talvolta ci può recare un trattenimento che poco ci interessa.

4. - La sala serve pure di "spogliatoio". Ognuno ha il suo posto per il mantello e il berretto, che si depone o si riprende uscendo e rientrando dal cortile.

5. - Durante la ricreazione non vi entrerai senza permesso.

6. - Posa il mantello sulla parte bassa dell'attaccapanni e il berretto sul braccio alto.

7. - Se trovi qualche capo di vestiario per terra, anche se non è tuo, mettilo a posto.

8. - Nel periodo freddo la sala serve anche per ricreazione; è certo che non puoi correre all'impazzata; servirà perciò per giochi da tavolo o per passeggio.

9. - Durante la ricreazione si sospende il suono del pianoforte od armonium.

10. - Non si sale a giocare sul palco.

11º - NELL'ANDARE PER CASA

1.- L'orario porta ad andare per casa più volte al giorno.

Lasciati guidare dal P. Assistente; sta al tuo posto in fila; evita di far rumore camminando, sia nelle sale come nel corridoio e per le scale.

2.- Se devi andare per casa da solo:

a) Non correre su e giù per le scale, per il corridoio, per le camerate.

b) Evita di far rumore; cammina leggero, quasi in punta di piedi, piuttosto svelto, in silenzio o parlando a bassa voce.

c) Aprendo o chiudendo le porte, evita lo sbattacchiamento.

12º - A SCUOLA DI CANTO

1. - Quando sei chiamato a cantare, va volentieri sempre.

2. - Uscendo e rientrando nello studio, fa presto e non disturbare.

3. - A scuola di canto sii sollecito a metterti al tuo posto. Si incomincia la lezione col segno della Croce, l'Ave Maria e il Santa Cecilia, ora pro nobis.

4. - Durante la lezione non dar noia all'insegnante e ai compagni.

5. - Conoscendo questo tuo dovere di canto, provvedi per tempo ai doveri di scuola, perché questo non sia causa a un po' di negligenza.

6. - Tratta con ogni cura le parti per il canto e consegnale agli incaricati.

13º - IN INFERMERIA

1. - Se ti senti comunque indisposto, avverti il P. Assistente.2. - Per le tue indisposizioni resterai a letto nella camerata o nella infermeria a giudizio dei Superiori e del medico.

3.- Quando sei ammalato, sei sotto la diretta dipendenza dell'infermiere, sia riguardo alle cure che al cibo.

4. - Se resti in camerata, non devi uscire di posto per andare a salutare o discorrere con altri ammalati.

5.- In camerata e in infermeria si deve fare silenzio.

6. - Ad evirare malanni, non fare il caloroso e il bravo. Tienti ben coperto sempre; evita di bere se sudato; evita le correnti d'aria.

7. - Ricorda che molti disturbi provengono dalla intemperanza riguardo al cibo e ai dolci.

8.- Orario per le medicazioni: alle ore 10,30 di ogni giorno.

14º - NEI LAVORI MANUALI

1.-- Può avvenire che si chieda il tuo aiuto in lavori manuali sia in casa che in campagna. Ritieni che essi sono sempre utili alla tua formazione.

2. - Chiamato a questi lavori, va volentieri, lavora con impegno e cura di renderti utile ed esperto.

3. - Tratta gli attrezzi in modo da non guastarli; dopo il lavoro, deponili al loro posto.

4. - Farai queste prestazioni di lavoro come un buon figliuolo di famiglia, e non solo se ne speri una immediata ricompensa.

15º - PULIZIA E MANUTENZIONE

DEI LOCALI

La pulizia e la manutenzione dei locali è affidata al personale di servizio, ma il conservarla è dovere di tutti.

Perciò:

a) Non gettare carta per terra, né nell'interno della casa, né in cortile.

b) Non guastare i muri con scalfitture, scritte, macchie, disegni.

c) Non appoggiarti ai muri, coi piedi, con le mani, con la schiena.

d) Non giocare con la palla sporca o bagnata contro i muri

e) Nei lavatoi evita di gettare acqua per terra.

f) La pulizia dei gabinetti segna il grado di educazione di una famiglia. Usa di essi grande decenza e riguardo, conservando il silenzio, procurando di lasciarli così come desideri trovarli.

g) Gli oggetti e i mobili di tuo uso siano trattati con cura. (Tavole, tovaglie, panche, sedie, banchi di chiesa e di studio, lettiere, coperte, sgabelli, rubinetti ecc. avranno una molto maggiore durata se tu non li bistratti, trascinandoli, gettandoli per terra, sforzandone l'uso, ecc.).

16º - GUARDAROBA

1. - La biancheria e il corredo personale sono conservati in guardaroba.

2. - Se devi andare in guardaroba, entra a capo scoperto, saluta con il "Sia lodato Gesù Cristo".

3. - Dopo esserti servito, ringrazia le Rev.de Suore.4. - Per andare in guardaroba, osserva l'orario: Martedì e Venerdì, alle ore 10,30. Al sabato sera, se hai qualche capo di biancheria da mutare, la consegnerai all'incaricato della camerata che penserà a procurartene il cambio.

5. - Tieni con grande cura i tuoi vestiti, ricordando che il mandarli troppo di frequente al bucato, causa un più presto logoramento.

6. - Procura che i rammendi siano fatti quando il rotto è piccolo.

17º - ABBIGLIAMENTO E PROPRIETA'

1. - Il tuo vestito sia sempre decoroso e conveniente; porta calzoni e calze lunghe.

2. - La prima pulizia dei vestiti devi farla tu, spazzolandoli in camerata, ogni mattina.

3. - Ogni giorno devi portare le scarpe pulite e lucide.4. - Non presentarti in Chiesa in maniche di camicia; porta la giubba, che durante il giorno potrai deporre nello spogliatoio.

5. - Non andare sbottonato o scollacciato; devi essere sempre in grado di presentarti alle persone senza arrossire.

6.- Cura la pulizia della testa e dei capelli, senza ricercatezze.

18º - NELLO SCRIVERE AI PARENTI

1. Almeno ogni quindici giorni manda notizie abbondanti alla tua famiglia.

2. Ricorda le feste onomastiche, il genetliaco e le altre circostanze liete o tristi di famiglia.

3. Agli altri parenti, scrivi il puro necessario, nelle solennità più grandi.

4. Agli amici e conoscenti può bastare una cartolina a Natale e Pasqua.

5. Abbi presente i tuoi Sacerdoti, i tuoi vecchi insegnanti, i tuoi benefattori.

N.B. - Nell'interno delle stampe non scrivere mai nulla, neppure la soluzione dei giochi, per non incorrere nella multa applicata dalle RR.PP.

19º - SACRESTANI

1. - Il servizio di sacrestia è disimpegnato dall'incaricato, alle dipendenze del Padre Sacrestano.

2. - Alla sera, dopo cena, prepara l'altare e i paramenti. Al mattino, dopo Messa, ripone ogni cosa al proprio posto.

3. - Ogni sabato sera si cambiano i purificatoi e tergimano; ogni quindici giorni l'amitto. Provvede a tempo le particole necessarie e prepara le pissidi.

4. - Così procura che le candele siano sufficientemente lunghe, e le cambia con il permesso del P, Sacrestano.5. - Alla sera, dopo le orazioni, chiude le imposte della Cappella.

6. - La massima mondezza, e un grande ordine sia sempre il primo ornamento dell'altare.

20º - SUONATORI1.

1. - Si usi degli strumenti con delicatezza.

2. - Si vada a suonare solo nell'ora e nel tempo fissato, si seguano le lezioni assegnate, e non si perda tempo a divertirsi inutilmente.

21º - DISPENSA

1. - Si può andare in dispensa solo nell'ora e nell'ordine fissato per il merendino.

2. - Ogni cassetta sia segnata visibilmente con nome e numero di matricola.

3. - Evita la ghiottoneria, con atto di mortificazione gentile dona a chi non ha, non render mai più grave la privazione dei compagni.

CAPO IX

Vacanze

Per conservarti buono aspirante durante le vacanze in famiglia osserva fedelmente i seguenti

DOVERI RELIGIOSI

1. - Pratiche di pietà giornaliere:

a) Ogni mattina ascolta la S. Messa e possibilmente accosti alla S. Comunione;

b) Recita la preghiera per le "Buone Vocazioni" e il Pater, Ave, Gloria secondo le intenzioni del Direttore;

c) Fa la S. Meditazione per 15 minuti;

d) A sera recita il S. Rosario e le preghiere possibilmente in chiesa, e non dimenticare una preghiera per "l'erede".

2. - Pratiche di pietà settimanali:

a) Fa ogni settimana la tua confessione;

b) Al venerdì fa il bell'esercizio della Via Crucis.

3. - Servi volentieri la S. Messa e le Ss. Funzioni e fa il Catechismo ai più giovani di te.

4. - Il tuo posto in chiesa sia possibilmente in coro.

5. - Se ti trovi con altri Aspiranti, fa le pratiche in comune con loro.

6. - Consegna al Sig. Direttore o Parroco il modulo per la "Relazione" pregandolo di rispedirla entro il 10 Agosto.

DOVERI IN FAMIGLIA

1. - Sii l'apostolo del buon esempio nella obbedienza, attività, serena allegria e pietà.

2. - Ama di restare in famiglia più che cercare altre compagnie; sii piccolo uomo.

3. - Attendi a occupazioni utili di lavoro e di studio; evita l'ozio.

4. - Evita i divertimenti di sagre, baracconi, cinematografi e teatri.

5. - Tienti in corrispondenza epistolare coi Padri della Scuola Apostolica;

6. - Il tuo vestire sia modesto, serio, edificante.

7. - Nel riordinare il tuo corredo dì a mamma che vuoi i calzoni lunghi, giacchè si addicono assai meglio alla serietà di chi si avvia al santuario.

APPENDICE

O R A R I O

FERIALE

5,45 Levata 13,45 Visita al SS.mo - Studio

6,10 S. Messa. 14,45 Ricreazione

1 Studio 15 Scuola

8 Colazione - Ricreazione 16 Ricreazione - Merenda

8,30 Scuola 17 Studio

10,30 Ricreazione 19 Ricreazione

11 Scuola 19,10 Rosario

12 Ricreazione 19,35 Cena

12,10 Pranzo - Ricrea- 20,30 Orazioni - Buona notte - Azione Riposo

FESTIVO

6,15 Levata 13,30 Studio

6,45 S. Messa 15 Ricreazione

7,45 Colazione - Ricreazione 15,30 Rosario - Studio

8,15 Passeggio 17,15 Ricreazione - Merenda

11,30 Ritorno Studio 18 Catechismo - Vespro -

12 Pranzo Benedizione

19,15 Cena - Ricreazione

20,30 Orazioni - Riposo

PEL GIOVEDI'

Fino alle ore 13,30, si segue l'orario feriale.

13,30 Visita - Passeggio - Pulizia.

16,30 Merenda - Ricreazione.

17 Studio - e segue l'orario regolare.

PEL GIORNO DI RITIRO

6,15 Levata. 11,30 Esame - Esercizio della

6,45 S. Messa buona morte - Benedizione

7,30 Colazione Eucaristica, Angelus o

7,45 Sollievo in silenzio Regina Coeli.

8 Iª Meditazione -Riflessi 12 Pranzo -

9,15 Ore. 13,30 Visita e passeggio

9,45 Sollievo in silenzio Segue l'orario del Giovedì.

10 IIª Meditazione.

11,15 Sollievo in silenzio

 

PER GLI ESERCIZI SPIRITUALI

 

6,15 Levata. 13,45 Studio.

6,45 S. Messa. 14,15 Vespro cantato.

7,30 Colazione. 14,45 Sollievo in silenzio.

7,45 Sollievo in silenzio. 15 IIIª Meditazione - Riflessi.

8 Iª Meditazione. 16,15 Merenda - Sollievo in

8,30 Riflessi silenzio.

9,15 Ore

9,45 Sollievo in silenzio 16,45 Mattutino e Lodi.

10 IIª Meditazione. Riflessi 17,15 Studio.

18 IVª Meditazione - Riflessi

11,25 Sollievo in silenzio in Chiesa -Benedizione.

11,40 Esame - Angelus 19 Cena.

12 Pranzo. 19,30 Sollievo in silenzio.

12,40 Sollievo in silenzio. 19,50 Orazioni - Bacio del

13,15 Rosario e canto Litanie - Crocifisso

Passeggio. 20,15 Riposo.

 

ORARIO AUTUNNALE

6 Levata. 13,30 Visita - Studio - Riposo

6,30 S. Messa. 14,45 Ricreazione.

7,30 Studio. 15 Scuola

8 Colazione - Ricreazione. 16 Merenda.

8,30 Scuola. 16,30 Passeggio.

10,30 Ricreazione. 18 Studio.

11 Studio. 19,30 Rosario.

11,45 Ricreazione. 19,50 Cena - Ricreazione.

12 Pranzo 20,45 Orazioni - Riposo.

Al Giovedì passeggiata per tutto il giorno.

Trovo in bianco la Cronistoria dell'Istituto per l'anno 1940. Mi permetto, quindi, riportare qui quanto da me scritto nel 1989 in Incontriamoci (47):"Il mio impatto con l'Istituto ebbe luogo nei venti giorni di frequenza alla scuola di aggiornamento suppletivo della quinta classe elementare, nell'agosto del 1940. Il 10 giugno l'Italia era entrata in guerra in un conflitto che doveva finire in poche settimane! In quei 20 giorni (mezza giornata di scuola, al mattino) incominciammo ad imparare l'analisi logica, perché nei nostri paesi di residenza era insegnata soltanto l'analisi grammaticale".

"In ottobre del 1940 inizio dell'anno scolastico in prima ginnasio: nostro maestro Padre Zeffirino Apolloni, arrivato a Montecchio Maggiore da pochi giorni. Noi in Istituto siamo stati i suoi primi scolari: Severino Caldonazzo, Antonio Carletti, Guido Cozza, Giuseppe Serafini, Tarcisio Boschetti di Montecchio Maggiore, Abramo Tonus di Piavon di Oderzo, Marino Corder di Ponte di Piave, Cleto Smania di Caldogno, Romeo Lorenzi di Valdagno, Ottavio Mascotto di Lobbia di Locara, Franco Efisio di Prova, Lino Pavan di San Bonifacio, Giovanni Fornaro di Trissino, Giorgio Bertozzo di San Benedetto di Trissino, Adriano Cencherle di Schio, Renzo Cappelletti di Vicenza, Emilio Ferro di Roncà, Cesare Nicolato di Chiampo, Antonio Gabrielletto di Altavilla, Gianfranco Dalla Fontana di Sarcedo, Nicola Sanson di Thiene, Albano Dalla Vecchia di Sovizzo, Armando Zaccaria di Vicenza, Alessandro Vignato di Gambellara, Umberto Lovato di Meledo di Sarego, Silvio Colombara di Sovizzo, Vittorino Longo di Arcole, Pietro Gasparotto di Gazzo Padovano, Bartolomeo Zappi di Ancona, Alfredo Donadi di Treviso e, naturalmente, il sottoscritto Vittoriano Nori di Castello di Arzignano. Alcuni di questi, con don Zeffirino nostro, stanno ricomponendo la classe nel regno del Padre comune. Essi sono: Corder (già vice ministro degli Interni), Gabrielletto, Bertozzo, Colombara, Longo. Una classe, come del resto tutte quelle dell'Istituto un tempo, composte da ragazzi esterni ed interni provenienti da più provincie del Veneto e uno da Ancona".

Sono poche le note relative al 1941 della Cronistoria dell'Istituto. Fino al 29 aprile è scritto: "le pagine sono segnate su Svegliarino. Tempo, negligenza, stanchezza, sono la causa di questa lacuna". Quindi: "3 ottobre: ora S. Giuseppe dovrà provvedere anche il pane quotidiano razionato agli uomini, ma che serve bastare per i suoi figliuoli; 5 ottobre, ingresso, ci sono quasi tutti: molti genitori con l'ansia di sapere se c'è pane a sufficienza. In complesso, sereni, anche i nuovi. Abbiamo in tutti 106 aspiranti" (48)

Alla cronaca del 1942 assegno le norme, che qui sotto seguono, per la ammissione alla "Scuola Apostolica Maria Immacolata - Sezione Esterni".

Si tratta di una apertura agli "esterni", compiuta dai Padri Giuseppini della comunità di Montecchio per andare incontro ad altre esigenze, non possibili di essere soddisfatte (come la partecipazione alle scuole medie), a causa dei pericoli della guerra, come i bombardamenti e i mitragliamenti aerei. Il mio ricordo mi fa appunto datare il documento all'anno 1942.

Alla Scuola Apostolica per Aspiranti Giuseppini è annessa una sezione per alunni esterni. Vi possono essere iscritti: i giovani che desiderano frequentare il corso elementare superiore e prepararsi agli esami di ammissione alle scuole medie; i giovani che, forniti di certificato di ammissione alle scuole medie, desiderano frequentare il ginnasio inferiore.Documenti richiesti: certificato di nascita, certificato di rivaccinazione, subito dopo l'ottavo anno di età, attestato di buona condotta rilasciato dal parroco, certificato degli studi compiuti.

N.B. La Direzione declina ogni responsabilità di esame presso le scuole medie pubbliche per quegli alunni che eventualmente venissero iscritti senza certificato di ammissione.

Tasse e spese: Le tasse e le spese sono fissate in lire 15 mensili per gli alunni delle classi elementari, lire 30 mensili per gli alunni del corso ginnasiale. Il versamento della tassa è anticipato e deve essere fatto entro i primi cinque giorni del mese. Il tesseramento alla GIL viene fatto dalla direzione della scuola, previo versamento della quota di lire 5, da farsi all'atto della iscrizione. I libri di testo, gli oggetti di cancelleria, gli addebiti per eventuali danni vengono conteggiati a fine trimestre.Per i giovani che desiderano rimanere semiconvittori, la tassa di convivenza è fissata in lire 70 mensili anticipate. La tassa di iscrizione alla scuola è di lire 10 annue per gli alunni delle classi elementari, di lire 20 annue per gli alunni del corso ginnasiale.N.B. Gli alunni esterni che desiderano fare i compiti nel dopo-scuola, fermandosi nelle ore di studio del pomeriggio e della sera, versano una soprattassa di lire 10 mensili anticipate.

Disciplina

1. - I giovani esterni e semiconvittori devono osservare in tutto le norme disciplinari che regolano la vita della Scuola Apostolica.

2.- La Direzione si riserva piena libertà di dimettere quei giovani che tenessero condotta morale o disciplinare poco corretta.

3.- I giovani devono presentarsi puliti e decenti nella persona e nel vestito.

Non si ammettono alla scuola gli alunni con calzoni corti sopra il ginocchio o comunque in tenuta poco seria.

4.- Agli alunni è proibito provvedere o consegnare qualunque oggetto agli interni. Qualora fossero incaricati di consegnare qualche cosa, devono farlo sempre e solo per il tramite del loro prefetto.

5.- Ogni alunno deve essere presente alle preghiere del mattino e alle altre funzioni religiose che saranno fatte per loro e delle quali saranno opportunamente avvisati.

6.- I genitori provvedano che i figliuoli arrivino a tempo. L'arrivare troppo in anticipo, mette il giovane nella condizione di fermarsi fuori della Scuola, dove manca ogni vigilanza.

7. - I genitori vigilino sui doveri scolastici dei figliuoli e procurino chesi presentino alle lezioni diligentemente preparati.

8. - E' bene che dopo la prima domenica d'ogni mese i genitori passino in Direzione per assumere informazioni sul figliuolo.

9.- I genitori devono giustificare le assenze o i ritardi del figliuolo, indicandone il motivo sul Diario, che sarà presentato in Direzione.

Orario: per gli alunni esterni ingresso alle 8 e uscita alle 12, ingresso alle 14,15 e uscita alle 16,30. Per i semiconvittori: entrata ore 8 e uscita alle ore 19.

Vacanze: Sono giorni di vacanza le domeniche, le feste di precetto e le feste nazionali, il pomeriggio del giovedì. Inoltre è concessa vacanza nel tempo degli Esercizi Spirituali, in quello natalizio e in quello pasquale, limitatamente, secondo le esigenze della Scuola Apostolica.

La cronaca (49) riporta anche la festa sacerdotale celebrata il 9 luglio prima al santuario di Monte Berico, poi un Istituto, da sei novelli giuseppini: Padre Cornelio Wisintainer, Padre Modesto Priante, Padre Felice Todescato, Padre Mario Cugnasco, Padre Italo Dentesano e Padre Antonio Paludo.

Festa a Monte Berico e in Istituto anche l'8 luglio 1943 (50) per sette novelli sacerdoti giuseppini. Si tratta di Padre Giocondo Sartori, Padre Silvano Androgna, Padre Giuseppe Guderzo, Padre Eugenio Dalle Palle, Padre Giovanni Agnoletto, Padre Remo Franchini, Padre Giovanni Nascita, i quali, nella Scuola Apostolica Maria Immacolata avevano compiuto gli studi del ginnasio.

Le preoccupazioni per gli eventi bellici sono molto forti nel direttore Padre Dario Priante. Egli scrive il primo ottobre (51): "Si è in attesa del doloroso domani, quando i tedeschi evacueranno. Intanto nel nome del Signore si è deciso di riprendere il lavoro normale, aprendo la Scuola..".

Le difficoltà sono enormi anche all'interno dell'Istituto per i fatti di guerra. Dopo la gioiosa celebrazione sacerdotale dei novelli leviti Padre Giovanni Brusamarello, Padre Eugenio Vencato, Padre Giuseppe Carletti e Padre Attilio Stecca, celebrazione avvenuta il 13 luglio 1944 e l'inizio del nuovo anno scolastico, la cronaca registra: "I tedeschi occupano parte del Collegio Maria Immacolata di Montecchio Maggiore" (53).

Il fatto è raccontato dall'ex allievo Renato Virgilio Scapin (54) in forma romanzata:

"Un pomeriggio di novembre del 1944, durante la ricreazione, il portone del collegio di Montecchio Maggiore si spalancò improvvisamente, ed entrò una grossa pattuglia di soldati tedeschi. Erano tutti anziani, molti portavano gli occhiali e battevano il passo con cadenza stanca e disordinata. Il comandante correva lungo la squadra avanti e indietro facendo rimbalzare sul petto una piastra di metallo lucida, a mezzaluna, e lanciava ordini secchi con voce stridula. Pareva furioso. Sotto la tettoia fece segnare il passo, urlò dietrofront, fiancodestr, fianco-sinistr. Fermò gli uomini quando s'accorse che superiori e collegiali erano come imbambolati a guardarlo. Si girò facendo stridere i tacchi di ferro sul cemento e tese la mano al direttore che gli andava incontro. Sorrideva con la bocca e con gli occhi come un serpente".

"Padre Cornelio corse a fare l'interprete. 'Il comandante m'informa che ripartiranno domani e che durante la loro permanenza il collegio sarà vigilato come una caserma militare', disse Padre Cornelio rivolto al Padre direttore. Il comandante tedesco guardava le colline brulle che sovrastano il collegio e il muro che ne recinta il cortile. Non attese la risposta del Padre superiore, si congedò per andare verso alcuni camion che erano intanto arrivati. I soldati tirarono il filo spinato sul muro di cinta mentre altri scaricavano balle di paglia e casse. In breve tempo si sparsero per il cortile, sotto la tettoia, entrarono nella sala del teatro e vi si installarono come a casa propria. Il direttore era scomparso".

"La sera, durante la recita del Rosario, una decina di soldati entrarono in chiesa; ne trovammo due, che, seduti per terra in un angolo del refettorio, mangiavano carne in scatola e pane nero, sorridendo alle nostre facce spaventate. Era calata una nebbia densa, e dopo cena, quando i soldati si accovacciarono per terra in attesa dell'ordine di andare a dormire, il cortile sembrò un campo di battaglia devastato".

"I tedeschi avevano occupato due stanzoni all'ultimo piano del collegio e vi avevano fatto il loro dormitorio. I letti erano stati mandati in soffitta e sul pavimento era stata buttata la paglia. Tutto il collegio ne era pieno e se ne sentiva l'odore polveroso nell'aria. Nessuno dormiva. I passi chiodati dei soldati battevano lentamente sui gradini, si avvicinavano e si allontanavano insistenti lungo il corridoio".

"In cortile i camion partivano e arrivavano tra le grida delle sentinelle e le risposte dei conducenti. Passò una formazione di aerei e i passi nei corridoi si fermarono improvvisamente. Poi lentamente la porta della camerata si aprì e un soldato tedesco venne avanti in punta di piedi. Lo vedevo avvicinarsi a me, alto come un gigante. Stavo per gridare, ma un fiotto di saliva mi chiuse la gola. Il soldato passava lentamente lungo i letti, accarezzando le testiere bianche. Si fermò vicino a quello del mio compagno Battistutti che dormiva, lo guardò, gli mandò un bacio e uscì silenzioso e tranquillo. La mattina seguente Battistutti mi svegliò quando tutte le luci della camerata erano ancora spente. 'Vieni' mi sussurrò, e mi precedette verso l'uscita in punta di piedi".

"Il corridoio sul quale si aprivano le porte della nostra camerata e di quelle occupate dai tedeschi era sporco di paglia, di mozziconi di sigarette, di avanzi di cibo, di impronte di fango. Un tanfo di soldati misto al profumo di mandorla del sapone da barba uscita dalle porte semi aperte. 'Entra', disse Battistutti, spingendo con il piede scalzo la porta della camerata più vicina. Alcuni miei compagni strisciavano sopra la paglia, annaspando con le braccia come stessero nuotando. Gettavano per aria caricatori, forchette, borracce che trovavano, e facevano le più belle capriole che avessi mai visto. Io ebbi paura e scappai a letto.

Sapevamo che sin dalla primavera del 44 sui colli vicini c'erano i rifugi dei partigiani. Stavano nei boschi e nelle caverne sui monti che circondano Montecchio Maggiore e che costeggiano la strada fino a Recoaro. Durante le nostre passeggiate settimanali avevamo incontrati uomini d'ogni età, con i pantaloni di frustagno, le giacche grigioverdi da militari, le barbe lunghe, sospettosi come animali selvaggi. Quando i fascisti della Xª Mas avevano costruito un villaggio di baracche a un centinaio di metri dal nostro collegio, erano scesi dai loro nascondigli e avevano rubato armi e viveri, appiccato il fuoco. Erano divenuti talmente audaci e sicuri nella guerriglia notturna che i fascisti non avevano più il coraggio di uscire dai recinti di filo spinato che chiudevano le loro baracche, e sparavano tutta la notte a ogni rumore".

"I tedeschi, arrivati la sera prima nel nostro collegio, erano partiti prestissimo con mitragliatrici e mortai. Padre Cornelio, obbligato come loro interprete, era partito prima dei soldati tedeschi. Quella partenza dei soldati aveva innervosito tutti. Lo stato di tensione non era stato provocato dalla presenza delle sentinelle tedesche, che si muovevano lungo il muro di cinta o stavano di piantone davanti alle porte sbarrate che davano sulla strada, e nemmeno dai fasci di filo spinato che penzolavano dalla cresta del muro, ma dagli spari e dalle raffiche di mitra, ora isolate e ora fitte come un rumore di grandine, che venivano dalle colline".

Nelle prime ore del pomeriggio due caccia americani erano piombati sul paese e sulle baracche della Xª Mas, avevano scaricato qualche raffica e se ne erano andati prima che noi avessimo avuto il tempo di capire quel che poteva succedere. Una nebbia densa fumava in cortile, bagnando i pali di ferro della tettoia, i teloni scuri dei camion tedeschi. Noi passeggiavamo a gruppi, pregando, e giravamo fra i camion, avvolti nelle mantelline nere, aspettando il segnale della cena. Udiamo la cadenza dei passi sul selciato, una sentinella gridò degli ordini e i guidatori dei camion che dormicchiavano nelle cabine, accesero i mezzi fari in mezzo al cortile. Entrarono i soldati tedeschi stanchi e infangati, marciarono nel fascio di luce battendo gli stivaletti sulla terra gelata. Nel mezzo della colonna, tra i due tronconi delle squadre, camminava un giovane di forse vent'anni con le mani legate dietro la schiena. Doveva essere molto stanco perché procedeva a fatica; ma aveva un viso da san Giovanni Battista percosso, e noi lo vedemmo passare davanti, pieni di improvvisa paura.

Quando i soldati ruppero lo schieramento, il giovane venne fatto salire su un camion, gli altri automezzi gli si disposero intorno a raggera e quattro tedeschi montarono la guardia. Il comandante non volle parlare con i superiori e Padre Cornelio, che era tornato in collegio poco dopo i tedeschi, camminò inutilmente fino a notte alta attorno al camion dove era rinchiuso il prigioniero".

"Tutte le sere, prima di salire in camerata, recitavamo l'Atto di accettazione della morte del santo Cafasso. Ma quella sera, per la presenza di quel giovane, la preghiera si trasformò in una lunga meditazione; e forse la prima vera meditazione della nostra vita, anche se nessuno sapeva ancora la sorte del prigioniero.".

Intensa la cronaca del 1945, soprattutto per gli eventi legati alla guerra. Il 12 marzo il decreto che ordina la requisizione dell'Istituto per collocarvi gli uffici del ministero della marina della repubblica sociale italiana. Tutta la parte nuova del fabbricato deve essere sgomberata (55). Gli aspiranti di terza e quarta della Scuola Apostolica si trasferiscono il 27 marzo nell'antico convento annesso alla chiesa di Madonna dei Prati a Brendola (56).

Nell'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore il 27 - 28 aprile giungono molti tedeschi in fuga dal fronte di guerra; occupano le camere dei Padri e fanno man bassa su ciò che trovano, sia di viveri che di vestiario. Arrivano atri fuggitivi che vogliono organizzare una resistenza nelle vicinanze del Collegio contro gli alleati che si avvicinano sempre più (57).

L'1 maggio, dopo la liberazione, nell'Istituto si riordina la casa per accogliere gli aspiranti che tornano in gran numero e si riprendono le scuole (58). Nel luglio del 1945 i giuseppini iniziano a Montecchio Maggiore la nuova istituzione caritativa dell'Orfanatrofio Leonardo Murialdo, che deve raccogliere i poveri orfanelli di guerra. Non essendosi per il momento trovata una Casa adatta per una stabile sede, provvisoriamente l'Orfanatrofio Murialdo viene collocato in una parte dell'Istituto Maria Immacolata. Ne è direttore Padre Mariano Bonato (59).

Il 20 e il 21 agosto 1945 il Padre generale Luigi Casaril è solennemente accolto dagli aspiranti giuseppini della Scuola Apostolica Maria Immacolata, i quali lo festeggiano alla stazione delle tramvie a S. Vitale e lo accompagnano processionalmente fino in Collegio. Nella Casa il superiore generale trova una nuova istituzione sorta in conseguenza della guerra: l'Orfanatrofio Murialdo con una quarantina di fanciulli (60). Scrive il Padre generale, in data 1 settembre 1945, dopo aver visitato le varie Case dopoguerra..: "La Casa di Montecchio Maggiore non subì danni, ma la requisizione quasi totale, per l'insediamento del ministero della marina, costrinse i nostri aspiranti a cercare altri locali in paesi vicini e a ritornare alle loro famiglie, grazie a S. Giuseppe per poco tempo; ore confratelli e aspiranti hanno ripresa la loro attività" (61).

Ancora notizie del 1945 (62): L'8 ottobre entrano sessanta bambini dell'Orfanatrofio; il 18 ottobre entrano un centinaio di aspiranti; il 25 ottobre don Dario Priante, sostituito dal nuovo direttore don Amedeo Pasotto, parte per la sua nuova destinazione; a novembre andamento normale ma difficoltà di provvedere il latte e si fa colazione a sacco o con caffè o brodo di verdura; l'11 dicembre don Cornelio Wisentainer parte per Treviso, Ponte di Piave, Oderzo in cerca di compratori di merce onde realizzare fondi per far fronte alla critica situazione economica della Casa (63).

Anno 1946. Scrive Padre Mario Longhin (64): "Anno di grande pazienza per tutti in Istituto, a causa delle due opere abbinate in sede unica, e cioè l'orfanatrofio e la Scuola Apostolica, con due direttori e due comunità. Molte e varie le difficoltà di convivenza, che, con l'aiuto divino, si cerca di smussare, appianare ed eliminare. A giugno termina l'anno scolastico che, nonostante tutto, è coronato di consolante esito, meritato premio alle fatiche snervanti dei zelanti precettori. Le ferie durano un mese e mezzo circa: però alcuni orfanelli rimangono quasi incustoditi perché gli insegnanti rientrano in famiglia. In agosto ritornano dalle vacanze gli aspiranti volonterosi e con essi entra un forte nucleo di giovanetti nuovi, desiderosi di appartenere alla Scuola Apostolica. Il 7 ottobre il Collegio accoglie i numerosi aspiranti pel nuovo anno scolastico e che formeranno la cara famiglia giuseppina montecchiana: in tutto i ragazzi sono circa 170". I fatti più importanti dell'anno sono narrati dal giornalino "Murialdo" (65) e da "Vita Giuseppina" (66).

Siamo al 1947. Scrive nel mese di dicembre il periodico dell'Istituto (67) "Sembrerebbe che la vita della Scuola Apostolica trascorra uguale e monotona, inquadrata com'è, nel solito orario e nelle ordinarie occupazioni; invece una schietta serenità la pervade, e uno spontaneo fervore di attività la rende bella e desiderata a tutti i nostri aspiranti, che ripetono con sincerità di cuore: 'Quanto ci è soave la tua casa o Signore; noi la preferiamo mille volte ai palazzi dei ricchi!' Condotti per mano dalla SS. Madre Immacolata essi camminano animosi verso le vette luminose del Sacerdozio e dell'Apostolato Giuseppino, corrispondendo con generosità a quella meravigliosa opera di formazione che Dio stesso, per mezzo dei Superiori, sta compiendo in loro".

"Oltre due mesi sono trascorsi dall'inizio dell'anno scolastico; un bel solco è già stato tracciato. Per le prossime feste natalizie le famiglie accoglieranno con intima gioia i loro figliuoli dopo una prolungata assenza, e baciandoli e fissandoli in viso. qualche cosa di nuovo, di più amabile, di più sacro vi scopriranno: la luce di Dio che brilla nella loro anima e traspare dai loro occhi!. Per noi questo è lo spettacolo quotidiano, conforto e sostegno tra le cura assillanti del quotidiano sostentamento. Ed è lo spettacolo che ha le sue più fervide manifestazioni in certe solenni ricorrenze a cui si rivolgono con acceso desiderio i cuori dei nostri giovanetti e di quanti già furono figli affezionati di questa nostra prediletta famiglia".

Le ricorrenze importanti del 1947 sono il 19 marzo festa di San Giuseppe (68), il raduno della mamme apostoliche del 18 maggio (69), la giornata delle vocazioni del 18 settembre (70), la festa del noviziato del 21 novembre (71) e la festa dell'Immacolata dell'8 dicembre (72).

Siamo al 1948: "La Scuola Apostolica attraverso le sue cento finestre, spinge lo sguardo vicino e lontano, seguendo i passi dei suoi cari figli usciti dalle sue braccia materne. Molti riposano già all'ombra di una croce. Altri - e sono migliaia - li vede sparsi per il mondo, occupati negli uffici più svariati e impegnati nella lotta per la vita. Una schiera numerosa ne contempla tra le file dell'esercito glorioso che combatte la santa battaglia della fede e si prepara all'apostolato missionario; e questi sono i prediletti. Fra le sue pareti, come sotto le calde ali rigonfie, teneri ancora ma vispi e sereni, ne custodisce cento e cento, con cura gelosa e delicata. Oh come gli assenti amano tornare col cuore a lei! E come tutti vicini e lontani, ascoltano volentieri la cara voce del nido, come un soave richiamo di fraternità" (73).

Un fatto importante caratterizza la vita dell'Istituto, che nel 1948 accoglie 148 aspiranti (25 in quinta elementare, 42 in prima media, 36 in seconda media, 27 in terza media e 18 in quarta ginnasio). Si tratta della solenne celebrazione del 75° di fondazione della Congregazione dei Padri Giuseppini, della commemorazione del fondatore Leonardo Murialdo e della Giornata Sacerdotale Giuseppina. Affido alla cronaca il racconto della manifestazione (74).

"La giornata del 5 settembre, preparata con cura e attesa con ansia, riuscì a tutti di grande soddisfazione. Al mattino ci recammo alla parrocchiale per la messa solenne. La magnifica chiesa sfarzosamente addobbata, la presenza dei padri provinciali P. Dario Priante per il Veneto e P. Antonio Basso per il Piemonte e di cinque sacerdoti novelli, delle autorità religiose e civili e di numerosissimo popolo, tutto concorso ad elevarci in una atmosfera di santa e fervida letizia. I piccoli cantori del collegio eseguirono con molta grazia la messa del maestro C. Rossini. Una schiera di venti chierici disimpegnò in modo edificante il servizio liturgico, dando alla cerimonia un aspetto veramente imponente".

"La messa solenne fu celebrata dal sacerdote novello P. Girolamo Freschi, che al vangelo pronunciò un vibrante discorso esaltando il sublime ideale dei Giuseppini, sacerdote e apostolo. Di ritorno dalla parrocchiale, nel teatrino dell'Istituto, godemmo di una ben riuscita accademia augurale, aperta con l'inno al Murialdo e con la lettura del telegramma del S. Padre. Seguirono brevi parole del Direttore P. Amedeo Pasotto, dei Padri Provinciali, della maestra Jole Murdocca presidente delle mamme apostoliche e dei sacerdoti novelli, parole piene di ardore e di entusiasmo che fecero vibrare all'unisono i cuori dei presenti nella commossa ammirazione per il santo ideale del sacerdozio e dell'apostolato giuseppino. Nel pomeriggio ritornammo in parrocchia per il canto del vespero e il solenne "Te Deum" magistralmente eseguito dalla schola cantorum parrocchiale. Seguirono elevate parole del P. Antonio Basso, che dimostrò quanto Montecchio debba essere lieta e orgogliosa di ospitare i Padri Giuseppini che tanto lustro diedero alla diocesi e alla congregazione".

"La giornata culminò con la commemorazione del Servo di Dio Leonardo Murialdo, che ebbe luogo nella sala del patronato parrocchiale, benevolmente concesso dal reverendo arciprete. Presentato dal sindaco avv. Peroni, parlò il prof. Marcello Peretti, trasportando il vasto e attento uditorio nelle sublimi regioni di spiritualità cristiana in cui visse e operò il nostro santo fondatore. La parola franca e cordiale, il gesto vivace e simpatico dell'oratore - ex allievo giuseppino - dimostrarono quanta riconoscenza possa suscitare nell'animo giovanile l'educazione che i Padri Giuseppini impartiscono a tanti figli del popolo. Dopo aver esaltato il Murialdo quale uomo straordinario nell'ordinario, dichiarandolo il "santo del giorno" per la sua ardente carità e per la sua umile dedizione espressa col motto fare e tacere. 'Io lo conobbi il Fondatore - egli disse - nei suoi figli, non tanto dalle loro parole quanto dalle loro opere, dal loro spirito di sacrificio e dal loro amore per la gioventù'.

Il 5 settembre 1948 è passato e noi siamo tornati alla nostra vita normale di studio e di lavoro, ma difficilmente si cancellerà dal nostro cuore il ricordo di un giorno sì bello in cui meglio abbiamo conosciuto il Fondatore e la Congregazione, e siamo cresciuti nell'amore per essi".

Due importanti avvenimenti di vita religiosa nel corso del 1949 all'Istituto di Montecchio, dove è istituita per gli aspiranti maggiori anche la classe 5ª ginnasio: la giornata delle vocazioni sacerdotali giuseppine (75) e la giornata sacerdotale giuseppina (76). Il primo si svolge il 29 maggio, alla presenza del superiore generale P. Luigi Casaril, che, al vangelo, durante la messa solenne, esprime il suo compiacimento per la floridezza della Scuola Apostolica Maria Immacolata, che è la più fiorente di tutta la Congregazione Giuseppina. Parla di altre analoghe istituzioni da lui visitate in Piemonte, in Calabria e nelle lontane Americhe, altri vivai di vocazioni che vanno affermandosi e sviluppandosi sempre più; descrive alcuni suoi viaggi in America tra le foreste e i fiumi della Missione del Napo nell'Equador, in mezzo ai piccoli indi, e fra le sconfinate pianure dell'Argentina e del Brasile, per visitare le numerose opere giuseppine oltre oceano, e confessa di essere rimasto entusiasmato, ma di aver provato un vivo dolore constatando che il numero dei missionari è insufficiente alle grandiosi opere di bene a cui essi attendono con grandi sacrifici.

Il secondo avvenimento si svolge il 4 settembre con il 25º di sacerdozio del Padre Antonio Boschetti, vicario generale dei Padri Giuseppini, e la messa celebrata in duomo di S. Vitale con i novelli leviti della congregazione. Il 25 ottobre, poi, proveniente dal duomo di S. Vitale, giunge in Istituto la Madonna Pellegrina, prima di salire sui colli vicini di Santissima Trinità.

Ancora per l'anno 1950 gli aspiranti maggiori di quarta e quinta ginnasio si trovano all'Istituto di Montecchio; verranno trasferiti a Ponte di Piave con l'inizio del nuovo anno scolastico in ottobre. Qui rimangono gli aspiranti di quinta elementare e quelli delle tre classi della scuola media. Nel mese di dicembre si scrive per la prima volta dell'ingrandimento della Scuola Apostolica (77).

"Il problema delle vocazioni è certamente uno dei più assillanti dei nostri tempi. Occorrono molti santi sacerdoti per salvare l'umanità. Ma è necessario che gli eletti da Dio, i futuri sacerdoti siano formati in un ambiente che sia per sé stesso educativo e risponda alle esigenze moderne, abbia cioè quelle attrezzature, quell'arredamento che è necessario per lo sviluppo della loro vocazione e dei loro studi. Anche gli aspiranti, le Scuole Apostoliche, cenacoli dei futuri apostoli e missionari, sentono il bisogno di aggiornarsi per corrispondere ai reali bisogni dei giovani dei nostri giorni. Per questi motivi e soprattutto per l'assoluta necessità di ingrandire la nostra Scuola Apostolica, incapace ormai di contenere il numero sempre crescente di aspiranti, si è pensato ad una nuova costruzione.

Si è tenuto conto dei vari fattori che concorrono a rendere perfetta dal punto di vista educativo e formativo un''pera che ha tanta importanza nella vita della nostra Congregazione"."Il nuovo edificio non sarà indipendente dall'attuale, quasi uno sdoppiamento dell'Istituto; ne sarà invece una parte integrante e della massima utilità pratica. Esso consta di due ali, disposte ad elle rovescia, la cui base non è che il prolungamento della costruzione esistente. In quest'ala, lunga mt. 35 e larga mt. 10, si costruiranno il teatro con loggetta al primo piano e un vasto dormitorio nel piano superiore. Sul quadrato d'incontro delle due ali si troverà il vano scale, con un'ampia sala d'ingresso, che darà accesso dal cortile esistente, ai vari locali del nuovo edificio".

"La base del primo piano si trova a circa due metri da terra, perché quei due metri più uno e mezzo, sotterraneo, costituiranno l'altezza del seminterrato, vasto quanto tutta la doppia ala. Questo grande locale semisotterraneo verrà adibito a sala di ricreazione interna, in modo che i giovani possano giocare e divertirsi a loro agio, anche nel cattivo tempo. L'ala lunga mt. 40 e larga mt. 10 che fa angolo retto coll'edificio esistente, sarà costituita dalla nuova cappella nel primo piano, e da un altro vastissimo dormitorio nel piano superiore. Le dimensioni della cappella, compreso il presbiterio, sono: mt. 25 di lunghezza; òt. 10 di larghezza e mt. 7 di altezza; essa con la loggetta sarà capace di circa 300 persone. Questi i locali più vasti; ci sarà posto poi per altri ambienti più ridotti e che si riterranno convenienti nella nuova costruzione. Questa verrà collegata coll'edificio esistente, per mezzo d'un tratto di casa, in cui si troveranno gli accessi più comodi e semplici per i vari passaggi da un'ala all'altra" (78).

Il programma qui sopra enunciato verrà realizzato poi soltanto in parte.

E' l'anno 1951. A febbraio esce l'ultimo numero di Murialdo, foglio di propaganda della Scuola Apostolica e a giugno - luglio il primo numero di In Cammino con la cronaca della Casa Giuseppina di Montecchio Maggiore. Questi i fatti di cronaca registrati complessivamente nei due periodici: (79) Giorno 6 gennaio: la befana si ricorda anche dei nostri aspiranti, recando loro un piccolo dono di caramelle, frutta e persino..qualche patata e qualche zucchetta!; il 7 gennaio recita de "La belva" della compagnia filodrammatica di S. Vitale; il 19 gennaio visita del superiore provinciale P. Giovanni Schiavo; l'1 febbraio recita de "Il delitto di via Bretagna" dei comici di S. Urbano; il 4 febbraio apertura della pesca di beneficenza; il 6 febbraio festa delle suore dorotee per la santa patrona; 11 febbraio pellegrinaggio alla Grotta di Lourdes a Chiampo; 18 febbraio incontro con il missionario giuseppino P. Vincenzo Peron; aprile giornata della fratellanza giuseppina con gli aspiranti maggiori e gli scolastici di Ponte di Piave; festa del patrocinio di S. Giuseppe il 15 aprile; giornata delle vocazioni giuseppine il 6 maggio; festa della riconoscenza il 13 maggio; visita del missionario giuseppino P. Ottorino Todescato il 25 giugno; chiusura dell'anno scolastico il 27 giugno; partenza per le vacanze il 28 giugno; ritorno degli aspiranti all'Istituto il 16 agosto; visita del superiore generale il 17 agosto; gita degli aspiranti a Selva di Trissino il 23 agosto; serata d'addio al chierico Mario Favaro il 24 agosto; gita a S.Gaudenzio di Grancona il 30 agosto; giornata sacerdotale giuseppina il 2 settembre con il superiore provinciale e otto sacerdoti novelli; gita ad Arcugnano il 6 settembre all'Orfanatrofio Murialdo; ottobre, inizio dell'anno scolastico; 22 novembre festa di S. Cecilia.

Si scrive nel 1952 della nuova ala dell'Istituto che sta per essere costruita (80). "E allora si costruisce? Lo scorso anno abbiamo reso noto ai nostri lettori il progetto, lungamente studiato e discusso per l'ampliamento della nostra Scuola Apostolica. Naturalmente le idee, e specialmente queste, maturano con lentezza e la loro attuazione è spesso intralciata da difficoltà non lievi. L'aumento dei prezzi del materiale edilizio e la scarsità del denaro a disposizione sarebbero bastati a sfiduciare chiunque. E invece l'incrollabile fede e l'incessante interessamento del rev.mo Padre Rettore Amedeo Pasotto hanno avuto la loro meritata e sospirata ricompensa. I superiori, infatti, pienamente convinti della necessità di quest'opera, hanno dato il loro consenso, auspicando una rapida e felice attuazione del progetto".

"Naturalmente, a distanza di un anno, questo ha subito modifiche rilevanti, sicchè la mole della costruzione verrà sensibilmente ridotta. Comunque, la Scuola Apostolica, integrata dal nuovo fabbricato, raggiungerà il suo scopo con un numero di locali proporzionato alle necessità e con un'attrezzatura più conveniente e aggiornata".

Si tratta di una sola ala, che fa angolo retto con l'edificio esistente; sarà lunga mt. 40, larga mt. 9, alta mt. 14; risulterà un complemento della casa attuale, per il fatto che l'altezza, lo stile, le linee architettoniche esterne non subiranno mutamenti. Avremo così tre vasti locali: al seminterrato un bel teatro; al primo piano una devota cappella; al secondo piano un'ampio dormitorio, nonché, annessi a quest'ultimo, moderni servizi igienici e lavatoi".

"Ormai l'area fabbricabile è segnata; il terreno è sgomberato; le trattative per l'impresa sono in corso, non resta che porre la prima pietra e cominciare. Non deve far meraviglia che i Padri Giuseppini abbiano possibilità finanziarie per simile opera; le nostre uniche risorse sono: la Provvidenza Divina e la beneficenza. Non abbiamo altro appoggio, né altra fiducia. Se i nostri cortesi lettori hanno la buona volontà e la possibilità di rendere più consistente questo appoggio e più piena questa fiducia, saranno gli interpreti più fedeli della volontà di Dio, e i collaboratori più preziosi in questa nostra opera così bella e così necessaria".

La scomparsa del chierico Mario Favaro in missione porta tanta mestizia in Istituto, dove l'ex insegnante viene ricordato e commemorato, alla presenza del superiore generale la sera dell'8 maggio.

Gli avvenimenti più importanti dell'annata sono regolarmente registrati dalla stampa dell'Istituto e dalla stampa giuseppina in genere (81), anche se qui, per ragione di spazio, li salto quasi completamente. Il direttore P. Amedeo Pasotto (82) è nominato in settembre superiore provinciale e il suo posto è assunto a Montecchio Maggiore da P, Eugenio Vencato (83), già vice direttore del Patronato Pio IXº a Venezia e direttore dell'Orfanatrofio Murialdo di Arcugnano.

Gli aspiranti, nell'ottobre 1952, sono in tutto 170, che frequentano una quinta classe elementare, due prime medie, due seconde medie, una terza media (84).

Il fatto più importante dell'anno 1953 è la inaugurazione della nuova ala dell'Istituto, che avviene l'8 novembre. I particolari sono raccontati all'interno di un altro capitolo del volume (L'Istituto Maria Immacolata - Villa Pellizzoli e sviluppi). In settembre veniva scritto (85): "Nella primavera dello scorso anno i Padri della Scuola Apostolica si radunavano spesso a discutere, a fantasticare, a prendere misure su quel tratto di terreno ora occupato dalla nuova ala. In luglio e agosto il sogno così a lungo vagheggiato aveva cominciato a realizzarsi. Ormai erano di casa l'ingegnere, il capomastro e altre persone interessate della nuova costruzione. Intanto molti operai scavavano le fondamenta e costruivano i muri perimetrali che ben presto affioravano dal terreno. A distanza di poco più di un anno è confortante il constatare il lavoro finora compiuto, nella certezza di poter al più presto abitare la bella casa nostra".

"Ora sono in corso i lavori di finitura e di dettaglio. Chi visitasse lo stabile in questi giorni si incontrerebbe con posatori di mosaico vetroso e di mattonelle da pavimenti, con stuccatori e marmoristi specializzati, con elettricisti e decoratori. Questi operai, ciascuno nel proprio settore, mettono in assetto i vari locali che acquistano lentamente la loro veste più moderna e più adatta. In cappella gli stucchi della SADI di Vicenza fanno bella mostra delle loro sagome aggraziate e gentili. L'altare, ormai quasi ultimato, domina con la sua mole marmorea la bianca e vasta cappella, in attesa di accogliere nel suo abbraccio la stupenda statua del Sacro Cuore, vero capolavoro dell'illustre scultore G. Giordani di Vicenza".

"Riteniamo nostro dovere porgere un cordiale ringraziamento a tutte le buone persone, che con offerte in denaro o in natura hanno contribuito e vogliono contribuire in seguito al compimento di quest'opera benedetta da Dio e visibilmente assistita dalla sua Celeste Regina. Su tutti invochiamo le più abbondanti benedizioni del Signore ed il premio che Egli solo può dare alle opere di carità".

Dal 19 dicembre gli aspiranti maggiori (10 di quinta ginnasio e 26 di quarta), dopo tre mesi di permanenza all'Istituto di Montecchio Maggiore, sono alla Villa S. Giuseppe di Arcugnano, sui colli berici, già sede provvisoria dell'Orfanatrofio Murialdo.

La stampa giuseppina (interna ed esterna all'Istituto) racconta i fatti più importanti che caratterizzano la vita della Scuola Apostolica nel corso dell'anno 1954 (86): visita dei missionari don Armando Martini, don Tarcisio Lughi, don Bruno Dalla Vecchia, Antonio Chiminello il 6 gennaio; distribuzione delle tessere G.I.A.M. agli aspiranti il 17 febbraio; visita del superiore provinciale il 22 febbraio; festa di carnevale il 28 febbraio; celebrazione solenne di S. Giuseppe il 19 marzo; la visita in classe della Immacolata dal 5 al 12 maggio; pellegrinaggio a Monte Berico il 13 maggio insieme agli aspiranti maggiori di Arcugnano e ai chierici di Ponte di Piave; poi gli esami scolastici; l'inizio delle vacanze in giugno; il rientro in Istituto il 2 agosto; celebrazione della festa sacerdotale giuseppina il 22 agosto con 14 novelli leviti; visita di alcuni missionari il 6 settembre, vacanze autunnali per pochi giorni; rientro in Istituto degli aspiranti e dei nuovi arrivati (in tutto sono 150) il 30 settembre; inizio del nuovo anno scolastico il giorno 1 ottobre; pellegrinaggio alla Madonna della Corona il 30 ottobre; visita del vicario generale dei Giuseppini P. Vincenzo Minciacchi il 3 novembre.

Alcuni importanti fatti caratterizzano la vita della Scuola Apostolica nel corso del 1955. Intanto cambio della guardia alla direzione dell'Istituto: ritorna don Amedeo Pasotto, superiore provinciale veneto degli ultimi tre anni e parte per Enego il direttore uscente don Eugenio Vencato per guidare quell'Orfanatrofio Murialdo (87). Visita del superiore generale P,. Luigi Casaril l'11 marzo; dal 14 al 18 marzo settimana liturgica (88); giornata della fraternità giuseppina il 5 maggio; commemorazione di Leonardo Murialdo il 22 maggio; giornata sacerdotale giuseppina il 21 agosto (89).

In occasione della giornata sacerdotale, il superiore generale fa pervenire al direttore P. Pasotto una lettera (90), con la quale manda la sua più fervida adesione, il suo augurio e la sua benedizione anche ai confratelli, alle mamme apostoliche e ai "cari aspiranti" e ai loro parenti. "San Giuseppe e il Murialdo sorridono dal cielo di grande compiacenza e di affettuosa speranza - continua il Padre Casaril - implorano certamente copiose grazie per quanti fanno opera così santa, efficace e geniale a pro delle vocazioni giuseppine. Mi consolo con Lei e La ringrazio di questo santo fervore col quale riprende la direzione diretta di codesto Istituto, del buon esempio che dà ai confratelli e alle altre Case. Gli orizzonti dell'apostolato si allargano sempre più e si intensificano le esigenze in tutti i rami della vita giovanile, familiare e sociale. Mentre la scienza prepara nuovi mezzi di comunicazione per la conquista degli spazi interplanetari, noi dobbiamo preparare gli apostoli per la conquista delle anime. Domenica celebrerò la S. Messa per Voi e alla radio santa del Tabernacolo attendo risposta sonora entusiastica, tutta Giuseppina".

Il 27 novembre importante accademia in onore di Santa Cecilia e inaugurazione della nuova divisa degli aspiranti della Scuola Apostolica.

In quest'anno 1956 si può dire che il Collegio è al completo: 170 piccoli aspiranti riempiono aule, camerate e cappella. Le camerate hanno tutte una sistemazione dignitosa: la nuova "tettoia" del cortile interno, originale ed elegante, offre il modo ai giovani di poter giocare durante il tempo cattivo (91). Le classi per la scuola sono quattro: quinta elementare, due di prima media, una seconda media, una terza media.

Le manifestazioni in Istituto nel corso dell'anno (92): arrivo dei pacchi dono della befana il 6 gennaio, visita in Istituto del vicario generale dei giuseppini P. Vincenzo Minciacchi il 15 gennaio, rappresentazione in teatro del dramma "E se così fosse?" da parte degli aspiranti maggiori di Arcugnano, giornata missionaria il giorno 11 marzo, giubileo sacerdotale del superiore generale il 19 aprile per l'Istituto di Montecchio, visita del missionario P. Mario Canova il 26 aprile, visita dei pre-aspiranti il 13 maggio, giornata della fraternità giuseppina il 19 maggio a Riese Pio Xº con gli aspiranti di Arcugnano e i chierici di Ponte di Piave, festa della riconoscenza il 3 giugno, giornata sacerdotale il 26 agosto con i novelli leviti e il P. Giovanni Stella per il suo 25º di sacerdozio e presenti i direttori delle Case giuseppine del Veneto con gli aspiranti maggiori di Arcugnano e un bel gruppo di mamme apostoliche. Ancora, domenica 7 ottobre partenza per la missione di P. Antonio Carletti e il 21 ottobre nozze d'argento sacerdotali di P. Cecilio Cainer.

Anche nel 1957 sono numerose le manifestazioni svolte alla Scuola Apostolica dell'Istituto Maria Immacolata (93): la befana il 6 gennaio con i doni, il carnevale il 20 e il 27 gennaio con le recite in teatro de "L'elisir di lunga vita" degli aspiranti giuseppini di Arcugnano e "Il piccolo parigino" degli studenti del Collegio Brandolini Rota di Oderzo. Quindi la festa di S.Giuseppe il 19 marzo, la giornata missionaria il 25 marzo, la pesca di beneficenza il 31 marzo, visita del consultore dei giuseppini P. Vittorio Gagliardi il 17 aprile, festa della fraternità giuseppina il 4 maggio a Padova, Venezia, Mirano. E ancora raduno dei genitori degli aspiranti il 12 maggio, incontro dei pre-aspiranti il 19 maggio, giornata sacerdotale giuseppina il 25 agosto.

Queste le impressioni che lascia scritte sulla giornata un novello sacerdote giuseppino. "Quella mattina c'era aria da gran festa! Lo si leggeva negli occhi degli aspiranti che ci guardavano attoniti e riverenti; ce lo dicevano le bandierine che garrivano al vento e i geniali addobbi che abbellivano la Casa. Quali colombe del desio chiamate.. siamo ritornati per poche ore nella nostra cara Scuola Apostolica che gioì di rivederci fetti ormai grandi e seri, e come le nostre mamme, si sentì orgogliosa di abbracciarci Sacerdoti del Signore. Gioia è stato il tema della giornata".

"Di gioia parlò il Padre Provinciale Giocondo Sartori durante la santa Messa; della gioia parlò il Padre Direttore Amedeo Pasotto nell''ccademia, e le confidenziali conversazioni dei sacerdoti novelli furono un'esplosione di gioia e di riconoscenza. Di gioia piansero le mamme, i familiari e i parenti accorsi numerosi alla simpatica festa. Nella fraterna e intima cordialità, quella cordialità che si esprime con lo schietto linguaggio dell'affetto, abbiamo goduto ore di grande commozione. Ci siamo sentiti piccini piccini nella gioia dell'amplesso di questo dolce nido che ci accolse piccoli e che ci riscaldò di tanto affetto. Abbiamo finalmente avuto la soddisfazione di celebrare la Santa Messa su quello stesso altare ai cui piedi tante volte ci eravamo inginocchiati, invidiando chi ci aveva preceduto e sospirando l'alba del nostro grande giorno. E questa Messa, celebrata nella nostra cara Scuola Apostolica, ci ha fatto vivere, come per incanto, le ore ormai lontane di fatica, di lotta, di sofferenza sostenute quando eravamo giovani aspiranti, ripagate ora abbondantemente dalla gioia della meta raggiunta."

"Ma la nostra venuta a Montecchio ha avuto anche un altro scopo. Siamo tornati al nido per dire ai fratelli minori che la gioia della mèta raggiunta sorpassa di gran lunga la fatica dell'ascesa. E noi siamo convinti che se il 25 agosto è stata una delle più belle giornate della nostra vita, essa ha anche avuto il merito di portare un grande incitamento ai cari aspiranti che ci seguono e sognano quella stessa meta che per noi è divenuta una realtà..""Troppo veloci sono trascorse quelle ore. Dal raccoglimento della Messa letta siamo passati allo sfarzo della Messa cantata, servita da una nutrita schiera di devoti chierichetti e accompagnata dal canto che a Montecchio è divenuto proverbiale. La accademia è servita alla manifestazione protocollare dei sentimenti, mentre il pranzo ci ha visti uniti nel segno della più schietta fraternità.. E' stata davvero una giornata piena. Troppo veloce è trascorsa. Ma è la sorte di tutte le cose belle di quaggiù."

"A sera, mentre ci allontanavamo, ciascuno verso il luogo del suo lavoro, non abbiamo potuto fare a meno di fermarci un ultimo istante, lungo la via che ci portava alla stazione, per dare ancora uno sguardo alla Casa del nostro cuore. Dal campanile della chiesa parrocchiale scendeva intanto il dolce suono dell'Ave Maria. Gli aspiranti nei loro bianchi lettini sognavano forse un altare profumato di tanti fiori e di tanta....gioia. E non potei trattenere in cuore una preghiera e un'invocazione per loro. Che possano tutti diventare Sacerdoti come Gesù li vuole e come li attendono le anime portatori di gioia e di pace."

In settembre cambia il direttore: don Amedeo Pasotto è trasferito a dirigere il Patronato Leone XIIIº di Vicenza. Nuovo direttore a Montecchio Maggiore è don Lino Barbieri.

Anno 1958. Sono in tutto 180 gli aspiranti della Scuola Apostolica per le classi quinta elementare e prima , seconda e terza media.

La elezione a superiore generale dei Padri Giuseppini di P. Antonio Boschetti, che avviene il 22 luglio al termine del XIIº Capitolo Generale della Pia Società di S. Giuseppe, suscita viva e sincera esultanza specialmente a Montecchio Maggiore, suo paese natale, e alla Scuola Apostolica Maria Immacolata. Ha come punto di richiamo in questo 1958 la giornata sacerdotale giuseppina, con il P. Antonio Boschetti, che per la prima volta, il 31 agosto, ritorna al paese natio dopo la sua elezione (94).

"Come sempre la festa ha il suo preludio nel raccoglimento della cappella della Scuola Apostolica, ove P. Franco Verri celebra per la prima volta in quella Casa che vide non solo i suoi primi passi verso il sacerdozio, ma anche la prima esperienza del suo ministero. Gli fanno corona, oltre al superiore generale e gli altri sacerdoti novelli, tutti gli aspiranti di Montecchio e di Arcugnano, riuniti per l'occasione".

"Ma il fulcro di questa festa si ha alle 9,30 alla chiesa arcipretale di S. Vitale. Il padre generale, attorniato dai novelli sacerdoti, dai direttori e da innumerevoli padri giuseppini arrivati da tutta la provincia veneta, fa il suo ingresso solenne fra due ali di popolo acclamante ed entusiasta. Le note solenni del Tu es sacerdos, interpretato dalle due Schole Cantorum di Montecchio e di Arcugnano, accolgono la devota processione, che lentamente avanza tra le volte solenni e maestose della bella chiesa di San Vitale".

"Poi è uno spettacolo che solo lo splendore della liturgia sa offrire, e che lascia una eco profonda nell'animo sensibile del buon popolo di Montecchio; 50 chierichetti prestano servizio liturgico alla S. Messa celebrata dal superiore generale P. Antonio Boschetti, che ha per ministri i nipoti P. Pietro e D. Antonio. Con mirabile intreccio s'accompagna alle cerimonie il canto gregoriano seguito dalla Messa Pueri Chorales del Campodonico". "L'arciprete di S. Vitale dice all'offertorio brevi e sentite parole sul sacerdozio e rivolge al Padre Boschetti l'augurio fervido di tutta Montecchio, che si gloria di annoverarlo tra i suoi figli migliori. Alla fine i cori riuniti fanno echeggiare le possenti note del Christus vincit del D'Alessi".

"Subito dopo la sala dell'oratorio accoglie aspiranti, familiari, popolazione, clero e autorità per rivolgere a Padre Boschetti e ai novelli sacerdoti un indirizzo di augurio. E' un trattenimento familiare che commuove gli astanti. L'amministrazione comunale approfitta di questa circostanza per offrire il dono gradito di alcuni paramenti sacerdotali da destinarsi alle missioni, mentre la parrocchia è presente con un'artistica pergamena - ricordo. A chiusura della festa il padre generale dice parole commoventi durante le funzioni pomeridiane, svoltesi pure nella chiesa arcipretale. La giornata è coronata da una esibizione di atletica leggera a corpo libero e gli attrezzi, effettuata dalla gloriosa Ardor del patronato giuseppino di Padova."

Sono 198 gli aspiranti a Montecchio Maggiore nell'anno 1959: due classi di quinta elementare, due quelle di prima media, una quella di seconda media, due quelle di terza media (95).

L'anno si apre con un lutto in famiglia: la scomparsa del P. Mario Longhin, che avviene all'ospedale di Montecchio Maggiore all'alba del giorno 18 febbraio (96). "Nato a Vicenza l'11 novembre 1884, è alunno del Patronato Leone XIIIº, donde passa a Volvera per compiere gli studi e fare il noviziato. E' quindi a Vicenza e a Montecchio ove, da qualche anno, è fondato l'Istituto Maria Immacolata. Ivi nel 1910 celebra la sua prima messa. In seguito torna al Patronato Leone XIIIº, poi al Collegio Brandolini Rota di Oderzo e in varie Opere Giuseppine della provincia romana. Nel 1927 è destinato ancora a Montecchio, ove trascorre ben trentadue anni di vita. Degno ministro di Dio e zelante sacerdote, lavora per il bene spirituale dei piccoli seminaristi e dei fedeli di Montecchio, allargando la sfera del suo apostolato anche ai paesi vicini, rendendosi bene accetto a tutti per la bontà e giovialità del suo carattere".

La biografia di P. Mario Longhin è illustrata da P. Z. A. (Padre Zeffirino Apolloni) in Lettere Giuseppine (marzo-aprile 1959), In cammino (marzo 1959) e Vita Giuseppina (aprile 1959).

Il 23 gennaio l'Istituto è visitato da 40 piccoli cantori provenienti dall'Argentina e accompagnati da tre padri giuseppini (97): sono tutti ragazzi dagli otto ai tredici anni, alunni della Scuola "Murialdo" di Mendoza, che passano sotto il nome di Los Ninos Cantores de Murialdo - Mendoza (Argentina). Sono reduci da concerti tenuti nei teatri di Napoli, Roma, Modena, Torino, Pinerolo, Milano, Bergamo, alla basilica di S. Pietro e nelle sale vaticane; sono ospiti alla Scuola Apostolica di Montecchio fino al 3 febbraio ed eseguono concerti a Thiene, Vicenza, Padova, Venezia, Oderzo, Conegliano. L'11 febbraio ritornano a Montecchio ed eseguono concerti a Malo, Arzignano, Montagnana, e nuovamente a Padova, Thiene e Conegliano. Il 16 febbraio lasciano l'Istituto alla volta di Lourdes, poi nella Spagna per imbarcarsi a Barcellona per il ritorno in patria. La visita e la permanenza dei Ninos Cantores de Murialdo suscita negli aspiranti di Montecchio Maggiore un entusiasmo e un fervore generale pel canto. Alla Scuola Apostolica se ne ha conferma il 28 febbraio con la vestizione di 48 Pueri Cantores, scelti tra gli aspiranti, e iscritti alla Associazione Internazionale dei Pueri Cantores della Croce di legno, che ha la sua sede in Francia.Visite di missionari giuseppini all'Istituto che li vide giovani aspiranti: sono P. Fabio Faggin, P. Luciano Marchetto e P. Gino Vincenzi; quindi giornata missionaria il 19 aprile, visita del superiore generale P. Antonio Boschetti il 27 aprile, giornata della fraternità giuseppina a Padova, Mirano e Venezia il 28 aprile, giornata delle vocazioni il 24 maggio e festa della riconoscenza il 31 maggio (98). Quindi giornata sacerdotale giuseppina (99) con i novelli leviti Giobatta Pegoraro, Giuseppe Bellotto e Mario Forlin il 23 agosto, presente anche P. Antonio Basso, che festeggia le sue nozze d'oro sacerdotali.

Il 5 settembre i Pueri Cantores dell'istituto partecipano in numero di 22 a Catania al XVIº Congresso Eucaristico Nazionale; il 28 novembre è in visita all'Istituto il vicario generale dei giuseppini P. Carmine Angeletti (100).

Siamo al 1960. Le cronache (101) registrano a Montecchio diversi avvenimento, densi di significato per la Scuola Apostolica Maria Immacolata. Il 6 gennaio incontro con gli ex allievi e missionari giuseppini P. Severino Caldonazzo e P. Angelo Costa; il 31 gennaio incontro con altri ex allievi e missionari: P. Giovanni Apolloni, P. Silvio Fracasso e laico Gaetano Ponso; il 19 marzo la festa di S. Giuseppe è celebrata in Istituto con gli aspiranti maggiori di Arcugnano; il 20 marzo i Pueri Cantores della Scuola Apostolica sono in cattedrale a Vicenza e nella chiesa di Barbarano; il 25 aprile gli aspiranti sono in gita a Rovereto, Riva del Garda e a Tombetta; i Pueri Cantores di Montecchio partecipano al Patronato Leone XIIIº di Vicenza al raduno del piccolo clero delle opere giuseppine del Veneto il giorno 8 maggio; ottanta pre-aspiranti sono ospiti in Istituto il 15 maggio in occasione della giornata delle vocazioni; il 22 maggio si celebra la festa della riconoscenza al direttore P. Lino Barbieri; il 29 maggio si chiude il mese mariano con il vicario generale dei giuseppini P. Carmine Angeletti. In luglio 15 giorni di vacanza ad Enego e rientro in Istituto in agosto e mostra dei lavori eseguiti dai convittori.

Quindi in settembre cambio della guardia alla Scuola Apostolica: il direttore P. LinoBarbieri è trasferito dalla fiducia dei superiori alla direzione dell'Istituto "Don Costantino" a Mirano (Venezia). Gli succede a Montecchio il P. Bruno Bison per una nuova esperienza. Da quest'anno 1961 la terza media è ad Arcugnano alla Villa S.Giuseppe, insieme con le classi quarta e quinta ginnasio. Alla Scuola Apostolica funzionano una classe di quinta elementare, tre classi di prima media e una classe di seconda media, per un totale di 160 studenti (102). Questi i fatti di cronaca della Casa giuseppina di Montecchio Maggiore dell'intera annata (103): il 6 gennaio visita della befana con i giovani del Patronato S. Gaetano di Thiene; l'8 gennaio rappresentazione in teatro del dramma "Ho ucciso mio figlio" da parte dei giovani di A.C. di Chiampo; il 12 gennaio relazione del missionario giuseppino P. Pietro Nicolini agli aspiranti attentissimi; il 26 gennaio convegno straordinario alla Scuola Apostolica dei padri direttori delle opere giuseppine del Veneto e dell'Emilia e concerto loro offerto dai Pueri Cantores della Casa; il giorno 1 febbraio partecipazione degli aspiranti ai funerali di Maria Boschetti, sorella del superiore generale P. Antonio Boschetti; il 14 febbraio ultimo giorno di carnevale: adorazione al Santissimo per metà giornata (a turno tutti i padri, le suore e gli aspiranti) e alla sera proiezione del film "Piccoli amici"; il 5 marzo partecipazione dei 50 Pueri Cantores al concerto "Grande Corale" di Bach, unitamente ad altri 500 del seminario e delle varie parrocchie della diocesi; il 12 marzo altro concerto dei Pueri Cantores alla chiesa parrocchiale di Recoaro; il 19 marzo celebrazione solenne della festa di S. Giuseppe ed atto di consacrazione di 16 postulanti giuseppini di Arcugnano alla presenza del consultore generale della congregazione P. Natale De Filippi; il 25 marzo pellegrinaggio a piedi alla Grotta di Lourdes di Chiampo; il 9 aprile giornata missionaria giuseppina con il P. Pietro Todeschin, direttore di una grande azienda agricola a Morison (Cordoba); il 18 aprile incontro degli aspiranti con il P. Luigi Casaril, ex superiore generale, reduce da un lungo viaggio alle missioni giuseppine del Brasile; il 26 aprile viva esultanza per il decreto di venerabilità di Leonardo Murialdo, fondatore dei giuseppini, e un caloroso inno di ringraziamento con un solenne "Te Deum"; il giorno 1 maggio pellegrinaggio alla Madonna dei Prati a Brendola e visita alla casa natale di S. Maria Bertilla Boscardin; il 7 maggio festa della riconoscenza con studenti e genitori, attorno al direttore e ai padri insegnanti della comunità e apertura della pesca di beneficenza. Ancora: il 14 maggio giornata delle vocazioni con visita alla Casa di 80 pre-aspiranti, accompagnati dai rispettivi genitori e provenienti da tutte le parti del Veneto; il 27 maggio visita di mons. Massimiliano Spiller, vescovo missionario giuseppino e vicario apostolico del Napo; Il 31 maggio gita scolastica e pellegrinaggio al santuario della Madonna di Pinè; il 5 agosto inizia il mese di ripetizioni alla Scuola Apostolica, dopo un mese abbondante di vacanze in famiglia: oltre allo studio e alla pietà, attività ricreative ed artistiche; il 27 agosto mostra artistica in una sala dell'Istituto di collaggi, disegni, plastici, lavori in traforo, collezioni varie; il 10 settembre vari padri giuseppini intervengono alla celebrazione di tutte le messe nelle chiese di Montecchio Maggiore per far conoscere al popolo la figura del Murialdo, ora venerabile; dopo altri 20 giorni di vacanza in famiglia gli aspiranti ritornano in Istituto il giorno 3 ottobre; il 4 ottobre inizio del nuovo anno scolastico; il 16 ottobre pellegrinaggio a Monte Berico; in dicembre breve visita del superiore generale P. Antonio Boschetti; il 7 dicembre solenne accademia in teatro in onore dell'Immacolata e l'8 dicembre celebrazione della sua festa, con manifestazioni religiose e sportive. Anno 1962. Sono 136 gli aspiranti della Scuola Apostolica, frequentanti una classe della quinta elementare, tre della prima media e due della seconda media (104). I fatti dell'anno ricavati dai titoli delle cronache dell'Istituto (105): partecipazione degli aspiranti di Montecchio ed Arcugnano ai funerali di Antonio (Angelo?) Boschetti, fratello del superiore generale P. Antonio Boschetti il 10 febbraio a S. Vitale; celebrazione della festa di S. Giuseppe il 19 marzo con manifestazioni religiose, culturali e sportive e consacrazione di 18 nuovi postulanti giuseppini di Arcugnano; pellegrinaggio a Chiampo alla Grotta di Lourdes il 7 aprile; giornata missionaria il 29 aprile e visita del P. Pietro Dal Maso; pellegrinaggio il primo maggio a S. Maria di Panisacco sopra Valdagno; giornata delle vocazioni giuseppine il 6 maggio con visita alla Scuola Apostolica di 70 pre-aspiranti provenienti da varie parti del Veneto; Il 13 maggio festa della riconoscenza al direttore e ai superiori, presenti i genitori degli aspiranti; conferenza su Leonardo Murialdo di P. Felice Meneghetti, postulatore della causa di beatificazione, il 18 maggio; gita dei Pueri Cantores il 19 maggio alla Madonna della Corona; visita del vicario generale dei giuseppini P. Carmine Angeletti il 22 maggio; apertura della pesca di beneficenza il 27 maggio; gita degli aspiranti il 30 maggio agli altopiani di Asiago, Lavarone e Folgaria; solenne chiusura del mese mariano il 31 maggio.

Ed ancora: dal 7 al 30 luglio i pre-aspiranti ad Enego; ritiri spirituali degli aspiranti l'11 luglio a Treviso e il 12 luglio a Monte Berico; inizio della scuola estiva l'1 agosto con attività spirituale, scolastica ed artistica dei ragazzi dell'Istituto per cinque settimane; festa sacerdotale giuseppina il 19 agosto con i novelli leviti P. Gino Berti, P. Tarcisio Pornaro, P. Redento Buffolo e P. Ignazio Martelletto (sono assenti P. Ellerino Cozza, già trasferito a Pinerolo e P. Ettore Cunial che celebra nello stesso giorno la sua prima messa a Possagno); gita sul Sengio della Sisilla il 22 agosto; gita alla Piatta il 5 settembre; con il missionario P. Bruno Dalla Vecchia alla chiesetta dei Castelli l'8 settembre; pellegrinaggio a Monte Berico il 6 ottobre; il superiore generale P. Boschetti in Istituto dal 6 al 10 ottobre e partecipazione alla inaugurazione ufficiale della Casa dell'Aspirandato delle Suore Murialdine di S. Giuseppe il 23 ottobre. Nel 1963 è nuovo direttore all'Istituto Maria Immacolata il P. Gino Gini, sono presenti 150 aspiranti, che frequentano cinque classi: una di quinta elementare, due di prima media e due di seconda media (106). I fatti più importanti dell'Istituto sono ricavati dai titoli delle varie cronache (107); visita del missionario giuseppino P. Ezio Juli il 28 gennaio; visita del superiore privinciale veneto dei giuseppini P. Nazzareno Montanari Lughi, che si incontra singolarmente con ogni studente e con ogni superiore, dal 25 al 28 febbraio; visita del missionario giuseppino P. Antonio Nardon l'8 marzo; tombola straordinaria il 27 aprile; pellegrinaggio alla Grotta di Lourdes a Chiampo il primo maggio; festa della riconoscenza il 12 maggio; giornata delle vocazioni il 19 maggio con la visita di 80 pre-aspiranti; visita del vicario generale della congregazione P. Carmine Angeletti il 24 maggio; solenne commemorazione del Murialdo da parte dell'ex superiore provinciale veneto P. Giocondo Sartori il 26 maggio e apertura della pesca di beneficenza; solenne chiusura del mese mariano il 31 maggio; i pre-aspiranti ad Enego dal 6 al 30 luglio; breve ritiro spirituale il 12 luglio; festa sacerdotale giuseppina ad Enego il 13 luglio con 11 novelli leviti, presenti 90 aspiranti di Montecchio Maggiore, 85 pre-aspiranti del Veneto e del Trentino e 60 aspiranti giunti da Riva del Garda; partecipazione della Scuola Apostolica di Montecchio alla mostra nazionale delle vocazioni a Vicenza il 31 agosto.

Quindi la partecipazione degli studenti dell'Istituto a Roma alla solenne beatificazione di Leonardo Murialdo. Ecco che cosa ne dice la cronaca (108), che riporto di peso: "Alla solenne beatificazione del Murialdo avvenuta il 3 novembre alla basilica di S. Pietro a Roma non potevano certo mancare i nostri 150 aspiranti, che da molti mesi sospiravano l'alba di quel giorno così felice. Molti di loro affrontarono una parte delle spese di viaggio con il lavoro eseguito per conto di una ditta della nostra zona; Inoltre i sacrifici delle loro famiglie, le offerte di alcuni benefattori e le infinite vie della Provvidenza permisero a tutti i nostri aspiranti di compiere il più lungo viaggio della loro adolescenza, e di poter godere a Roma ineffabili soddisfazioni".

"Due novembre. I nostri giovani, alzatisi di buon'ora e ascoltata la santa messa con la santa comunione, intrapresero il loro viaggio su tre pullman; li accompagnarono tre assessori della giunta comunale di Montecchio Maggiore, che vollero rappresentare il comune alle solenni manifestazioni del 3 novembre in Roma. Le prime ore di viaggio furono silenziose e monotone per l'oscurità e per una noiosa pioggerella; ma a Modena li accolse un cielo schiarito e la cordiale ospitalità dei PP. Giuseppini dell'Istituto S. Cuore. Lì fecero colazione al sacco. Verso le ore otto infilarono l'autostrada del Sole e partirono per Bologna e Firenze, ammirando lungo il viaggio i magnifici panorami, le lunghe gallerie, gli arditi ponti e viadotti: opere meravigliose della tecnica italiana.

A Sasso Marconi, dopo la chiara spiegazione del direttore rivolsero un riverente pensiero all'insigne scienziato, che proprio su quel luogo eseguì i suoi primi esperimenti di telegrafia senza fili. Giunti a Firenze verso le 10, visitarono il celebre duomo di S. Maria del Fiore, il campanile di Giotto, il battistero, la basilica di S. Croce, che custodisce le tombe di molti celebri italiani, che si resero immortali nella storia. Fecero poi uno spuntino sul lungo Arno, da dove poterono ammirare le ridenti colline circostanti, costellate di ville. Alle 11 partirono per Arezzo e, attraversata la Toscana, dando una fuggevole occhiata al lago di Trasimeno, fecero una breve sosta presso Chiusi per il pranzo al sacco. Ad Orvieto contemplarono il meraviglioso duomo, illuminato dai raggi del sole. Giunsero in Viterbo medioevale, quando già le tenebre avevano avvolto le antiche torri in un fascino misterioso, e lì fecero una breve sosta nel nostro Istituto S. Pietro, sede dei chierici teologi giuseppini. Finalmente verso le nove di sera, ecco Roma, la città santa, la città eterna, meta tanto sospirata del loro pellegrinaggio. I nostri giovani, un po' stanchi dal viaggio, trovarono conveniente alloggio in un Istituto di suore, in un ambiente sereno e confortevole".

"Tre novembre. I nostri aspiranti parteciparono con santo e irrefrenabile entusiasmo alle solenni cerimonie svoltesi in S.Pietro al mattino e nel pomeriggio per la beatificazione del nostro venerato fondatore Leonardo Murialdo, unendosi alle varie migliaia di giovani Murialdini giunti da ogni parte d'Italia".

"Quattro novembre. Pieni ancora dell'entusiasmo del giorno precedente, i nostri giovani si recarono a visitare lo zoo di Roma, dove poterono ammirare l'insolito spettacolo di animali mai veduti. Destarono particolare meraviglia il vivace reparto delle scimmie, i suggestivi antri dei leoni e delle tigri, nonché i mastodontici elefanti e le snelle e alte giraffe. Il pomeriggio fu occupato nella visita delle maggiori basiliche romane, e nel ritorno fecero una puntatina alla nostra parrocchia dell'Immacolata, che offriva uno spettacolo incomparabile di luci e di colori. Nei pressi poterono ossequiare il nostro rev.mo superiore generale, dal cui volto traspariva l'intima gioia per la beatificazione del Murialdo".

"Cinque novembre. Dopo le indimenticabili giornate romane, i nostri aspiranti ripresero la via del ritorno, lasciando la città eterna ancora avvolta nelle tenebre. La prima fermata fu nella mistica Assisi, piena ancora delle memorie e dello spirito di S. Francesco. Visitarono la basilica di S. Maria degli Angeli che racchiude la "Porziuncola", la modesta chiesetta dove il Santo ottenne la celebre indulgenza del "Perdon d'Assisi". Salirono, quindi, alle basiliche che custodiscono il corpo del Poverello e che sono decorate dei preziosi affreschi di Giotto, di Cimabue e di altri illustri pittori. Ripreso il viaggio, attraversarono gli Apennini brulli, deserti, ma rilevanti nondimeno una selvaggia bellezza. Si giunse finalmente a Loreto, che offrì agli occhi un po' stanchi la riposante distesa del mare, e al corpo affaticato una brezza salutare. Pranzo al sacco; quindi visita devota al celebre santuario, che racchiude la piccola "Casa di Nazaret", testimone dell'Annunciazione di Maria e della vita privata di Gesù. Quando ormai il sole cominciava a tramontare, ripresero il viaggio verso Ancona, Rimini e Ravenna, dove si fermarono per un'ultimo spuntino. L'ultima parte del viaggio fu la più tranquilla e la più silenziosa".

Il 22 dicembre la beatificazione del Murialdo viene ricordata al duomo di S.Vitale di Montecchio con una messa solenne del superiore provinciale P. Nazzareno Montanari Lughi alle 11 e con una commemorazione tenuta dall'ex allievo giuseppino avv. Marino Corder alle ore 15.

Anno 1964. Gli alunni aspiranti in Istituto sono 193 complessivamente, per le classi quinta elementare, prima, seconda e terza media. Da quest'anno le visite dei familiari e dei parenti si fanno ogni domenica, dalle ore 13 alle ore 15,30 (109).

Questi gli avvenimenti dell'anno, passati alla cronaca (110): partecipazione degli aspiranti giuseppini di Montecchio Maggiore, insieme a quelli di Arcugnano e di Riva del Garda il 4 gennaio a Monte Berico, alle nozze d'argento sacerdotali di don Mariano Bonato, don Zeffirino Brunello, don Giulio Fin, don Severino Leghi, don Dino Martini, don Paolo Tomalino, don Luigi Trevisan e don Antonio Zanchetton, già allievi della Scuola Apostolica; festa di San Giuseppe il 19 marzo e ammissione al postulato di 14 aspiranti maggiori di Arcugnano; aspiranti a Padova in cattedrale alle cerimonie in onore del beato Murialdo, gita al santuario mariano di Motta di Livenza, visita al Collegio Brandolini Rota di Oderzo e allo Scolasticato Giuseppino di Ponte di Piave il 15 maggio; festa delle vocazioni e visita all'Istituto di 100 pre-aspiranti e pesca per le missioni il 24 maggio; festa della riconoscenza il 31 maggio; chiusura del mese mariano il primo giugno; visita del missionario giuseppino don Luigi Selmo l'11 giugno; festa onomastica del direttore don Gino Gini il 21 giugno; festa dei novelli sacerdoti giuseppini don Antonio Fortuna, don Mario Marsetti, don Vittorino Nadal e don Mario Perin il 14 luglio; partenza degli studenti per Enego il 30 luglio; rientro in Istituto il 17 agosto per tre settimane - per ripassare le lezioni fino al 9 settembre; festa delle nozze d'oro sacerdotali di don Giovanni Apolloni il giorno 8 settembre; celebrazione solenne dell'Immacolata l'8 dicembre; visita all'Istituto di don Carmine Angeletti, consultore generale della Congregazione Giuseppina il 17 dicembre.

Siamo al 1965. Gli alunni, dal primo ottobre, sono 145 con cinque lassi: una di quinta elementare, due di prima media e due di seconda media (111).

Questi gli avvenimenti dell'annata (112): la befana e i doni agli aspiranti il 6 gennaio; visita dei missionari P. Nebridio Bolcato e P. Severino Caldonazzo il 24 gennaio; pellegrinaggio degli studenti alla Grotta di Lourdes a Chiampo e visita ai musei l'11 febbraio; visita in Istituto del vice vicario generale dei giuseppini P. Antonio Vabri in febbraio; visita di P. Armando Bridaroli, direttore della Casa giuseppina di Milano il 3 marzo; visita del missionario P. Pier Luigi Mason il 7 marzo e del missionario P. Luigi Maistrello; visita del superiore generale P. Vincenzo Minciacchi il 14 aprile; ammissione di 14 aspiranti giuseppini al postulandato il 2 maggio; visita del missionario P. Francesco Tramarollo il 14 maggio; gita pellegrinaggio dei collegiali al santuario della Madonna del Caravaggio il 19 maggio; solenne festa di tre sacerdoti novelli giuseppini (Guido Bassanello, Gino Montagna e Luigi Carletti) di Montecchio Maggiore alla parrocchia di S. Vitale il 29 giugno; solenne festa sacerdotale giuseppina ad Enego, insieme agli aspiranti trentini di Civezzano e i pre-aspiranti del Veneto il 14 luglio; inizio delle scuole estive il giorno 1 agosto; gita ad Arcugnano e a Monte Berico il 12 agosto; gita sul Pasubio il 19 agosto; nozze d'argento sacerdotali di don Gino Gini il 29 agosto; ritorno degli aspiranti in Istituto, dopo il secondo e breve periodo di vacanza trascorso in famiglia, il giorno 1 ottobre; inizio del nuovo anno scolastico il 4 ottobre; breve visita di mons. Massimiliano Spiller, vescovo giuseppino, il 17 ottobre; solenne celebrazione della festa dell'Immacolata l'8 dicembre e nozze d'oro sacerdotali di P. Ottavio Colle.

Anno 1966. Sono 150 gli aspiranti ospiti in Istituto (113), visitato nel corso dell'inverno dai missionari giuseppini don Dante Fontana, don Giovanni Apolloni, don Guerrino Gardellin, don Francesco Ivaldi e dal consultore generale della Congregazione don Egisto Crociani il 23 aprile; gita scolastica a Trieste il 30 aprile; raduno di un centinaio di pre-aspiranti alla Scuola Apostolica il 15 maggio; gita degli aspiranti di terza media a Civezzano, Trento e al lago di Garda il 17 maggio; visita del missionario don Luigi Rizzo il 24 maggio; festa della riconoscenza al direttore don Gino Gini e a tutti i superiori il 29 maggio; festa sacerdotale giuseppina ad Enego; ritorno degli aspiranti dalle vacanze il giorno 1 agosto; pellegrinaggio alla Grotta di Lourdes a Chiampo il 4 agosto; gita-pellegrinaggio alla Madonna della Corona il giorno 11 agosto.

Intensa, durante il periodo di permanenza in Istituto nel mese di agosto, l'attività ricreativa ed artistica degli aspiranti, con esposizione finale dei lavori eseguiti, e la loro formazione liturgica. Di tutto questo scrive la cronaca (114):

"Anche quest'anno, nel mese di agosto, si mantennero vive le tradizionali attività artistiche e ricreative dei nostri giovani. Il giorno stesso del loro rientro essi esprimevano viva attesa di impegni più sereni e concilianti con un clima di vacanza, e non furono delusi. Favoriti dall'alta percentuale di promossi, i nostri aspiranti, oltre ad un doveroso ripasso scolastico, poterono dedicarsi a molteplici attività parascolastiche, impedite durante l'anno".

Sotto la guida competente di uno scelto gruppo di chierici teologi e del magistero, rifiorirono ben presto le "belle arti" della perlina colorata, del ferro sagomato, della ceramica, della pittura su tela, della lavorazione del polistirolo espanso, del mosaico in carta. Tutte queste iniziative impegnarono i nostri giovani ad un lavoro attento e fantasioso, con un risultato lusinghiero, sia dal punto di vista educativo, sia da quello artistico-artigianale. Lo dimostrò alla fine del mese e di tale attività l'afflusso di professori e di insegnanti, dei parenti degli stessi aspiranti, della gente della "Valle" di Montecchio, alla elegante mostra dei lavori più riusciti, allestita nella sala del parlatorio del nostro Istituto".

"Su quattro grandi pannelli facevano bella mostra di sé i passaggi vari, i Cinesi e le Cinesine, i motivi ornamentali e la natura morta, tutte "opere" ricavate con pazienza dalla rilucente perlina. Non minore affermazione ottennero le altre lavorazioni, sistemate un po' ovunque, nella abbondante rassegna estiva".

"In questo periodo i nostri giovani furono particolarmente seguiti nella loro formazione liturgica. Un corso di trenta lezioni, didatticamente diviso per le varie età e classi, riportò gli aspiranti ad una più compresa partecipazione liturgica, che si espresse specialmente nelle belle Messe dialogate, secondo la nuova riforma".

"Dobbiamo ancora un doveroso accenno alle attività ricreative, che confermarono nuovamente le inesauribili e lodevoli attività e novità dei nostri chierici. Sul palcoscenico del nostro teatro si esibirono con le loro recite graziose e buffe tutti quei giovani che sentirono la necessità di affermarsi con la mimica e la recitazione".

Alle olimpiadi svoltesi in dieci giorni continuati, ogni aspirante cercò e realizzò un buon piazzamento. Chi alle corse ad ostacoli, chi alla maratona, chi al salto in alto, al salto in lungo, alla staffetta, tutti furono bravi e lodevoli, assicurandoci ancora una volta delle prodigiose energie racchiuse nei giovani d'oggi"."Possiamo concludere che il periodo estivo nell'Istituto offrì il meglio allo spirito e al corpo per una totale formazione dei nostri futuro sacerdoti giuseppini".Il 25 novembre, aderendo all'invito rivoltogli dal direttore don Gino Gini, il vescovo diocesano mons. Carlo Zinato si compiace di intervenire alla Scuola Apostolica Maria Immacolata ad un incontro con i Padre e gli aspiranti giuseppini. Celebra la messa prelatizia alle 7,30 e rivolge un caloroso e paterno discorso di circostanza.

Anno 1967. Le cronache dell'annata risultano fitte di avvenimenti succedutisi in Istituto. Innanzitutto nel mese di gennaio un forte attacco di influenza che colpisce alcuni Padri e la quasi totalità degli aspiranti, per cui la scuola e le iniziative varie segnano un passo di arresto sulla tabella di marcia. Fortunatamente l'influenza è di carattere benigno e dopo alcuni giorni di letto i colpiti possono riprendere la vita comunitaria, anche se un po' spossati e fiacchi (115). Visite in Istituto di P. Angelo costa dal Brasile il 5 gennaio, di P. Franco Magrini dal Cile il 22 gennaio, di P. Dario Priante da Enego il 7 febbraio e nel corso della primavera di P. Antonio Capri da Napo, di P. Pietro Volpi dall'Argentina, di P. Umberto Dorigatti dall'Equatore, di P. Giuseppe Bossoni dal Cile e dell'ex superiore generale P. Luigi Casaril (116).

Domenica 22 gennaio solenne veglia biblica degli aspiranti, giornata mondiale per i lebbrosi il 22 gennaio, primo incontro dei genitori degli aspiranti con l'ex allievo prof. Luciano Fiorese il 26 febbraio (117), giornata mondiale delle vocazioni sacerdotali il 9 aprile (118), gita scolastica a Venezia e Cavallino il 26 aprile (119), nozze d'argento sacerdotali P. Angelo Arcolin l'1 maggio (120), giornata dei pre-aspiranti il 21 maggio (121), gira degli aspiranti di terza media a Civezzano il 23 maggio (122), festa della riconoscenza degli aspiranti nei riguardi del direttore P. Gino Gini e degli altri Padri insegnanti il 28 maggio (123), cerimonia mariana della chiusura del mese di maggio il giorno31 dello stesso mese (124).Giugno vede gli aspiranti assai impegnati per gli esami di fine d'anno. I risultati sono più che soddisfacenti: presentati 134, licenziati o promossi 94, rimandati 39. Una particolare menzione meritano gli allievi di terza media: presentati 29, licenziati 25, rimandati 4 (125). Il 3 luglio i pre-aspiranti, in numero di 100, sono ad Enego per una settimana (126); il 12 luglio gli studenti di terza media sono a Civezzano per un ritiro spirituale e una gita sulla Presanella (127). Il mese di agosto registra il rientro degli aspiranti in Istituto il giorno primo del mese per ripassare le lezioni e le riparazioni (128), una gita con meta l'Istituto di Arcugnano il giorno tre (129), festa sacerdotale con P. Adriano Bellotto il giorno sei (130), visita dei missionari P. Claudio De Agostini e Giuseppe Vettorello dall'Equatore il giorno 13 (131). Agosto registra ancora una gita a Recoaro Terme il giorno diciassette (132) e la partecipazione degli aspiranti alla solenne processione a Monte Berico il giorno venticinque (133).

Il tre settembre ha luogo la inaugurazione della mostra dei lavori eseguiti dagli aspiranti durante le vacanze d'agosto fatte in Istituto (134). La mostra, per non riuscire pesante, offre una intelligente selezione dei migliori lavori. Il pezzo che maggiormente richiama la comune attenzione ed i più ampi elogi è la Via Crucis in formica policroma su disegno del chierico Mauro Peserico. Anche i lavori in rafia ed in rame battuto ricevono elogi e apprezzamenti senza tralasciare di menzionare i buoni lavori in ceramica e le pitture. Un sincero plauso è indirizzato nell'occasione al P. Siro Lazzari, solerte ed apprezzato organizzatore dei lavori, i quali vengono così a risolvere il problema del tempo libero, congiungendo il diletto, l'utilità e la validità sul piano educativo.

L'anno 1968 si apre in Istituto con una gita devozionale alla Grotta di Lourdes a Chiampo e con la visita all'artistico presepio della Pieve (135). La stagione invernale causa una epidemia influenzale, che mette a letto buona parte degli studenti e degli insegnanti (136).

Nuovo gusto alla liturgia rinnovata si registra tra gli aspiranti della Scuola Apostolica (137). In particolare alla domenica con la messa e la liturgia vespertina. Tutto parla di vita, partecipazione, decoro: i canti dell'assemblea, del coro, dei solisti, la precisione dei celebranti ed inservienti nelle cerimonie (138).

Il 19 marzo, festa di S. Giuseppe, dopo la messa solenne del mattino, svariato programma di giochi nell'ampio cortile dell'Istituto, Quindi, nel pomeriggio, durante le funzioni religiose, rinnovo dei voti dei Padri Giuseppini, davanti a tutti gli aspiranti (139).

Il 24 marzo ha luogo il secondo incontro con i genitori: relatore il P. Gino Bisigato sulla responsabilità dei genitori nell'educazione dei figli, specie quelli favoriti dalla "vocazione religiosa". Non meno interessante dell'applaudita relazione la successiva conversazione che ne segue e le domande poste dagli intervenuti (140).

Gli "Usignoli d'Olanda", un importante coro di 37 ragazzi, sono ospiti per un applauditissimo concerto la sera del 24 aprile (141). L'11 maggio gli aspiranti sono in gita al lago di Garda e il giorno dopo sono a Montecchio 80 pre-aspiranti provenienti da varie località del Veneto (142). La festa della riconoscenza con una serie di manifestazioni in onore del direttore e degli insegnanti ha luogo il 26 maggio (143).

Dopo gli esami di giugno, gli studenti rientrano in famiglia per un mese. Sono di ritorno alla Scuola Apostolica il giorno 1 agosto, per ripassare le lezioni e le materie scolastiche già apprese e (per alcuni) per prepararsi agli esami di riparazione (144). Favoriti dall'alta percentuale di promossi i giovani dell'Istituto mantengono vive le tradizionali attività artistiche, ricreative e parascolastiche, impedite durante l'anno. Sotto la guida competente di un gruppo di giovani insegnanti, rifioriscono le belle arti della perlina colorata, del ferro sagomato, del rame battuto, del mosaico in carta, di bei lavori in traforo e in intarsio, in formica e in rafia. Queste iniziative impegnano i giovani ad un attento e minuzioso lavoro con lusinghieri risultati (145). Tali attività sono intercalate da gite sul Monte Grappa il 10 agosto e a Recoaro Mille il 22 agosto (146).Festa sacerdotale giuseppina il 24 agosto con i padri Giuseppe Bertinato, Carlo Faedo, Alfonso Geremia, Giuliano Massignan, Giovanni Rosa, Mario Roviaro, Angelo Zonta, Giancarlo Camerra, Antonio Gabrielli e Giuseppe Cavallin (147).Come sempre, la festa ha il suo preludio nel raccoglimento della cappella del S. Cuore. I novelli sacerdoti concelebrano solennemente. Il superiore provinciale P. Mario Venturini al vangelo pronuncia sentite parole sulla eccellenza del sacerdozio, esprimendo auguri ai fortunati che ne vedevano l'aurora per iniziare il loro apostolato, ed esortando gli aspiranti a perseverare nella loro vocazione. A settembre in Istituto cambia il direttore: P. Gino Gini è trasferito a Padova al Pensionato Universitario Murialdo e gli subentra P. Giuseppe Bellotto, già insegnante nelle Scuole Apostoliche di Montecchio Maggiore, di Arcugnano e Civezzano (148).

Serata di addio a 12 postulanti giuseppini che partono per il noviziato di Vigone il 21 settembre (149) e rientro in Istituto degli aspiranti il giorno primo di ottobre (150). Molti sono anche nuovi, ma ben presto fraternizzano con gli altri. Nello stesso giorno gli aspiranti che hanno superato la terza media si trasferiscono a Civezzano per il corso ginnasiale (151). Il 13 ottobre il direttore P. Bellotto, ai genitori degli aspiranti appositamente radunati, illustra il metodo educativo usato dai superiori della Scuola Apostolica per infondere nei loro allievi l'amore alla sincerità e alla lealtà, allo studio e alla laboriosità, la sensibilità ai problemi degli altri, la piena confidenza verso i superiori, ma specialmente lo spirito di preghiera e di devozione, doti necessarie per far maturare nei loro cuori il prezioso germe della vocazione religiosa e sacerdotale (152).

Nell'anno 1969 sono 102 gli aspiranti giuseppini di Montecchio Maggiore e cinque classi di scuola: una di quinta elementare, due di prima media, una di seconda media e una di terza media (153).

Gli studenti dell'Istituto sono il 14 gennaio in gita pellegrinaggio alla Grotta di Chiampo e in visita al museo della Pieve (154). Nel giorno dell'epifania viene offerto da una benefattrice un pacco-dono ad ogni aspiranti (155). In febbraio P. Zeffirino Apolloni compie 79 anni. La cronaca (156) così registra l'avvenimento: "D. Zeffirino al mattino celebra e tiene l'omelia ai ragazzi. A mezzogiorno, invece, tengono l'omelia i confratelli. Don Zeffirino approva, chiarisce, confuta, protesta, s'oscura in volto, si rabbonisce e gli resta il tempo anche per mandar giù qualcosa!".

Gli aspiranti di terza media sono in visita alla Scuola Apostolica di Civezzano, toccando nel percorso la città di Verona, Peschiera, Punta San Vigilio, Riva del Garda, Rovereto e Trento (157).

Dallo Scolasticato di Ponte di Piave giunge la sera del 28 febbraio il superiore generale P. Vincenzo Minciacchi per una breve visita alla Scuola Apostolica (158). Egli visita le aule scolastiche, ha colloqui con alcuni confratelli e tiene una conferenza a tutta la comunità esortandola a continuare con zelo nel compito della formazione dei giovani, così importante per lo sviluppo avvenire della Congregazione giuseppina.

La festa di S. Giuseppe è celebrata dagli aspiranti con entusiasmo e fervore. Il vasto cortile dell'Istituto è tutto imbandierato e sotto la tettoia sono esposti numerosi disegni e quadri di S. Giuseppe, eseguiti dai giovani sotto la guida di P. Mauro Peserico. Nella mattinata e nel pomeriggio gli aspiranti, allietati da un bel sole primaverile, sono impegnati in varie gare sportive e in giochi interessanti. Il pranzo dei confratelli è allietato dalla presenza di P. Armando Martini, superiore della Provincia cileno-argentina (159).

Il 10 maggio gli aspiranti sono in gita - pellegrinaggio al santuario della Madonna del Caravaggio (160) e visitano Bergamo, Valbrembo, Sotto il Monte e Brescia. Il giorno 18 si raccolgono nella Scuola Apostolica 160 fanciulli preaspiranti, provenienti da varie zone del Veneto (161) e il giorno 25 si celebra la giornata della riconoscenza (162). Gli aspiranti e i superiori dell'Istituto partecipano il 28 giugno a Monte Berico alla ordinazione sacerdotale di quattro diaconi giuseppini della provincia veneta: Giacomo Berti, Silvano Cazzola, Tarcisio Riondato e Agostino Montan (163). Il pranzo fraterno è consumato alla Scuola Apostolica di Montecchio, presente anche il superiore provinciale P. Mario Venturini.La località prescelta per il soggiorno alpino degli aspiranti nei mesi di luglio ed agosto è Cinto Tesino, ridente paese che sorge in un ameno altopiano sovrastante la Valsugana. Trentacinque aspiranti salgono lassù il 5 luglio per soggiornarvi fino al giorno 28, lasciando il posto ad altri trentacinque compagni fino al 20 agosto. Il periodo alpino è tutto un susseguirsi di attività religiose, ricreative, artistiche (164).

La giornata sacerdotale giuseppina è celebrata in Istituto il 24 agosto con i novelli leviti Giacomo Berti, Silvano Cazzola, Tarcisio Riondato e Mario Pizzol. Al pranzo comunitario è presente anche il superiore provinciale dell'Argentina-Cile P. Armando Martini (165).

Dopo un silenzio di venti giorni gli ambienti sereni della Scuola Apostolica si ripopolano con 110 aspiranti, di cui circa la metà è costituita da nuovi. Il direttore P. Giuseppe Bellotto celebra la messa di inaugurazione dell'anno scolastico il giorno 2 ottobre e il giorno 4 ottobre tutti gli aspiranti sono in pellegrinaggio alla Madonna di Monte Berico (166). L'8 novembre è in visita all'Istituto il P, Vincenzo Minciacchi (167) e l'8 dicembre, festa dell'Immacolata, è con la comunità di Montecchio il superiore provinciale P. Mario Venturini (168).

Anno 1970. Sono 106 gli studenti dell'Istituto con cinque classi: una di quinta elementare, due di prima media, una di seconda media e una di terza media (169).

"La comunità giuseppina è bene organizzata ed affiatata nel lavoro apostolico e di orientamento dei ragazzi. Anche il metodo di lavoro è bene impostato in accordo ai nuovi indirizzi ed esperimenti psicopedagogici. Si tende, cioè, a valorizzare il ragazzo nella sua individualità, non spersonalizzandolo in una formazione di massa. I ragazzi sono divisi in distinti gruppi ad ognuno dei quali è proposto un sacerdote con compito di animarlo, tenerlo unito e formarlo. Quasi ogni giorno ci sono la messa e la meditazione per i distinti gruppi in diverse cappelle, per la preparazione comunitaria della confessione, per la recita quotidiana di qualche mistero del rosario, per il gioco, per il passeggio (170).

La mattina del primo giorno di maggio i cento aspiranti giuseppini di Montecchio Maggiore, assieme ai loro superiori, partono festosamente alla volta di Roma su due pulmann, seguiti da altri cinque su cui prendono parte numerosi ex allievi con i loro familiari, mamme apostoliche, amici dell'Istituto: complessivamente circa 350 pellegrini. Tra gli amici vanno particolarmente ricordati i sei consiglieri comunali con il civico gonfalone. Dopo essersi fermati a Firenze e ad Orvieto, i pellegrini giungono a Roma alle 22, trovando alloggio in diverse pensioni ed alberghi. Nei giorni successivi visitano le basiliche maggiori e i più famosi monumenti della città. Partecipano, assieme a tutti gli altri pellegrini giuseppini, al trionfo del Murialdo nel palazzo dello sport all'EUR, e soprattutto nella basilica di S.Pietro. Nel pomeriggio del 3 maggio gli aspiranti visitano la Casa generalizia per ossequiare i superiori maggiori. Riprendono la strada del ritorno lunedì 4 maggio, effettuando due tappe ad Assisi e a S. Marino (171).

Il 31 maggio è celebrata solennemente la festa di San Leonardo Murialdo. E' preparata nella cappella dell'Immacolata, nella chiesa parrocchiale di San Pietro e in altre chiese della zona con una predicazione sul Murialdo durante tutto il mese di maggio. Momento culminante della festa la messa celebrata dal vescovo ausiliare di Vicenza mons. Carlo Fanton alle ore 20 nel cortile interno dell'Istituto su di un grandioso palco con l'altare. In alto sulla facciata dell'Istituto si ammirava un grande stendardo raffigurante S. Leonardo Murialdo nella gloria dei Santi, già esposto dalla loggia della basilica vaticana nel giorno della canonizzazione. Un altro grande stendardo, raffigurante il Santo tra i giovani, saluta all'ingresso quelli che via via affluiscono per la manifestazione: sono i fedeli della Valle, del duomo, di San Pietro, di Sovizzo Colle, le suore dorotee e murialdine, le autorità comunali, l'arciprete di San Vitale ed il clero della zona. I piccoli cantori del Murialdo, diretti da P. Giovanni Rosa, eseguono i canti liturgici. All'omelia mons. Fanton mette in risalto le virtù caratteristiche del novello Santo, la sua umiltà, la sua eroica carità verso i giovani poveri e abbandonati e le sue meravigliose realizzazioni in campo sociale a beneficio degli operai (172), A tutti i presenti è distribuito un depliant illustrativo della vita del Murialdo e delle opere dei giuseppini nei 70 anni di loro permanenza a Montecchio Maggiore.

"Montecchio è un paese fortunato per la bellezza dei suoi colli, per la bontà dei suoi abitanti e per il fervore di vita che industrie d'ogni genere fanno nascere intorno". Così inizia il depliant parlando di 70 anni di Padri Giuseppini a Montecchio. "Quando agli inizi del secolo, si stabilirono a Montecchio ed innalzarono a nord del paese il loro Collegio semplice e grandioso nella cornice dei colli, i Giuseppini si sentirono pulsare intorno il cuore ammirato e contento di tutta la popolazione".

"L'Istituto Maria Immacolata offrì ai ragazzi fin da principio un ampio cortile ombreggiato, sale di studio e di gioco, linde camerate per il riposo. Oggetto di sempre nuovi miglioramenti edilizi, è oggi un ambiente completo in cui tanti giovani, in un clima di sereno lavoro scolastico e di cordiale familiarità con i Padri, pensano e preparano il loro domani. E' nostro desiderio, infatti, che questi ragazzi fatti giovanotti ed uomini, qualunque sia la loro vocazione ed il loro posto nella vita, ricordando gli anni trascorsi a Montecchio, possano dire: Lì ho trovato serenamente e seriamente ospitalità, mi sono formato un carattere, ho posto le basi della mia cultura, ho imparato ad amare la vita più per le occasioni che offre di fare il bene che di star bene".

"La nostra scuola perciò vuole essere una scuola di orientamento per la vita, un orientamento però che non presenti come possibile solo la via di una carriera politica o di un impiego economicamente redditizio o di un matrimonio felice, ma che presenti come bello e desiderabile anche il Sacerdozio e l'essere Apostoli consacrati al Signore. E' per questo che il nostro Istituto si chiama anche Scuola Apostolica. Ai ragazzi di oggi i film, la televisione, la stampa, gli amici presentano con i colori più vivaci, con le descrizioni più attraenti tante carriere di facile successo che a volte si rivelano poi effimere, e noi non abbiamo paura di presentare ai nostri figlioli una buona strada nella vita qual è quella del Sacerdozio e di incoraggiarli a percorrerla".

"Noi vogliamo aiutare i nostri ragazzi a conoscere e valutare le proprie attitudini e le diverse possibilità che ci sono per loro nella vita. La valutazione sarà naturalmente sommaria e generica; resterà sempre spazio per l'entusiasmo, per la fiducia e per quel supremo privilegio della gioventù che è l'ingenuità; privilegio che è di aiuto anche nelle grandi scelte. Nei 70 anni vita dell'Istituto Maria Immacolata i Padri Giuseppini hanno sempre lavorato in questo senso. E i frutti che ne sono maturati ci incoraggiano a continuare con lo stesso programma".

"Dall'anno di fondazione (1901) al 1970 gli alunni iscritti alla nostra scuola sono stati circa 3.350. Di costoro 425 sono sacerdoti o raggiungeranno il sacerdozio nei prossimi cinque anni. Non ci è possibile dire un numero approssimativo degli ex allievi che sono oggi professionisti apprezzati nel campo della scuola, della medicina, del lavoro e dell'arte. Ci è di grande gioia il saperli cittadini onorati, cristiani convinti e coraggiosi. Ci è di grande onore il poter annoverare tra i nostri ex allievi dei deputati al parlamento italiano, dei provveditori agli studi e dei docenti universitari di chiara fama".

La famiglia del benefattore Arturo Pezzo fa dono di una bella statua, in pietra tenera dei berici, di San Leonardo Murialdo nell'atto di benedire un orfanello, da collocarsi nel piccolo giardino dell'Istituto, di fianco all'entrata principale. Per l'inaugurazione, giunge da Padova domenica 22 novembre, il consultore provinciale P, Giovanni Pizzuto, che celebra la messa della domenica di "Cristo Re" San Leonardo Murialdo ricopiò perfettamente le mirabili virtù di Cristo Re, Re dei re". La statua è dello scultore prof. Giuseppe Segato (173).

Anno 1971. Le cronache di quest'anno parlano di pochi argomenti. Innanzitutto i dati dell'Istituto (174): all'inizio del nuovo anno scolastico gli alunni ascendono a 105 distribuiti in 32 nelle due quinte elementari, 38 nelle due prime medie 18 nella seconda media e 17 nella terza. Una brevissima nota ricorda che ricorre quest'anno il settantennio dell'ingresso dei Giuseppini a Montecchio Maggiore e che il primo direttore fu il P. Pietro Carrà, coadiuvato dal P, Giuseppe Baldelli (175).

Il 26 gennaio Valeriano Maragno arriva in Istituto ad intrattenere i ragazzi di seconda e terza media. "E' una conversazione familiare sui problemi dell'orientamento vocazionale, ma presentato come esperienza vissuta, non tanto come somma di pro o di contro per questa o quella strada. I ragazzi sono rimasti molto soddisfatti. Il signor disse di aver trovato da noi i comuni buoni ragazzi di collegio con i loro problemi di disciplina, di sofferta chiusura dell'ambiente, ma visti con una certa serenità di spirito ed una grande facilità di esprimersi. Ha apprezzato soprattutto questa facilità a parlare" (176).

La riunione dei genitori dei ragazzi ha luogo il 7 febbraio nel refettorio dei "grandi" per gli alunni di seconda e terza media. I temi in trattazione sono quelli dell'orientamento, intesi a togliere ai genitori la voglia di intrattenersi nella scelta dei ragazzi o prospettando loro le difficoltà avvenire fino quasi a scoraggiarli, o addirittura mostrando di non gradire una eventuale scelta che non sia quella del sacerdozio (177).

Il centro, però, delle "Cronache 1971" è Padre Zeffirino Apolloni, che il 19 marzo, festa di S. Giuseppe, celebra il cinquantesimo della ordinazione sacerdotale.

Per l'occasione è pubblicato un elegante opuscolo, con numerose illustrazioni riguardanti la vita di don Zeffirino, da ragazzo fino agli ultimi tempi. Vi compaiono affettuosi scritti di congratulazione da parte del superiore generale P. Vincenzo Minciacchi, del provinciale P. Girolamo Zanconato, dell'ex superiore generale P. Luigi Casaril, dell'arciprete di San Vitale don Francesco Ferrari, del presidente degli ex allievi prof. Domenico Stella, del vice presidente cav. Vittoriano Nori, dell'ex allievo avv. Marino Corder e dei confratelli Padri Amedeo Pasotto, Bruno Bison e Gino Gini.

Nella presentazione è scritto: "Carissimo Padre Zeffirino, abbiamo voluto ricordare il 50º della Sua ordinazione sacerdotale con questa modesta pubblicazione. Essa raccoglie gli scritti di alcuni confratelli ed ex allievi che Le sono particolarmente affezionati e che sono oggi presenti attorno all'altare della Sua Messa d'oro a rappresentare i tanti confratelli e i tanti ragazzi che L'hanno avuto educatore paziente e artefice d'innumerevoli ore serene. Un clima di lieta ammirazione aleggia attorno a Lei, frutto del Suo lavoro solerte, scrupoloso, del Suo buon cuore, del Suo sorriso aperto, della Sua conversazione cordiale. Ed è proprio la lieta ammirazione a caratterizzare queste pagine. Diceva il buon Padre Antonio Boschetti: Oh! Avessi io un pezzetto di Zeffirino da mettere in ogni comunità giuseppina! Noi, caro P. Zeffirino, La possediamo tutto intero e ringraziamo il Signore perché Le dà modo di fare ancora tanto bene nel nostro Istituto: Lo ringraziamo il Signore per i Suoi 50 anni di sacerdozio" (178).

Padre Zeffirino era stato ordinato sacerdote a Vicenza il 12 marzo 1921, a 31 anni. Il ritardo della sua ordinazione era stato causato dall'interruzione dei suoi studi per i sette anni di vita militare trascorsi alcuni in tempo di pace ed altri a Tripoli in Libia e nella prima guerra mondiale 1915-1918. Alla sua Messa d'oro concelebrano con lui il provinciale P. Zanconato, l'arciprete di San Vitale don Ferrari, Padre Pasotto e il direttore dell'Istituto Padre Bellotto. Il discorso gratulatorio è tenuto da Padre Pasotto. Eseguono i canti i cantori dell'Istituto, diretti da P. Giovanni Rosa. Partecipano al rito alcuni parenti del festeggiato, vari giuseppini giunti da altre comunità, un gruppo di ex allievi e di mamme apostoliche, i fedeli che usualmente frequentano la chiesa della Scuola Apostolica, oltre, naturalmente, tutti gli aspiranti dell'Istituto.

Successivamente, nella sala teatrale, si svolge una familiare accademia, durante la quale parlano il direttore, il superiore provinciale, l'avvocato Marino Corder e il maestro cav. Mario Brunello, il quale rievoca alcuni suoi ricordi circa la mamma del festeggiato, sua antica maestra a San Germano dei Berici. Segue un intervento del sindaco on. Renato Corà e al pranzo Padre Zeffirino, profondamente commosso, ringrazia con alcuni stornelli tutti i presenti per l'affetto dimostratogli (179).

Il 4 novembre ha luogo a Montecchio Maggiore - San Vitale, una solenne cerimonia con la consegna di Cavaliere di Vittorio Veneto a cento ex combattenti della prima guerra mondiale. Durante il pranzo, svoltosi in Istituto con oltre 400 persone, il sindaco on. Corà consegna l'onorificenza anzidetta ai giuseppini P. Zeffirino Apolloni e P. Fortunato Panozzo (180).

Il 1972 registra in cronaca innanzitutto l'arrivo del consultore generale della Congregazione Giuseppina P. Nazareno Montanari Lughi, che sosta alla Scuola Apostolica dal 24 al 30 gennaio per la visita canonica ai Padri della comunità e ai 140 allievi dell'Istituto (129 interni e 11 esterni), suddivisi in sei classi: una di quinta elementare, due di prima media, due di seconda media e una di terza media (181).

Il 20 aprile scompare per malattia il P. Mariano Bonato, all'età di 60 anni, in Istituto dal 1960. Qui aveva compiuto gli studi ginnasiali, vi era ritornato da sacerdote dal 1936 al 1940, quindi nell'immediato dopo guerra nel 1945 per dirigere un gruppo di orfani, poi trasferiti ad Enego. Era stato anche missionario in Brasile, Argentina e Cile e aveva lavorato anche in altre opere giuseppine del Veneto (182).

Gita scolastica a Trieste il 25 aprile e cerimonia di saluto il 31 maggio a P. Girolamo Pianezzola, da sei mesi a Montecchio Maggiore, e in procinto di partire per l'Argentina, nonostante i suoi settant'anni circa. In Brasile, Argentina, Cile e Spagna aveva già trascorso quarant'anni del suo apostolato (183).

Festa della riconoscenza il 4 giugno con il 25º di sacerdozio dei Padri Bruno Bison, insegnante al Collegio Brandolini - Rota di Oderzo, Giovanni Pizzutto, direttore del Collegio Universitario Murialdo di Padova e Nebridio Bolcato, economo nel Seminario S. Josè di Orleaes (Brasile) (184).

E' ospite dell'Istituto nei giorni 5 e 6 giugno il missionario P. Luigi Rizzo, accompagnato dal consultore generale P. Armando Martini, e proveniente dall'Ecquador (185). Nel pomeriggio dell'8 giugno ha luogo in Istituto un ritiro spirituale di oltre cento sacerdoti, predicato dal vescovo diocesano mons. Arnoldo Onisto: tra le due meditazioni tenute ai sacerdoti, il vescovo saluta i ragazzi in un breve incontro. (186).

Un incontro con i genitori degli aspiranti ha luogo il 15 ottobre, con una conversazione in teatro del direttore P. Giuseppe Bellotto sul metodo educativo dei giuseppini nei confronti dei ragazzi della Scuola Apostolica (187). Fanno visita all'Istituto i missionari P. Claudio De Agostini proveniente dall'Ecquador il 23 novembre, P, Vincenzo Peron proveniente dall'Argentina il giorno 11 dicembre e il consultore generale P. Armando Martini il 26 dicembre (188).

Dopo un anno di governo della diocesi di Vicenza, il vescovo mons. Arnoldo Onisto visita in forma privata la Scuola Apostolica lunedì pomeriggio 27 novembre. Durante l'omelia della concelebrazione della messa vespertina da lui presieduta, ringrazia innanzitutto i sacerdoti giuseppini per "l'efficace e zelante aiuto che prestano in molte parrocchie della diocesi" e quindi indirizza agli alunni alcune raccomandazioni circa l'acquisto della bontà, la correzione dei propri difetti, l'amore allo studio, il senso e il culto dei propri doveri, l'amore alla preghiera e alla meditazione per conoscere e seguire la propria vocazione". Prima dell'offertorio tre chierici giuseppini rinnovano i loro voti ai piedi dell'altare. Successivamente il vescovo accetta di assidersi a mensa con la comunità, esprimendo ai giuseppini la sua amabile compiacenza (189).

L'8 dicembre, festa dell'Immacolata, il P. Fortunato Panozzo ha la gioia di commemorare, a 78 anni, il suo cinquantesimo di ordinazione sacerdotale. La messa gibilare è concelebrata dal festeggiato con alcuni sacerdoti, presenti gli allievi, la popolazione della zona, numerose mamme apostoliche ed ex allievi. Il discorso di circostanza è tenuto dal P. Alfonso Panozzo, parente e compaesano di P. Fortunato (190).

Il superiore generale P. Vincenzo Minciacchi compie il 29 dicembre una breve visita alla comunità, parlando familiarmente ai confratelli del suo lungo viaggio compiuto nei mesi antecedenti in America Latina e delle imminenti celebrazioni per il centenario di fondazione della congregazione giuseppina (191).

Siamo al 1973. Sono 150 gli aspiranti della Scuola Apostolica, più di 25 alunni esterni che frequentano quattro classi di scuola: una di quinta elementare, una di prima media, una di seconda media e una di terza media. I 23 aspiranti di quarta e quinta ginnasio, già a Civezzano, sono sistemati nei locali della vicina Villa Maria in Montecchio (192).

Per suggerimento del superiore provinciale P. Girolamo Zanconato sono festeggiati nell'Istituto di Montecchio il 4 febbraio i seguenti giuseppini insigniti del cavalierato di Vittorio Veneto: P. Angelo Fabris (78 anni) e P. Leone Zonta (79 anni) residenti al Collegio Brandolini - Rota di Oderzo, P. Ottavio Colle (85 anni) residente all'Istituto Turazza di Treviso, P. Bassiano Zonta (81 anni) residente all'Istituto Sacro Cuore di Modena, P. Zeffirino Apolloni (83 anni) e P. Fortunato Panozzo (79 anni) entrambi residenti nello stesso Istituto a Montecchio Maggiore. Concelebrazione e pranzo con il superiore provinciale (193).

Il pomeriggio del 17 marzo gli aspiranti partecipano al Patronato Leone XIIIº di Vicenza alla ordinazione sacerdotale di P. Renato Dalla Vecchia, ex allievo della Scuola Apostolica Maria Immacolata (194); il primo maggio sono in gita scolastica a Chioggia, Pomposa, Ravenna e Ferrara (un gruppo) e Verona, il lago di Garda e il santuario del Frassino (un secondo gruppo) (195).

Per una intera giornata (20 maggio 1973) 130 pre-aspiranti, invitati dal promotore vocazionale P. Lino Bredariol, visitano l'Istituto e qui di trattengono fino a sera (196). La festa della riconoscenza aagli educatori e ai genitori, associata alla premiazione dei migliori alunni, viene svolta domenica 10 giugno, presente il superiore provinciale P. Girolamo Zanconato (197).

Un obiettivo conseguito nell'anno scolastico 1972 - 1973 è il riconoscimento legale delle prime due classi della scuola media; nel prossimo anno dovrebbe ottenersi il riconoscimento anche per la terza media. La scuola rimane così annessa alla scuola media parificata del Patronato Leone XIIIº di Vicenza. Finora i risultati sul piano didattico e su quello formativo risultano buoni e confortanti; ciò grazie anche all'efficiente presenza di alcuni insegnanti esterni (198).

Dal 20 giugno al 13 luglio trentatré aspiranti sono ospiti della Colonia Marina "Tridentina" del seminario vescovile di Trento a Bibione (199); dal 19 luglio al primo agosto gli aspiranti maggiori di terza media e del ginnasio, in collaborazione con la parrocchia di S. Vitale, sono in campeggio estivo in territorio del comune di La Valle Agordina, insieme agli scauts (200); cento aspiranti vanno in vacanza a Rotzo dall'8 agosto al primo settembre (201).

Domenica 14 ottobre, all'inizio del nuovo anno scolastico, il direttore P. Giuseppe Bellotto si incontra con i genitori dei ragazzi e svolge loro una relazione per esporre i principi ispiratori, ai quali si attengono i giuseppini nello svolgimento della loro missione educativa. Egli sottolinea le difficoltà, oggi tanto accresciuta nell'opera educativa e le incertezze che non di rado assalgono gli stessi educatori, non tanto circa le mete educative, quanto invece il come educare. "Siccome per essere educatori la prima condizione è quella di avere l'animo perfettamente equilibrato, libero dall'angoscia e dalla sfiducia nel proprio lavoro, noi giuseppini abbiamo fatta una scelta sul nostro metodo di educare, ci siamo proposti di farlo con ottimismo, termine che in un contesto cristiano significa mettere in atto costantemente la virtù della speranza, che è amore per la vita dei giovani, per le sue forme, i suoi tempi; noi siamo a loro disposizione di giorno e di notte con tutte le nostre possibilità in campo intellettuale e affettivo, senza pretendere stipendio; ci basta solo che questi ragazzi crescano bravi e buoni. La speranza è credere nella vita, avere la certezza che ciò che è reale nei giovani non è ancora avvenuto; lavoriamo perciò costantemente su delle possibilità future, non su qualcosa di concreto; per i giovani questo tempo di attesa dura alcuni anni (i figli un giorno diventano adulti e si sistemano), per noi giuseppini è il lavoro di tutta la vita. La speranza è coraggio: mantenere l'animo forte contro il rischio e contro le opposizioni di coloro che non gradiscono essere scossi e rinnovati. La speranza è pazienza: è un aspettare calmo ma amoroso, vigilante, senza lasciarsi vincere dall'amarezza, senza lasciarsi prendere dal rancore".

"Circa la particolare fisionomia della Scuola Apostolica e ciò che gli educatori giuseppini si attendono dagli alunni, P. Bellotto ha così precisato: "Vi dico subito che la nostra vuole essere una scuola di orientamentoo per la vita, un orientamento che non presenti come possibile solo la via d'una carriera politica o di un impiego economicamente molto redditizio o di un matrimonio felice, ma che presenti, come bello e desiderabile e possibile, anche il sacerdozio e l'essere apostoli consacrati al Signore. Quando abbiamo accettato i vostri figlioli nella nostra Scuola non abbiamo chiesto loro: Avete la vocazione al sacerdozio? Volete davvero farvi preti? No! Abbiamo detto: Fra le tante strade possibili per voi nella vita c'è anche quella del sacerdozio, della consacrazione al Signore. Volete vedere se per caso, non sia proprio questa la vostra strada? Molti, a queste nostre domande, hanno risposto: No, no! Non voglio farmi prete. Neppure per sogno! Costoro non sono stati accettati nella Scuola Apostolica perché escludevano in partenza la possibilità di diventare sacerdoti... Invece i vostri figli a queste nostre domande hanno risposto: Ma! Adesso non so ancora... Mi piacerebbe anche... ma voglio pensarci su.. voglio provare intanto.. Accanto a questo desiderio, molte volte fantastico, motivato solo da qualche impressione (non possono essere che così i desideri dei ragazzi), abbiamo visto doti di vera bontà, di devozione, di buon carattere, di applicazione allo studio, un ambiente familiare molto buono. Per tutti questi motivi abbiamo accettato i vostri figlioli nella Scuola Apostolica".

Continua il direttore dell'Istituto: "Né noi, né voi, ci facciamo illusioni: dei nostri duecento ragazzi sono una quindicina e forse anche meno, saranno domani sacerdoti. Questa previsione non ci scoraggia affatto e non mette in crisi né il nostro lavoro, né il nostro ottimismo. Noi lavoriamo per tutti, vogliamo preparare tutti alla vita. Vogliamo che il ragazzo che frequenta il nostro ambiente trovi facile, direi quasi naturale, sviluppare in sé il senso del bene, del giusto, del grande che è in ogni giovane. Ci interessa sino ad un certo punto il come il ragazzo vivrà domani questi suoi sentimenti e come in concreto organizzerà la sua vita; ciò che ci interessa è che presso di noi trovi modo di sviluppare tutte le sue possibilità di bene".

"Non vorrei che i genitori volessero che il figliolo rimanga almeno fino alla terza media nell'Istituto, gli facciano recitare a tutti i costi la parte del seminarista.. Sarebbe falsare l'identità del ragazzo. E poi, una domanda su ciò che il ragazzo pensa di fare in avvenire sarà posta soltanto alla fine della terza media. Su questo punto perciò nessuna preoccupazione. Qualche mamma dice: Se dipendesse da me, desidererei che divenissero preti non uno ma anche due o tre figli. Io potrei dire: Se dipendesse da me, sarei contento di accompagnare al sacerdozio tutti i miei 200 ragazzi.

Ma, carissimi genitori, lasciate che ve lo dica chiaro: la via al sacerdozio o qualsiasi altra via nella vita per i vostri figlioli non è legata né ai desideri miei, né ai vostri desideri, ma dipende esclusivamente dai ragazzi; siano essi a sceglkiere liberamente in base ai propri ideali, ai propri gusti, al proprio carattere. Scopo dell'educazione non è trasformare i figli in copie della nostra persona e dei nostri desideri, perché il figlio è un uomo nuovo e non la ripetizione di noi stessi, anche se si muove sulla nostra scia. Educare è perciò mettersi al servizio del ragazzo, ma per fargli da guida, non per lasciarlo fare tutto ciò che vuole, perché in tal caso non diviene sé stesso, ma lo schiavo di sé stesso. Il ragazzo va assolutamente rispettato e lasciato libero nella scelta d'una sua strada nella vita, ma dobbiamo darci da fare per preparare con lui un ricco corredo di bene per la vita".

Nell'ultima parte della sua conversazione P. Bellotto enuncia e commenta le due finalità che gli educatori avranno sempre presenti nella loro azione di formazione e i mezzi pratici per conseguirle: "portare il ragazzo ad agire per convinzione e per amore; portare il ragazzo a giudicare le persone, gli avvenimenti ed ogni cosa con mentalità cristiana". Quindi afferma che il criterio per giudicare se un ragazzo, già entrato nella Scuola Apostolica possa permanere in essa, anno dopo anno ed oltre è "la disponibilità intesa come accettazione abbastanza spontanea e, se possibile, gioiosa, comunque non sofferta, di tutto ciò che il nostro ambiente offre al ragazzo in campo scolastico, disciplinare, religioso e relazionale, in modo che si realizzino le condizioni per una vera educazione" (202).

Fatto notevole per l'anno scolastico 1973 - 1974 la conseguita parificazione anche della terza media, con viva soddisfazione di tutti (203).

Le cronache, quelle documentate, del 1974 in Istituto si aprono con la trasferta di dieci giorni alla Scuola Apostolica di Civezzano degli aspiranti che frequentano la terza media, che qui compiono i loro esercizi spirituali e una escursione invernale sul monte Panarotta (m. 2000) a nord di Levico.

Ritornati il 18 febbraio a Montecchio Maggiore, lasciano a Civezzano il posto libero per gli studenti di seconda media, che vi compiono ugualmente gli esercizi spirituali fino a venerdì 22 febbraio.

Gli alunni di prima media e di quinta elementare, invece, fanno un ritiro spirituale nella stessa Scuola Apostolica di casa a Montecchio Maggiore.

Gli aspiranti maggiori del ginnasio si portano il 3 marzo a Bassano del Grappa, nella Villa San Giuseppe dei gesuiti, dove compiono i loro annuali esercizi spirituali (204).

Mercoledì 1 maggio gli aspiranti, assieme ai loro genitori, effettuano l'annuale gita scolastica. Un gruppo si reca a Firenze; un altro gruppo, più numeroso, compie una escursione in Svizzera, visitando Bellinzona e poi il Lago Maggiore (205).

Una triplice festa ha luogo in Istituto domenica 9 giugno: la celebrazione del cinquantesimo di sacerdozio di P. Antonio Boschetti, la conclusione dell'anno scolastico e del centenario di fondazione dei giuseppini (206).

Il P. Boschetti, che nell'Istituto era stato prima allievo e poi, giovane sacerdote, insegnante e direttore, , ritornò dalla sua attuale comunità do Thiene per festeggiare le sue nozze d'oro sacerdotali (207). Alle 9 del mattino, sotto un limpido cielo, concelebra la messa giubilare assieme a cinque sacerdoti su un altare allestito nel giardino in mezzo ai fiori e al verde di molte piante conifere. Assistono al sacro rito, ravvivato dai canti melodiosi degli alunni con l'accompagnamento del suono di chitarre elettriche, i numerosi parenti del festeggiato, molti religiosi giuseppini e una folta schiera di fedeli. L'omelia è tenuta dal superiore della provincia piemontese P. Lorenzo Terrando, il quale, dopo aver esaltato la bellezza e la dignità del sacerdozio cattolico, mette in evidenza le benemerenze di P. Boschetti, acquisite nella congregazione giuseppina in lunghi anni di fecondo ministero sacerdotale e occupando varie incombenze di alta responsabilità, quali quelle di superiore della provincia romana (1940 - 1945) ed equatoriale (1952 - 1958), di direttore dell'Istituto Teologico di Viterbo (1945 - 1946), di vicario generale (1946 - 1952) e infine di superiore generale (1952 - 1964), da lui sempre esercitate con saggezza, equilibrio, dedizione illimitata e con una ispirazione accentuatamente soprannaturale nei metodi e nei fini.

Al termine della messa il direttore P. Giuseppe Bellotto legge il telegramma giunto da Roma con la preziosa benedizione del Papa. Il Padre Boschetti, visibilmente commosso, pronuncia brevi parole esprimendo la sua viva riconoscenza a Dio per tante grazie ricevute. Il pranzo, tutto permeato di serena letizia, è rallegrato con canti, con brindisi e stornelli; vi partecipano, oltre ai religiosi giuseppini, anche i parenti del festeggiato e gli insegnanti laici che prestano il loro servizio nella Scuola Apostolica.

Nel pomeriggio, con l'arrivo dei familiari degli alunni, si svolge in teatro la cerimonia della chiusura dell'anno scolastico. Il trattenimento è introdotto dall'esecuzione di vari pezzi musicali da parte del complesso bandistico di Muzzolon. Segue un breve indirizzo del vicedirettore P. Mario Pizzol, il discorso ufficiale tenuto dal presidente degli ex allievi prof. Domenico Stella, che esprime la sua riconoscenza ai Giuseppini per averlo educato nell'Istituto con un cordiale spirito di famiglia, e mette in risalto le opere di bene che essi compiono in varie parti del mondo "al servizio umano e cristiano della gioventù, speranza della nostra società".

Successivamente il Padre Boschetti e il superiore della provincia veneta Padre Girolamo Zanconato, procedono alla premiazione dei migliori alunni distintisi in condotta, religione e profitto nello studio, nonché delle squadre vincitrici nelle gare di calcio e di pallavolo, distribuendo numerosi diplomi e medaglie.Negli intervalli il coro degli aspiranti, accompagnato dalla banda, esegue Va pensiero. di Verdi e l'Inno a San Leonardo Murialdo. Al termine esplode il canto dell'Addio.

Dopo il periodo delle vacanze, trascorse pure in differenti gruppi a Bibione, Auronzo e Rotzo, la sera del 30 settembre gli aspiranti rientrano nella Scuola Apostolica per iniziare il nuovo anno scolastico 1974 --1975. Gli alunni ascendono quest'anno a 148 convittori e a 48 esterni, distribuiti dalla quinta elementare alla terza media. Nella vicina Villa "Maria" la quarta ginnasio è frequentata da 16 aspiranti e la quinta ginnasio da 11, dei quali 7 appartengono alla provincia piemontese (208).

Dal 9 al 14 dicembre gli aspiranti si impegnano in una settimana liturgica, animata da sacerdoti dell'opera diocesana di pastorale: mons. Cesare Girardi, mons. Valentino Grolla e don Gallio, i quali riscuotono il più vivo interesse, sia per gli argomenti trattati, che per le discussioni, le riflessioni e le revisioni di vita che proponevano. Dopo le giornate dedicate ai sacramenti del battesimo, della penitenza e dell'Eucarestia con celebrazioni solenni dei relativi riti liturgici, sabato 14 dicembre il vescovo ausiliare di Vicenza mons. Carlo Fanton, presiede la giornata della confermazione, durante la quale amministra il sacramento a 12 alunni dell'Istituto (209).

Queste le notizie documentate dell'Istituto Maria Immacolata per l'anno 1975 e relative attività della Scuola Apostolica.

Martedì 11 febbraio, approfittando di una splendida giornata di sole, gli aspiranti compiono una gita in pullman fino ai campi di neve di Enego. Tutti attrezzati di slitte e di sci, raggiungono, dopo un felice viaggio, la bellissima conca "Enego 2000" in Valmaron. Alle 13,30 è servito un buon pranzo nel soggiorno "Murialdo" (210).

Dall'8 all'11 maggio circa 150 persone, tra alunni e loro parenti, mamme apostoliche e amici dell'Istituto, compiono un pellegrinaggio a Roma per l'anno santo, in compagnia del direttore Padre Giuseppe Bellotto e di altri tre sacerdoti giuseppini (211).

L'annuale gita scolastica si svolge sabato 10 maggio ed ha come meta la città di Innsbruk in Austria, a pochi chilometri dal Brennero. Vi partecipano più di cento persone, fra alunni, genitori e amici dell'Istituto (212).Domenica 18 maggio, solennità di Pentecoste e giorno della memoria di San Leonardo Murialdo, il superiore provinciale Padre Girolamo Zanconato festeggia le sue nozze d'argento sacerdotali nella Scuola Apostolica, dove era stato educato nella sua adolescenza. Alle 9 presiede una solenne concelebrazione eucaristica, a cui prendono parte 14 sacerdoti giuseppini, giunti da varie Case del Veneto, cinque dei quali suoi compagni di ordinazione. L'omelia di circostanza è tenuta dal vicario provinciale Padre Liberio Ballestrazzi. Alle 10 ha luogo in giardino la cerimonia del conferimento dei premi agli alunni distintisi in disegni artistici e in lavoretti di plastica e gesso. Successivamente è offerto un rinfresco alle numerose mamme apostoliche intervenute, per esprimere ad esse la riconoscenza dei giuseppini per la loro opera di appoggio a favore delle vocazioni. Alle 12,30 è festosamente accolto mons. Giulio Parise, che si intrattiene a mensa assieme ai vari invitati, tra i quali è pure il provveditore agli studi di Vicenza.

Lo stesso mons. Parise ritorna alla Scuola Apostolica nella festa del Corpus Domini il 29 maggio e parla sui problemi della missione del Napo, sia durante la messa da lui celebrata alle 10,30 in giardino con la partecipazione anche di numerosi fedeli, sia nel pomeriggio al termine della proiezione di un documentario sulla medesima missione (213).

Domenica 8 giugno, dopo la messa di ringraziamento concelebrata dal direttore e da altri padri giuseppini, ha luogo in teatro la cerimonia di chiusura dell'a'no scolasticom con discorso del vicedirettore Padre Mario Pizzol e distribuzione dei premi agli alunni distintisi in religione, condotta e profitto nello studio. Per la circostanza sono anche premiate le squadre vincitrici nei tornei di calcio e di pallavolo. Il lieto trattenimento è aperto da brani musicali del complesso bandistico di Muzzolon ed inframmezzato da alcuni cori eseguiti dagli alunni. L'Inno al Murialdo suggella la festosa cerimonia (214).

Queste le notizie di cronaca in Istituto per l'anno 1976, trovate disponibili.

Nell'anno scolastico (1975 - 1976) l'Istituto conta complessivamente 175 alunni, dei quali 95 convittori e 80 esterni. Di essi 25 frequentano la quinta elementare, 63 le due prime medie, 42 le due seconde medie e 45 le due terze medie. A questi alunni va aggiunto il gruppo del biennio, formato da 27 ragazzi, dei quali 18 veneti e 9 bergamaschi provenienti dalla Scuola Apostolica di Valbrembo. Di essi 8 frequentano la quarta ginnasiale , 8 la quinta, 5 la prima magistrale e 5 la seconda. Il gruppo del biennio, che nei tre anni precedenti aveva la propria sede a Villa "Maria", una casa in affitto posta a duecento metri dall'Istituto, essendo questa stata acquistata dal comune, si è trasferito dall'inizio dell'anno scolastico al terzo piano dell'ala nord dello stesso Istituto. La soluzione, peraltro, è da considerare ancora di natura provvisoria (215).

Domenica 2 maggio, a circa un mese prima del termine dell'anno scolastico gli alunni della Scuola Apostolica compiono una gita a Venezia, dove partecipano ad una messa concelebrata dai sacerdoti che li accompagnano nella cripta della basilica di San Marco, e visitano i monumenti più celebri della città, tra cui il palazzo dicale e la trecentesca chiesa della Madonna dell'Orto, officiata dai giuseppini che dirigono anche l'annesso patronato Pio IXº. Nel pomeriggio si recano su una motonave ale isole di Torcello, Burano e Murano.

La fine dell'anno scolastico è poi solennizzata sabato 29 maggio, alla presenza di parenti e insegnanti, con la cerimonia della premiazione, svoltasi nell'ampio cortile dell'Istituto, festosamente pavesato di bandierine. Dopo l'esecuzione di vari brani musicali da parte del complesso bandistico di Muzzolon, il vice direttore P. Mauro Peserico illustra il significato della manifestazione, che intende anche essere un attestato di riconoscenza verso quanti hanno concorso alla felice riuscita dell'anno scolastico. Successivamente il direttore Padre Bellotto distribuisce diplomi e medaglie ai migliori alunni distintisi in religione, condotta e profitto nello studio, come pure alle squadre vincitrici nelle gare di calcio e in altre competizioni sportive. La consegna dei premi è intercalata dai poderosi cori degli alunni che, sostenuti dalla banda, eseguono l'Inno al Murialdo (217).

Martedì 5 ottobre, con l'inizio dell'anno scolastico 1976 - 1977, quasi duecento alunni vengono ad animare aule e cortili dell'Istituto.

Una novità notevole è data dal fatto che gli alunni del biennio superiore (una decina) frequentano la scuola dei padri pavoniani a Lonigo. Essi sono accompagnati nell'andata e nel ritorno dal Padre Guido Vischio, il quale è inserito nel corpo insegnante di quella scuola. Tale scelta, difficile ma inevitabile, è un timido inizio che prevede nel prossimo anno scolastico, una sistemazione definitiva in una casa, vicino alla sede della scuola, e che accolga i giovani del biennio e del triennio superiori fino alla domanda dell'ingresso in noviziato (217).

Anno 1977. "Collaborazione genitori-educatori" è il primo intervento del nuovo direttore Padre Ferruccio Cavaggioni nel foglio di aprile di Incontri. Innanzitutto vi è proposta una riflessione per delineare con contorni più precisi la natura del servizio di collaborazione.

"Il punto di partenza rimane questo: l'Istituto si pone come espressione concreta di una comunità cristiana (genitori ed educatori) che si impegna in una attività educativa fondata su scelte ispirate appunto dalla fede cristiana. La convinzione di base è che ogni ragazzo deve attuare il suo progetto di vita strettamente personale, che corrisponde ad una chiamata amorosa di Dio. Ovviamente molteplici sono le strade della vita: l'importante è aiutare il ragazzo ad una scelta personale e critica e che sia sempre animata dalla capacità di saper essere generoso e disponibile".

"Per questo la formazione del ragazzo è basata su una vita cristiana intensamente vissuta, dove non manchi, anzi sia privilegiata, la proposta a consacrare la propria vita all'ideale sacerdotale e religioso se questo è il piano di Dio. Se a livello scuola tale auspicata collaborazione tra genitori e insegnanti è in parte realizzata, non così avviene sul piano assai più importante della scelta educativa di fondo. Dovremo, invece, impostare un discorso più vasto e più profondo che, partendo da una verifica - accettazione - impegno delle finalità che persegue l'Istituto, si estenda alla ricerca fatta insieme, della strada per raggiungere tali fini; alla verifica, fatta insieme, se continuiamo a tendervi; e questo per divenire capaci di operare in modo coerente, fino al punto di staccarci se i rispettivi fini non coincidono".

Un'altra idea che vorrei richiamare e ribadire è questa: la scelta educativa fatta è una scelta di impegno e non di disimpegno. Voglio dire che l'esperienza cristiana che con la loro scelta i genitori propongono ai loro figli, deve essere sì seguita, ma vorrei anche dire vissuta da essi; la scelta per i figli diventa occasione per verificare ed approfondire l'impegno di fede dei genitori, il loro essere cristiani. L'esperienza dei figli diventa l'esperienza dei genitori; la loro scoperta della fede e il loro impegno in essa diventano scoperta ed impegno dei genitori. Si cresce insieme in una perfetta triangolatura i cui vertici sono dati rispettivamente dai ragazzi, i genitori, gli educatori" (218).

Nella prima metà di febbraio è gradito ospite della comunità il vicario generale P. Virginio De Angelis, che prende visione della situazione generale dell'Istituto (219) e la sera di giovedì 17 febbraio i "Crodaioli" di Bepi De Marzi offrono agli aspiranti uno spettacolo indimenticabile con l'esecuzione di 12 canti in dialetto veneto (220).

Ancora in febbraio sono effettuate alcune gite sulla neve: lunedì 14 gli alunni di quinta elementare e delle prime medie si sbizzarriscono sulle piste di Biancoia; altrettanto si propongono, una settimana dopo, quelli delle seconde e terze medie, ma devono rimanere chiusi in albergo a causa della pioggia; sabato 19 e domenica 20 è la volta dei ragazzi del biennio, che si spingono fino alle nevi del Bondone, ma si accontentano solo di quattro capriole con la slitta tra il vento gelido e la neve che scende ghiacciata. Unica consolazione di questi ultimi è la calorosa accoglienza ricevuta a Trento dai giuseppini Padri Guglielmo Cestonaro e Adriano Bellotto, che nella città dirigono rispettivamente gli oratori del duomo e di S. Maria Maggiore (221).

Padre Angelo Dal Santo è festeggiato in Istituto per il suo 25º di sacerdozio domenica 20 marzo (222) e domenica di Pasqua, 10 aprile, Padre Giampaolo Virgili celebra la sua prima messa a San Vitale di Montecchio Maggiore e la settimana successiva anima le manifestazioni per la promozione vocazionale alla Scuola Apostolica (223).

Domenica 17 aprile sono in Istituto per la giornata missionaria giuseppina i Padri Renato Gambellini ed Egisto Crociani, che illustrano ai ragazzi della Scuola Apostolica la situazione della missione giuseppina del Napo (224).

Domenica 24 aprile una quarantina di ragazzi e ragazze, in gran parte di terza media e provenienti dai paesi vicini e dalla parrocchia di S. Pio Xº di Padova, celebrano alla Scuola Apostolica la giornata mondiale delle vocazioni (225). "Famiglie, genitori, figli, scuola". Questi sono gli argomenti di tre relazioni che vengono tenute nel mese di maggio per i genitori degli alunni e che sono svolte con competenza dai professori Mario Apolloni, Mario Trevisan e Padre Roberto Salvati (226).

Sabato 4 giugno cerimonia di chiusura dell'anno scolastico, presenti anche i genitori degli alunni, e consegna della tessera di ex allievi agli studenti di terza media da parte del presidente della associazione prof. Domenico Stella (227).

Dal 31 luglio al 31 agosto gli alunni del biennio superiore trascorrono un periodo di vacanza sotto le tende a Pralongo di Forno di Zoldo (Belluno). In tutto 17 persone, cuoca compresa. I ragazzi della scuola media, invece, soggiornano per tre settimane a Rotzo (228).

Il 20 settembre, dopo tre mesi di vacanza, l'Istituto si ripopola di 185 alunni, dei quali 179 frequentano le tre classi della scuola media e 6 il biennio superiore. I convittori sono una sessantina. La novità maggiore è rappresentata dalla eliminazione della quinta elementare. Un incontro di preghiera alle 8 del mattino, cinque ore di scuola, due di doposcuola, tornei e giochi vari, momenti formativi a vari livelli costituiscono l'ossatura della giornata dell'Istituto. Una Eucarestia di gruppo e mezz'ora di canto scandiscono lo scorrere della settimana (229).

Fino a tre anni fa esisteva un promotore vocazionale. Da allora tale figura è stata rimossa, mentre la scuola media è legalmente riconosciuta. Dati i costi di gestione, sono state elevate le rette: settantamila lire per gli interni, cinquantamila lire per i semiconvittori. I ragazzi provengono quasi tutti da famiglie borghesi, abitanti entro un raggio di quindici - diciotto chilometri dall'Istituto. Le richieste di iscrizione sono numerosissime essendo la scuola statale in grave crisi. Alla presentazione della domanda di iscrizione viene consegnato ai genitori un regolamento interno che viene poi approfondito in un secondo incontro.

I ragazzi che chiedono di entrare devono partecipare ad un corso preaspirantistico della durata di circa venti giorni. Nelle domeniche intervengono anche i genitori. L'ammissione alla Scuola Apostolica avviene in base al modo di comportarsi del ragazzo e a condizione che egli non manifesti una propensione ad escludere i germi della vocazione. Essendo la maggior parte degli alunni semiconvittori, non si vede l'opportunità di una dimissione durante il corso del triennio della scuola media (230).

L'estate del 1978 è costellata di molti incontri, alcuni prolungati, altri brevi. L'Istituto non chiude i battenti, ma continua l'attività educativa, anche se in località diverse.

A Tonezza, nella colonia alpina Umberto Iº, nel periodo tra il 28 giugno e il 7 agosto si succedono due turni di ragazzi. Il primo è formato da coloro che hanno chiesto di frequentare la prima media presso l'Istituto nell'anno scolastico 1978-1979; un centinaio di ragazzi si impegnano nella scoperta del proprio modo di servire agli altri attraverso la preghiera, l'amicizia, la gioia. "Essere uomini per gli altri" è lo slogan che li anima.

Il secondo turno di ragazzi, formato da coloro che hanno frequentato la prima e la seconda media, trascorre tre settimane di vita molto intensa prendendo come impegno "vivere il Vangelo".

Due campeggi si svolgono a Pralongo di Forno di Zoldo, dal 17 luglio al 14 agosto. Il primo con i ragazzi di terza media dell'Istituto, il secondo con il gruppo parrocchiale di ragazzi e ragazze provenienti dalla rettoria affidata alla comunità giuseppina di Montecchio. "E' una autentica esperienza di disintossicazione del corpo e dello spirito, tra camminate e momenti di riflessione personale e comunitaria, tra canti e amicizia". Si svolgono, inoltre, due campi scuola sempre a Tonezza. Il primo con ragazzi della scuola media di Ponte di Piave, il secondo con una quarantina di giovani tra i 14 e 18 anni, desiderosi di ricreare il loro ruolo di servizio nella Chiesa.Il motivo che spinge tutta la comunità a realizzare queste e altre iniziative (che interessano gli ex allievi e le mamme apostoliche e che saranno citate in altri capitoli del presente volume) viene così esposto: "Ci sforziamo di trasformare in una realtà quanto andiamo ripetendo ormai da tempo: la scuola non deve esaurire la nostra attività educativa e non ci deve essere soluzione di continuità nel discorso che andiamo facendo. L'impegno, quindi, ricercare, approfondire, maturare il progetto che Dio ha su ciascuno di noi. Una famiglia, quale vuole essere l'Istituto, non può rimanere tre mesi senza che i suoi componenti (genitori, figli, amici, educatori) si incontrino" (231).

Domenica 13 agosto spira a Montecchio Maggiore alle ore 9 del mattino il sacerdote giuseppino Padre Fortunato Panozzo di 83 anni.

Nato a Treschè-Conca il 31 gennaio 1895, compie il noviziato giuseppino a Volvera, ove nel 1912 emette la prima professione religiosa. Dal 1915 al 1919 è soldato durante la prima guerra mondiale. Compie gli studi teologici a Rivoli Torinese, è ordinato sacerdote a Torino nel 1922 e si dedica al ministero sacerdotale e giuseppino nelle case della congregazione di Montecchio Maggiore (1923 - 1927), Bergamo, Padova, Vascon (1933 - 1943), Thiene, Arcugnano (1953 - 1964), Ponte di Piave, Vicenza, Civezzano. Ancora a Montecchio Maggiore, come insegnante elementare, padre spirituale e confessore.

Dotato di esemplare spirito di servizio e stimolato dal suo desiderio di rendersi utile, in qualsiasi forma, alla comunità e ai giovani, non disdegna i lavori più umili e faticosi come quelli dei campi, convinto che "ogni lavoro, qualunque esso sia, produce il suo frutto, ma molte chiacchiere producono solo miseria" (Proverbi, 14,23). A Montecchio Maggiore, prima e ultima tappa del suo apostolato, si distingue nelle visite agli infermi e nel ministero delle confessioni.

"Uomo semplice e buono, natura piuttosto schiva e riservata, cela sotto il suo carattere forte e quasi rude una sensibilità e una delicatezza d'animo che si esprimono nella sua squisita attenzione e nelle sue affettuose sollecitudini per le necessità e le esigenze dei fratelli. Uomo di preghiera a tempo pieno, ne comprende la necessità e cerca di farla capire agli altri". Padre Fortunato Panozzo "un giuseppino vecchio stampo", dall'amore concreto alla Congregazione, dal notevole spirito di sacrificio, laboriosità e dallo spiccato "senso di appartenenza" (232).

Per la comunità giuseppina di Montecchio Maggiore l'avvenimento "più importante e doloroso di quest'anno" 1979 è la scomparta del "nostro patriarca" Padre Zeffirino Apolloni, avvenuta il giorno 2 aprile (233).

Pur avendo goduto sempre buona salute, annota nel suo diario della Casa: "dormo poco, mi sento male. Sono sintomi della mia morte vicina (2 marzo). In manus tua Domine; 3 marzo: bisogna essere pronti alla chiamata del Signore. Estote parati; in manus tuas Domine; 4 marzo: temo la morte vicina. Signore pietà."

La vita di Padre Zeffirino parla da sola: una testimonianza chiara di letizia e di speranza, di semplicità e di fede, di umiltà e di carità. Nato a San Germano dei Berici il 4 febbraio 1890, nel 1905 entra nel noviziato giuseppino di Volvera, dove il 19 marzo 1906 emette la sua prima professione religiosa. Nel 1920 si consacra definitivamente al Signore ad Oderzo. La causa di questo lungo intervallo tra la prima e la professione perpetua è dovuta al suo settennale servizio militare, che esplica prima in Libia e poi, durante la prima guerra mondiale, in Cadore ove rimane ferito. Nel 1921, il 12 marzo, è ordinato sacerdote a Vicenza.

Svolge il suo apostolato di educatore e di sacerdote nelle comunità giuseppine di Modena, Venezia, Vicenza, Padova, Thiene, Conegliano e ancora in quella di Vicenza. Infine Montecchio Maggiore, dove giunge nel 1940 e vi rimane fino alla morte.

Scrive di lui il provinciale Padre Alessandro Vignato: "A Montecchio Maggiore l'abbiamo conosciuto tutti, come lui conosceva tutti noi, uno a uno, nome per nome, paese per paese. Quanti sacerdoti, quanti giovani, allievi, ex allievi, amici, mamme apostoliche, zelatrici, ammalati, hanno sentito la sua 'buona parola', accompagnata sempre dall'ampio gesto delle mani! Quanti sono stati animati dal suo amichevole sorriso e conquistati dalla sua 'ilare semplicità'! Siate lieti nella speranza, sembrava essere il suo programma. Infondere ovunque speranza, serenità, gioia, il suo carisma. Diffondere attorno a sé l'amore infinito e misericordioso di Dio per le anime, il suo carisma giuseppino". E' sempre Padre Vignato che scrive: "Ci piace ricordarlo nelle nostre feste: quando c'era lui, la festa era assicurata. Indimenticabili i suoi stornelli, non solo, ma anche l'amabilità, la pazienza, il brio con cui raccontava le sue vicende 'sempre vecchie e sempre nuove' di soldato, di apostolo e di educatore. Lo scopo era sempre quello: allietare, comunicare bontà, rasserenare".

"Credeva veramente alla sua consacrazione religiosa, intesa come dono totale di sé a Dio, alla Chiesa, al prossimo e alla congregazione, e dimostrata anche con la sua venerazione verso i superiori. Credeva fortemente nella provvidenza di Dio; e l'aiutava, questa provvidenza, con la ricerca infaticabile e ammirevole di benefattori, con l'organizzazione delle annuali pesche di beneficenza attraverso la redazione del periodico In cammino. Disarmante il sorriso con cui si presentava a chiedere... Credeva all'apostolato sacerdotale e religioso, in comunità, nel confessionale, negli ospedali, nelle famiglie e nell'incontro personale con ogni uomo.

A sostegno di questa sua fede stavano la devozione tenerissima alla Vergine Maria e la preghiera assidua che, nella sua umiltà, riteneva sempre insufficiente. Per questo a tutti chiedeva preghiera, a tutti chiedeva perdono".

"Alcune righe delle sue numerose lettere bene esprimono questo suo stato d'animo, di umiltà, di semplicità: 'Quando considero le mie molte manchevolezze e i miei difetti, devo confondermi davanti a Dio e chiedergli perdono per averlo servito con poco fervore e per avere poco corrisposto alle sue grazie e benefici, dando così poco buon esempio ai miei confratelli, ma la misericordia del Signore è infinita e ciò mi infonde coraggio col proposito di servirlo più fedelmente nel poco tempo che ancora mi sarà concesso..' Continuava poi, riferendosi ai festeggiamenti tributatigli per le sue nozze d'oro sacerdotali il 19 marzo 1971:'...io avrei preferito trascorrere questa festa senza chiasso, senza pubblicazioni, senza tante cerimonie, a passarla invece in raccoglimento spirituale, recitando il Te Deum e il Miserere, ma, essendo la festa di San Giuseppe, è doveroso innalzare inni di lode al nostro caro santo, con esplosioni di giovanile entusiasmo'.

Alcuni altri pensieri, particolarmente cari e familiari al Padre Zeffirino: 'Guarda il mondo con l'animo di un fanciullo e il mondo ti apparirà nel suo vero significato, cioè un capolavoro dimenticato, una fonte di stupore e una promessa di felicità; abbandoniamoci alla misericordia del Padre, al quale la nostra fiducia sarà più gradita delle ricerche scrupolose; non preoccupiamoci tanto del passato, su cui non possiamo nulla, quanto del presente per santificarlo e dell'avvenire per prepararlo; mai avvilirci: sempre speranza e fiducia e spirito di fede'" (234).

L'estate in Istituto è intensamente vissuta, specialmente nella Colonia Umberto Iº di Tonezza e al campeggio di Pralongo di Zoldo. In casa sono effettuati alcuni lavori di manutenzione e di restauri e la comunità subisce qualche mutamento: di notevole importanza il trasferimento del biennio da Montecchio (con scuola a Lonigo) a Vicenza con residenza in un'ala del convento di Santa Lucia e scuola in seminario vescovile. Segue gli studenti anche P. Mauro Peserico (235). Questi i dati dell'anno scolastico 1978-79 concluso: 62 alunni in prima media, 54 in seconda, 46 in terza, 8 nel biennio superiore, convittori 34.

Anno 1980. Gli alunni sono 170, dei quali 27 sono interni. Le prime contano 62 alunni, le seconde 56 e le terze 52 (236).

"Momenti di vita in Istituto. Preghiera, gioco, scuola, scandiscono le giornate. La preghiera consente il filo diretto con Dio e in questo dialogo con Lui possiamo comprendere sempre meglio che cosa voglia da noi. La scuola è il nostro lavoro quotidiano. Aumentiamo il nostro bagaglio culturale, che consente di leggere i mille messaggi, da cui siamo bombardati, in forma personale e distinguere ciò che vale da ciò che non vale. Il gioco è il momento dell'incontro tra noi, per fare amicizia. Solo se ci vogliamo bene veramente, siamo capaci di aiutarci in tutto e solo allora l'Istituto diventa una ben unita famiglia in cui tutti si danno una mano per costruire 'uomini nuovi', secondo il progetto di Dio" (237).

Il 18 maggio, festa di San Leonardo Murialdo, Padre Albano Dalla Vecchia celebra solennemente il suo 25º di sacerdozio (238).

Alcuni pensieri dei ragazzi che continuano la vita comunitaria d'Istituto durante l'estate a Pralongo e a Tonezza: "Anche qui si ha occasione di continuare a camminare insieme verso le mete che il Signore ci fa intravedere. Durante il campo scuola ho raccolto molte idee utili per la mia vita".

"Questo periodo mi ha dato anche la possibilità di imparare a vivere in gruppo".

"Ragazzi e Padri stavano molto insieme, loro ci insegnavano ad aiutarci l'un l'altro e a volerci bene".

"A me piace anche pregare e cantare insieme, sentirsi tutti uniti come una sola cosa".

"Anche il nostro impegno spirituale è aumentato" (239).

Le cronache del 1981 iniziano con il registrare il cammino che la comunità giuseppina sta percorrendo per l'animazione del tempo formativo: nell'incontro di preghiera del mattino, nei momenti di assistenza (mensa, ricreazione, studio, ecc.), nel momento settimanale e nella messa settimanale di gruppo. Questo al di là dell'attività scolastica, o forse meglio al di dentro di essa (240).

E' direttore Padre Flavio Allegro. L'idea centrale del cammino è la seguente: "Siamo carovana di Dio". Nel primo periodo dell'anno (scolastico), quello cioè che va da ottobre a Natale, l'idea viene fatta scoprire e viene comunicata attraverso i valori umani (essere comitiva, popolo, con un ideale comune e norme comuni, accogliere l'altro senza egoismi) e i valori cristiani (dobbiamo diventare popolo di Dio, comunità, accogliere Cristo). Le mete sono chiare: non solo accoglienza, ma amore, donazione... espresse in alcuni momenti forti: giornata missionaria mondiale, rinnovazione dei voti di alcuni adulti della comitiva, Natale (241).

Alla ripresa dell'anno scolastico, che inizia il 21 settembre, la comunità si prepara con una giornata di ritiro spirituale presso la comunità Murialdo di via Pasi a Vicenza e prosegue nel giorno successivo con l'esame delle varie attività, alle quali è chiamata nel corso dell'anno a dare una risposta di lavoro e di apostolato. (Le classi della scuola media sono cinque con un totale di 145 ragazzi) (242).

Venerdì 16 ottobre "andiamo a parenti". All'insegna di questa espressione folcloristica è vissuta nella scuola una mezza giornata straordinaria. Alle 8 partenza con tre pullman per Thiene: santa messa al santuario della Madonna dell'Olmo per chiedere la benedizione sull'attività scolastica, e poi... l'incontro caloroso con i "parenti" e cioè il Patronato San Gaetano, gioioso incontro con i Padri, grande partita di calcio con i ragazzi di quella scuola media e brindisi augurale (243).

Domenica 15 novembre rinnovano la professione religiosa gli studenti del tirocinio: Paolo Rappo, Antonio Fabris e Vinicio Carletti. E' presente anche il quarto studente in tirocinio nella provincia veneta, Eugenio Beni, che avrebbe rinnovato i voti in seguito presso la comunità di Thiene. La suggestiva cerimonia, preparata per tutta la settimana precedente, è seguita nella cappella dell'Istituto dai ragazzi della Scuola Apostolica e dai loro genitori, che ne riportano una viva impressione per la forte testimonianza data da giovani confratelli di voler lasciare tutto ed impegnarsi pubblicamente a scegliere nella propria vita nient'altro che Dio, amato e servito nei ragazzi e nei giovani.

La comunità dell'Istituto si ritrova poi a pranzo con i familiari degli studenti, esprimendo anche in questo modo una profonda unità (244).

Tra i molti ex allievi dell'Istituto Maria Immacolata sono usciti centinaia e centinaia di sacerdoti e religiosi giuseppini: tra questi i cinque fratelli Carletti di Montecchio Maggiore. Essi sono i Padri Giuseppe, Antonio, Vittorio, Luigi e il laico Silvio. Si ritrovano la mattina dell'8 settembre al duomo di San Vitale per festeggiare il 25º di sacerdozio di Padre Antonio Carletti, provvisoriamente rientrato dalla sua attività missionaria in Ecuador. Il festeggiato è presentato alla numerosa assemblea liturgica dal fratello Padre Giuseppe e dal nuovo arciprete don Franco, che tiene il discorso gratulatorio (245).

I dati degli alunni in Istituto dell'anno scolastico 1980 - 1981 sono i seguenti: 60 alunni in prima media, 59 in seconda, 50 in terza, convittori 20.

L'anno 1982 registra per la cronaca l'idea formativa dei mesi di gennaio - febbraio: quella della pace. "L'approfondimento dell'idea - siamo carovana di Dio, uomini di pace e portatori di pace - nell'aspetto umano e cristiano, si propone come meta il rispetto e la salvaguardia delle esigenze elementari della giustizia, da una parte, e, dall'altra, la sostituzione del perdono evangelico alla vendetta, e la preghiera per divenire uomini impegnati per la pace e con sentimenti di pace" (246). L'idea per l'animazione del cammino formativo nel periodo quaresimale è tratta dalle tematiche delle domeniche di quaresima: trai momenti forti di questo periodo ci sono i due giorni di ritiro per classi presso la Casa S.Cuore di Vicenza (247).

Anche per l'ultimo periodo dell'anno scolastico sono programmati i momenti formativi che sviluppano un'idea centrale. "Siamo un popolo di uomini liberi. Cristo è risorto e la vita è una festa". Questo itinerario spirituale prende le mosse dalla festa dei sacerdoti novelli (3 aprile) e, attraverso la giornata mondiale per le vocazioni, la festa di S. Leonardo Murialdo, la gita scolastica, la conclusione del mese di maggio, giunge alla chiusura dell'anno scolastico con la proposta: "Cristo ci invita ad essere segno per gli altri". Contemporaneamente sono indicate delle mete come 'valori umani' e 'valori cristiani'.

Le tre comunità educative (Montecchio Maggiore, Ponte di Piave, Vicenza) programmano anche attività in comune, come l'incontro vocazionale di preghiera e di riflessione per i ragazzi di terza media e della scuola media superiore, che si svolge domenica 23 maggio alla comunità Murialdo di Via Pasi a Vicenza (248).

Sono tre i campi scuola vissuti dai ragazzi dell'Istituto. Per ogni campo scuola è preparato un testo ciclostilato che accompagna i ragazzi nel lavoro di ricerca e di riflessione. Il testo "Il domani è una gran cosa" per i ragazzi prossimi ad entrare in prima media, indica loro come costruire un progetto di vita, educandoli alla disponibilità verso gli altri, come Maria e S. Leonardo Murialdo. Ventinove i ragazzi partecipanti.

Quelli di prima e seconda media con il testo "Costruiamo la casa" sono invitati a compiere un lavoro parallelo: "costruire la casa" e "costruire la propria vita", scegliendo il "terreno", fare un "progetto", dando un ordine ai lavori. Tra i momenti salienti si ricorda la celebrazione di Cristo, diventato "pietra principale", a cui si aggiunge ogni ragazzo ponendo la propria pietra per l'edificazione della nuova costruzione; i ragazzi partecipanti sono 27.

Il terzo campo scuola, per i ragazzi di terza media e prima superiore, è realizzato in collaborazione con la comunità di Ponte di Piave e la comunità Murialdo di Vicenza. Vi partecipano 13 ragazzi, tra cui due inviati dalla comunità di Thiene. Il testo ciclostilato "E' qui e ti chiama" propone in modo ben preciso la "grande vocazione del mondo" all'appello di Dio e le chiamate successive che Dio rivolge all'uomo. Qualche passo del "testamento spirituale del Murialdo" diventa termine di confronto per una risposta a queste chiamate (249).

In questi mesi del 1982 la comunità di Montecchio riceve numerose visite di superiori e Padri giuseppini: il vescovo mons. Giulio Parise, il vicario generale P. Giuseppe Rosso, P. Mario Cailotto e Michele Zampedri in partenza per l'America e P. Mario Zarantonello in partenza per la Sierra Leone. Di ritorno da questo Paese fa visita all'Istituto il superiore provinciale P, Giuseppe Bellotto (250).

La casa giuseppina di Montecchio, in questo 1982, vive un lutto: la scomparsa, all'età di 72 anni, del laico Tarcisio De Toni, che avviene il 18 marzo, alla vigilia della festa di S. Giuseppe. Il suo cammino nella vita di congregazione comincia con il noviziato nel 1939 e i voti perpetui nel 1945. Inizia la sua attività a Ponte di Piave dal 1941 al 1947; parte missionario per l'Argentina nel 1947 e vi rimane fino al 1956. Rientra a Montecchio Maggiore, dove rimane fino alla morte, nel 1956 (251).

I dati degli alunni dell'Istituto nell'anno scolastico 1981 - 1982: 30 sono gli alunni di prima media, 57 quelli di seconda, 59 quelli di terza, 15 i convittori.

Le linee del progetto educativo per i ragazzi della scuola media prevedono per il 1983 l'attuazione della seguente proposta, frazionata in cinque tempi dell'anno scolastico. "La vita è un cammino di Pasqua"; "Andiamo verso Cristo che si fa Eucarestia"; "Mettersi a servizio degli altri". Si vive così ciò che premeva molto a S. Leonardo Murialdo: "..che i giuseppini formassero una bella famiglia unita; una famiglia in cui tutti si lasciano guidare dall'insegnamento del Signore, secondo cui è più gioioso dare che ricevere, è meglio servire che essere serviti, edificando così la vita scolastica con il dono di sé stessi" (252).

Un'automobile in circolazione in Sierra Leone è la Lada con il motore Fiat 124. La grande amicizia che lega i ragazzi dell'Istituto a Padre Mario Zarantonello, missionario in quella terra, li spinge a promuovere tra loro una campagna per acquistare due motori Fiat 124 per la scuola professionale di Lunsar. Anche così i ragazzi si sentono partecipi della vita della grande famiglia giuseppina. L'amicizia con i missionari giuseppini hanno modo di esprimerla in diverse occasioni ed incontri. Particolarmente caloroso è quello con mons. Giulio Parise, vicario apostolico del Napo (Ecuador) (253).

Tre sono i campi scuola che in estate vengono fatti ad Enego, presso la colonia alpina bassanese, con i ragazzi di quinta elementare e di prima e seconda media e a Pralongo di Forni di Zoldo con i ragazzi di prima e seconda superiore. Quest'ultimo riesce particolarmente vivace ed interessante per il tema di riflessione proposto: "Io, Lui e .. gli altri" (254). Pralongo è a circa mille metri: dal prato del campeggio si ammirano le Dolomiti, con il Pelmo, l'Antelao e il gruppo del S. Sebastiano (255).

Il 14 agosto, presso l'ospedale di Montecchio Maggiore, decede il Padre Antonio Nardon.

Ritornato dalla provincia Argentino-Cilena per motivi di salute, dopo 34 anni di lavoro in America Latina, il P. Nardon si inserisce nella comunità di Montecchio, pur esprimendo costantemente il desiderio di ritornare in America. Di lui viene conservato un gradito ricordo di generosità e di spirito di appartenenza alla Congregazione (256).

Nato il 3 dicembre 1913 a Montecchio Maggiore, ordinato sacerdote il 6 luglio 1941, esercita il suo apostolato sacerdotale tra i giovani del Patronato di Thiene finché nel gennaio 1947 raggiunge l'Argentina. E' insegnante, direttore, parroco in varie opere fino al 1965, anno in cui passa in Cile. Nel 1967 viene nominato superiore provinciale dell'Ecuador. Dal 1970 al 1980 torna a lavorare in Cile, da dove rientra in Italia in condizioni di salute precarie, per cui passa le sue giornate alla comunità di Montecchio Maggiore, pregando e prestando il suo aiuto nel ministero delle confessioni e della predicazione (257).

Il 15 settembre inizia l'anno scolastico anche per i 69 alunni semiconvittori delle tre classi di scuola media, per due alunni interni del secondo biennio superiore e per due giovani che vogliono conoscere più da vicino la Congregazione e prepararsi all'anno di noviziato.

Il 22 settembre tutti gli alunni della Scuola Apostolica, con i Padri insegnanti, si recano al santuario di Monte Berico, in pellegrinaggio per l'inizio dell'anno scolastico e per il giubileo dell'Anno Santo: la giornata è completata con la visita al museo del risorgimento sulla collina di Monte Berico e con il pranzo e i giochi all'aperto alla pineta di Brendola (258).

Nell'anno scolastico 1982 - 1983 gli alunni dell'Istituto sono: 25 in prima media, 28 in seconda media, 52 in terza media, 3 del biennio superiore.

La cronaca del 1984 registra la partenza per l'Africa di un altro giuseppino, originario di Montecchio Maggiore. Si tratta di P. Gianni Zanni, che va ad aggiungersi ad altri giuseppini che costituiscono la comunità di Lunsar (Sierra Leone). Prima di partire, il 23 marzo salutai ragazzi della Scuola Apostolica e nel suo saluto tutti si sentono coinvolti maggiormente in prima persona con i poveri e con chi ha ricevuto meno. I giovani e gli adulti si impegnano immediatamente in una raccolta di carta e ferro, che permette di ricavare una cospicua somma per l'acquisto di materiale da inviare in Africa.

Intanto il P. Mario Zarantonello, altro montecchiese della comunità di Lunsar, scrive ai ragazzi: "Il vostro interesse per questa missione giuseppina, il vostro affetto e soprattutto le vostre preghiere ci aiutano a superare con gioia le difficoltà che quotidianamente incontriamo in mezzo a questi nostri fratelli più poveri. Di povertà ce n'è veramente molta. In quest'ultimo periodo i ragazzi della nostra scuola non riuscivano più a trovare né penne, né quaderni; fortunatamente l'ultimo container spedito dall'Italia ce ne ha portati molti. Grazie a tutti voi che ci aiutate!".

"Altra forma di povertà è nell'impossibilità di avere il denaro per le medicine contro le malattie che colpiscono i ragazzi. La mortalità infantile è molto alta! In questo periodo abbiamo raggiunto forse il massimo di siccità. Dal villaggio devono fare anche sei, sette chilometri per trovare acqua. Così spesso si assiste a delle lunghe file di ragazzi che con il secchio in testa vanno a prendere l'acqua. Voglio sperare che in voi nasca il desiderio di aiutare concretamente questi nostri fratelli, mettendo magari a disposizione anche la vostra vita. Non abbiate paura delle scelte difficili. Siate coraggiosi! (259).

E' nuovo direttore in Istituto il Padre Solideo Poletti. Gli alunni dell'anno scolastico 1983 - 1984 sono: 20 in prima media, 26 in seconda, 23 in terza, 2 nel biennio superiore.

L'anno scolastico 1984 - 1985 registra i seguenti alunni: 19 in prima media, 17 in seconda, 24 in terza.

Le attività scolastiche e vocazionali si concludono in questo 1985 con tre riuscitissimi campi scuola.

Il primo per i pre-aspiranti, si tiene ad Enego, mentre gli altri due hanno sede a Folgaria e per partecipanti i ragazzi di prima e seconda media. Il tema per tutti e tre: "Una ben unita tribù" e cerca di ricalcare il tema, tanto caro al fondatore dei giuseppini San Leonardo Murialdo, della unità nell'ambito della comunità.

Tra riflessioni, preghiere e giochi, i ragazzi cercano di approfondire la strada che Dio traccia per ogni uno di essi, ripromettendosi, comunque, di essere sempre generoso ed aperto anche ad una eventuale chiamata alla vita religiosa e al sacerdozio. Frutto di questo è anche, almeno per alcuni, la scelta di vivere l'esperienza scolastica nell'Istituto di Montecchio Maggiore come "interni", cioè di voler vivere l'esperienza dei loro animatori in maniera più piena.

Nell'anno scolastico 1985 - 1986 gli alunni frequentanti l'Istituto sono: 18 in prima media, 23 in seconda e 16 in terza.

L'attuale fisionomia dell'Istituto Maria Immacolata è illustrata nel numero del periodico interno del 1986. "A chi domandasse se l'Istituto è lo stesso di dieci, venti, trenta, quarant'anni fa, rispondiamo che la storia cammina e noi dobbiamo stare al passo dei tempi; anche il nostro ambiente si è rinnovato. Ora è un'opera dove hanno preso corpo tre realtà: "un centro di animazione vocazionale", che opera su un gruppo di ragazzi (anche interni) sia nell'ambiente ecclesiale circostante; "una scuola media inferiore (sezione unica)", frequentata dal gruppo vocazionale e da altri ragazzi; "la rettoria La Valle", a carattere prevalentemente giovanile e destinata a diventare parrocchia.

La prima realtà vive e cresce sotto il nome di Scuola Apostolica. Ai ragazzi si propone una vita guidata da valori umani e religiosi, aperti a vivere in comunità, senza egoismi e gelosie, con disponibilità al sacrificio e all'aiuto verso gli altri. I ragazzi di animo generoso, leale ed impegnato che manifestano una discreta predisposizione vocazionale, vengono seguiti in modo particolare per essere aiutati a verificare il loro desiderio di farsi sacerdoti" (261).

Il ritmo della vita in Istituto non è scandito solo dalle attività scolastiche, dai trimestri o quadrimestri, ma anche dalle feste! Quella di S. Giuseppe, iniziata al mattino con la solenne messa, che vede riuniti insieme ragazzi, genitori e Padri in un'unica grande "famiglia di famiglie" sotto lo sguardo paterno del Santo. Quindi iniziano i giochi con le sfide, sul campo sportivo, tra papà, padri e.. figli. Dopo il pranzo, consumato in un clima semplice e di condivisione, si svolgono alcuni giochi tradizionali, che vedono protagonisti i "somari" e che si concludono con un fantastico "rodeo dei mussi". E' una gara avvincente ed esilarante, che vede la vittoria dell'animale che rappresenta la seconda media (262).

Dal 3 al 10 agosto si svolge a Pralongo di Forno di Zoldo il campo estivo dei giovanissimi, in uno scenario affascinante, ai piedi del Civetta, del Pelmo e dell'Antelao; il campo è realizzato con la collaborazione dei ragazzi di Montecchio Maggiore, in un "gemellaggio" con quelli di Thiene, che coinvolge gli interessati in una esperienza di incontro e di amicizia (263). Sessanta ragazzi partecipano anche a due campi scuola estivi a Canove di Roana e in Folgaria: essi, attraverso i momenti di gioco e di riflessione, di gite e di lavoro, di riposo e di preghiera, meglio fissano lo sguardo sul proprio futuro (264).

I padri della comunità giuseppina di Montecchio si rendono disponibili per l'animazione spirituale di gruppi parrocchiali, in modo particolare di giovani e di ragazzi, che si preparano alla cresima, offrendo l'opportunità di ritiri, giornate di spiritualità, incontri formativi, esperienze di vita comune, forti momenti di preghiera, celebrazioni penitenziali, animazione vocazionale. Per questo offrono la possibilità di vivere questi momenti nella propria Casa il sabato pomeriggio e la domenica con possibilità di pernottamento per gruppi fino a venti persone (265).

Nei mesi estivi l'Istituto sta facendo il look. Era ora! E' il commento che molti fanno da quando muratori, imbianchini, idraulici e falegnami si affaccendano per dare una "lustrata" al vecchio ma caro Istituto. Il risultato è lusinghiero. Sono ristrutturate le camere dei padri e dei ragazzi interni; le aule scolastiche e molti ambienti sono dipinti di nuovo. Le finestre con i doppi vetri, un nuovo circuito per l'impianto di riscaldamento e il colore alle facciate esterne dalla parte del cortile e poi . tante altre piccole cose (266).

Il 20 ottobre è festeggiato Padre Giovanni Pretto per i 60 anni di ordinazione sacerdotale. Ha concelebrato, attorniato da molti confratelli, tra cui il provinciale Padre Giuseppe Bellotto ed alcuni arrivati dalla provincia romana (267).

Trenta sono gli alunni in prima media nell'anno scolastico 1986 - 1987, diciassette in seconda e ventitré in terza. La scuola è un incontro privilegiato con la "cronaca".

Anche nell'anno 1987 il lavoro è costantemente affiancato da quello più specificatamente educativo: il pellegrinaggio d'apertura dell'anno scolastico a S. Maria in Panisacco, il quarto d'ora di riflessione e di preghiera prima di iniziare l'attività scolastica, la Santa Messa settimanale, la confessione ricorrente, il ritiro mensile.

Varie sono le attività che vedono coinvolti gli allievi: la partecipazione di quelli di prima media e di terza media al concorso cittadino "Borse di studio Faggionato" (il ricavato di lire 500 mila è devoluto dai ragazzi stessi in favore dei terremotati dell'Equador); il corso di educazione sessuale svolto per alunni e genitori della classe seconda media; in vista dell'orientamento un ritiro specifico per i ragazzi di terza media della durata di un giorno e mezzo; una giornata mensile di riflessione e di gioia per i ragazzi più generosi, trascorsa presso la comunità Murialdo di Vicenza; la partecipazione ai "Giochi Interistituto" tra le scuole medie delle opere giuseppine della provincia veneta, che danno a tutti gli allievi la possibilità di conoscere meglio e direttamente la vita e l'opera dei giuseppini: Thiene, Vicenza, Modena, Montecchio, Oderzo sono scelte come sedi delle diverse attività rispettivamente per il basket, nuoto, pallavolo, calcio e atletica.

I ragazzi di Montecchio sanno farsi onore in diverse specialità, ma soprattutto riescono ad imporsi nel torneo di calcio; la gita sulla neve a Folgaria, la visita di Modena, Mantova e delle zone del Piave. Per quasi tutti gli alunni, l'anno scolastico si conclude con la promozione, degno coronamento di sforzo e di lavoro.

A fine anno, poi, gli alunni della terza media prendono strade diverse: chi a ragioneria, chi al liceo, chi ai geometri e.. qualcuno anche alla Comunità Murialdo di Vicenza, dove continuare la sua ricerca vocazionale in un clima di impegno e generosità (268).

Tutte le comunità giuseppine della provincia veneta sono coinvolte nella partecipazione alla festa sacerdotale, che si svolge il 23 e 24 maggio. L'occasione è la ordinazione sacerdotale di Pierangelo Valerio, conferita nel duomo di San Vitale da Mons. Luigi Del Gallo. Sabato mattina all'Istituto una cinquantina di ragazzi delle scuole medie e una ventina delle superiori provenienti da Montecchio, Vicenza, Thiene, Padova, Mirano, Venezia, Treviso, Ponte di Piave e Oderzo, si incontrano per riflettere sulla vocazione religiosa e sacerdotale e per pregare insieme. Significativo e vivace il momento di dialogo aperto e sincero con il novello sacerdote, con Padre Egidio Bianchi, sacerdote da 60 anni e il Padre Rino Cozza, che festeggia il 25º di sacerdozio.

All'ordinazione di Pierangelo Valerio concelebrano oltre 60 sacerdoti giuseppini e alcuni sacerdoti delle parrocchie vicine. La chiesa è gremita di fedeli, alcuni dei quali provengono da Viterbo, da Treviso, da Milano, da Valbrembo. Segue nel cortile dell'Istituto la presentazione da poarte dei giovani di Padova, Montecchio, Thiene e Vicenza un recital intitolato "La vita è uscire.."

Sempre nel cortile dell'Istituto, il nuovo sacerdote celebra la domenica mattina la sua prima messa solenne. L'omelia è tenuta da P. Fidenzio Nalin mentre il superiore provinciale P. Bellotto rivolge il ringraziamento finale (270).

Tre campi-scuola vocazionali sono organizzati in estate a Posina, ai piedi dei monti Pasubio, Maio e Maggio. Viene offerta ai ragazzi dell'Istitutoe ai pre-aspiranti un'esperienza di vita insieme, di amicizia, di preghiera, di gioco, di svago e di distensione: la fatica del cammino, la salita sulle vette circostanti, la soddisfazione di ogni conquista è paragonata alla vita. Si può arrivare in alto ma solo con sforzo, sacrificio e costanza (271).

Le cronache del 1988 iniziano con la vita della scuola. Affrontare, infatti, per sei giorni alla settimana le interrogazioni, i compiti, le sgridate... e uscirne ancora vivi, è un'impresa non da poco. Ma noi sappiamo che la scuola non è tutta qui, per fortuna. Ci sono momenti che lasciano un ricordo indelebile nella nostra memoria anche avanti negli anni. Se molte giornate trascorrono nella fedeltà all'orario di lezione e di studio, altri scandiscono le tappe di un cammino di maturità: tre serate a cena con i genitori per conoscersi meglio rallegrano il mese di gennaio; il campionato di calcio in due gironi ed otto squadre; i giochi murialdini tra le scuole medie delle opere giuseppine della provincia veneta; una giornata sulla neve a Folgaria con slittini, scii e pattini; gita a Venezia; pellegrinaggio al santuario della Madonna del Summano; una giornata domenicale trascorsa insieme alle famiglie a San Sebastiano a conclusione dell'anno scolastico (272).

Il 19 marzo, festa di S. Giuseppe, dopo l'Eucarestia ed un cordiale brindisi ai papà, giochi vari con i "bolidi", enormi goo-karts a tre ruote e vittoria del bolide di terza media e di quello dei papà (273).

Domenica 17 aprile l'Istituto e la Parrocchia S. Maria Immacolata vivono con la comunità religiosa delle Murialdine la gioia di celebrare insieme alcuni anniversari importanti: il 25º di sacerdozio dei Padri Antonio Volpato e Flavio Allegro, il cinquantesimo di professione di una suora cottolenghina e di una dorotea, il quarantesimo di professione religiosa di quattro suore murialdine, il 25º di professione di tre suore murialdine (274).

Per ringraziare tutti i genitori che offrono la loro collaborazione e parte del loro tempo in favore delle attività dell'Istituto, il 25 aprile è organizzata una "uscita" a Posina, ai piedi del Pasubio. Un pranzo con i fiocchi permette di gustare ancor più il senso di festa e dello stare insieme (275).

Sono 64 gli alunni dell'anno scolastico: venti in prima media, 28 in seconda e sedici in terza.

Più di 100 ragazzi, divisi in tre turni, vivono nell'estate 1988 l'esperienza dei campi scuola a Posina, organizzati allo scopo di far loro capire come la vita sia qualcosa di unico, incredibile, meraviglioso (276).

L'incontro formativo mensile per la festa dell'Immacolata dell'8 dicembre lascia spazio alla "corrida", esilarante gara fra papà, mamme e figli e "l'asta dei dolci" per le attività scolastiche dell'Istituto (277).

Un opuscolo ciclostilato dell'ottobre 1989 illustra il progetto educativo di questa scuola giuseppina. Viene qui integralmente pubblicato, per comprendere la trasformazione operata dall'Istituto Maria Immacolata, la storia che cammina e la necessità dei Padri Giuseppini a stare con il passo dei tempi, per due delle realtà esistenti nella Casa e cioè: per un centro di animazione vocazionale che opera su un gruppo di ragazzi (anche interni) e sull'ambiente ecclesiale circostante e per una scuola media interiore frequentata dal gruppo vocazionale e da altri ragazzi della zona.

ISPIRAZIONE FONDAMENTALE

Il nostro progetto educativo è fondato sui valori evangelici dell'Amore di Dio per l'uomo e della risposta d'amore dell'uomo per i fratelli.

Al centro del progetto vi è la persona umana redenta e liberata da Cristo, chiamata a ricostruire l'uomo a immagine di Dio.

SCUOLA CATTOLICA

Per questo la nostra scuola si presenta come Cattolica e inserita in una comunità di vita denominata "Scuola Apostolica" dove i preadolescenti vengono aiutati nella maturazione e nella verifica della loro vocazione alla chiamata di Cristo, con uno stile di vita cristiana più impegnata dei loro coetanei.

SCUOLA CATTOLICA E COMUNITA' FAMILIARE

La nostra scuola trova la sua ragion d'essere e la sua giustificazione nel diritto fondamentale dei genitori alla libertà d'educazione per i propri figli. Alle famiglia degli alunni è richiesta la condivisione degli ideali educativi, il rispetto e la disponibilità verso le proposte culturali ed etiche dei valori cristiani.

SCUOLA CATTOLICA E COMUNITA' CRISTIANA

La nostra scuola vuol essere espressione della comunità cristiana, vivendo in sintonia con le esigenze della Chiesa locale e la sua specifica opera educativa.

Inserita quindi nei piani pastorali e in uno stile di comunione, diventa luogo di incontro di condivisione e di confronto sui problemi della Chiesa e del Mondo.

SCUOLA CATTILICA E COMUNITA' CIVILE

La nostra scuola intende favorire e qualificare la partecipazione delle varie componenti attraverso gli organismi di democrazia scolastica, collaborando con le Istituzioni del territorio.

SCUOLA CATTOLICA E ORIENTAMENTO PERSONALE

La nostra scuola propone e promuove l'assimilazione sistematica e critica di quei principi e contenuti che aiutano e guidano gli alunni nel processo educativo continuo per la vita.

Come obiettivo primario impegna quindi gli alunni alla ricerca e alla realizzazione della loro vocazione personale.

SCUOLA CATTOLICA GIUSEPPINA

PERSONA E INTERIORITA'

Meta educativa primaria è l'educazione del cuore, intesa dal Murialdo come esperienza viva di risposta all'amore infinito, personale, attuale e misericordioso di Dio, indirizzando le proprie capacità per il bene comune, con un adeguato sostegno di preghiera e di fede.

VOCAZIONE TERRENA ED ETERNA DEI GIOVANI

Secondo una grande proposta, gli alunni sono avviati ad una ricerca del senso della vita a decidere della propria esistenza con scelte responsabili attraverso testimonianze personali e comunitarie in un clima di solidarietà, accoglienza verso i più deboli e i più poveri, in una prospettiva futura di possibili esperienze di volontariato (anche fino a forme di più completa dedizione come religiosi o sacerdoti).

AMBIENTE DI FAMIGLIA

La nostra scuola vuole caratterizzarsi come famiglia educativa dove adulti e preadolescenti vivono in un clima di stima e di fiducia, di ottimismo e amicizia, di laboriosità nella collaborazione, di autorità e corresponsabilità.

PRESENZA EDUCATIVA

La caratteristica del nostro stile educativo è la presenza continua dell'educatore quale amico, fratello, padre; come espressione di comunione e condivisione della vita dei ragazzi in modo da trasformare la "scuola/istituzione" in "scuola/comunità", dove i rapporti sono vissuti in modo autentico.

COMUNITA' EDUCATIVA

Elemento costitutivo della scuola come comunità è l'educatore/collaboratore, il quale nel suo ruolo e con competenza, vive il proprio impegno professionale in unità di pensiero, azione e amicizia con tutti i membri della comunità in modo da formare una famiglia educativa.

VISIONE SOPRANNATURALE

Nella nostra scuola gli educatori si ispirano a S. Giuseppe, umile educatore di Gesù, considerando in ogni alunno l'immagine di Cristo, fanciullo ed adolescente, sentendosi onorato del compito affidato.

COMPONENTI DELLA COMUNITA' EDUCATIVA

OPERATORI SCOLASTICI

Gli operatori scolastici sono chiamati in primo luogo ad essere testimoni dei valori cristiani nella consapevolezza che educano per quello che sono.

Per essere una "ben unita famiglia" gli educatori si danno aiuto reciproco nella preghiera e nello scambio delle esperienze, nella ricerca di soluzioni convergenti, nei problemi comuni.

I docenti, in modo particolare, curano la loro formazione personale e perfezionano la loro competenza professionale partecipando a corsi e convegni all'interno della scuola (incontro mensile), o a più vasto livello, aderendo volentieri alle associazioni ecclesiali o ad organismi pastorali.

L'attività del personale non docente esige parimenti unità d'intenti nelle finalità formative e coerenza con i principi cristiani.

I GENITORI

I genitori che scelgono la nostra scuola hanno il diritto/dovere di intervenire nelle debite forme di inserirsi vitalmente nelle attività educative della scuola con rapporti impostati a sincerità e fiducia.

Cercano di essere corresponsabili a tutte le iniziative della comunità educativa. A tale scopo la nostra scuola promuove incontri di riflessione sui problemi educativi e religiosi la terza domenica di ogni mese per tutti i genitori.

Il sostegno nella soluzione del problema economico sarà indispensabile specialmente nelle attività ed iniziative organizzate a questo scopo.

GLI ALUNNI

Protagonisti e primi destinatari dell'opera educativa secondo un ritmo di gradualità, concorrono alla realizzazione del progetto educativo.

. Saranno aperti alla riscoperta critica dei valori religiosi, al vivere in comunità senza egoismi o gelosie.

Saranno in ricerca del progetto di Dio su di loro, facendosi attenti all'ascolto del Signore, guidati dagli educatori a fare ciò che Lui indicherà.

. Saranno inseriti nell'attività parrocchiale facendo parte delle associazioni ed assidui al catechismo.

GLI EX-ALUNNI

Il proseguimento nel tempo del rapporto educativo e di amicizia, fa degli ex allievi il prolungamento della famiglia giuseppina.

Essi come singoli e costituiti in Associazione, sono naturali collaboratori della attività educativa dell'Istituto.

LA COMUNITA' RELIGIOSA

La comunità religiosa, fedele custode del carisma del Murialdo, è principale garanzia di unità, di modello e strumento di comunione e di riferimento spirituale.

REGOLAMENTO

Art. 1 Le lezioni inizieranno alle ore 8. Gli alunni dovranno trovarsi a scuola almeno 5 minuti prima dell'inizio.

I permessi di uscita anticipata devono essere approvati dal preside prima dell'inizio delle lezioni.

Al cambio dell'insegnante, gli alunni devono rimanere in classe, mentre durante l'intervallo (ricreazione) non possono uscire per nessun motivo dall'ambiente scolastico.

 

Art. 2 Le giustificazioni per assenze e le comunicazioni della famiglia dovranno essere firmate e datate dal genitore o da chi ne fa le veci, sull'apposito libretto, e in nessun altro diario, quaderno o foglio. Dopo 5 giorni consecutivi di assenza per malattia, non compresi i festivi, dovrà essere allegato alla giustificazione, il certificato medico dal quale risultino la natura e la durata della malattia e l'espressa dichiarazione che l'alunno può venire riammesso alle lezioni. Le giustificazioni devono essere compilate con chiarezza e precisione, senza cancellature o correzioni.

Le assenze arbitrarie, o comunque non ritenute plausibili dalla direzione, saranno considerate non giustificate.

In tutti i casi, trascorsi i 5 giorni di assenza, la famiglia ha l'obbligo di informare il preside (anche telefonicamente) sulle cause che impediscono l'alunno di frequentare la scuola.

Le falsificazioni delle firme e le alterazioni di qualsiasi specie, saranno soggette a provvedimenti disciplinari.

Art. 3 La comunità educante si articola nei seguenti ORGANI COLLEGIALI:

. CONSIGLIO DEI DOCENTI

. CONSIGLIO DI ISTITUTO

. CONSIGLIO DI CLASSE

. ASSEMBLEA DEI GENITORI

. RAPPRESENTANTI DEI GENITORI.

Art. 4 Il consiglio dei docenti è composto da soli insegnanti e sarà presieduto dal preside o da un suo delegato almeno una volta al mese. Esso:

a) programma, coordina e valuta le attività scolastiche;

b) provvede all'adozione dei libri di testo, tenendo conto anche dei suggerimenti dei genitori;

c) favorisce lo sviluppo dei rapporti tra genitori, insegnanti ed alunni;

d) elegge il vicepresidente;

e) nomina il docente che farà da coordinatore-segretario per ciascuna classe.

Art. 5 Il Consiglio di Istituto è presieduto dal direttore o da un suo delegato ed è composto dai docenti di tutte le classi e da 4 rappresentanti dei genitori di ciascuna classe eletti a scrutinio segreto, su lista unica, comprendente ambedue i genitori per ogni alunno. E' convocato dal preside di propria iniziativa o su richiesta di almeno un terzo dei suoi membri, almeno tre volte all'anno e qualora se ne presenti la necessità.

Esso:

esamina e dibatte i problemi di carattere educativo didattico, di verifica di programma svolto, di recupero e quanto può favorire i rapporti tra docenti, genitori ed allievi;

formula proposte di sperimentazioni, impostazioni dell'orario e attività parascolastiche.

Art. 6 Qualora il Consiglio d'Istituto ne veda la necessità, può trasformarsi in Consiglio di Classe con la partecipazione dei docenti e dei rappresentanti dei genitori di una classe stessa.

Art. 7 Il Preside, se ne vede l'opportunità, piò convocare i rappresentanti dei genitori.

Art. 8 Le assemblee dei genitori possono essere convocate dal preside o dai rappresentanti dei genitori, previa comunicazione alla Presidenza. La partecipazione all'assemblea da parte di docenti è stabilita di comune accordo con il preside e i rappresentanti dei genitori. Per la validità delle riunioni si richiede la presenza di almeno la metà più uno dei genitori in prima convocazione. Nessun limite di numero è richiesto per le convocazioni successive. Le delibere vengono prese a maggioranza dei presenti (metà più uno) e vengono approvate per alzata di mano, appello nominale, scrutinio segreto, secondo la decisione della maggioranza dei presenti.

Le decisioni adottate dall'assemblea obbligano tutti i genitori, anche se assenti e verranno portate a conoscenza dei genitori a mezzo di circolari o affisse all'albo della Scuola.

I rappresentanti dei genitori durano in carica 1 anno e possono venire rieletti.

Art. 9 Il Consiglio d'Istituto ha facoltà di proporre, se necessario, variazioni o adeguamenti del regolamento da sottoporre all'assemblea dei genitori per l'approvazione.

Art. 10 Incontri formativi: ogni terza domenica del mese i genitori sono invitati nella mattinata alla Santa Messa cui seguirà un incontro formativo.

Art. 11 Rapporti DOCENTI/GENITORI: devono essere frequenti rispettando il calendario delle udienze.

Art. 12 Campi-scuola estivi: vengono organizzati periodi formativi per i ragazzi durante l'estate. La partecipazione è caldeggiata per una continuità educativa.

Art. 13 Gruppi CARAVAN: per i ragazzi che vogliono impegnarsi in un cammino generoso di verifica della propria vocazione, ogni mese possono partecipare agli incontri organizzati nella Comunità "Murialdo" di Via Pasi in Vicenza.

OBIETTIVI EDUCATIVI PER LA PROGRAMMAZIONE SCOLASTICA

1ª MEDIA: Impegno a ricercare e vivere i valori umani quali: la responsabilità, l'autocontrollo, il rispetto, la generosità, la collaborazione, la sincerità, l'amicizia, il dovere, il sacrificio.

2ª MEDIA: Impegno a ricercare e vivere i valori cristiani quali: l'accoglienza, la disponibilità, la coscienza morale/sessuale, la preghiera e l'esperienza di fede.

3ª MEDIA: Impegno a ricercare e vivere i valori religiosi: ricerca e scoperta del proprio dono e del proprio posto nella vita,

 

Il tessuto policromo dell'Istituto presenta certi valori che risaltano per la loro intensità. Guardiamone alcuni che spiccano di più in questi primi mesi dell'anno scolastico 1988 - 1989 e dell'anno 1989: sono i giorni che scandiscono il tempo e sul telaio della mente si intrecciano fatti, persone, iniziative diverse (278). "La festa dell'Immacolata (8 dicembre) e la festa di San Giuseppe (19 marzo), duplice occasione di incontro di famiglia; all'appuntamento religioso seguono giochi e gare che coinvolgono simpaticamente gli allievi e i loro genitori. L'iniziativa assunta dai genitori e che misura la sensibilità loro per i problemi dell'Istituto, è l'allestimento della pesca di beneficenza a Natale".

"La disponibilità, nello stile del servizio, fa capire come tutti insieme si forma una sola famiglia, in cui ciascuno ha un suo ruolo da svolgere. La preziosa e cresciuta collaborazione dei genitori permette di organizzare la serata di carnevale, una girandola di sketchs e di scenette che impegnano attivamente i ragazzi, i genitori ed insegnanti in differenti espressioni artistiche".

"L'esigenza di una positiva e prudente educazione sessuale interessano quali protagonisti privilegiati gli alunni di seconda media. La Scuola, nel definire contenuti, metodi e tempi del suo intervento, coinvolge le famiglie in quella ricerca educativa seria, tesa all'individuazione del significato vero della sessualità".

"L'orientamento, quale dimensione formativa, soprattutto per gli alunni di terza media, evidenzia come la crescita della persona non si esaurisca negli aspetti relativi alla maturazione professionale, ma nella ricerca di un posto nella vita e nella possibilità di svolgere una propria missione".

"Dopo un inverno splendido e mite, il maltempo porta un po' di neve in montagna. Il candido manto risveglia la passione negli allievi che, con i loro insegnanti, salgono alla ben nota meta di Folgaria, per trascorrervi una giornata indimenticabile".

"Nella molteplicità di iniziative, l'Istituto porta quella vitalità di proposte che, con l'apporto di tutta la comunità educante, concorrono ad offrire un tessuto policromo, armonico e profondo".

Siamo all'anno 1990 e i Giuseppini sono in Istituto da 89 anni. E dei primi mesi dell'anno (scolastico prima e solare poi) si racconta in sede di cronaca: ogni giornata porta con sé un bagaglio di novità, per cui è difficile ritagliare gli aspetti più significativi della vita del nostro Istituto. "Il sorriso o il volto triste dei ragazzi, la soddisfazione per una vittoria o l'amarezza per una sconfitta scolastica, la gioia nei campi da gioco, la serietà dei momenti di riflessione o di preghiera, le abbuffate a tavola..: questa è la vera cronaca quotidiana! Risaltano però alcune iniziative che è bene porre in evidenza perché ci fanno uscire dalla quotidianità per entrare in un'atmosfera più gioiosa e maturante ancora!.." (279).

Scuola per genitori con l'associazione A.G.E. con quattro incontri su temi di pedagogia e di psicologia evolutiva, I temi sono interessanti (comunicazione fra genitori e figli preadolescenti: un mondo che cambia, famiglia e scuola e l'educazione all'amore) e l'esperienza, a detta di tutti, è da ripetere e da rafforzare, sia per ciò che riguarda il numero degli incontri, sia per quello che riguarda i contenuti (280). Poi le solenni feste giuseppine dell'Immacolata e di San Giuseppe, rispettivamente all'8 dicembre 1989 e al 19 marzo 1990, serata di carnevale (27 febbraio 1990) e gita scolastica ai laghi d'Iseo e del Garda (7 maggio 1990) (281).

Scompare il 16 giugno, all'età di 91 anni, il Padre Giovanni Pretto, componente della comunità giuseppina di Montecchio Maggiore: nato il 12 aprile 1899, presta servizio militare durante la guerra 1915-1918 e compie poi il noviziato a Rivoli Torinese nell'anno 1920 - 1921. Professa in perpetuo nel 1926 e nello stesso anno è ordinato sacerdote. Inizia il suo apostolato agli Artigianelli di Torino, e nel 1929 passa alla Colonia agricola della Buffalotta (a Roma): da questa data fino al 1983 egli vive pressoché sempre in colonie agricole e in opere interessate a problemi di agricoltura; Sezze, Cisterna, Foggia, Segezia sono le quattro comunità dove esplica le sue attività, dopo 11 anni trascorsi alla Buffalotta. Unica parentesi quando è economo (1951 - 1956) al Collegio di Albano; infine, i suoi ultimi sette anni di vita a Montecchio Maggiore (282).

Anche quest'anno la serena quiete della valle del Posina accoglie due gruppi di studenti di Montecchio Maggiore per 15 giorni di gioia, di riflessione e di vita vissuta insieme, dal periodo 24 giugno - 1 luglio e dal 1 luglio al 10 luglio (283). Il periodo estivo è caratterizzato anche quest'anno da numerose attività ricreative, che si svolgono in sede e nei diversi campeggi. Tra questi ricordiamo il campo servizio a Forni di Udine, dove alcuni giovani dell'Istituto di Montecchio collaborano con l'associazione "Papa Giovanni" per rendere più gradevole la vacanza a dei giovani handiccapati (284).

E' allestita in Istituto un'aula di informatica, con 8 computer, due stampanti e una lavagna luminosa. Gli alunni che frequentano la scuola usufruiscono di tali strumenti durante l'insegnamento di educazione tecnica e sono organizzati corsi di informatica anche per gli adulti (285).

Come ogni anno o quasi, nelle comunità dei giuseppini avvengono degli avvicendamenti nei confratelli; volti conosciuti che se ne vanno, volti nuovi che arrivano. Così avviene anche per la comunità di Montecchio Maggiore, e questa volta di novità ce n'è più di una, incominciando dal direttore. Dopo sei anni lascia l'incarico Padre Solideo Poletti, trasferito nella Comunità Murialdo di Vicenza e prende il suo posto Padre Gianni Tescaro, proveniente dalla medesima (286).

"La nostra vita di religiosi, appartenenti alla congregazione di S. Giuseppe - scrive nell'occasione Padre Poletti - prevede tutto ciò (il cambio di comunità) come segno di disponibilità al servizio. Proprio perché abbiamo scelto Dio e lo vogliamo mettere al primo posto, siamo disposti ad essere presenti dove la sua volontà ci vuole per il bene dei ragazzi, ai quali abbiamo voluto dedicare la nostra vita, nello stile di San Leonardo Murialdo. La scuola e la vita dell'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore continuerà il suo sereno cammino anche con l'arrivo dei nuovi Padri che porteranno avanti, nello spirito giuseppino quel clima di famiglia, di corresponsabilità e condivisione vissuto in questi anni..." (287).

Questi sono i dati di frequenza scolastica del 1990: 24 allievi in prima media, 24 in seconda e 24 in terza.

Anno 1991. Dopo la festa dell'Immacolata (8 dicembre 1990) con genitori e figli uniti nella preghiera e nel gioco e del Natale 1990, con genitori e figli ancora insieme con iniziative varie a sostegno dell'Istituto, le manifestazioni accanto all'attività scolastica proseguono la sera dell'11 febbraio con il carnevale e la sana gioia di stare insieme per stringere amicizia (288). Gita sulla neve il 21 febbraio in Folgaria (289), scuola per genitori con lezioni del prof. Mario Baù, dell'avv. Icilio Sartore e della dott. Daniela Pierotto Fortuna su temi di pedagogia, psicologia, diritto, medicina (290).

Con il 19 marzo, San Giuseppe, festa dei papà con gara di calcio tra padri e figli e brindisi in onore dei papà (291). L'11 maggio gita pellegrinaggio a Torino di ragazzi, insegnanti e genitori a conclusione dell'anno murialdino per visitare i luoghi dove il Murialdo è nato, ha maturato la sua scelta sacerdotale, ha svolto la sua attività al Santuario della Consolata dove ha pregato, l'Istituto Artigianelli del quale è stato rettore per 34 anni e dove ha fondata la Congregazione dei Giuseppini nel 1873, il Santuario di Nostra Signora della Salute, che ospita l'urna del santo (292).

Questi i dati della presenza scolastica in Istituto nel 1991: 25 allievi in prima media, 22 in seconda, 22 in terza.

Durante l'estate campi scuola a Posina e celebrazioni in Istituto per la rinnovazione dei voti di Roberto Cracco, i 40 anni di ordinazione sacerdotale e 50 anni di vita religiosa di Padre Giuseppe Idiotti (293).

Siamo al 1992: i ragazzi a scuola sono 27 in prima media, 19 in seconda media e 22 in terza media. Accanto alle lezioni regolari della scuola, fioriscono e si attuano in Istituto o fuori di esso diverse attività che caratterizzano la vita dell'annata, così come viene, di mese in mese, programmata e fatta conoscere attraverso Incontri, il foglio di collegamento scuola-famiglia.

Un incontro fraterno e gioioso fra due comunità ha luogo il 9 febbraio tra i Padri Giuseppini dell'Istituto e le Suore Murialdine di Montecchio, che si ispirano allo stesso carisma di San Leonardo Murialdo (294). Sabato 29 febbraio per carnevale, ragazzi e genitori esprimono in maschera la serata in sala teatrale (295).

Per San Giuseppe celebrazione religiosa, giochi tra padri e figli e festeggiamenti vari (296). Altrettanto dicasi per il 18 maggio, festa di San Leonardo Murialdo (297). Una serata per apprezzare le capacità espressive dei ragazzi nel campo dell'arte pittorica con una mostra dei lavori, assai apprezzata, il 27 maggio (298). Il giorno 31 dello stesso mese suor Palmira Zordan della comunità delle dorotee dell'Istituto, celebra il 50º di professione religiosa, attorniata e festeggiata dalle consorelle e dai padri giuseppini (299).

La conclusione dell'anno scolastico dei ragazzi ha luogo a San Sebastiano di Cornedo il 7 giugno (300), mentre dal 24 giugno al 10 luglio hanno luogo a Posina in due gruppi distinti i campi scuola per 48 ragazzi di quinta elementare e di prima e seconda media (301).

Il 24 ottobre cinque padri dell'Istituto, un gruppetto di ex allievi, alcune mamme apostoliche, alcuni fedeli della parrocchia S. Maria Immacolata della Valle, genitori di alunni frequentanti l'Istituto, rappresentanti dell'Associazione Murialdo, in tutto cinquanta persone, partecipano alla gita-pellegrinaggio a Torino per la cerimonia svoltasi presso l'urna di S.Leonardo Murialdo al santuario di Nostra Signora della Salute. Anche un gruppo di giovani della parrocchia, insieme con un gruppo di Thiene, partecipano al medesimo pellegrinaggio (302).

Anno 1993. All'ospedale di Montecchio muore il 3 febbraio Padre Giuseppe carletti, all'età di 77 anni. Nato il 9 febbraio 1916, segue l'iter scolastico all'Istituto Maria Immacolata fino al 1933. "In questa scuola matura la vocazione di farsi giuseppino ed entra in noviziato a Vigone. Professa la prima volta l'8 ottobre del 1934 e di qui passa a Ponte di Piave per gli studi di filosofia. Dopo due anni, nel 1936 è a Vascon nell'allora Colonia agricola. Dal 1937 al 1944 è al Turazza di Treviso come insegnante, assistente e studente di teologia nel seminario diocesano. Fa la sua professione perpetua a Montecchio Maggiore il 25 settembre 1940. Viene ordinato sacerdote a Vedelago (Treviso) il 25 giugno del 1944".

"Padre Giuseppe Carletti, la cui famiglia a Montecchio Maggiore è molto conosciuta e molto legata alla congregazione (sono confratelli giuseppini fratel Silvio, Padre Antonio, Padre Vittorio e Padre Luigi tutti e cinque fratelli, e un nipote, Padre Vinicio), svolge la sua attività educativa e pastorale fino al 1974 come maestro nelle scuole elementari e come assistente di varie associazioni soprattutto nei patronati".

"Lo troviamo a Vicenza al Patronato Leone XIIIº negli anni 1944 - 1948 e ancora dal 1962 al 1964. Dal 1949 al 1953 è al Patronato del Santo a Padova. Dal 1953 al 1955 e poi dal 1965 al 1974 è a Cesena. E' per sei anni anche ad Enego (1955 -1960) e fa una breve esperienza come cooperatore parrocchiale rispettivamente a Conegliano e a Padova - S. Pio Xº. Dal 1974 alla scomparsa è a Montecchio Maggiore all'Istituto Maria Immacolata, inizialmente come guida e sostegno della quinta classe elementare e poi come collaboratore nella rettoria. Durante gli anni '80 deve ridurre progressivamente le attività perché le forze gli vengono a mancare. Negli ultimi anni trascorre le sue giornate pregando anche con l'ascolto delle radio religiose locali. Il silenzio e la solitudine non gli tolgono la serenità.. (303).

La vita della scuola (102 allievi nelle tre medie) per i ragazzi, del rapporto genitori-figli con incontri periodici di carattere formativo, la celebrazione delle feste care in Istituto: San Giuseppe, San Leonardo Murialdo, Immacolata; ancora le gite scolastiche, la festa di fine anno scolastico, il campo scuola a Posina, i giochi e le manifestazioni varie tra papà, mamme e ragazzi. Sono tutte attività che tengono impegnati i Padri della comunità giuseppina per tutto l'anno, unitamente ai protagonisti in Istituto (304).

1994. Tappe storiche e nuove scelte all'Istituto Maria Immacolata. Ne parla il n. 13 del periodico Incontriamoci, semestrale della istituzione giuseppina di Montecchio Maggiore:

"L'Istituto è quello di sempre, per modo di dire: le strutture murarie da 40 anni a questa parte sono sempre quelle, con qualche manutenzione ordinaria o straordinaria che le rende oggi più dignitose e, per quanto possibile, funzionali. I Padri della comunità più o meno spesso cambiano. L'indirizzo stesso dell'Opera va soggetto a delle modifiche e questo perché seguiamo i segni dei tempi, una società che cambia e ci invita a fare le nostre proposte cristiane in modi diversi. Prima volta nella storia dell'Istituto la scuola media è stata aperta con l'anno scolastico 1993 - 1994 alle ragazze. Questo perché, è venuto meno, si è infatti indebolita la disponibilità a rispondere ad una vocazione religiosa sacerdotale, il volto di seminario. Ora è scuola media privata, legalmente riconosciuta, gestita da religiosi, scuola cattolica, aperta a tutti i ragazzi e ragazze".

"Oltre all'insegnamento scolastico strettamente detto si promuovono: incontri di riflessione sui problemi educativi per genitori; attività integrative; doposcuola con servizi mensa; iniziative estive".

"Inoltre con la parrocchia, nata sei anni fa, che ha sede sempre nell'Istituto, con altre iniziative di attenzione per chi ha bisogno, per gli extra comunitari... la nostra comunità di religiosi giuseppini di San Leonardo Murialdo desidera essere segno e presenza di educazione, evangelizzazione, esercizio della carità; nell'ambiente in cui opera, nella chiesa locale, come è così da più di 90 anni in diversi modi".

"L'Istituto continua ad avere degli ambienti liberi, e sarebbero richieste notevoli somme per ristrutturarli. La nostra Provincia religiosa, Provincia Veneta, ha ritenuto oppoortuno, date le necessità, rimettere a nuovo una parte dell'ultimo piano dell'ala lungo la via Murialdo, al fine di ricavare alcune stanze per Padri anziani o malati che necessitano di una continua assistenza. Si stanno ora portando avanti i lavori. Verranno, poi, qui ospitati con ogni probabilità e quando sarà necessario, anche Padri che furono qui ex allievi o insegnanti. Sarà un segno di gratitudine far loro visita. Il consiglio di presidenza ex allievi propone, secondo le possibilità dei singoli, di contribuire a nome di tutta la associazione, all'arredo di una o due stanze; sarebbe anche questo un gesto di riconoscenza per chi ha speso la sua vita per i giovani e ci ha insegnato molto. L'Istituto si interroga, poi, come poter animare e ravvivare le associazioni, la grande famiglia murialdina che diffonde il carisma, il messaggio: Dio è amore, soprattutto per i poveri. Ogni suggerimento e aiuto torna a vantaggio di tutti" (305).

Rivolgendosi ai genitori degli studenti (che sono complessivamente 106) nel gennaio 1994 (306), il direttore Padre Gianni Tescaro scrive "essere giunto il momento, in questa seconda parte dell'anno scolastico, di dimostrare ai vostri figli e alle vostre figlie di che cosa siete capaci. E non per un semplice confronto, ma perché noi giuseppini crediamo ad una educazione, che pur nel rispetto dei singoli e di situazioni particolari, coinvolga tutta la realtà educante, non possono mancare la famiglia, i genitori, questi ultimi non solo interessati del risultato scolastico, ma della crescita di tutta la persona; chiediamo, quindi, una collaborazione 'numerosa' ed efficace in parole ed opere per organizzare le feste tradizionali (carnevale, San Giuseppe e fine dell'anno scolastico) che fanno parte pure esse del cammino educativo. Ogni terza domenica del mese continueranno gli incontri con la S. Messa, un argomento presentato da un relatore o il ritrovarsi nell'aula scolastica: anche questo è un impegno a cui non si deve mancare, se non per seri motivi. I ragazzi - conclude il direttore - in questo periodo saranno invitati, durante la preghiera del mattino, a riflettere sui temi della pace, l'unità dei cristiani, i fratelli emarginati, ogni vita è un dono".

In febbraio gita sulla neve in Folgaria, serata di carnevale, festa di San Giuseppe in marzo con incontro di calcio papà e figli, e di pallavolo mamme e figlie, e solenni celebrazioni religiose il 22 maggio per il 50º di sacerdozio di Padre Eugenio Vencato e il 50º di professione religiosa delle suore dorotee Luigia Luison e Berica Franco (307).

Due gruppi di 30 ragazzi e ragazze di quinta elementare e di prima e seconda media in giugno - luglio in valle di Posina per un periodo di vacanza, che permette a spendere bene il tempo con riposo, gioco, passeggiate, riflessione, preghiera (308).

Il 25 settembre, nella cappella dell'Istituto, Roberto Cracco, ex allievo degli anni 70, fa la sua professione perpetua con i voti di povertà, castità e obbedienza nella congregazione dei padri giuseppini, presenti i suoi genitori, parenti, parroco di Piana, studenti e padri del teologato di Viterbo, la comunità giuseppina di Montecchio, amici, giovani, persone della parrocchia della Valle (309).

Una visita graditissima è fatta all'Istituto, che lo ha visto adolescente il nuovo vescovo giuseppino mons. Paolo Mietto, ex superiore generale della congregazione, ausiliare del vicario apostolico del Napo mons. Giulio Parise (310).

Siamo giunti con la nostra cronaca in Istituto Maria Immacolata al 1995. Come ogni anno ragazzi ed insegnanti si impegnano per sottolineare l'importanza di alcune feste della Casa: Immacolata, auguri di Natale e San Giuseppe. Se la formula sembra essere sempre la stessa, è l'impegno, qualche tocco di coreografia e l'avvicendarsi dei ragazzi a rendere piacevole il momento che si vive insieme. E i genitori apprezzano i messaggi loro proposti, collaborando attivamente (311).

Di carnevali se ne sono visti tanti e senza nulla togliere ai precedenti, quest'anno si raggiunge il massimo, il meglio, "con un'originale, simpatica, laboriosa e sudata collaborazione fra genitori-super e ragazzi-mega. Impossibile riassumere con quattro parole mille risate" (312).

La vigilia di San Giuseppe, in mattinata, mons. Pietro Nonis, vescovo diocesano di Vicenza in visita pastorale alla parrocchia giuseppina di S. Maria Immacolata, si intrattiene per un'ora e mezza in teatro con tutti i ragazzi dell'Istituto, gli insegnanti ed alcuni genitori. Gli sono rivolti un saluto ed un augurio con l'omaggio del volume San Giuseppe del giuseppino prof. Umberto Lovato, una busta con un'offerta, che con gesto encomiabile il presule devolve alla missione giuseppina e un mazzo di fiori. Il vescovo risponde a molte domande presentate dai ragazzi, parla di S. Giuseppe e ringrazia i Giuseppini per l'attività che svolgono a Montecchio Maggiore con la scuola, la parrocchia e l'aiuto alla pastorale della zona (313).

La cronaca dell'Istituto registra anche una gita sulla neve in Folgaria e una gita scolastica a Trieste, con tappe ad Aquileia, castello di Miramare, colle S. Giusto, grotta del Gigante, santuario del monte Grisa, Redipuglia (314).

Nei mesi di giugno - luglio è organizzato dall'Istituto Maria Immacolata un campo base a Posina: vi partecipano i ragazzi delle quinte classi elementari e delle prime e seconde medie (315). Sono 106 gli alunni/e della scuola nell'anno scolastico 1994 - 1995.

Ecco la cronaca 1996 dell'Istituto. Per celebrare la festa dell'Immacolata i ragazzi e le ragazze si esibiscono in teatro in un recital per offrire un omaggio a Maria (316). Nell'anno scolastico 1995 - 1996 sono complessivamente 129.

"Dove si va in gita?" E' questa la domanda che gli insegnanti si sentono ripetere dagli studenti in certi periodi dell'anno scolastico. Curiosità, voglia di vivere una bella giornata assieme imparando a divertirsi. In febbraio ha luogo l'immancabile giornata sulle nevi di Folgaria e qui si mettono in mostra sciatori provetti, abili guidatori di slittino e anche "professori formidabili!" (317).

Per la festa di San Giuseppe, il preside P. Garbin rende solenne la celebrazione della messa coinvolgendo con segni, gesti e parole i papà e i ragazzi. La partita di calcio, che ne segue, è vinta dai papà. In Istitutohanno luogo tre incontri - scuola per genitori. I primi due sono tenuti dal dott. Giorgio Lattanzio con i temi: "I genitori devono obbedire ai figli" e "Educare all'errore"; il terzo da P. Giovenale Dotta sul tema: "Il Murialdo nel sociale" (318).

Il giuseppino Roberto Cracco, dopo anni di studio e di vita religiosa sperimentale (di cui due anni trascorsi a Montecchio Maggiore con i ragazzi della scuola e nelle attività parrocchiali), è ordinato sacerdote il 13 aprile nella chiesa parrocchiale giuseppina "Nostra Signora della Salute", a Torino. Un pullman parte la mattina stessa da Montecchio per tale avvenimento e per salutare P. Mario Venturini ora a Pinerolo.

"Roberto Cracco, 36 anni, nativo di Valdagno, è entrato in contatto con i Giuseppini durante la sua esperienza scolastica, fin dalle medie inferiori. Dopo un breve periodo di noviziato ha intrapreso una vita comune a tutti i suoi coetanei ed è rientrato nel seminario di Viterbo nel 1987, emettendo nel 94 la professione perpetua" (319).

Nei tempi forti dell'anno liturgico: avvento e quaresima e festa del Murialdo, si tengono in Istituto Maria Immacolata, per i frequentanti della scuola cattolica, tre momenti di riflessione: i primi due incontri sono animati da due cappellani di parrocchie vicine (Don Elia e Don Aldo) e il terzo è guidato da P. Giovenale Dotta (320).

In maggio, nella festa di San Leonardo Murialdo, partita calcistica tra mamme e figlie, vinta da queste ultime. Sempre in maggio la gita scolastica ha mete diversificate, a seconda delle classi. Le due prime a Venezia in visita alla città; la seconda a Genova (euroflora ed acquario) e le terze a Milano in visita, oltre che alla città, anche al museo delle scienze. (321).

Festa di fine anno scolastico. Preparata con impegno e con un certo numero di iniziative, riesce bene. "Poter usufruire dei grandi spazi dell'Istituto vuol dire molto. E' una formula che da tre anni a questa parte funziona bene sabato sera con la messa, saggio musicale, rappresentazione teatrale, mostra di pittura e realizzazione di educazione tecnica, settore scienze, settore prima guerra mondiale; a conclusione cena all'aperto in allegria e lancio dei palloncini" (322).

Una iniziativa lanciata nei mesi di maggio e giugno da P. Antonio Fabris, cappellano della parrocchia giuseppina della Valle, coinvolge diverse scuole della zona e anche la scuola dell'Istituto. Consiste nel preparare un pacco dono con l'occorrente (quaderni, penne, ecc.) per un bambino sierraleonese perché possa frequentare la scuola (323).

Nasce qualcosa di bello e di significativo, tutto perché "loro hanno voluto così!". I genitori dei ragazzi frequentanti la scuola media cattolica all'Istituto Maria Immacolata, durante la messa celebrata a conclusione dell'anno scolastico, l'8 giugno, leggono la seguente pergamena, che viene offerta ai superiori dell'Istituto stesso: "Carissimi, noi genitori dei ragazzi delle classi terze, felici di aver fatto parte di questa grande famiglia dei Giuseppini, ringraziamo vivamente il direttore don Gianni, il preside don Giuseppe, tutti i Padri e docenti che hanno collaborato per il bene dei nostri figli, per la loro formazione spirituale e culturale. Un grazie particolare da noi genitori per averci dato l'occasione di far nascere un gruppo come l'A.D.G. (Amici dei Giuseppini), nato con il solo scopo di divertire, aiutare divertendosi, per il bene della comunità. Ed è per questo che in segno di continuità offriamo questa targa ai nuovi rappresentanti per il proseguo del cammino fin qui svolto, con l'augurio di buon lavoro" (324).

A giugno - luglio è organizzato un campo base a Posina, con "studio, preghiera, giochi e divertimenti" e vi partecipano allievi ed allieve (325).

Don Giuseppe Garbin è il nuovo direttore dell'Istituto mentre don Gianni Tescaro assume la direzione della Casa giuseppina di Ponte di Piave. Scrive il nuovo direttore: "Cari amici, all'inizio di questo mio mandato, mi metto idealmente nel cortile dell'Istituto che è l'incontro obbligato di tante attività e di tante presenze, quasi per incontrarvi e salutarvi tutti. Anzitutto grazie per tanti anni di giovinezza dell'Istituto alimentata dal dono di sé di tante persone. Ricordo anzitutto il mio predecessore don Gianni per le intense preghiere ed attività profuse a beneficio di tanti giovani. Questo è stato possibile perché non è mai mancato chi ha donato il meglio di sé nell'attività educativa: Padri, professori, genitori ed animatori. Altri hanno contribuito con l'interessamento o la silenziosa preghiera. A tutti il mio grazie più sentito".

"E per domani? Mi è cara la foto scattata nell'ultimo giorno dell'anno scolastico: nella faccia allegra e birichina dei ragazzi che si preparano alle vacanze vorrei leggere il futuro del nostro Istituto: volti sereni, tanta fiducia e tanta collaborazione. Di strada se ne farà. A tutti un caro saluto e buon Natale" (326).

Un lutto all'Istituto Maria Immacolata per la scomparsa di P. Giuseppe Gallio che avviene il 19 dicembre. Ecco come lo ricorda il superiore provinciale P. Agostino Cornale: (327)

"Don Gallio era nato a Cittadella il 19 marzo 1913. Il suo cammino giuseppino iniziava nel 1926 con la sua entrata nella Scuola Apostolica di Montecchio Maggiore. Le tappe della formazione si succedono regolarmente. E' ordinato sacerdote a Roma nel 1941. Svolge il suo ministero sacerdotale giuseppino in varie opere: Roma, Foggia, Thiene (in tre periodi distinti), Vicenza, Treviso, Conegliano, Cesena, Rossano, Modena, Cefalù... Dal 1993 era a Montecchio Maggiore. I giovani sono sempre stati al "centro" della sua vita e della sua frenetica attività. Assistente di A.C., insegnante, prefetto di disciplina, animatore sportivo. Aveva un temperamento esuberante e irruente, una continua voglia di fare, un grande amore per lo sport; ne aveva fatto strumento di contatto con i giovani, occasione di aggregazione, metodo di formazione, veicolo di evangelizzazione. Il suo forte amore alla Congregazione lo esprimeva nel desiderio e nell'impegno perché la sua "ben unita famiglia" non perdesse in fraternità, in grinta apostolica, in identità spirituale".

"Ora sono arrivato alla partita finale, o meglio ai tempi supplementari", diceva in un suo scritto dell'ultimo maggio, "attendo dall'Arbitro, insindacabile, il triplice fischio di chiusura. Sto vivendo il ricupero, poiché il salmista mi avverte: gli anni della nostra vita sono settanta, ottanta per i più robusti... e io sono agli ottantatrè. La mia vita spirituale è sempre stata accompagnata da una frenetica vita attiva, vita passata nei patronati, nella scuola, nello sport. Ora mi sono fermato e devo dare via libera al movimento dello spirito. Liberato da impegni devo affrontare con generosità e tempestività il nuovo corso, col nuovo programma. Quanto ho predicato agli altri, ora devo rivolgerlo a me stesso. Ho smesso di seguire l'esempio di Marta, l'evangelica, per seguire quello di Maria che, a detta di Gesù, è la parte migliore".

In un'altra occasione annotava: "La voglia di fare è dura a morire! (...). Mi è spuntata una nuova passione: quella del rosario. Il parco dell'Istituto, il silenzio, il verde profumato, il canto degli uccelli: qui si scioglie il mio cuore in un inno di gioia, in una serie ininterrotta di Ave Maria".

Un appunto evidenzia la sua particolare devozione anche a S. Giuseppe. "San Giuseppe mi ha esaudito oltre ogni aspettativa. Mi ha fatto vedere la luce del sole il giorno stesso della sua festa regalandomi il suo nome. Mi ha consegnato alla sua sposa all'Istituto Maria Immacolata. Mi ha guidato alla vita religiosa e sacerdotale come figlio della sua famiglia Giuseppina. Mi ha protetto dai pericoli morali e fisici. Non mi rimane che ripetere senza posa 'Fa, o San Giuseppe, che la mia vita scorra senza peccato, sia sempre difesa dal tuo patrocinio e si spenga tra le tue braccia" (327).

 

Note per i piè di pagina del Capitolo IIº

1) Anche due giornali vicentini parlano dell'avvenimento: si tratta de Il Berico del 29 ottobre 1901 ("L'inaugurazione dell'Istituto dell'Immacolata a Montecchio Maggiore" e de La Provincia del 19 novembre 1901 ("Nell'Istituto Immacolata di Montecchio Maggiore").

2) Lettere Giuseppine, novembre, 1902.

3) Giulio Costantino, Lettere circolari ai Confratelli Giuseppini (1900-1912), a cura di Gino Pittarello, Centro Storico Giuseppino del Murialdo "Fonti e Studio", Roma, 1987, p.31.

4) Lettere Giuseppine, novembre, 1903.

5) Lettere Giuseppine, aprile, 1904.

6) Lettere Giuseppine, aprile, 1904.

7) Lettere Giuseppine, novembre, 1905.

8) Lettere Giuseppine, novembre, 1906.

9) Costantino, Lettere Circolari..., pag. 72.

10) Lettere Giuseppine, giugno, 1907.

11) Lettere Giuseppine, gennaio, 1908.

12) Lettere Giuseppine, gennaio, 1909.

13) Lettere Giuseppine, gennaio, 1909.

14) Lettere Giuseppine, aprile, 1909.

15) Lettere Giuseppine, aprile, 1909.

16) Lettere Giuseppine, giugno, 1909.

17) Lettere Giuseppine, dicembre, 1909.

18) Lettere Giuseppine, dicembre, 1909.

19) Lettere Giuseppine, aprile, 1911.

20) Lettere Giuseppine, novembre, 1912.

21) Lettere Giuseppine, dicembre, 1913.

22) Eugenio Reffo, Lettere circolari ai Confratelli Giuseppini (1900-1924), a cura di Giovanni Milone, Centro Storico Giuseppini del Murialdo "Fonti e Studio", Roma, 1988, p.84.

23) Lettere Giuseppine, dicembre, 1914.

24) Lettere Giuseppine, giugno, 1914.

25) Lettere Giuseppine, aprile, 1915.

26) Reffo, Lettere Circolari..., p.178.

27) Lettere Giuseppine, settembre, 1916.

28) Lettere Giuseppine, gennaio, 1917.

29) Lettere Giuseppine, maggio, 1917.

30) Reffo, Lettere Circolari..., p.290.

31) Lettere Giuseppine, gennaio, 1918.

32) Lettere Giuseppine, maggio, 1918.

33) Lettere Giuseppine, settembre, 1918; Cronistoria della Pia Società Torinese di S.Giuseppe dalla fondazione 1873, p.75.

34) Cronistoria...1873, p.80.

35) Reffo, Lettere Circolari..., p.403 alla nota n.14.

36) Cronistoria...1873, p.96.

37) Lettere Giuseppine, ottobre, 1924.

38) Cronistoria...1873, p.122.

39) Cronistoria...1873, p.140.

40) Cronistoria...1873, p.157.

41) Cronistoria...1873, p.166.

42) "L'Istituto Maria Immacolata a Montecchio Maggiore (Vicenza)" in Nel primo cinquantennio della venuta dei Padri Giuseppini nel Veneto (1883-1933).

43) Cronistoria dell'Istituto Maria Immacolata (da qui in avanti I.M.I.), 14 febbraio 1936.

44) Vita Giuseppina, dicembre, 1938.

45) Cronistoria dell'I.M.I., 23 ottobre 1938.

46) Regolamento per gli Aspiranti Giuseppini. Scuola Apostolica Maria Immacolata di Montecchio Maggiore (Vicenza), Officina Tipografica Vicentina, Vicenza, 1939, pagine 40.

47) Vittoriano Nori, "Ricordi", Incontriamoci, maggio, 1989.

48) Cronistoria dell'I.M.I., 29 aprile 1941, 3 ottobre 1941, 5 ottobre 1941.

49) Cronistoria...1873, p.257.

50) Cronistoria...1873, p.265.

51) Cronistoria dell'I.M.I., 10 ottobre 1943.

52) Cronistoria...1873, p.274.

53) Cronistoria...1873, p.275.

54) Virgilio Scapin, Il chierico provvisorio, volume 180 de "La Gaia scienza" Longanesi X C., Milano, 1962, pagine 324. Romanzo. Alle pagine 79-83.

55) Cronistoria...1873, p.280.

56) Cronistoria...1873, p.281.

57) Cronistoria...1873, p.281.

58) Cronistoria...1873, p.282.

59) Cronistoria...1873, p.283.

60) Cronistoria...1873, p.285.

61) Cronistoria...1873, p.287.

62) Cronistoria dell'I.M.I., 1945.

63) Cronistoria dell'I.M.I., 11 dicembre 1945.

64) Cronistoria dell'I.M.I., 5 novembre 1946.

65) Murialdo, gennaio, 1946; marzo, 1946; luglio, 1946.

66) Vita Giuseppina, gennaio-febbraio, 1946; marzo, 1947.

67) Murialdo, dicembre, 1947.

68) Murialdo, aprile, 1947.

69) Murialdo, giugno, 1947.

70) Vita Giuseppina, dicembre, 1947.

71) Murialdo, dicembre, 1947.

72) Murialdo, dicembre, 1947.

73) Murialdo, marzo, 1948.

74) Murialdo, settembre, 1948; Vita Giuseppina, novembre, 1948.

75) Murialdo, giugno, 1949; Vita Giuseppina, luglio - agosto, 1949.

76) Murialdo, settembre, 1949; Vita Giuseppina, settembre - ottobre, 1949.

77) Murialdo, dicembre, 1950.

78) In fase di realizzazione, l'ingrandimento progettato e qui illustrato ha subito un forte dimensionamento; anziché due, è stata realizzata una sola ala nuova, con teatro, cappella, dormitorio e sala dei servizi igienici.

79) Murialdo, febbraio, 1951; In cammino, giugno - luglio, 1951; In cammino, agosto - settembre, 1951; In cammino, novembre - dicembre, 1951.

80) In cammino, giugno - luglio, 1952.

81) In cammino, giugno - luglio, 1952; In cammino, dicembre, 1952; Cronistoria della Pia Società Torinese di S.Giuseppe dal 1948 al 1973, p.19; Lettere Giuseppine, ottobre, 1952; Lettere Giuseppine, dicembre, 1952; Vita Giuseppina, maggio, 1952; Vita Giuseppina, dicembre, 1952.

82) In cammino, dicembre, 1952.

83) In cammino, dicembre, 1952.

84) Cronistoria dell'I.M.I., ottobre, 1952.

85) In cammino, aprile - settembre, 1953.

86) In cammino, gennaio - febbraio - marzo, 1954; In cammino, aprile - maggio - giugno - luglio - agosto, 1954; In cammino, settembre - ottobre - novembre - dicembre, 1954; Lettere Giuseppine, gennaio - febbraio, 1954; Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1954; Lettere Giuseppine, settembre - ottobre, 1954; Lettere Giuseppine, dicembre, 1954; Vita Giuseppina, dicembre, 1954; Cronistoria dell'I.M.I., 31 ottobre 1954.

87) In cammino, aprile - agosto, 1955.

88) In cammino, gennaio - marzo, 1955.

89) In cammino, aprile - agosto, 1955.

90) In cammino, aprile - agosto, 1955.

91) Lettere Giuseppine, ottobre - dicembre, 1956.

92) In cammino, gennaio - marzo, 1956; In cammino, aprile - settembre, 1956; In cammino, ottobre - dicembre, 1956; Vita Giuseppina, ottobre, 1956.

93) In cammino, gennaio - maggio, 1957; In cammino, ottobre - dicembre, 1957; Vita Giuseppina, luglio - agosto, 1957; Lettere Giuseppine, luglio - settembre, 1957.

94) In cammino, settembre, 1958; Vita Giuseppina, ottobre, 1958.

95) Cronistoria dell'I.M.I., 5 ottobre 1959.

96) Cronistoria...1948 al 1973, p.48. Febbraio 18. A Montecchio Maggiore è morto il P. Mario Longhin.

97) In cammino, marzo, 1959; Vita Giuseppina, maggio, 1959.

98) In cammino, giugno, 1959.

99) In cammino, settembre, 1959.

100) In cammino, dicembre, 1959.

101) In cammino, aprile, 1960; In cammino, giugno, 1960; In cammino, ottobre, 1960; In cammino, dicembre, 1960; Lettere Giuseppine, luglio - agosto, 1960; Vita Giuseppina, novembre, 1960.

102) Cronistoria dell'I.M.I., anno 1961.

103) In cammino, marzo, 1961; In cammino, giugno, 1961; In cammino, settembre, 1961; In cammino, dicembre, 1961; Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1961; Vita Giuseppina, ottobre, 1961.

104) Cronistoria dell'I.M.I., anno 1962.

105) In cammino, aprile, 1962; In cammino, agosto, 1962; In cammino,, novembre, 1962; Vita Giuseppina, maggio, 1962; Lettere Giuseppine, marzo - aprile, 1962; Lettere Giuseppine, luglio - agosto, 1962.

106) Cronistoria dell'I.M.I., anno 1963.

107) In cammino, marzo, 1963; In cammino, agosto, 1963; In cammino, dicembre, 1963; Vita Giuseppina, febbraio, 1964; Cronistoria dell'I.M.I., 1963; Lettere Giuseppine, ottobre, 1963.

108) In cammino, dicembre, 1963; ("I nostri aspiranti giuseppini a Roma"). Nello stesso numero del periodico: "Il Beato Leonardo Murialdo nella gloria degli altari", alle pagine 1 e 2; "Le solenni cerimonie nella Basilica di San Pietro", alle pagine 3, 4 e 5.

109) Cronistoria dell'I.M.I., anno 1964.

110) In Cammino, aprile, 1964; In Cammino, ottobre, 1964; Vita Giuseppina, maggio, 1964; Vita Giuseppina, luglio, 1964; Vita Giuseppina, dicembre, 1964; Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1964.

111) Cronistoria dell'I.M.I., anno 1965.

112) In cammino, marzo, 1965; In cammino, settembre, 1965; In cammino, dicembre, 1965; In cammino, marzo, 1966; Vita Giuseppina, maggio 1965; Vita Giuseppina,ottobre 1965; Lettere Giuseppine,marzo - aprile, 1965; Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1965; Lettere Giuseppine, luglio - agosto, 1965.

113) In cammino, marzo, 1966; In cammino, settembre, 1966; In cammino, dicembre, 1966; Cronistoria dell'I.M.I., 1966; Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1966; Lettere Giuseppine, luglio - agosto, 1966; Lettere Giuseppine, settembre - ottobre, 1966; Lettere Giuseppine, novembre - dicembre, 1966; Vita Giuseppina, gennaio, 1967.

114) In cammino, dicembre, 1966.

115) Lettere Giuseppine, gennaio - febbraio, 1967.

116) Lettere Giuseppine, gennaio - febbraio, 1967; In cammino, marzo, 1967.

117) In cammino, marzo, 1967; Lettere Giuseppine, gennaio - febbraio, 1967; Vita Giuseppina, aprile, 1967.

118) In cammino, settembre, 1967.

119) In cammino, settembre, 1967.

120) In cammino, settembre, 1967; Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1967.

121) In cammino, settembre, 1967; Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1967.

122) In cammino, settembre, 1967; Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1967.

123) In cammino, settembre, 1967; Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1967; Vita Giuseppina, luglio - agosto 1967.

124) In cammino, settembre, 1967; Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1967.

125) In cammino, settembre, 1967; Lettere Giuseppine, luglio - agosto, 1967.

126) In cammino, settembre, 1967.

127) In cammino, settembre, 1967; Lettere Giuseppine, luglio - agosto, 1967.

128) In cammino, settembre, 1967; Lettere Giuseppine, settembre - ottobre, 1967.

129) In cammino, settembre, 1967; Lettere Giuseppine, settembre - ottobre, 1967.

130) In cammino, settembre, 1967; Lettere Giuseppine, settembre - ottobre, 1967.

131) In cammino, settembre, 1967; Lettere Giuseppine, settembre - ottobre, 1967.

132) In cammino, dicembre, 1967; Lettere Giuseppine, settembre - ottobre, 1967.

133) In cammino, dicembre, 1967; Lettere Giuseppine, settembre - ottobre, 1967.

134) In cammino, dicembre, 1967; Lettere Giuseppine, settembre - ottobre, 1967.

135) In cammino, marzo, 1968; Lettere Giuseppine, marzo - aprile, 1968.

136) In cammino, marzo, 1968; Lettere Giuseppine, marzo - aprile, 1968.

137) In cammino, marzo, 1968; Lettere Giuseppine, marzo - aprile, 1968.

138) In cammino, marzo, 1968; Lettere Giuseppine, marzo - aprile, 1968.

139) In cammino, settembre, 1968.

140) In cammino, settembre, 1968; Lettere Giuseppine, marzo - aprile, 1968.

141) In cammino, settembre, 1968.

142) In cammino, settembre, 1968.

143) In cammino, settembre, 1968.

144) In cammino, settembre, 1968.

145) In cammino, settembre, 1968.

146) In cammino, settembre, 1968.

147) In cammino, settembre, 1968.

148) In cammino, settembre, 1968.

149) In cammino, settembre, 1968.

150) In cammino, settembre, 1968.

151) In cammino, settembre, 1968.

152) In cammino, settembre, 1968.

153) Cronistoria dell'I.M.I., anno 1969.

154) Lettere Giuseppine, gennaio - febbraio, 1969.

155) Lettere Giuseppine, gennaio - febbraio, 1969.

156) Cronistoria dell'I.M.I., anno 1969.

157) Lettere Giuseppine, gennaio - febbraio, 1969.

158) Lettere Giuseppine, marzo - aprile, 1969.

159) Lettere Giuseppine, marzo - aprile, 1969.

160) Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1969.

161) Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1969.

162) Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1969.

163) Lettere Giuseppine, luglio - agosto, 1969.

164) Lettere Giuseppine, luglio - agosto, 1969.

165) Lettere Giuseppine, luglio - agosto, 1969.

166) Lettere Giuseppine, settembre - ottobre, 1969.

167) Lettere Giuseppine, settembre - ottobre, 1969.

168) Lettere Giuseppine, settembre - ottobre, 1969.

169) Cronistoria dell'I.M.I., anno 1970.

170) Lettere Giuseppine, novembre - dicembre, 1970.

171) Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1970; Cronistoria dell'I.M.I., 1970.

172) Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1970; Cronistoria dell'I.M.I., 1970.

173) Cronistoria dell'I.M.I., 1970; Lettere Giuseppine, gennaio - febbraio 1971; Vita Giuseppina, aprile, 1971; Vita Giuseppina, luglio, 1971.

174) Lettere Giuseppine, novembre - dicembre, 1970.

175) Lettere Giuseppine, gennaio - febbraio, 1971.

176) Cronistoria dell'I.M.I., 1971.

177) Cronistoria dell'I.M.I., 1971.

178) Lettere Giuseppine, marzo - giugno, 1971.

179) Lettere Giuseppine, luglio - agosto, 1971.

180) Lettere Giuseppine, gennaio - aprile, 1972.

181) Lettere Giuseppine, gennaio - aprile, 1972.

182) Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1972.

183) Lettere Giuseppine, luglio - ottobre, 1972.

184) Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1972.

185) Lettere Giuseppine, luglio - ottobre, 1972.

186) Cronistoria dell'I.M.I., 1972.

187) Lettere Giuseppine, dicembre, 1972.

188) Lettere Giuseppine, gennaio - aprile, 1972.

189) Lettere Giuseppine, dicembre, 1972; Cronistoria dell'I.M.I., 1972.

190) Lettere Giuseppine, dicembre, 1972.

191) Lettere Giuseppine, gennaio - aprile, 1973.

192) Lettere Giuseppine, dicembre, 1972.

193) Lettere Giuseppine, gennaio - aprile, 1973; Vita Giuseppina, aprile - maggio, 1973; Cronistoria dell'I.M.I., 1973.

194) Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1973.

195) Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1973.

196) Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1973.

197) Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1973.

198) Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1973.

199) Lettere Giuseppine, luglio - ottobre, 1973.

200) Lettere Giuseppine, luglio - ottobre, 1973.

201) Lettere Giuseppine, luglio - ottobre, 1973.

202) Lettere Giuseppine, luglio - ottobre, 1973.

203) Lettere Giuseppine, luglio - ottobre, 1973.

204) Lettere Giuseppine, gennaio - aprile, 1974.

205) Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1974.

206) Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1974; Vita Giuseppina, agosto - settembre, 1974.

207) Di P.Antonio Boschetti viene detto: "esponente tipico di sacerdote secondo l'autentica tradizione giuseppina che affonda le sue origini nella esemplarità presbiterale di S.Leonardo Murialdo. Austerità e mitezza, discrezione e signorilità, umiltà e intensità interiore, fede vivissima e preghiera assidua, abbandono alla grazia e aderenza alla volontà del Padre, carità vigile e premurosa, obbedienza improntata a spirito di servizio e disponibilità pastorale, indefessa energia morale, spirito di sacrificio, di povertà, di distacco: queste alcune delle componenti che distinguono e qualificano il sacerdozio di P.Boschetti, da cinquanta anni consacrato alla sequela e alla imitazione di Cristo" Cfr. Vita Giuseppina, agosto - settembre, 1974.

208) Lettere Giuseppine, novembre - dicembre, 1974.

209) Lettere Giuseppine, novembre - dicembre, 1974; Vita Giuseppina, febbraio, 1975.

210) Lettere Giuseppine, maggio - giugno, 1975.

211) Lettere Giuseppine, novembre - dicembre, 1975.

212) Lettere Giuseppine, novembre - dicembre, 1975.

213) Lettere Giuseppine, novembre - dicembre, 1975.

214) Lettere Giuseppine, novembre - dicembre, 1975.

215) Lettere Giuseppine, gennaio - aprile, 1976.

216) Vita Giuseppina, settembre - ottobre, 1976.

217) Lettere Giuseppine, luglio - ottobre, 1976.

218) Incontri, aprile, 1977; Lettere Giuseppine, luglio - agosto, 1977.

219) Lettere Giuseppine, luglio - agosto, 1977.

220) Lettere Giuseppine, luglio - agosto, 1977.

221) Lettere Giuseppine, luglio - agosto, 1977.

222) Lettere Giuseppine, luglio - agosto, 1977.

223) Lettere Giuseppine, luglio - agosto, 1977.

224) Lettere Giuseppine, luglio - agosto, 1977.

225) Lettere Giuseppine, luglio - agosto, 1977.

226) Lettere Giuseppine, luglio - agosto, 1977.

227) Lettere Giuseppine, luglio - agosto, 1977.

228) Lettere Giuseppine, dicembre, 1977.

229) Lettere Giuseppine, dicembre, 1977.

230) Lettere Giuseppine, dicembre, 1977.

231) Incontri, estate 1978.

232) Vita Giuseppina, novembre, 1978.

233) Cronistoria dell'I.M.I., 1979.

234) Alessandro Vignato, "La scomparsa di Padre Zeffirino Apolloni", Vita Giuseppina, luglio, agosto, 1979.

235) Cronistoria dell'I.M.I., 1979.

236) Cronistoria dell'I.M.I., 1979.

237) Incontri, dicembre, 1980.

238) Incontri, dicembre, 1980.

239) Incontri, dicembre, 1980.

240) Lettere Giuseppine, novembre - dicembre, 1981.

241) Lettere Giuseppine, novembre - dicembre, 1981.

242) Lettere Giuseppine, novembre - dicembre, 1981.

243) Lettere Giuseppine, novembre - dicembre, 1981.

244) Lettere Giuseppine, novembre - dicembre, 1981

245) Vita Giuseppina, settembre, 1981.

246) Lettere Giuseppine, gennaio - febbraio, 1982.

247) Lettere Giuseppine, aprile, maggio, 1982.

248) Lettere Giuseppine, aprile, maggio, 1982.

249) Lettere Giuseppine, ottobre - dicembre, 1982. Cfr. particolareggiatamente "Un anno di vita insieme", di Flavio Allegro, in Vita Giuseppina del febbraio 1983.

250) Lettere Giuseppine, gennaio - febbraio, 1983.

251) Vita Giuseppina, marzo, 1983.

252) Lettere Giuseppine, gennaio - febbraio, 1983.

253) Vita Giuseppina, aprile, 1983.

254) Vita Giuseppina, novembre, 1983.

255) Lettere Giuseppine, luglio - ottobre, 1983.

256) Lettere Giuseppine, luglio - ottobre, 1983.

257) Vita Giuseppina, novembre, 1983.

258) Lettere Giuseppine, luglio - ottobre, 1983.

259) Vita Giuseppina, luglio - agosto, 1984.

260) Lettere Giuseppine, luglio - ottobre, 1985; Vita Giuseppina, novembre, 1985.

261) Incontri, dicembre, 1986.

262) Vita Giuseppina, luglio - agosto, 1986; Incontri, dicembre, 1986.

263) Vita Giuseppina, dicembre, 1986.

264) Incontri, dicembre, 1986.

265) Incontri, dicembre, 1986.

266) Incontri, dicembre, 1986.

267) Incontri, dicembre, 1986; Lettere Giuseppine, gennaio, 1987.

268) Incontri, dicembre, 1986.

269) Vita Giuseppina, giugno, 1987; Incontri, dicembre, 1986.

270) Lettere Giuseppine, aprile - giugno, 1987; Incontri, dicembre, 1987.

271) Vita Giuseppina, novembre, 1987; Incontri, dicembre, 1987.

272) Incontriamoci, dicembre, 1988.

273) Incontriamoci, dicembre, 1988.

274) Lettere Giuseppine, settembre, 1988; Incontriamoci, dicembre, 1988.

275) Incontriamoci, dicembre, 1988.

276) Incontriamoci, dicembre, 1988.

277) Incontriamoci, dicembre, 1988.

278) Incontriamoci, maggio, 1989.

279) Incontriamoci, giugno, 1990.

280) Incontriamoci, giugno, 1990.

281) Incontriamoci, giugno, 1990.

282) Vita Giuseppina, luglio - ottobre, 1990.

283) Vita Giuseppina, luglio - ottobre, 1990.

284) Lettere Giuseppine, ottobre, 1990.

285) Incontriamoci, giugno, 1990.

286) Incontriamoci, dicembre, 1990; Incontri, agosto, 1990.

287) Incontri, agosto, 1990; Incontriamoci, dicembre, 1990.

288) Incontriamoci, giugno, 1991.

289) Incontriamoci, giugno, 1991.

290) Incontriamoci, giugno, 1991.

291) Incontriamoci, giugno, 1991.

292) Incontriamoci, giugno, 1991.

293) Incontriamoci, dicembre, 1991.

294) Incontriamoci, dicembre, 1992.

295) Incontriamoci, giugno, 1992.

296) Incontriamoci, dicembre, 1992.

297) Incontriamoci, dicembre, 1992.

298) Incontriamoci, giugno, 1992.

299) Incontriamoci, dicembre, 1992.

300) Incontriamoci, dicembre, 1992.

301) Incontriamoci, dicembre, 1992.

302) L'ampia cronaca dei due pellegrinaggi è raccontata in Incontriamoci, dicembre, 1992.

303) Vita Giuseppina, aprile, 1993; Incontriamoci, giugno, 1993; Lettere Giuseppine, dicembre, 1993.

304) Incontriamoci, giugno, 1993; Incontriamoci, dicembre, 1993.

305) Incontriamoci, dicembre, 1993.

306) Incontriamoci, gennaio, 1994.

307) Incontriamoci, giugno, 1994.

308) Incontriamoci, dicembre, 1994.

309) Incontriamoci, dicembre, 1994; Vita Giuseppina, dicembre, 1994.

310) Incontriamoci, dicembre, 1994.

311) Incontriamoci, giugno, 1995.

312) Incontriamoci, giugno, 1995.

313) Incontriamoci, giugno, 1995.

314) Incontriamoci, giugno, 1995.

315) Incontriamoci, dicembre, 1995.

316) Incontriamoci, giugno, 1996.

317) Incontriamoci, giugno, 1996.

318) Incontriamoci, giugno, 1996.

319) Incontriamoci, giugno, 1996.

320) Incontriamoci, giugno, 1996.

321) Incontriamoci, giugno, 1996.

322) Incontriamoci, giugno, 1996.

323) Incontriamoci, giugno, 1996.

324) Incontriamoci, giugno, 1996.

325) Incontriamoci, dicembre, 1996.

326) Incontriamoci, dicembre, 1996.

327) Agostino Cornale, "Padre Giuseppe Gallio", Lettere Giuseppine, dicembre, 1996; Vita Giuseppina, febbraio, 1997.

 

 

Capitolo 3º STAMPA PERIODICA GIUSEPPINA A MONTECCHIO MAGGIORE indice

Incomincia praticamente dal 1924 con un "Numero Unico" la stampa periodica dei Giuseppini di Montecchio Maggiore, in occasione della inaugurazione della nuova ala dell'Istituto.

Si tratta di una pubblicazione a grande formato, da cm. 33 x 55, a sei fogli, intitolata In Cammino.., datata 16 novembre 1924, con il sottotitolo "Inaugurandosi il nuovo Edifizio per Aspiranti alle Missioni Estere nell'Istituto Maria Immacolata" e stampata dalla tipografia Dal Molin di Arzignano.

L'intervento iniziale, preceduto da due richiami danteschi "Andiam chè la via lunga me sospigne" (inf. 4 - 22), "Come gente che pensa a suo cammino"(Inf. 2,2 - 11), è verosimilmente dovuto al direttore dell'epoca, il Padre Antonio Basso, che scrive: "Qualcuno e molti avrebbero forse desiderato una cronaca particolareggiata degli inizi e graduale sviluppo dell'opera. Siamo ancora in cammino e in cammino son poche le parole, specie se faticosa è la marcia e la meta lontana.

Nelle tappe, una s'avvicina, il venticinquesimo: si potrà riguardare la passata via ad aio parlare memorando, a uno a uno, le cose e gli uomini. Intanto si cammina; è il moto, la vita e legge il progresso. Con l'aiuto di Dio qualcosa s'è fatto; c'è da fare dell'altro, si farà. Non c'era la Casa per l'Istituto, ora c'è; 1909, 1911, 1924 tre date, tre inizi, il completamento verrà. I "Ministri della Provvidenza" non sono mancati, non mancheranno i benefattori".

In cammino si parla poco, molto si prega; per gli assenti e per i presenti, per quelli che vanno e per quelli che restano è una preghiera sola; soprattutto per i buoni che offrono al viaggio la scorta: "Vi raccomandiamo, o Signore, tutti i nostri benefattori, vivi e defunti." e scandendo il passo, lo sguardo alla meta, la gioia nel cuore, "fate che un giorno possiamo con loro uniti lodarVi e goderVi eternamente in cielo. Così sia".

Nel "Numero Unico" è presente il vescovo diocesano mons. Ferdinando Rodolfi con una sua lettera: Plaudo allo zelo con cui la S.V. Rev.ma e i Reverendi Padri attendono alla nobile e santa missione, di avere messo in questo Istituto sotto la protezione di Maria Immacolata, la gioventù avviata all'amore e alla pratica della religione, e di cuore benedico alunni, superiori e benefattori.

La pubblicazione parla di vari aiuti che hanno consentita la costruzione dell'opera. Se ne parla dettagliatamente nel capitolo 1º del presente volume.

In cammino..., pubblica anche una lettera del vicario generale dei Giuseppini Padre Girolamo Apolloni, due serie di versi relative all'Istituto nuovo, una lettera di Padre Emilio Cecco sui costumi degli indi equatoriani, un'altra della missionaria dorotea suor Maria Irene, la benedizione del papa Pio XIº alla missione giuseppina del Napo con un interessante documento di riscontro ad una relazione di mons. Cecco sul primo anno di missione, documenti missionari giuseppini di fra Ermenegildo e di P. Giorgio Rossi e una preziosissima significativa lettera del superiore generale dei Giuseppini Padre Eugenio Reffo diretta agli aspiranti ospiti dell'Istituto Maria Immacolata.

In occasione della Pasqua del 1937 il direttore dell'Istituto Padre Dario Priante invia una circolare a stampa a quattro fogli (formato cm, 22x32), intitolata In cammino, ai parenti degli aspiranti, ai benefattori, agli antichi allievi e agli amici.

Dice Padre Dario: Il presente foglio ravviva un palpito di vita che di tempo in tempo vi giungeva attraverso le nostre circolari; non vuole essere che lo stesso lavoro redatto in forma più ampia e in veste più bella. Siamo in cammino; la vostra benevolenza sarà il nostro viatico; l'avervi tutti in cuore sarà la nostra gioia.

Nel novembre 1924 si presentava al pubblico un numero straordinario con titolo "In cammino." per l'inaugurazione del nuovo fabbricato dell'Istituto. Nel cuore di Padre Antonio Basso, allora direttore, viveva la speranza di cogliere ubertosi frutti per la Congregazione Giuseppina dal nuovo Istituto per vocazioni sacerdotali e missionarie. Nel severo ritmico passar degli anni si è camminato.

Il Padre Antonio Basso, trasferito all'Opera Pio Xº di Roma, cedette al Padre Bernardo Maculan, oggi vicario generale della Congregazione, la consegna di sbalzare in avanti l'opera. In questo tempo fu deciso di variare la denominazione di Istituto in "Scuola Apostolica" Maria Immacolata. E col nome anche la finalità. Scegliendo a poco a poco gli elementi, sotto la direttiva del Padre Antonio Boschetti si arrivò a raccogliere solo giovani per la nostra Congregazione; sono i nostri aspiranti giuseppini. Da quel giorno si cammina con fedeltà sicura: gli aspiranti sono 134.

La circolare a stampa è completata da un corredo di notizie sul cammino fatto dal primo gennaio 1937 (befana e natale 1936, San Paolo, carnevale, Santa Dorotea, 11 febbraio lourdiano) e uno sguardo sul cammino da fare per l'immediato (novena e festa di S. Giuseppe, settimana santa, Pasqua e 37º anniversario della scomparsa del Murialdo); da una lettera del direttore ai genitori degli aspiranti e da una lettera agli ex allievi da parte del presidente Leone Cenzi.

In data 26 novembre 1938 (1) il direttore Padre Priante invia una lettera circolare a tutti i direttori delle Case dei Giuseppini della provincia Veneta del Sacro Cuore, informando di avere loro spedito il numero 11 del giornalino In cammino con un modulo per indirizzi. E' per aver modo di estendere la propaganda della Scuola Apostolica e ricercare in più vasta cerchia quei mezzi di vita che sono assolutamente necessari perché questa Istituzione viva e fruttifichi in abbondanza di vocazioni.

Padre Priante si domanda che cosa si è tenuto con la pubblicazione del giornalino e dà subito una risposta. Cominciato con mille copie, ora è salito a 1500. Ha attivato un canale di beneficenza prima assai limitato, poiché dal giugno 1934 all'aprile 1937 (circa tre anni) abbiamo ricevuto circa 1200 lire di beneficenza, mentre dall'aprile al dicembre 1937 (dopo l'inizio della pubblicazione) la beneficenza fu di lire 8500 e, dal gennaio ad oggi, supera le 12 mila lire.

Si domanda ancora il direttore: Non è questa una via della Provvidenza che va ad allegerire l'impegno che la Provincia del Sacro Cuore ha di mantenere scolastici, novizi, aspiranti? Ed afferma che aumentando le copie di In cammino da distribuirsi attorno alle opere dei Giuseppini, aumenterà pure l'aiuto che si riceverà direttamente e che metterà l'Istituto in condizioni di lavorare in pieno e di pesare meno sulla Provincia Giuseppina.

Nella sua lettera il Padre Priante fa altre considerazioni di ordine economico e così conclude: Col nuovo anno spero di presentare "In cammino" mensile affinchè la marcia di conquista sia più efficace. Così saranno gradite tutte le osservazioni e i consigli che valgano a farlo sempre più perfetto e gradito.

Invece nel nuovo anno esce Lo Svegliarino, che nel marzo del 1939 è già al suo terzo numero (2) e riporta le notizie dell'Istituto Maria Immacolata ad amici, benefattori, ex allievi e mamme apostoliche.

Poche sono le note del direttore Padre Dario Priante sulle pagine manoscritte della Cronistoria della Casa dal 1938 al 1950 riferite al 1941. In data 29 aprile 1941 risulta che le pagine (della Cronistoria) sono segnate su "Svegliarino". Tempo, negligenza, stanchezza, causa di questa lacuna.

Il periodico Murialdo, che si stampa alla Scuola Tipografica Giuseppina di Montecchio Maggiore, e che è approvato dal P.W.B. (governo militare alleato) il 6 ottobre del 1945, esce come "foglio di propaganda pro allievi missionari giuseppini della Scuola Apostolica "Maria Immacolata" e "Svegliarino" ai parenti degli aspiranti, mamme apostoliche, zelatrici, benefattori, antichi allievi e cooperatori, esce fino al febbraio del 1951 ed ha funzioni formative a favore dell'ideale giuseppino e di notiziario culla vita dell'Istituto. Il periodico consta di quattro pagine, ha un formato di cm. 16x22 ed è fondato e diretto dal Padre Dario Priante. Il Murialdo, alternativamente, è anche mensile dell'Orfanatrofio, che provvisoriamente (1945 e 1946) ha sede in Istituto.

Riprende la testata il periodico In Cammino., come bollettino delle Opere dei Giuseppini del Murialdo della Provincia Veneta del Sacro Cuore per ragazzi orfani ed abbandonati e della Scuola Apostolica "Maria Immacolata" per allievi missionari giuseppini. Inizialmente è stampato a Venezia, poi a Treviso e Vicenza. Lo firmano come direttori responsabili prima Padre Pietro Granzotto e poi il Padre Amedeo Pasotto. Ampio spazio è dato naturalmente anche al notiziario sulla vita dell'Istituto di Montecchio Maggiore. Il periodico esce con un numero variato di pagine ed ha un formato di cm. 22x32. Dall'aprile del 1960 fino alla cessazione della pubblicazione nel dicembre del 1968, la testata di In Cammino riporta da un lato l'immagine di S. Giuseppe e dall'altra quella dell'Immacolata. Gli anni della sua pubblicazione vanno dal 1949 al 1968 e il primo numero uscito con la cronaca dell'Istituto di Montecchio Maggiore è quello del giugno - luglio 1951 (3); praticamente, poi, la redazione si trasferisce alla Scuola Apostolica "Maria Immacolata", come pubblicano Lettere Giuseppine (4). E' uscito "In Cammino", il vecchio giornaletto che aveva mutato nome e sede. Vuole essere anello di congiungimento delle Opere Giuseppine Venete con i benefattori e gli amici. Anche l'Ufficio propaganda si è stabilito a Montecchio! Auguri tanti "de rore coeli et de pinguedine terrae"

Dal 1969 al 1975 il notiziario di Montecchio Maggiore è trasferito ad Attese e dal 1976 in avanti Incontri è la voce, molto spesso modesta dal punto di vista tipografico perché esce ciclostilata, come documento di incontro dell'Istituto con i genitori dei ragazzi che lo frequentano.

Nel 1980 esce come fascicoletto (formato cm. 17,5 x 25) in carta patinata lucida, a stampa ed illustrato a 12 pagine. Vi scrive all'inizio P. Ferruccio Cavaggioni, direttore dell'Istituto. Questo nostro giornalino vede la luce, ormai da anni, in occasione delle feste natalizie e ritengo quindi doveroso rivolgere da queste pagine un augurio cordiale di Buon Natale. Un Natale intristito dalle notizie che ci giungono dai luoghi tragici del terremoto; terremoto che è esploso anche nella vita di ognuno di noi. E questo ci deve portare a vivere quindi un Natale più vero. Attraverso tutta la tragedia della storia umana, come anche attraverso le mille ricerche dell'uomo per creare una società a dimensione umana, per realizzare la giustizia, non si può negare che il punto finale, la nostalgia che è nascostamente presente in questo travaglio, è la realizzazione e la ricerca dell'amore.

Nel dicembre del 1981 esce un altro numero di Incontri (sempre a formato 17,5x25), a 16 pagine. Scrivono i Padri Giuseppini: Un ritorno? C'è sempre un momento della nostra vita in cui ci voltiamo indietro per guardare il cammino fatto. Alle volta può capitare di accorgersi di aver perso qualche cosa del nostro bagaglio.. E' saggio a questo punto saper tornare indietro e recuperare quello che è scivolato sulla nostra strada.

E' il caso del nostro periodico "Incontri" che, pur continuando a presentarsi in forma dimessa ogni mese ai genitori dei nostri ragazzi, prendeva il vestito della festa in certe occasioni speciali (Immacolata, Natale, San Giuseppe, Pasqua) ed entrava anche nelle case degli ex allievi per far partecipi tutti della vita dell'Istituto.

E' questo il vero motivo che ci ha spinti a riprendere questa pubblicazione che non ha nessuna pretesa.. Solo quella di far sentire agli amici dell'Istituto il "cuore".che batte della nostra famiglia giuseppina.

Nel dicembre del 1987 altre 16 pagine di Incontri, formato cm. 17,5x25.

Fedeli all'appuntamento! - dicono i Padri Giuseppini - Qualcosa era caduto dal nostro zaino e dopo averlo recuperato, abbiamo verificato che era uno strumento indispensabile per camminare meglio lungo la storia del nostro caro Istituto. Eccoci, così, anche quest'anno "fedeli all'appuntamento" ancora una volta senza nessuna pretesa, solo quella di far sentire agli amici ed ex allievi dell'Istituto, il "cuore" che batte della nostra famiglia giuseppina.

Vorremmo raddoppiare questi appuntamenti, ma l'aspetto economico incide fortemente per la realizzazione. a meno che un intervento della Provvidenza spiani la strada della attualizzazione del nostro sogno: camminare insieme per ascoltare il battito del vostro cuore, cari lettori!

Che differenza c'è fra Incontri e Incontriamoci? In base alla legge sulla stampa Incontri deve essere firmato da un giornalista - pubblicista iscritto all'Albo. L'ex allievo Vittoriano Nori si mette a disposizione e si va in tribunale per regolarizzare la pratica. Ma qui si trova che in provincia di Vicenza vi è un altro Incontri, per cui bisogna cambiare titolo per essere "regolarizzati". Di punto in botto il direttore P. Solideo Poletti e Vittoriano Nori, davanti al cancelliere del tribunale, dettano alla "pratica" il nuovo titolo della pubblicazione periodica: "Incontriamoci", iscritta con nota 617 in data 18 ottobre 1988 al tribunale di Vicenza.

Il primo numero, periodico semestrale dell'Istituto Maria Immacolata dei Padri Giuseppini del Murialdo di Montecchio Maggiore (VI) esce a dicembre del 1988. Era il nostro sogno, manifestato nell'ultimo numero dello scorso anno ("Comunicare insieme per ascoltare anche il battito del vostro cuore, cari lettori!; un sogno che lentamente sta tramutandosi in realtà. Questo numero non è stato scritto solo da noi Padri; qualcuno di voi si è affiancato e ha manifestato il desiderio di collaborare. In alcuni articoli perciò troverete al termine una sigla e nello stesso tempo sentirete battere un cuore che vuole ancora una volta sentirsi prolungamento della famiglia del Murialdo e partecipe della missione educativa dei Giuseppini. Il sogno continua. perché a questi cuori si uniscono altri cuori in modo che questo periodico diventi l'espressione di una famiglia numerosa: ragazzi, genitori, amici, ex allievi. L'intervento è firmato da "I Padri Giuseppini".

Nel numero secondo di Incontriamoci (maggio 1989) i Padri Giuseppini firmano ancora l'intervento di redazione. Il cammino continua, il passo si è fatto più sicuro, qualcuno si è affiancato. Non solo gli amici, non solo gli ex allievi hanno voluto far sentire la loro voce accanto alla nostra, ma anche qualche ragazzo ha voluto scrivere la sua pagina. Non ha nessuna pretesa, è soltanto il richiamo di una presenza in mezzo a noi che dà significato alla nostra vita di dedizione ai giovani nel nome del Murialdo, di cui celebreremo la festa il 18 maggio.

Gli uomini del passato sono grandi non solo per quello che hanno fatto, ma anche per il fascino e la carica che riescono a trasmettere ad altri dopo di loro.

Noi Giuseppini seguendo la chiamata di Dio, ripercorrendo i passi del Murialdo, sappiamo che Dio ci ama per primo, personalmente, in ogni istante, che il suo amore è infinito, tenero e misericordioso. Eccoci perciò al lavoro nelle scuole, negli oratori, nei centri giovanili, nelle parrocchie, nelle missioni, nelle case-famiglia, in Italia, Spagna, Argentina, Brasile, Colombia, Ecquador, USA, Sierra Leone, Guinea Bissau..

Noi speriamo che tutti, vedendoci, possano esclamare: "Il Murialdo è vivo, io l'ho incontrato!".

 

Note a piè pagina

(1) Documenti di Padre Dario Priante raccolti nell'archivio del Patronato Leone XIIIº di Vicenza.

(2) Cronistoria dell'Istituto Maria Immacolata dal 1935 al 1950, alla data del 16 marzo 1939.

(3) Cronistoria dell'Istituto Maria Immacolata dal 1951 al 1957, alla data del 25 aprile 1951.

(4) Lettere Giuseppine, gennaio - febbraio, 1954.

 

Capitolo 4º PADRI GIUSEPPINI DIRETTORI DELL'ISTITUTO MARIA IMMACOLATA indice

 

1 - PIETRO CARRA' DAL 1901 AL 1905

Nato il 30 settembre 1872 a Pacetto Torinese, novizio giuseppino a Volvera (TO) il 6 settembre 1890, emette la prima professione religiosa l'8 ottobre 1892 e la professione perpetua il 5 settembre 1902, è ordinato sacerdote il 18 settembre 1897.

E' a Oderzo come insegnante fino al 1901, quindi a Montecchio Maggiore come direttore fino al 1905 e durante tale permanenza partecipa al terzo capitolo generale della Congregazione. Nel 1905 è direttore al Patronato di Sandrigo, nel 1906 direttore al Patronato S. Giuseppe di Bassano e nel 1907 direttore dell'Istituto Belleli di Coreggio (FE). Il 18 marzo 1909 è parroco dell'Immacolata a Roma, ove scompare per improvvisa malattia il 18 aprile 1911.

(Bibliografia: (Eugenio Reffo), Don Pietro Carrà, 1911; Eugenio Reffo, Florilegio Giuseppino. Memorie di alcuni confratelli della Pia Società di S. Giuseppe morti in concetto di segnalata virtù, alle pp. Da 43 a 54, 1922 Vittoriano Nori, Padre Pietro Carrà primo direttore di Montecchio Maggiore (1901 - 1905), "Incontriamoci", n. 16, giugno 1995).

 

2 - GIUSEPPE BALDELLI DAL 1905 AL 1910

Nato a Rieti il 10 giugno 1877, novizio giuseppino a Volvera (TO) il 21 settembre 1895, emette la prima professione religiosa il 18 settembre 1897 e la professione perpetua il 13 agosto 1903, è ordinato sacerdote il 22 dicembre 1900.

Dall'ottobre del 1901 è aiutante del primo direttore P. Pietro Carrà all'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore, del quale diviene direttore nel 1905 e vi rimane fino al 1910. Il 16 marzo 1909 è ricevuto in udienza speciale con altri direttori di Case Giuseppine dal Papa Pio Xº. Nel 1911 è nella missione di Bengasi ed è cappellano dell'ospedale territoriale. Dall'Africa ritorna a Montecchio negli anni 1918 e 1919. Dopo Montecchio la sua tappa è il Brasile, dove è vice parroco a Jaguarao, parroco a Sancta Victoria de Palmar e parroco ancora a Jaguarao. E' autore di opuscoli popolari e di libri di qualche mole sulla devozione alla Madonna. Negli anni 1931 - 1933 è vicario del superiore delegato della Missione giuseppina del Brasile. Scompare a Rio Grande do Sul il 15 maggio 1934.

(Bibliografia: "Cronistoria della Pia Società Torinese di S. Giuseppe dalla fondazione 1873 al 1948", alle pp. 53 e 182 - 183; Vittoriano Nori, Padre Giuseppe Baldelli secondo direttore di Montecchio Maggiore (1905 - 1910), "Incontriamoci", n. 17, dicembre 1995.

 

3 - EMILIO CECCO DAL 1910 AL 1913

Nato a Pinerolo (TO) il 20 settembre 1872, novizio giuseppino a Volvera (TO) il 6 settembre 1890, emette la prima professione religiosa il 24 ottobre 1893 e la professione perpetua l'1 settembre 1899, è ordinato sacerdote il 3 maggio 1896 e partecipa come delegato ai capitoli generali della Congregazione del 1902, 1903, 1906, 1912 e 1919: durante questo ultimo capitolo è eletto consultore generale.

E' nel Vicentino dal 1893 al 1919: insegnante e vicedirettore al Patronato Leone XIIIº di Vicenza dal 1893 al 1901; direttore del Patronato S. Giuseppe di Bassano dal 1901 al 1903; direttore del Patronato Leone XIIIº di Vicenza dal 1903 al 1910; direttore all'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggioredal 1910 al 1913; direttore al Patronato S. Gaetano di Thiene dal 1913 al 1919. Dal 1919 al 1922 è parroco dell'Immacolata a Roma.

Nel 1922 inizia la Missione del Napo in Equador, in un ambiente privo di comodità e di comunicazioni, lontano da ogni "civiltà". Sorgono scuole rurali, ambulatori, cappelle spase nella selva, laboratori, strade, ponti. Chiama le suore Dorotee di Vicenza e inizia la catechesi e l'istruzione degli "indios", attirandosi le simpatie dell'autorità per la sua attività. Superiore della Missione dal 1922 al 1931, è superiore delegato fino al 1935 e superiore della vice provincia dell'Equador nel 1935 e 1936. Nel maggio del 1931 è nominato vicario apostolico, e viene consacrato vescovo titolare di Latopoli a Roma il 24 maggio nella chiesa dell'Immacolata. Dopo 15 anni di strenuo lavoro, minato nella sua forte fibra dalle fatiche e dalla malattia, chiede piangendo l'esonero dal servizio. Tornato a malincuore in Italia nel 1936 fa il missionario girando per le comunità e le parrocchie a portare la sua testimonianza e il suo calore apostolico. Negli ultimi tempi si ritira nel dolce clima di Santa Margherita Ligure, dove si spegne nel febbraio del 1944.

(Bibliografia: "Cronistoria della Pia Società Torinese di S. Giuseppe dalla fondazione 1973 al 1948", alle pp. 270 - 271; Antonio Carletti, Il primo vescovo missionario giuseppino mons. Emilio Cecco a quarant'anni dalla morte, "Vita Giuseppina", marzo 1984; Adriano Disconzi e Gino Pittarello, Mons. Emilio Cecco (1872 - 1944), "I Giuseppini del Murialdo a Vicenza nel centenario del Patronato Leone XIIIº", Vicenza, 1990; Vittoriano Nori, Padre Emilio Cecco terzo direttore di Montecchio Maggiore, "Incontriamoci", n. 20, giugno 1997).

 

4 - ANGELO RONCAGLIA DAL 1913 AL 1916

Nato a Centrale di Zugliano (VI) il 4 maggio 1875, novizio giuseppino a Volvera (TO) il 24 ottobre 1893, emette la prima professione religiosa il 28 agosto 1895 e la professione perpetua il 26 agosto 1902, è ordinato sacerdote il 23 dicembre 1899. Partecipa come delegato ai capitoli generali della Congregazione nel 1903, nel 1906 e nel 1912.

E' al Patronato Leone XIIIº di Vicenza come insegnante dal 1899 al 1902 dopo di essere stato assistente e maestro dal 1894 al 1899 ad Oderzo; è direttore del Patronato Lazzaris di Spresiano (TV) dal 1902 al 1910; direttore del Patronato Leone XIIIº di Vicenza dal 1910 al 1913; è a Montecchio Maggiore come direttore dell'Istituto Maria Immacolata dal 1913 al 11916, las cui presenza è segnata dal giudizio del superiore generale Eugenio Reffo: ". Si adopera con ogni zelo e prudenza nell'educazione dei giovanetti, aggiungendovi tutto quel corredo di sana pedagogia appresa alla scuola di don Giovanni Rayneri nel Collegio di Oderzo. Egli, infatti, sa accoppiare uno spirito di ordine e di bene intesa disciplina con modi cortesi ed educati; il chè favorisce nei giovani la regolarità e l'applicazione allo studio, in modo che il Collegio procede ordinato nel suo interno e stimato al di fuori. Attendendo attivamente all'educazione dei convittori, si applica con tutto lo zelo alla cultura spirituale di quei buoni valligiani, provvedendo eziandio a completare la decorazione della chiesa dell'Istituto".

Dall'autunno del 1916 è direttore del piccolo Seminario di Frascati (RO), ma il 22 settembre del 1917 viene a mancare per sopravvenuta malattia.

 

(Bibliografia: Pregate per l'anima del carissimo don Angelo Roncaglia, "Lettera circolare del 22 settembre 1917 del superiore generale P. Eugenio Reffo; Eugenio Reffo, Don Angelo Roncaglia, "Lettere Giuseppine", ottobre 1917; Vittoriano Nori, Padre Angelo Roncaglia quarto direttore di Montecchio Maggiore (1913 -1916), "Incontriamoci", n. 21, dicembre 1997).

 

5 - LUIGI BALBI DAL 1916 AL 1919

Nato a Torino il 17 febbraio 1870, novizio giuseppino a Bruere di Rivoli (TO) l'1 settembre 1888, emette la prima professione religiosa il 6 luglio 1890 e la professione perpetua l'11 agosto 1900, è ordinato sacerdote il 4 giugno 1898, è consigliere locale all'Istituto di Modena, insieme con Padre Luigi Roncaglia nel 1908, delegato supplente al capitolo generale della Congregazione del 26 marzo 1912, delegato al capitolo generale del 3 aprile 1919.

Dal 1916 al 1919 è direttore dell'Istituto Maria Immacolata in momenti di gravissima crisi per la situazione militare: letti e locali del Collegio sono infatti requisiti dal comando militare. Egli segnala: "Non è possibile in quest'anno riaprire il Convitto, e dovremo accontentarci di un esternato per quei giovanetti del paese e dintorni, che desiderano avviarsi alla carriera ecclesiastica".

Il 16 agosto 1919 salpa da Genova per la Missione in Brasile e negli anni 1931 - 1932 è consigliere della Missione giuseppina del Brasile. Opera a Rio Grande do Sul e Paranà. Rientrato in Italia, dopo un periodo di attività missionaria, è vice parroco a Nostra Signora della Salute a Torino e parroco di San Giacomo di Lucera. Nella casa generalizia, la mattina del 20 agosto 1933, scompare dopo lunga e penosa malattia.

 

(Bibliografia: "Lettere Giuseppine", settembre 1916; "Cronistoria della Pia Società Torinese di S. Giuseppe dalla fondazione 1873 al 1948", alle pp. 178 e 179).

 

6 - GASPARE REALE DAL 1919 AL 1922

Nato a Candiolo (TO) il 30 aprile 1889, novizio giuseppino a Volvera (TO) il 19 settembre 1906, emette la prima professione religiosa il 19 settembre 1907 e la professione perpetua il 10 settembre 1913, è ordinato sacerdote il 1º maggio 1916.

Insegna al Patronato Leone XIIIº di Vicenza dal 1908 al 1919, è direttore a Montecchio Maggiore all'Istituto Maria Immacolata dal 1919 al 1922; direttore del Collegio Murialdo di Albano (RO) dal 1923 al 1936; rettore dell'Aspirandato di Viterbo prima e dello Scolasticato Teologico poidal 1936 al 1940; dal 1937 al 1940 è consigliere della provincia romana dei Padri Giuseppini. Superiore provinciale del Piemonte dal 1940 al 1946; consultore generale della Congregazione dal 1946 al 1950, svolge diversi compiti per conto della Congregazione a Roma; consigliere tecnico dell'ufficio centrale presso la S. Congregazione dei Seminari, componente della giunta centrale della Federazione degli Istituti dipendenti dall'Autorità Ecclesiastica, assistente nazionale della gioventù murialdina di Azione Cattolica nel 1946 e della associazione ex allievi dei PP. Giuseppini. E' direttore per molti anni della rivista Vita Giuseppina e autore della Cronistoria della Pia Società Torinese di S. Giuseppe dal 1925 al 1948, pubblica nel 1952 il volume biografico Un apostolo della gioventù: Padre Carlo Maculan dei PP. Giuseppini del Murialdo (1876 - 1948). Scompare l8 gennaio 1957 dopo penosa malattia.

 

(Bibliografia: Padre Gaspare Reale, "Lettere Giuseppine", gennaio - febbraio 1957; Padre Gaspare Reale, "Vita Giuseppina", febbraio 1957.)

 

7 - ANTONIO BASSO DAL 1922 AL 1925

Nato a Tezze dul Brenta (VI) il 12 dicembre 1884, novizio giuseppino a Rivoli (TO) il 26 agosto 1899, emette la prima professione religiosa il 18 settembre 1901 e la professione perpetua il 10 agosto 1907, è ordinato sacerdote il 19 dicembre 1908. E' insegnante degli aspiranti giuseppini a Volvera (TO) dal 1908 al 1911 e degli scolastici a Oderzo dal 1911 al 1917, e a Frascati dal 1917 al 1920; compie il servizio militare dal febbraio 1918 al gennaio 1919. Dal 1920 al 1922 è rettore della chiesa della SS. Trinità a Marino (RE).

Dal 1922 al 1925 è direttore dell'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore e durante tale periodo è realizzato il nuovo elegante fabbricato, inaugurato il 16 novembre 1924 e che "permette alla Scuola Apostolica giuseppina del Veneto di dilatare le sue tende e di abbracciare un maggior numero di convittori aspiranti alla vita religiosa e missionaria". E' delegato ai capitoli generali della Congregazione negli anni 1925, 1937 e 1952. Dal 1925 al 1931 è vice direttore dell'Opera Pio Xº a Roma; redattore del periodico Lettere Giuseppine, ne diventa direttore responsabile nel 1928. Con il primo numero del 1931 egli modifica il titolo in quello di Vita Giuseppina.

Dal 1931 al 1932 è vicedirettore ed economo dello Scolasticato di Ponte di Piave (TV) e dal 1932 al 1939 è direttore della tipografia nell'Opera Nostra Signora della Salute a Torino e del settimanale cattolico La Voce dell'Operaio. Vicario provinciale (1939 - 1945) e superiore provinciale del Piemonte (1946 - 1949). Direttore del Collegio Larco di S. Margherita Ligure (GE) dal 1949 al 1950, rettore del Collegio degli Artigianelli di Torino dal 1950 al 1955, padre spirituale all'Istituto di Pinerolo (TO) nel 1955 e 1956, svolge attività sacerdotale nell'Opera Nostra Signora della Salute a Torino (1956 - 1964), nell'Istituto educativo di Bergamo dal 1964 fino alla morte, avvenuta nell'ospedale Cottolengo di Torino il 24 giugno 1972.

 

(Bibliografia: Giovanni Milone, Padre Antonio Basso, "Vita Giuseppina", agosto - settembre 1972; "Cronistoria della Congregazione di S. Giuseppe dal 1948 al 1973", alla p. 129).

 

8 - BERNARDO MACULAN DAL 1925 AL 1931

Nato a Centrale di Zugliano (VI) il 9 marzo 1884, novizio giuseppino il 12 settembre 1900 a Volvera (TO), emette la prima professione religiosa il 6 settembre 1902 e la professione perpetua il 3 maggio 1909, è ordinato sacerdote il 17 ottobre 1909. E' insegnante di quinta elementare al Patronato Leone XIIIº di Vicenza e incaricato della sezione operai nelle ore serali. Nel 1912 è colpito dal tifo e per due anni le sue gravissime condizioni tengono in ansia confratelli e giovani. Dal 1913 al 1915 è direttore del Patronato del Santo a Padova; dal 1915 al 1918 è soldato di sanità a Verona; dal 1918 al 1922 è direttore del Patronato S. Gaetano di Thiene; dal 1922 al 1925 direttore del Collegio Brandolini - Rota di Oderzo e dal 1925 al 1931 direttore dell'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore, dove "coltiva tra gli aspiranti giuseppini un sereno spirito di pietà, una encomiabile serietà di studio e una sana letizia".

E' delegato ai capitoli generali della Congregazione del 1919, 1925, 1931; è eletto consultore generale nel 1922. E' consigliere generale nel 1925, vicario generale nel 1931 e nel 1937, procuratore generale e vicario generale dal 1946 al 1951. Dal 1938 assolve all'incarico di procuratore generale presso la Santa Sede e valido aiuto del P. Maurizio Camossi nella postulazione della causa del fondatore Leonardo Murialdo. Pubblica il volume Riso e sorrisi, una ricca raccolta di facezie, barzellette, giochi, a scopo di onesto divertimento. Scompare dopo una malattia di due anni il 19 settembre 1953.

 

(Bibliografia: "Lettere Giuseppine", settembre - ottobre 1953; "Vita Giuseppina", ottobre 1953; "Cronistoria della Congregazione di S. Giuseppe dal 1948 al 1973", a pp. 25 - 26).

 

8 - ANTONIO BOSCHETTI DAL 1931 AL 1934

Nato a Montecchio Maggiore il 2 novembre 1898, novizio giuseppino a Volvera (TO) il 6 settembre 1914, emette la prima professione religiosa il 7 settembre 1915 e la professione perpetua il 26 agosto 1923, è ordinato sacerdote il 29 giugno 1924.

E' insegnante all'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore dal 1929 al 1931 e direttore dello stesso Istituto dal 1931 al 1934. Nel 1931 partecipa in veste di delegato al capitolo generale della Congregazione e dal 1934 al 1940 è direttore del Patronato S. Gaetano di Thiene.

Dal 1940 al 1946 è superiore della provincia romana della Congregazione e direttore dell'Istituto Teologico di Viterbo dal 1945 al 1946; vicario generale dal 1946 al 1952, superiore provinciale in Equador dal 1952 al 1958. Eletto superiore generale della Congregazione nel 1958, assolve all'importante incarico fino al 1964. Le varie mansioni sono da lui esercitate sempre con saggezza, equilibrio e dedizione "con una ispirazione accentuatamente soprannaturale nei metodi e nei fini". Nel gennaio del 1946 inizia un lunghissimo viaggio per visitare le lontane Provincie Americane di Equador, Brasile, Argentina, Cile, Stati Uniti, fermandosi in ogni comunità giuseppina e visitando pure i nuovi Istituti nella Spagna. Cessato il suo compito di superiore generale, si ritira al Patronato S. Gaetano di Thiene, l'opera del suo cuore, il luogo più amato, "dove trova in una accoglienza ammirata ed affettuosa la più piena comprensione per la sua spiritualità, che diffonde mitezza e pace". Scompare il 16 maggio 1981.

 

(Bibliografia: "Vita Giuseppina", agosto - settembre 1974; "Lettere Giuseppine", maggio - giugno 1974; "Vita Giuseppina", agosto 1981; "Cronistoria della Congregazione di S. Giuseppe dal 1973 al 1983", a p. 119).

 

10 - DARIO PRIANTE DAL 1934 AL 1945

Nato a Vicenza il 17 febbraio 1900, novizio giuseppino a Volvera (TO) il 7 settembre 1915, emette la prima professione religiosa l'8 settembre 1916 e la professione perpetua l'11 agosto 1923, è ordinato sacerdote il 19 marzo 1925.

Dal 1923 è addetto all'insegnamento nelle classi elementari dell'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore, dove nel 1931 è vice direttore ed economo. E' direttore dell'Istituto per un lungo periodo, dal 1934 al 1945 e fonda proprio a Montecchio la Associazione Mamme Apostoliche, che poi viene diffusa in tutte le Case giuseppine in Italia e all'estero.

Bel 1945 gli viene affidata a Roma la direzione dei giovani emigrati dalla Libia ed è nominato segretario del consiglio generale della Congregazione dal 19 settembre 1945 al luglio del 1946. E' economo provinciale del Veneto dal 1940 al 1946, e dal 1946 al 1949 è superiore della provincia veneta del Sacro Cuore; egli pone la sua sede nella Casa di S. Marziale a Venezia. Parte per la terra di missione nel 1950 in Brasile e dirige per tre anni il Collegio Murialdo di Ana Rech. Dal 1952 al 1958 è superiore della provincia argentino-cilena; dirige poi, fino al 1964, la colonia agricola J. Posse di Morrison (Cordoba); nel 1962 e fino al 1964 è economo della stessa provincia.

Ritornato in Italia, è per un anno economo e padre spirituale all'Istituto Murialdo di Enego. Dal 1967 alla morte dirige l'Istituto professionale don G. Costantino a Mirano. Colto da collasso cardiaco, scompare il 30 marzo 1972, nel giorno anniversario della morte del Murialdo.

"Laborioso senza stanchezza, vivacissimo nelle iniziative, aperto e cordiale con tutti, ebbe spiccata sensibilità verso i ragazzi poveri ed orfani, per i quali aveva attenzioni squisite e comprensioni paterne. Sacerdote esemplare, uomo di preghiera, attento anche ai problemi generali della sua famiglia religiosa, egli resta nel ricordo di quanti lo conobbero una delle espressioni più belle delle tradizioni giuseppine".

 

(Bibliografia: Girolamo Zanconato, P. Dario Priante, "Vita Giuseppina", giugno 1972; Cronistoria della Congregazione di S. Giuseppe dal 1948 al 1973" a p. 128).

 

11 - AMEDEO PASOTTO DAL 1945 AL 1952 E DAL 1955 AL 1957

Nato a Megliadino S. Fidenzio (PD) il 5 febbraio 1914, novizio giuseppino a Rivoli (TO) il 27 agosto 1930, emette la prima professione religiosa il 28 agosto 1931 e la professione perpetua il 17 luglio 1937, è ordinato sacerdote il 6 luglio 1941.

Insegnante ed assistente all'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore (VI) dal 1934 al 1937, vi ritornerà nel 1941 e vi rimarrà fino al 1952 (dal 1941 al 1945 come insegnante e vice direttore, dal 1945 al 1952 come direttore).

Dal 1952 al 1955 è superiore provinciale con sede a Venezia S. Marziale e alla Villa San Giuseppe ad Arcugnano (VI); ritorna all'Istituto Maria Immacolata a Montecchio Maggiore ancora come direttore dal 1955 al 1957, assolvendo anche al compito di vice superiore provinciale dal 1955 al 1958. Sarà quindi direttore del Patronato Leone XIIIº di Vicenza dal 1957 al 1958, insegnante di musica ancora all'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore dal 1955 al 1960 e delegato al capitolo generale della Congregazione giuseppina nel 1958.

Insegnante a Riva del Garda all'Istituto Murialdo dal 1960 al 1964 e alla Scuola Apostolica San Giuseppe a Civezzano (TN) dal 1964 al 1976. E' ora in Casa Provinciale della Congregazione a Padova dal 1976 come direttore di spiritualità.

 

12 - EUGENIO VENCATO DAL 1952 AL 1955

Nato ad Altavilla (VI) il 27 maggio 1917, novizio giuseppino a Vigone (TO) il 5 ottobre 1933, emette la prima professione religiosa il 6 ottobre 1934 e la professione perpetua il 25 settembre 1940. E' ordinato sacerdote il 3 giugno 1944, è insegnante al Patronato Pio IXº a Venezia dal 1944 al 1951, è direttore della Villa San Giuseppe di Arcugnano (VI) dal 1951 al 1952, è direttore dell'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore (VI) dal 1952 al 1955; durante tale periodo viene realizzato dalla Provincia Veneta della Congregazione Giuseppina il nuovo elegante fabbricato, l'ala Murialdo, che viene inaugurata l'8 novembre 1953.

Nel 1955 viene trasferito ad Enego (VI) all'Istituto Leonardo Murialdo, dove rimarrà come direttore fino al 1963; quindi insegnante per un anno all'Istituto Camerini Rossi di Padova dal 1963 al 1964, economo a Oderzo al Collegio Brandolini Rota dal 1964 al 1981 ed è ora economo a Montecchio Maggiore all'Istituto Maria Immacolata dal 1981.

 

13 - LINO BARBIERI DAL 1957 AL 1960

Nato a Zugliano (VI) l'11 settembre 1923, novizio giuseppino a Vigone (TO) il 28 agosto 1940, emette la prima professione religiosa il 29 agosto 1941 e la professione perpetua il 2 ottobre 1946, è ordinato sacerdote il 10 marzo 1951.

Insegnante al Collegio Brandolini Rota di Oderzo (TV) dal 1951 al 1952 e all'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore (VI) dal 1952 al 1954, è economo alla Villa S. Giuseppe di Arcugnano (VI) dal 1954 al 1955 e ritorna insegnante a Montecchio Maggiore dal 1955 al 1957, dove dirigerà l'Istituto Maria Immacolata dal 1957 al 1960.

Direttore dell'Istituto Don Giulio Costantino di Mirano (VE) dal 1960 al 1964 e della Scuola Apostolica S. Giuseppe di Arcugnano (VI) ed a Civezzano (TN) dal 1964 al 1970. E' insegnante all'Istituto Don Giulio costantino di Mirano (VE) dal 1970 al 1971, padre spirituale alla Scuola Apostolica San Giuseppe di Civezzano (TN) dal 1971 al 1973, economo all'Istituto Murialdo di Enego (VI) dal 1973 al 1974 e direttore dello stesso Istituto dal 1974al 1978 e vicario provinciale veneto della Congregazione giuseppina dal 1976 al 1978. E' in Inghilterra per studio della lingua dal 1978 al 1979 e in Sierra Leone (Africa) alla Comunità Saint Joseph Fathers come direttore dal 1979 al 1988 e come economo dal 1988 al 1994.

E' a Padova alla Casa Provinciale dei Giuseppini come aiuto procuratore dal 1994.

 

14 - BRUNO BISON DAL 1960 AL 1963

Nato a Vicenza il 24 ottobre 1921, novizio giuseppino a Vigone (TO) il 25 ottobre 1936, emette la prima professione religiosa il 26 ottobre 1937 e la professione perpetua il 29 luglio 1944, è ordinato sacerdote l'1 marzo 1947.

Insegnante al Collegio Brandolini Rota di Oderzo (TV) dal 1952 al 1956, direttore e insegnante delle Scuole Superiori di Portogruaro (VE) dal 1956 al 1958, direttore e preside del Collegio Brandolini Rota di Oderzo (TV) dal 1958 al 1959, insegnante all'Istituto Sacro Cuore di Modena dal 1959 al 1960, consigliere provinciale veneto della Congregazione dal 1958 al 1961.

Direttore dell'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore (VI) dal 1960 al 1963, vicario della provincia veneta dei Giuseppini dal 1961 al 1967, insegnante ed economo dal 1963 al 1969 del Seminario Giuseppino di Ponte di Piave (TV), dove svolge dal 1969 il suo compito di insegnante e di preside.

 

15 - GINO GINI DAL 1963 AL 1968

Nato a Chions (PN) il 17 novembre 1914, novizio giuseppino a Rivoli (TO) il 27 agosto 1930, emette la prima professione religiosa il 28 agosto 1931 e la professione perpetua il 24 luglio 1937, è ordinato sacerdote il 23 giugno 1940.

E' prefetto degli studenti aspiranti al Collegio Scuola S. Giuseppe di Rivoli (TO) dal 1940 al 1942, direttore e insegnante alla Colonia Agricola Murialdo di S. Stefano Belbo (CU) dal 1942 al 1945, direttore dell'Istituto Educativo di Bergamo dal 1945 al 1946, vice rettore e insegnante al Collegio Larco di S. Margherita Ligure (GE) dal 1946 al 1948 e al Seminario giuseppino di Ponte di Piave (TV) dal 1948 al 1952, direttore e insegnante all'Istituto Camerini Rossi di Padova dal 1952 al 1958, economo provinciale veneto della Congregazione dal 1955 al 1958, parroco di S. Giuseppe Lavoratore a Bologna nel 1958 e direttore del Collegio Scuola S. Giuseppe di Rivoli (TO) nel 1959.

Insegnante all'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore (VI) nel settembre del 1959, direttore e insegnante all'Istituto Maschile Turazza di Treviso dal 1959 al 1962 e ancora all'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore (VI) come direttore e insegnante dal 1962 al 1968, sarà assistente e vice rettore al Pensionato Universitario Murialdo di Padova dal 1968 al 1969, insegnante sempre all''stituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore dal 1969 al 1970, direttore all''stituto Lugaresi di Cesena (FO) dal 1970 al 1971, vice rettore e assistente all'Istituto Murialdo di Enego (VI) dal 1971 al 1973, insegnante di matematica ai corsi al Patronato S. Gaetano di Thiene (VI) dal 1973 al 1984 e assistente all'Istituto Educativo di Bergamo dal 1984.

 

16 - GIUSEPPE BELLOTTO DAL 1968 AL 1976

Nato a Conegliano (TV) il 17 luglio 1933, novizio giuseppino a Vigone (TO) il 29 agosto 1948, emette la prima professione religiosa il 30 agosto 1949 e la professione perpetua il 29 settembre 1955, è ordinato sacerdote il 14 marzo 1959.

E' insegnante all'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore (VI) dal 1959 al 1963, alla Villa S. Giuseppe di Arcugnano (VI) dal 1963 al 1965 e alla Scuola Apostolica S. Giusepppe di Civezzano (TN) dal 1965 al 1966, insegnante ancora all'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore dal 1966 al 1968, dove sarà direttore dal 1968 al 1976.

Consigliere e segretario della Provincia veneta della Congregazione dal 1970 al 1976, direttore del Collegio Brandolini Rota di Oderzo (TV) dal 1976 al 1982, vicario provinciale veneto della Congregazione dal 1978 al 1982, superiore provinciale per il Veneto dei Giuseppini dal 1982 al 1988, consigliere generale della Congregazione dal 1988 al 1994 a Roma, è ancora a Roma in Casa Generalizia come procuratore e postulatore generale dal 1994.

 

17 - FERRUCCIO CAVAGGIONI DAL 1976 AL 1981

Nato a Vicenza il 17 dicembre 1941, novizio giuseppino a Vigone (TO) il 28 settembre 1958, emette la sua prima professione religiosa il 29 settembre 1959 e la professione perpetua il 3 novembre 1965, è ordinato sacerdote il 27 giugno 1970.

E' insegnante alla Scuola Apostolica S. Giuseppe di Civezzano (TN) dal 1970 al 1972 e all'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore (VI) dal 1972 al 1976, dove diventa direttore nel 1976 fino al 1981. E' consigliere e segretario della Provincia Veneta dei PP. Giuseppini dal 1976 al 1982 e delegato al capitolo generale della Congregazione nel 1976.

Direttore dell'Istituto Don Giulio Costantino di Mirano (VE) dal 1981 al 1984, insegnante al Collegio Brandolini Rota di Oderzo (TV) dal 1984 al 1994, è direttore del Patronato Leone XIIIº di Vicenza dal 1994.

 

18 - FLAVIO ALLEGRO DAL 1981 AL 1984

Nato a Vicenza il 4 novembre 1935, novizio giuseppino a Vigone (TO) il 7 ottobre 1951, emette la prima professione religiosa l'8 ottobre 1952 e la professione perpetua l'11 settembre 1958, è ordinato sacerdote il 30 marzo 1963.

Insegnante e assistente all'Istituto Don Giulio Costantino di Mirano (VE) dal 1963 al 1969, assistente ai gruppi giovanili e alla Polisportiva Fulgor al Patronato San Gaetano di Thiene (VI) dal 1969 al 1971, vice maestro del noviziato e insegnante all'Istituto San Giuseppe Artigiano di Viterbo dal 1972 al 1981.

E' direttore dell'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore (VI) dal 1981 al 1984 e della Comunità Murialdo di Via Pasi a Vicenza dal 1984 al 1990. Ritorna all'Istituto Don Giulio Costantino a Mirano (VE) come direttore e insegnante dal 1990 al 1996. E' direttore al Patronato Pio IXº alla Madonna dell'Orto a Venezia dal 12 settembre 1997.

 

19 - SOLIDEO POLETTI DAL 1984 AL 1990

Nato a Valdagno (VI) il 7 novembre 1946, novizio giuseppino a Vigone (TO) il 28 settembre 1962, emette la prima professione religiosa il 29 settembre 1963 e la professione perpetua il 26 ottobre 1969, è ordinato sacerdote il 16 marzo 1974.

Assistente e insegnante all'Istituto Lugaresi di Cesena (FO) dal 1974 al 1978, al Patronato San Gaetano di Thiene (VI) dal 1978 al 1983, all'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore (VI) dal 1983 al 1984.

E' direttore e insegnante allo stesso Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore dal 1984 al 1990; svolge le funzioni di consigliere e segretario della provincia veneta della Congregazione Giuseppina dal 1988 al 1991. Ancora direttore e insegnante alla Comunità Murialdo di Vicenza dal 1990 al 1995 e insegnante al Patronato Leone XIIIº di Vicenza dal 1995 al 1996. E' assistente alla Comunità Giuseppina di Prato (FI) dal 1996.

 

20 - GIANNI TESCARO DAL 1990 AL 1996

Nato a Vicenza il 30 agosto 1953, novizio giuseppino a Viterbo il 27 settembre 1973, emette la prima professione religiosa il 18 settembre 1974 e la professione perpetua il 23 ottobre 1980, è ordinato sacerdote il 4 aprile 1981.

Animatore vocazionale e insegnante al Seminario giuseppino di Ponte di Piave (TV) dal 1981 al 1988 e alla Comunità Murialdo di via Pasi a Vicenza dal 1988 al 1990.

E' direttore dell'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore (VI) dal 1990 al 1996 e del Seminario giuseppino di Ponte di Piave (TV) dal 1996.

 

21 - GIUSEPPE GARBIN DAL 1996

Nato a Nanto (VI) il 19 maggio 1944, novizio a Vigone (TO) il 28 settembre 1962, emette la prima professione religiosa il 29 settembre 1963 e la professione perpetua il 26 ottobre 1969, è ordinato sacerdote il 16 marzo 1974.

Insegnante all'Istituto Maschile Turazza di Treviso dal 1974 al 1979, all'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore (VI) dal 1979 al 1982, al Patronato S. Gaetano di Thiene (VI) dal 1982 al 1984.

Ancora al Patronato S. Gaetano di Thiene è direttore e insegnante dal 1984 al 1990; ritorna, quindi, all'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore (VI) come insegnante e preside dal 1990 al 1996 , e dove è direttore e preside dal 1996.

 

Capitolo 5º LE COMUNITA' GIUSEPPINE DELL'ISTITUTO DALL'ANNO 1901 ALL'ANNO 2000 indice

 

Le comunità giuseppine dell'Istituto dall'anno 1901 all'anno 2000

1901 - 1902 P. Pietro Carrà (direttore), Ch. Marco Apolloni, Ch. Giacomo Farencena.

1902 - 1903 P. Pietro Carrà (direttore), P. Giuseppe Baldelli, Ch. Marco Apolloni, Ch. Giacomo Farencena.

1903 - 1904 P. Pietro Carrà (direttore), P. Giuseppe Baldelli, Ch. Marco Apolloni.

1904 - 1905 P. Pietro Carrà (direttore), P. Giuseppe Baldelli, Ch. Benigno Fracasso.

1905 - 1906 P. Giuseppe Baldelli (direttore), Ch. Adolfo Lorenzi.

1906 - 1907 P. Giuseppe Baldelli (direttore), Ch. Antonio Basso, Ch. Benigno Fracasso.

1907 - 1908 P. Giuseppe Baldelli (direttore), Ch. Alfonso Giovannini, Ch. Eugenio Sartori.

1908 - 1909 P. Giuseppe Baldelli (direttore), P. Luigi Sella, Ch. Antonio Dal Prà, Ch. Mario Longhin.

1909 - 1910 P. Giuseppe Baldelli (direttore), P. Luigi Sella, Ch. Antonio Dal Prà, Ch. Giulio Zecchin.

1910 - 1911 P. Emilio Cecco (direttore), P. Luigi Sella, Ch. Guido Guarda, Ch. Mario Longhin, Ch. Ottavio Perino, Ch. Antonio Sella.

1911 - 1912 P. Emilio Cecco (direttore), P. Luigi Sella, Ch. Luigi Falda, Ch. Guido Guarda, Ch. Ottavio Perino, Ch. Antonio Sella.

1912 - 1913 P. Emilio Cecco (direttore), P. Felice Angelo Garbolino, P. Luigi Lavagno, P. Oreste Orsolon, Ch. Serafino Maculan.

1913 - 1914 P. Angelo Roncaglia (direttore), P. Luigi Lavagno, P. Oreste Orsolon, Ch. Serafino Maculan, Ch. Canzio Miseroni, Ch. Simonazzi, Sig. Casarotto.

1914 -1915 P. Angelo Roncaglia (direttore), P. Luigi Lavagno, P. Oreste Orsolon, Ch. Giovanni Bertino, Ch. Canzio Miseroni, Ch. Ferdinando Spegno.

1915 - 1916 P. Angelo Roncaglia (direttore), P. Luigi Lavagno, P. Oreste Orsolon, Ch. Giovanni Bertino, Ch. Canzio Miseroni, Ch. Luigi Panozzo.

1916 - 1917 Sospesa l'attività per la guerra.

Febbraio 1918 P. Luigi Balbi (direttore), P. Giuseppe Baldelli.

Gennaio 1919 P. Luigi Balbi (direttore), P. Giuseppe Baldelli.

Novembre 1919 P. Gaspare Reale (direttore), P. Giuseppe Garibaldi, Sig. Antonio Bonaventura Furlanetto, Sig. Giovanni Meneguzzo.

1920 - 1921 P. Gaspare Reale (direttore), P. Matteo Bertuzzo, P. Canzio Miseroni, P. Vito Zanon, Sig. Antonio Bonaventura Furlanetto, Ch. Angelo Rossi, Ch. Antonio Zanandrea.

1921 - 1922 P. Gaspare Reale (direttore), P. Matteo Bertuzzo, P. Canzio Miseroni, P. Angelo Rossi, Ch. Alessio Creanzi.

1922 - 1923 P. Antonio Basso (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Matteo Bertuzzo, P. Pietro Rorato, P. Giulio Zecchin, Ch. Luigi Apolloni, Ch. Alessio Creanzi, Sig. Giuseppe Benetti.

1923 - 1924 P. Antonio Basso (direttore), P. Matteo Bertuzzo, P. Umberto Meneguzzo, P. Canzio Miseroni, P. Fortunato Panozzo, P. Pietro Rorato, P. Ferdinando Spegno, Ch. Luigi Apolloni, Ch. Vincenzo Faccini, Ch. Dario Priante, Sig. Giuseppe Benetti, Sig. Ermenegildo Schiavo.

1924 - 1925 P. Antonio Basso (direttore), P. Antonio Boschetti, P. Antonio Basso (direttore), P. Matteo Bertuzzo, P. Umberto Meneguzzo, P. Canzio Miseroni, P. Fortunato Panozzo, P. Pietro Rorato, P. Ferdinando Spegno, Ch. Luigi Apolloni, Ch. Vincenzo Faccini, Ch. Dario Priante, Sig. Giuseppe Benetti, Sig. Ermenegildo Schiavo.Panozzo, P. Dario Priante, Ch. Luigi Apolloni, Sig. Giuseppe Benetti.

1925 -1926 P. Bernardo Maculan (direttore), P. Umberto Meneguzzo, P. Fortunato Panozzo, P. Dario Priante, Ch. Luigi Apolloni, Ch. Bartolomeo Battaglino, Ch. Vincenzo Faccini, Ch. Giovanni Schiavo, Ch. Antonio Zanandrea, Sig. Giuseppe Benetti.

1927 - 1928 P. Bernardo Maculan (direttore), P. Antonio Boschetti, P. Vincenzo Faccini, P. Mario Longhin, P. Dario Priante, P. Giovanni Schiavo, P. Antonio Zanandrea, Ch. Luigi Apolloni, Ch. Vincenzo Nardini, Sig. Giuseppe Benetti.

1928 - 1929 P. Bernardo Maculan (direttore), P. Luigi Apolloni, P. Antonio Boschetti, P. Mario Longhin, P. Vincenzo Nardini, P. Dario Priante, P. Giovanni Schiavo, P. Antonio Zanandrea, Ch. Giovanni Stella, Sig. Giuseppe Benetti.

1929 - 1930 P. Bernardo Maculan (direttore), P. Luigi Apolloni, P. Antonio Boschetti, P. Mario Longhin, P. Vincenzo Nardini, P. Dario Priante, P. Giovanni Schiavo, P. Giovanni Stella, P. Antonio Zanandrea, Sig. Giuseppe Benetti.

1930 - 1931 P. Bernardo Maculan (direttore), P. Luigi Apolloni, P. Antonio Boschetti, P. Mario Longhin, P. Vincenzo Faccini, P. Umberto Meneguzzo, P. Vincenzo Nardini, P. Fortunato Panozzo, P. Dario Priante, P. Giovanni Schiavo, P. Antonio Zanandrea, Ch. Claudio Bianchini, Sig. Giuseppe Benetti.

1931 - 1932 P. Antonio Boschetti (direttore), P. Luigi Apolloni, P. Mario Longhin, P. Vicenzo Nardini, P. Dario Priante, P. Giovanni Stella.

1932 - 1933 P. Antonio Boschetti (direttore), P. Luigi Apolloni, P. Angelo Fabris, P. Mario Longhin, P. Vicenzo Nardini, P. Dario Priante, P. Giovanni Stella, Ch. Lino Breda, Ch. Zeffirino Brunello, Ch. Evasio Stevano, Sig. Primo Foschi.

1933 - 1934 P. Antonio Boschetti (direttore), P. Mario Longhin, P. Vicenzo Nardini, P. Dario Priante, P. Giovanni Stella, P. Antonio Tinelli, Ch. Giuseppe Bassan, Ch. Zeffirino Brunello, Ch. Francesco Rinaldi, Sig. Primo Foschi, Ch. Renato Selva, Sig. Germano Grigolato, Sig. Enrico Mattozzi.

1934 - 1935 P. Dario Priante (direttore), P. Claudio Domeniconi, P. Vincenzo Nardini, Ch. Antonio Paludo, Ch. Amedeo Pasotto, Ch. Mario Vicari, Sig. Primo Foschi, Sig. Germano Grigolato.

1935 - 1936 P. Dario Priante (direttore), P. Claudio Domeniconi, P. Umberto Meneguzzo, P. Vincenzo Pasini, P. Ottorino Zambon, Ch. Antonio Paludo, Ch. Amedeo Pasotto, Ch. Mario Vicari, Ch. Cornelio Visintainer. Sig. Primo Foschi, Sig. Luigi Gentili, Sig. Germano Grigolato.

1936 - 1937 P. Dario Priante (direttore), P. Mariano Bonato, P. Mario Longhin, P. Umberto Meneguzzo, P. Vincenzo Nardini, P. Ottorino Zambon, Ch. Antonio Paludo, Ch. Amedeo Pasotto, Ch. Modesto Priante, Ch. Mario Vicari, Sig. Adamo Foschi, Sig. Primo Foschi, Sig. Luigi Gentili.

1937 - 1938 P. Dario Priante (direttore), P. Mariano Bonato, P. Mario Longhin, P. Umberto Meneguzzo, P. Vincenzo Nardini, P. Ottorino Zambon, Ch. Mario Croveri, Ch. Modesto Priante, Ch. Guerrino Romagnoli, Ch. Mario Vicari, Sig. Primo Foschi, Sig. Luigi Gentili.

1938 - 1939 P. Dario Priante (direttore), P. Mariano Bonato, P. Mario Longhin, P. Umberto Meneguzzo, P. Vincenzo Nardini, P. Ottorino Zambon, Ch. Lino Bonvicini, Ch. Mario Croveri, Ch. Giovanni Guzzonato, Ch. Guerrino Romagnoli, Sig. Primo Foschi.

1939 - 1940 P. Dario Priante (direttore), P. Mariano Bonato, P. Mario Longhin, P. Umberto Meneguzzo, P. Antonio Rigoni, P. Ottorino Zambon, Ch. Lino Bonvicini, Ch. Mario Croveri, Ch. Giovanni Guzzonato, Ch. Amelio Pedroni, Sig. Primo Foschi.

1940 - 1941 P. Dario Priante (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Mario Longhin, P. Umberto Meneguzzo, P. Antonio Rigoni, P. Ottorino Zambon, Ch. Giovanni Guzzonato, Ch. Amelio Pedroni, Ch. Beniamino Picci, Sig. Primo Foschi.

1941 - 1942 P. Dario Priante (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Mario Longhin, P. Umberto Meneguzzo, P. Dino Martini, P. Amedeo Pasotto, P. Antonio Rigoni, Ch. Luigi Orlandi, Ch. Armando Martini, Sig. Primo Foschi.

1942 - 1943 P. Dario Priante (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Mario Longhin, P. Dino Martini, P. Umberto Meneguzzo, P. Amedeo Pasotto, Ch. Ferdinando Bedin, Ch. Luigi Orlandi, Ch. Armando Martini, Ch. Nello Masini, Ch. Francesco Vaccari, Ch. Mario Vicari, Sig. Primo Foschi, Sig. Angelo Tapparello.

1943 - 1944 P. Dario Priante (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Mario Longhin, P. Dino Martini, P. Umberto Meneguzzo, P. Amedeo Pasotto, Ch. Bruno Beato, Ch. Luigi Orlandi, Ch. Armando Martini, Ch. Francesco Vaccari, Ch. Mario Vicari, Sig. Primo Foschi.

1944 - 1945 P. Dario Priante (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Zeffirino Brunello, P. Amedeo Pasotto, P. Mario Vicari, P. Cornelio Visintainer, Ch. Bruno Beato, Ch. Francesco Vaccari, Sig. Primo Foschi.

1945 - 1946 P. Amedeo Pasotto (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Mario Bonato, P. Giuseppe Guderzo, P. Mario Longhin, P. Antonio Tinelli, P. Luciano Trevisan, P. Mario Vicari, P. Cornelio Visintainer, Ch. Bruno Beato, Ch. Alessandro Biondo, Ch. Narciso Bison, Ch. Antonio Caneva, Ch. Renato Gatto, Ch. Leone Porra, Ch. Palmiro Zanellato, Ch. Ugo Zinotti, Sig. Adamo Foschi, Sig. Germano Grigolato.

1946 - 1947 P. Amedeo Pasotto (direttore), P. Giovanni Apolloni, P. Zeffirino Apolloni, P. Aldo Bortoletto, P. Giovanni De Angeli, P. Mario Longhin, P. Giocondo Sartori, P. Giovanni Turcato, P. Mario Vicari, Ch. Ugo Zinotti, Ch. Giuseppe Zorzetto, Sig. Adamo Foschi, Sig. Giuseppe Gaspari, Sig. Germano Grigolato.

1947 - 1948 P. Amedeo Pasotto (direttore), P. Giovanni Apolloni, P. Zeffirino Apolloni, P. Aldo Bortoletto, P. Giovanni De Angeli, P. Mario Longhin, P. Giovanni Turcato, P. Mario Vicari, Ch. Pio Righetto, Sig. Adamo Foschi, Sig. Giuseppe Gaspari.

1948 - 1949 P. Amedeo Pasotto (direttore), P. Giovanni Apolloni, P. Zeffirino Apolloni, P. Aldo Bortoletto, P. Giovanni De Angeli, P. Mario Longhin, P. Ettore Pinelli, P. Giovanni Turcato, P. Mario Vicari, Ch. Mario Favaro, Sig. Adamo Foschi, Sig. Giuseppe Gaspari, Sig. Giuseppe Manfrin.

1949 - 1950 P. Amedeo Pasotto (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Giuseppe Bevilacqua, P. Giovanni De Angeli, P. Mario Longhin, P. Mario Meneghini, P. Alfonso Panozzo, P. Giovanni Turcato, P. Giuseppe Vezzaro, Ch. Mario Favaro, Sig. Adamo Foschi, Sig. Giuseppe Gaspari.

1950 - 1951 P. Amedeo Pasotto (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Bruno Beato, P. Giuseppe Bevilacqua, P. Mario Longhin, P. Mario Meneghini, Ch. Albano Dalla Vecchia, Ch. Mario Favaro, Ch. Gianfranco Verri, Sig. Adamo Foschi, Sig. Giuseppe Gaspari.

1951 - 1952 P. Amedeo Pasotto (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Bruno Beraldo, P. Giuseppe Bevilacqua, P. Mario Longhin, P. Mario Meneghini, P. Ugo Zinotti, P. Luigi Zonta,Ch. Amerigo Ugolini, Ch. Gianfranco Verri, Sig. Adamo Foschi, Sig. Giuseppe Gaspari.

1952 - 1953 P. Eugenio Vencato (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Lino Barbieri, P. Bruno Beraldo, P. Giuseppe Idiotti, P. Mario Longhin, P. Mario Meneghini, P. Giuseppe Parpagiola, Ch. Gaetano Gatto, Ch. Amerigo Ugolini, Ch. Gianfranco Verri, Sig. Giulio Botalla, Sig. Giuseppe Gaspari.

1953 - 1954 P. Eugenio Vencato (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Lino Barbieri, P. Bruno Beraldo, P. Angelo Dal Santo, P. Giuseppe Idiotti, P. Mario Longhin, P. Luigi Michelon, P. Marcello Revrenna, Ch. Francesco Cescon, Ch. Gianfranco Verri, Sig. Giulio Botalla.

1954 - 1955 P. Eugenio Vencato (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Lino Barbieri, P. Bruno Beraldo, P. Angelo Dal Santo, P. Ottaviano Danese, P. Giuseppe Idiotti, P. Mario Longhin, P. Angelo Mazzon, P. Luigi Michelon, Ch. Francesco Cescon, Sig. Giulio Botalla.

1955 - 1956 P. Amedeo Pasotto (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Lino Barbieri, P. Bruno Beato, P. Albano Dalla Vecchia, P. Angelo Dal Santo, P. Ottaviano Danese, P. Mario Longhin, P. Antonio Peron, Ch. Lelio Cola, Sig. Giuseppe Magoga.

1956 - 1957 P. Amedeo Pasotto (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Lino Barbieri, P. Bruno Beato, P. Albano Dalla Vecchia, P. Angelo Dal Santo, P. Mario Longhin, P. Roberto Lovato, P. Antonio Peron, Ch. Vittorino Nadal, Sig. Tarcisio De Toni.

1957 - 1958 P. Lino Barbieri (direttore), P. Mario Apolloni, P. Zeffirino Apolloni, P. Bruno Beraldo, P. Albano Dalla Vecchia, P. Angelo Dal Santo, P. Mario Longhin, P. Luigi Michelon, P. Antonio Peron, P. Amerigo Ugolini, Ch. Guglielmo Cestonaro, Sig. Tarcisio De Toni.

1958 - 1959 P. Lino Barbieri (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Bruno Beraldo, P. Albano Dalla Vecchia, P. Angelo Dal Santo, P. Giuseppe Idiotti, P. Mario Longhin, P. Luigi Michelon, P. Antonio Peron, P. Amerigo Ugolini, Ch. Guglielmo Cestonaro, Ch. Celeste Masiero, Sig. Tarcisio De Toni.

1959 - 1960 P. Lino Barbieri (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Giuseppe Bellotto, P. Bruno Beraldo, P. Albano Dalla Vecchia, P. Angelo Dal Santo, P. Giuseppe Idiotti, P. Luigi Michelon, P. Gastone Pascotto, P. Amedeo Pasotto, P. Antonio Peron, P. Amerigo Ugolini, Ch. Rino Busolo, Ch. Guglielmo Cestonaro, Ch. Celeste Masiero, Sig. Tarcisio De Toni.

1960 - 1961 P. Bruno Bison (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Giuseppe Bellotto, P. Bruno Beraldo, P. Lino Bredariol, P. Albano Dalla Vecchia, P. Angelo Dal Santo, P. Giuseppe Idiotti, P. Amedeo Pasotto, P. Amerigo Ugolini, P. Gianfranco Verri, Ch. Rino Busolo, Ch. Celeste Masiero, Ch. Angelo Rosa, Sig. Tarcisio De Toni.

1961 - 1962 P. Bruno Bison (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Angelo Arcolin, P. Bruno Beato, P. Giuseppe Bellotto, P. Lino Bredariol, P. Albano Dalla Vecchia, P. Angelo Dal Santo, P. Giuseppe Idiotti, P. Gianfranco Verri, Ch. Rino Busolo, Ch. Mario Pizzol, Ch. Angelo Rosa, Sig. Tarcisio De Toni.

1962 - 1963 P. Bruno Bison (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Angelo Arcolin, P. Bruno Beato, P. Giuseppe Bellotto, P. Lorenzo Borri, P. Lino Bredariol, P. Angelo Dal Santo, P. Giuseppe Idiotti, P. Gianfranco Verri, Ch. Carlo Faedo, Ch. Mario Pizzol, Ch. Angelo Rosa, Ch. Nereo Tomasi, Sig. Tarcisio De Toni.

1963 - 1964 P. Gino Gini (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Angelo Arcolin, P. Mariano Bonato, P. Lino Bredariol, P. Angelo Dal Santo, P. Giuseppe Idiotti, P. Siro Lazzari, P. Dino Martini, P. Gianfranco Verri, P. Antonio Volpato, Ch. Rodolfo Peroni, Ch. Mario Pizzol, Ch. Nereo Tomasi, Sig. Tarcisio De Toni.

1964 - 1965 P. Gino Gini (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Angelo Arcolin, P. Mariano Bonato, P. Lino Bredariol, P. Vinicio Crema, P. Angelo Dal Santo, P. Siro Lazzari, P. Dino Martini, P. Antonio Volpato, Ch. Renato Dalla Costa, Ch. Rodolfo Peroni, Ch. Giordano Pieretti, Ch. Gianni Vidotto, Sig. Tarcisio De Toni.

1965 - 1966 P. Gino Gini (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Mariano Bonato, P. Lino Bredariol, P. Vinicio Crema, P. Angelo Dal Santo, P. Giuseppe Idiotti, P. Siro Lazzari, P. Dino Martini, P. Fortunato Panozzo, P. Mario Solero, P. Antonio Volpato, P. Ugo Zulian, Ch. Rodolfo Peroni, Ch. Giordano Pieretti, Ch. Luciano Pierin, Sig. Tarcisio De Toni.

1966 - 1967 P. Gino Gini (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Giuseppe Bellotto, P. Lino Bredariol, P. Adelio Cola, P. Vinicio Crema, P. Gaetano Gatto, P. Giuseppe Idiotti, P. Siro Lazzari, P. Dino Martini, P. Fortunato Panozzo, P. Mario Solero, P. Antonio Volpato, Ch. Luciano Perin, Ch. Mauro Peserico, Ch. Giordano Pieretti, Ch. Leonardo Rigoni, Sig. Tarcisio De Toni.

1967 - 1968 P. Gino Gini (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Libero Balestrazzi, P. Giuseppe Bellotto, P. Lino Bredariol, P. Vinicio Crema, P. Giuseppe Idiotti, P. Siro Lazzari, P. Fortunato Panozzo, P. Mario Solero, P. Antonio Volpato, Ch. Luciano Perin, Ch. Mauro Peserico, Ch. Giovanni Vanzo, Sig. Tarcisio De Toni.

1968 - 1969 P. Giuseppe Bellotto (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Libero Balestrazzi, P. Mariano Bonato, P. Lino Bredariol, P. Vinicio Crema, P. Giuseppe Idiotti, P. Siro Lazzari, P. Fortunato Panozzo, P. Giovanni Rosa, P. Mario Solero, Ch. Mauro Peserico, Ch. Giuliano Pini, Sig. Tarcisio De Toni.

1969 - 1970 P. Giuseppe Bellotto (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Mariano Bonato, P. Lino Bredariol, P. Angelo Dal Santo, P. Gino Gini, P. Giuseppe Idiotti, P. Siro Lazzari, P. Fortunato Panozzo, P. Mario Pizzol, P. Giovanni Rosa, P. Mario Solero, Ch. Beniamino Messi, Sig. Tarcisio De Toni.

1970 - 1971 P. Giuseppe Bellotto (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Mariano Bonato, P. Lino Bredariol, P. Adriano Camparmò, P. Angelo Dal Santo, P. Delio Fossà, P. Giuseppe Idiotti, P. Fortunato Panozzo, P. Mario Pizzol, P. Giovanni Rosa, P. Mario Solero, Ch. Domenico De Faveri, Ch. Giuliano Pini, Ch. Fabio Volani, Sig. Tarcisio De Toni.

1971 - 1972 P. Giuseppe Bellotto (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Mariano Bonato, P. Lino Bredariol, P. Vittorio Buset, P. Adriano Camparmò, P. Albano Dalla Vecchia, P. Angelo Dal Santo, P. Giuseppe Idiotti, P. Fortunato Panozzo, P. Mario Pizzol, P. Mario Solero, Ch. Domenico De Faveri, Ch. Ezio Sartori, Ch. Fabio Volani, Sig. Tarcisio De Toni.

1972 - 1973 P. Giuseppe Bellotto (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Lino Bredariol, P. Vittorio Buset, P. Adriano Camparmò, P. Ferruccio Cavaggioni, P. Albano Dalla Vecchia, P. Angelo Dal Santo, P. Antonio Gabrielli, P. Giuseppe Idiotti, P. Vittorino Nadal, P. Fidenzio Nalin, P. Fortunato Panozzo, P. Mario Pizzol, Ch. Giorgio Bordin, Ch. Ezio Sartori, Ch. Fabio Volani, Sig. Tarcisio De Toni.

1973 - 1974 P. Giuseppe Bellotto (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Luigi Avogaro, P. Guido Bassanello, P. Lino Bredariol, P. Vittorio Buset, P. Adriano Camparmò, P. Ferruccio Cavaggioni, P. Albano Dalla Vecchia, P. Angelo Dal Santo, P. Giuseppe Idiotti, P. Vittorino Nadal, P. Fidenzio Nalin, P. Fortunato Panozzo, P. Mario Pizzol, Ch. Giorgio Bordin, Ch. Ezio Sartori, Sig. Tarcisio De Toni.

1974 - 1975 P. Giuseppe Bellotto (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Luigi Avogaro, P. Guido Bassanello, P. Giuseppe Carletti, P. Ferruccio Cavaggioni, P. Albano Dalla Vecchia, P. Angelo Dal Santo, P. Ottaviano Danese, P. Giuseppe Idiotti, P. Vittorino Nadal, P. Fidenzio Nalin, P. Mauro Peserico, P. Fortunato Panozzo, P. Mario Pizzol, Ch. Pietro Comparin, Sig. Tarcisio De Toni.

1975 - 1976 P. Giuseppe Bellotto (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Luigi Avogaro, P. Giuseppe Carletti, P. Ferruccio Cavaggioni, P. Aldo Cornale, P. Albano Dalla Vecchia, P. Angelo Dal Santo, P. Ottaviano Danese, P. Gastone Dian, P. Giuseppe Idiotti, P. Vittorino Nadal, P. Fidenzio Nalin, P. Mauro Peserico, P. Fortunato Panozzo, Ch. Giovanni Broilo, Ch. Giambattista Nicolato, Sig. Tarcisio De Toni.

1976 - 1977 P. Ferruccio Cavaggioni (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Luigi Avogaro, P. Giovanni Beraldo, P. Giuseppe Carletti, P. Aldo Cornale, P. Albano Dalla Vecchia, P. Angelo Dal Santo, P. Ottaviano Danese, P. Giuseppe Idiotti, P. Vittorino Nadal, P. Fidenzio Nalin, P. Arturo Ortolani, P. Fortunato Panozzo, P. Mauro Peserico, P. Guido Vischio, Ch. Giambattista Nicolato, Sig. Tarcisio De Toni.

1977 - 1978 P. Ferruccio Cavaggioni (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Luigi Avogaro, P. Giovanni Beraldo, P. Giuseppe Carletti, P. Aldo Cornale, P. Albano Dalla Vecchia, P. Angelo Dal Santo, P. Ottaviano Danese, P. Giuseppe Idiotti, P. Fidenzio Nalin, P. Arturo Ortolani, P. Fortunato Panozzo, P. Mauro Peserico, P. Mario Venturini, Ch. Rodolfo Verfiali, Sig. Tarcisio De Toni.

1978 - 1979 P. Ferruccio Cavaggioni (direttore), P. Zeffirino Apolloni, P. Luigi Avogaro, P. Giovanni Beraldo, P. Giuseppe Carletti, P. Aldo Cornale, P. Albano Dalla Vecchia, P. Ottaviano Danese, P. Giuseppe Idiotti, P. Fidenzio Nalin, P. Arturo Ortolani, P. Mauro Peserico, P. Mario Venturini, Ch. Pierpaolo Casotto, Ch. Rodolfo Verfiali, Sig. Tarcisio De Toni.

1979 - 1980 P. Ferruccio Cavaggioni (direttore), P. Giovanni Beraldo, P. Giuseppe Carletti, P. Aldo Cornale, P. Albano Dalla Vecchia, P. Ottaviano Danese, P. Lino Feltracco, P. Giuseppe Garbin, P. Giuseppe Idiotti, P. Fidenzio Nalin, P. Arturo Ortolani, P. Mario Venturini, Ch. Pierpaolo Casotto, Ch. Rodolfo Verfiali, Sig. Tarcisio De Toni.

1980 - 1981 P. Ferruccio Cavaggioni (direttore), P. Giovanni Beraldo, P. Giuseppe Carletti, P. Aldo Cornale, P. Albano Dalla Vecchia, P. Ottaviano Danese, P. Lino Feltracco, P. Giuseppe Garbin, P. Giuseppe Idiotti, P. Arturo Ortolani, P. Mario Venturini, Ch. Paolo Rappo, Sig. Tarcisio De Toni.

1981 - 1982 P. Flavio Allegro (direttore), P. Giuseppe Carletti, P. Aldo Cornale, P. Ottaviano Danese, P. Lino Feltracco, P. Giuseppe Garbin, P. Giuseppe Idiotti, P. Nereo Tomasi, P. Eugenio Vencato, P. Mario Venturini, Ch. Antonio Fabris, Ch. Paolo Rappo, Sig. Tarcisio De Toni.

1982 - 1983 P. Flavio Allegro (direttore), P. Giuseppe Carletti, P. Aldo Cornale, P. Lino Feltracco, P. Giuseppe Idiotti, P. Antonio Nardon, P. Nereo Tomasi, P. Eugenio Vencato, P. Mario Venturini, P. Antonio Volpato, Ch. Antonio Fabris.

1983 - 1984 P. Flavio Allegro (direttore), P. Giuseppe Carletti, P. Aldo Cornale, P. Lino Feltracco, P. Giuseppe Idiotti, P. Solideo Poletti, P. Giovanni Pretto, P. Nereo Tomasi, P. Eugenio Vencato, P. Mario Venturini, P. Antonio Volpato.

1984 - 1985 P. Solideo Poletti (direttore), P. Giuseppe Carletti, P. Lino Feltracco, P. Antonio Fortuna, P. Giuseppe Idiotti, P. Sergio Lucchini, P. Giovanni Pretto, P. Nereo Tomasi, P. Eugenio Vencato, P. Mario Venturini, P. Antonio Volpato.

1985 - 1986 P. Solideo Poletti (direttore), P. Giuseppe Carletti, P. Lino Feltracco, P. Antonio Fortuna, P. Giuseppe Idiotti, P. Sergio Lucchini, P. Giovanni Pretto, P. Nereo Tomasi, P. Eugenio Vencato, P. Mario Venturini, P. Antonio Volpato.

1986 - 1987 P. Solideo Poletti (direttore), P. Giuseppe Carletti, P. Lino Feltracco, P. Antonio Fortuna, P. Giuseppe Idiotti, P. Sergio Lucchini, P. Giovanni Pretto, P. Nereo Tomasi, P. Eugenio Vencato, P. Mario Venturini, P. Antonio Volpato.

1987 - 1988 P. Solideo Poletti (direttore), P. Giuseppe Carletti, P. Lino Feltracco, P. Antonio Fortuna, P. Giuseppe Idiotti, P. Sergio Lucchini, P. Giovanni Pretto, P. Nereo Tomasi, P. Eugenio Vencato, P. Mario Venturini, P. Antonio Volpato.

1988 - 1989 P. Solideo Poletti (direttore), P. Michele Balduzzi, P. Angelo Berti, P. Giuseppe Carletti, P. Lino Feltracco, P. Giuseppe Idiotti, P. Sergio Lucchini, P. Giovanni Pretto, P. Eugenio Vencato, P. Mario Venturini, P. Antonio Volpato.

1989 - 1990 P. Solideo Poletti (direttore), P. Michele Balduzzi, P. Angelo Berti, P. Giuseppe Carletti, P. Lino Feltracco, P. Giuseppe Idiotti, P. Sergio Lucchini, P. Giovanni Pretto, P. Eugenio Vencato, P. Mario Venturini, P. Antonio Volpato.

1990 - 1991 P. Gianni Tescaro (direttore), P. Giuseppe Carletti, P. Lino Feltracco, P. Giuseppe Garbin, P. Giuseppe Idiotti, P. Gino Montagna, P. Eugenio Vencato, P. Mario Venturini, P. Antonio Volpato, Ch. Roberto Cracco.

1991 - 1992 P. Gianni Tescaro (direttore), P. Giuseppe Carletti, P. Lino Feltracco, P. Giuseppe Garbin, P. Giuseppe Idiotti, P. Gino Montagna, P. Eugenio Vencato, P. Mario Venturini, P. Antonio Volpato, Ch. Roberto Cracco.

1992 - 1993 P. Gianni Tescaro (direttore), P. Giuseppe Carletti, P. Adriano Disconzi, P. Lino Feltracco, P. Giuseppe Garbin, P. Giuseppe Idiotti, P. Gino Montagna, P. Eugenio Vencato, P. Mario Venturini, P. Antonio Volpato.

1993 - 1994 P. Gianni Tescaro (direttore), P. Adriano Disconzi, P. Lino Feltracco, P. Giuseppe Garbin, P. Giuseppe Idiotti, P. Gino Montagna, P. Vittorino Nadal, P. Eugenio Vencato, P. Mario Venturini, P. Antonio Volpato.

1994 - 1995 P. Gianni Tescaro (direttore), P. Adriano Disconzi, P. Lino Feltracco, P. Giuseppe Garbin, P. Giuseppe Idiotti, P. Gino Montagna, P. Vittorino Nadal, P. Eugenio Vencato, P. Mario Venturini, P. Antonio Volpato.

1995 - 1996 P. Gianni Tescaro (direttore), P. Antonio Fabris, P. Lino Feltracco, P. Giuseppe Gallio, P. Giuseppe Garbin, P. Giuseppe Idiotti, P. Gino Montagna, P. Vittorino Nadal, P. Piergiorgio Ponso, P. Luigi Selmo, P. Eugenio Vencato, P. Antonio Volpato.

1996 - 1997 P. Giuseppe Garbin (direttore), P. Antonio Fabris, P. Lino Feltracco, P. Giuseppe Gallio, P. Giuseppe Idiotti, P. Gino Montagna, P. Vittorino Nadal, P. Vittorino Pisi, P. Piergiorgio Ponso, P. Luigi Selmo, P. Nestore Trentin, P. Eugenio Vencato, P. Antonio Volpato.

1997 - 1998 P. Giuseppe Garbin (direttore), P. Angelo Dal Santo, P. Antonio Fabris, P. Lino Feltracco, P. Giuseppe Idiotti, P. Gino Montagna, P. Vittorino Nadal, P. Vittorino Pisi, P. Piergiorgio Ponso, P. Luigi Selmo, P. Nestore Trentin, P. Eugenio Vencato, P. Alessandro Vignato, P. Antonio Volpato.

GIUSEPPINI DECEDUTI DELLA COMUNITA' DI MONTECCHIO MAGGIORE

1 - Ch. Adolfo Lorenzi il 4 giugno 1906

2 - Ch. Antonio De Gobbi il 9 febbraio 1908

3 - P. Giuseppe Dalla Pria il 2 agosto 1917

4 - P. Canzio Miseroni il 21 giugno 1925

5 - P. Umberto Meneguzzo il 21 maggio 1944

6 - P. Mario Longhin il 18 febbraio 1959

7 - P. Mariano Bonato il 20 aprile 1972

8 - P. Fortunato Panozzo il 13 agosto 1978

9 - P. Zeffirino Apolloni il 2 aprile 1979

10 - Sig. Tarcisio De Toni il 18 marzo 1982

11 - P. Antonio Nardon il 14 agosto 1983

12 - P. Giovanni Pretto il 16 giugno 1990

13 - P. Giuseppe Carletti il 3 febbraio 1993

14 - P. Giuseppe Gallio il 19 dicembre 1996

 

Capitolo 6º L'ISTITUTO MARIA IMMACOLATA DA SEMPRE CASA APERTA AI RITIRI indice

 

Sin dall'inizio, l'Istituto Maria Immacolata è casa aperta ai ritiri spirituali non solo per i convittori, ma anche per i semiconvittori, per l'"esternato" e per la gente organizzata che vuole vivere momenti di meditazione, di preghiera, di serenità.

Seguiamo un po' lungo gli anni quello che di documentato ci fornisce sull'argomento la cronaca.

Innanzi tutto, ogni anno, nei tre giorni che precedono l'8 dicembre, festa dell'Immacolata, patrona dell'Istituto, esercizi spirituali per gli aspiranti giuseppini della Scuola Apostolica; ogni mese ritiro di mezza giornata per gli stessi aspiranti giuseppini.

La prima notizia degli esercizi spirituali di tre giorni in preparazione della festa dell'Immacolata si ha nel gennaio del 1908 (1), riferita ai giorni precedenti l'8 dicembre 1907 e la seconda si ha nel gennaio 1909 (2), riferita ai giorni precedenti l'8 dicembre 1808. La festa dell'Immacolata fu preparata con divota novena, e con tre giorni di esercizi spirituali, con quattro predica al giorno e il silenzio rigoroso. Essi furono fatti con grande raccoglimento e certamente con molto frutto da quei carissimi giovanetti, interni ed esterni, che danno tanta buona speranza di sé.. Il predicatore degli esercizi fu il parroco della chiesa di S.Pietro in Montecchio, che seppe molto bene adattarsi all'intelligenza dei ragazzi. Alla festa dell'Immacolata settanta si accostarono alla Comunione, e quattro di loro per la prima volta.

Si parla di esercizi spirituali di tre giorni in preparazione della festa dell'Immacolata a fine dicembre del 1910 (3); gli esercizi sono predicati dall'arciprete di San Vitale don Antonio Bonin e dal direttore del Patronato Leone XIIIº di Vicenza P. Emilio Cecco.. Tutti i giovani si accostarono alla S. Comunione, undici convittori ebbero la bella sorte di accostarsi per la prima volta.

Siamo al 1935 (le cronache dei 25 anni precedenti non ci lasciano niente di documentato sull'argomento). Quest'anno la solennità dell'Immacolata nel nostro Collegio assunse speciale importanza per l'intervento del P. Giuseppe Vercellono, superiore provinciale. Precedettero la festa, come è uso, tre giorni di spirituali esercizi, dettati con funzione ed efficacia ai nostri aspiranti dal Padre Celestino Rosso..(4).

Questi gli orari nei tre giorni di ritiro durante gli esercizi spirituali precedenti la festa dell'Immacolata (5): ore 6,15 levata; ore 6,45 messa; ore 7,30 colazione; ore 7,45 sollievo in silenzio; ore 8 meditazione; ore 8,30 riflessi; ore 9,15 recita delle Ore; ore 9,45 sollievo in silenzio; ore 10 seconda meditazione e riflessi; ore 11,25 sollievo in silenzio; ore 11,40 esame e recita dell'Angelus; ore 12 pranzo; ore 12,40 sollievo in silenzio; ore 13,15 recita del rosario, canto delle litanie e passeggio; ore 13,45 studio; ore 14,15 vespero cantato; ore 14,45 sollievo in silenzio; ore 15 meditazione e riflessi; ore 16,15 sollievo in silenzio; ore 16,45 recita del mattutino e delle lodi; ore 17,15 studio; ore 18 quarta meditazione, riflessi in chiesa e benedizione; ore 19 cena; ore 19,30 sollievo in silenzio; ore 19,50 orazione e bacio del Crocifisso; ore 20,15 riposo.

E questi gli orari della mezza giornata mensile di ritiro (6): ore 6,15 levata; ore 6,45 messa; ore 7,30 colazione; ore 7,45 sollievo in silenzio; ore 8 prima meditazione e riflessi; ore 9,15 recita delle ore; ore 9,45 sollievo in silenzio; ore 10 seconda meditazione; ore 11,15 sollievo in silenzio; ore 11,30 esame, esercizio della buona morte, benedizione eucaristica, recita dell'Angelus o del Regina Coeli; ore 12 pranzo e ricreazione.

Siamo ai primi di dicembre del 1945. Così sono raccontati i giorni 3 - 6 dicembre (7): O beata solitudo! L'amico dei giovani, S.Filippo Neri, paternamente li ammoniva a tacere, a stare tranquilli; ma da vero conoscitore della loro indole, soggiungeva tosto: 'Se siete capaci'. Che avrebbe detto assistendo ai tre giorni di silenzio dei nostri aspiranti? Tutti, anche i più piccoli, sforzavano le labbra a tacere, i muscoli a star tranquilli, e tutto lo slancio e il fremito della loro giovinezza, l'applicavano alla preghiera, al canto, alla lettura, alla predica e più allo studio della propria vocazione... Un grazie di cuore al predicatore don Carlo Chiozza che, ripetendo la persuasiva parola del Maestro, è entrato efficacemente nell'anima e nella volontà dei giovani.

Ancora tre i giorni di ritiro spirituale nel dicembre del 1947 (8), ed altrettanti saranno negli anni siccessivi (9).

Il 26 marzo 1949 sono in Istituto Maria Immacolata una cinquantina di uomini di Azione Cattolica del vicariato di Sovizzo per una giornata di ritiro (10) e il 18 aprile, sempre del 1949, ritiro spirituale per 60 universitari cattolici delle valli dell'Agno e del Chiampo (11).

Tre giorni di esercizi spirituali in preparazione della festa dell'Immacolata del 1960; i predicatori sono i Padri Mariano Bonato e Leone Porra (12); altrettanto dicasi per il 1961 con P, Ottorino Santini, che è professore dello scolasticato giuseppino di Ponte di Piave, come predicatore (13).

Ma qualche ritiro si fa anche in periodo estivo, durante le vacanze in famiglia. Il 12 luglio 1963, ad esempio, circa 90 aspiranti, in seguito ad invito del padre direttore Bruno Bison, ritornano nel pomeriggio nel nostro Istituto per un breve ritiro spirituale, predicato da don Mario Dalla Via, parroco della Madonna dei Prati di Brendola (14).

E' don Massimo Leorato, uno dei padri spirtuali del seminario vescovile di Vicenza, il predicatore degli esercizi spirituali degli aspiranti giuseppini nei primi giorni di dicembre del 1963 (15); sono, invece, don Dino Manfrin (capellano di San Vitale) e P. Gino Bisigato a dettare le meditazioni durante gli esercizi spirituali del 1964 in preparazione della festa dell'Immacolata (16).

Don Alfonso Zecchin, parroco di Maglio di Sopra, detta le meditazioni agli aspiranti in ritiro spirituale dal 4 al 7 dicembre 1965 (17). L'1 e il 2 dicembre 1971 sono con gli aspiranti per le meditazioni del ritiro spirituale annuale P. Gino Bisigato e don Alfonso Zecchin (18) e annualmente, la domenica precedente la festa del Natale, un numero significativo di ex allievi dell'Istituto parteciperà sempre ad un breve ritiro spirituale, fino ai nostri giorni (19).

L'Istituto Maria Immacolata è a disposizione anche dei Padri Giuseppini di comunità della provincia veneta per uno dei loro ritiri spirituali. Il 9 dicembre 1978, ad esempio, 40 giuseppini di Montecchio Maggiore, Vicenza e Thiene, si trovarono con il consultore generale P. Paolo Mietto, il quale mise in luce alcuni aspetti fondamentali del carisma della Congregazione (20).

I Padri Giuseppini di Montecchio Maggiore si rendono disponibili per l'animazione spirituale di gruppi parrocchiali, in modo particolare di giovani e di ragazzi che si preparano al sacramento della Cresima, offrendo l'opportunità di ritiri, giornate di spiritualità, incontri formativi, esperienze di vita comune, forti momenti di preghiera, celebrazioni penitenziali e animazione vocazionale. (21)

All'Istituto arrivano anche i sacerdoti diocesani delle valli del Chiampo e dell'Agno e dei vicariati vicini: furono oltre un centinaio i partecipanti ad un ritiro spirituale, dettato dal vescovo diocesano mons. Arnoldo Onisto (22).

 

Note a piè pagina:

(1) Lettere Giuseppine, gennaio, 1908.

(2) Lettere Giuseppine, gennaio, 1909.

(3) Lettere Giuseppine, dicembre, 1910.

(4) Vita Giusepina, gennaio, 1936.

(5) Regolamento per gli aspiranti giuseppino della Scuola Apostolica Maria Immacolata, Vicenza, 1939, pag. 38.

(6) Regolamento..., pag. 37.

(7) Murialdo, gennaio, 1946.

(8) Murialdo, dicembre, 1947.

(9) Murialdo, dicembre, 1949.

(10) Cronistoria dell'Istituto Maria Immacolata, 1949.

(11) Cronistoria dell' I.M.I..., 1949.

(12) In cammino, dicembre, 1960.

(13) In cammino, dicembre, 1961.

(14) In cammino, agosto, 1963.

(15) In cammino, dicembre, 1963.

(16) In cammino, marzo, 1965.

(17) In cammino, marzo, 1966.

(18) Lettere Giuseppine, gennaio - aprile, 1972.

(19) Lettere Giuseppine, gennaio - aprile, 1972.

(20) Lettere Giuseppine, gennaio - febbraio, 1979.

(21) Incontri, dicembre, 1986.

(22) Cronistoria dell'I.M.I., giugno, 1972.

 

Capitolo 7º L'ISTITUTO MARIA IMMACOLATA E L'ASSOCIAZIONE EX ALLIEVI indice

 

Siamo al 26 marzo 1933 e si parla per la prima volta di ex allievi dell'Istituto Maria Immacolata. Un centinaio di questi antichi allievi si riunisce a Montecchio Maggiore in Istituto per gettare le basi dell'Associazione. Sono presenti il superiore generale dei Giuseppini P. Luigi Casaril e rappresentanze di antichi allievi delle Case giuseppine del Veneto. E' approvato lo statuto ed è formata la presidenza con il signor Vittore Costa presidente (1).

L'8 dicembre 1934, giorno dell'Immacolata, viene festeggiato in Istituto il nuovo direttore Padre Dario Priante. Numerosa e simpacica risulta l'adesione e la presenza di antichi allievi alla solennità patronale dell'Istituto: sono riconfermati "i più bei sentimenti di stima e di affetto, con la promessa di ritornare al caro nido della prima giovinezza, quanto più frequentemente sarà possibile" (2). In questa circostanza la presidenza degli antichi allievi offre la somma di lire 250 per una finestra a vetri colorati della cappella interna del Sacro Cuore.

Una assemblea annuale di antichi allievi dell'Istituto, convocata in coincidenza della festa di chiusura dell'anno scolastico, si tiene nel pomeriggio di domenica 30 giugno 1935, con intervento di numerosi soci e alla presenza dei giovani collegiali. Aperta la seduta, il presidente Vittore Costa rivolge un ringraziamento ai presenti, parla del confortante sviluppo dell'associazione che conta ormai 385 iscrizioni e rievoca rapidamente l'attività sociale dell'anno decorso; viene letta la relazione finanziaria ed è stabilito che l'avanzo di lire 375 sia devoluto alla fondazione di una borsa scolastica in favore di un allievo giuseppino povero e ciò in segno di riconoscenza del bene ricevuto. Un commosso pensiero di saluto e di augurio è anche rivolto all'antico allievo P. Epifanio Pegoraro, eroico missionario francescano, fatto pprigioniero dai comunisti cinesi. Si annuncia poi la gita ad Enego di tutte le associazioni della federazione veneta, già fissata per il primo settembre e si distribuiscono le tessere ai giovani, che terminato il corso di studi, lasciano definitivamente il Collegio (3).

L'associazione ex allievi è presente in Istituto anche alla festa patronale dell'Immacolata, durante la quale il presidente Vittore Costa rivolge "devoti sentimenti di omaggio e devozione a nome di tutti gli antichi allievi" al superiore provinciale P. Giuseppe Vercellono (4).

Un convegno di ex allievi del Patronato Leone XIIIº di Vicenza e dell'Istituto Maria Immacolata ha luogo il 23 maggio 1937. "Al mattino a Vicenza in Patronato e al pomeriggio tutti a Montecchio, dove gli antichi allievi delle due Case giuseppine fraternizzarono e assistettero in comune alle funzioni.." (5).

Una lettera del presidente della associazione Leone Cenzi è pubblicata nel foglioa stampa della Pasqua del 1937 della Scuola Apostolica Maria Immacolata (come circolare ai parenti, benefattori, antichi allievi e amici) (6). "Carissimi soci, grazie del vostro affettuoso e premuroso riscontro. L'ultima circolare accompagnata dalla tessera ha suscitato tanto plauso ed entusiasmo che ci conforta; sentiamo che il lavoro nostro non è vano. Il rev.mo Padre generale e mons. Emilio Cecco, vicario apostolico del Napo, giunti in Italia, m'incaricano di darvi il loro saluto in attesa di potervi vedere tutti nella grandiosa adunata che si terrà a metà maggio, in unione ad altre associazioni sorelle, nel nostro Istituto. Stiamo studiando l'attuazione e ve ne daremo notizia a tempo perché tutti, dai più anziani ai più giovani, sappiano e possano dire: presente. A voi, carissimi soci, ai vostri cari l'augurio di una bella S. Pasqua".

Il giorno 8 maggio 1938 si incontrano, a Torino al Collegio Artigianelli e in pellegrinaggio alla tomba del fondatore della Congregazione Leonardo Murialdo, antichi allievi del Veneto e del Piemonte. La federazione veneta è presente con una cospicua rappresentanza per ogni sezione (Montecchio Maggiore, Oderzo, Padova, Thiene, Vicenza, Venezia, Treviso, Spresiano...(7).

Poi gli anni terribili della guerra, che vanno dal 1940 al 1945, ed i molti caduti su tutti i fronti, nei campi di internamento e nella lotta partigiana. Tra i caduti ex allievi, la medaglia d'oro al valor militare Giuseppe Cederle di Montebello Vicentino, del Corpo Italiano di Liberazione, immolatosi il giorno dell'Immacolata l'8 dicembre 1943 a Monte Lungo, alla testa della sua brigata. E gli anni difficili del dopoguerra, ma non tutte le generazioni scompaiono. Infatti il primo maggio del 1962, verso le ore 17, giungono una quindicina di ex allievi in Istituto: sono degli anni 1902, 1905, 1908 e 1912. Come dice la cronistoria, sono "molto simpatici ed affezionati, che si ripromettono di ritornare altre volte" (8). Sono 20 persone, alcune delle quali hanno persorso brillanti carriere di avvocato, di professore, di generale dell'esercito. "Vogliono, durante la visita, rivedere accuratamente le antiche fotografie per individuare le loro piccole persone" (9).

Ma è il direttore P. Gino Gini che nel 1964 si dà da fare per far risorgere l'associazione ex allievi. Dicono le cronache: (10) "L'idea di radunare i nostri ex allievi, che dal 1901 fino a questi ultimi anni frequentarono il nostro istituto, era stata seguita da tempo dal nostro reverendo rettore, il quale ai primi di maggio, dopo aver implorato l'aiuto di Dio e la materna protezione della Madonna, cominciò ad attuare il suo piano. Le adesioni furono molte ed entusiastiche, per cui ai primi di settembre egli inviava una seconda circolare, indicando il raduno per l'ultima domenica del mese".

"La bella e serena giornata settembrina ha favorito l'afflusso dei nostri ospiti. Verso le 9 le prime macchine e i primi arrivi; dopo mezz'ora nel cortile interno del Collegio si sentiva un vociare insolito. Abbiamo assistito ad incontri commoventi, perché molti non si vedevano da 30 o 40 anni. Con una mezz'ora di ritardo sul previsto ebbe inizio il primo numero del programma: la santa Messa celebrata dal rev:mo P. Antonio Boschetti, ex alunno ed ex direttore dell'Istituto. Al vangelo il celebrante ebbe toccanti ed entusiastiche parole di saluto e di benvenuto a tutti i partecipanti. Durante la sacra cerimonia il tenore signor Giuseppe Pianalto di San Pietro, acconpagnato dal violinista signor Finetti di San Vitale, cantò alcuni pezzi religiosi invitanti al raccoglimento e alla preghiera. L'incontro ufficiale tra i superiori e gli ex allievi avvenne nella sala dello studio grande, che pur essendo ampia, era insufficiente per il numero dei partecipanti. Il Padre rettore lesse il discorso di occasione".

"Si disse egli felicissimo di dare il benvenuto agli ex allievi, che nei vari campi dello studio, della scuola, dell'industria, del commercio e della musica facevano onore all'educazione avuta nell'Istituto. 'Immagino' - continuò l'oratore - 'che vi sarete chiesti il perché di questo raduno. E' semplicissimo: io ho un'obby per gli ex allievi'. Dopo aver accennato all'esperienza fatta nell'Orfanatrofio di Bergamo ed al primo raduno dell'immediato dopo guerra, così si espresse: 'Raduno indimenticabile per me e per loro! ED ho capito allora, all'inizio del mio ministero sacerdotale, che gli ex allievi hanno piacere di essere tenuti ancora in considerazione, di essere confortati da noi nelle loro lotte della vita, che hanno più fiducia in noi che in qualsiasi altro sacerdote, e che sono disposti per un profondo senso di gratitudine ad aiutare le nostre Opere di bene.; vi domando scusa se questo raduno non fu fatto prima, se non fummo sufficientemente sensibili al vostro legittimo desiderio di riunirvi nel Collegio che vi ospitò da giovani, per farvi rivivere una giornata dell'età più bella della vostra vita'".

"Il secondo motivo del raduno era per offrire una reciproca soddisfazione di un gioioso incontro dopo tanti anni di lontananza. E qui si ebbero momenti di vera e serena ilarità, perché il Padre rettore incominciò un colloquio confidenziale coi presenti, ricordando i tipi più caratteristici degli anni passati, certe macchiette singolari e certe loro marachelle più o meno innocenti". Poi proseguì: 'E quest'aula non vi ricorda proprio nulla?' e un fragoroso battimani fu l'eco alla domanda. 'Basta perché voglio fare il punto sulla soddisfazione che proviamo noi Padri incontrandoci coi nostri ex allievi. Quel senso di gioia e di compiacenza che voi provate nel contemplare i vostri figli, in quanto che in essi voi vedete il prolungamento della vostra vita e della vostra esistenza, lo stesso sentimento proviamo noi a vostro riguardo, perché in voi che vivete i principi sani, cristiani e morali appresi qui in Collegio, noi vediamo il frutto del lavoro della nostra cara Congregazione, constatiamo la benedizione di Dio e siamo lieti di avervi avuti allievi in questo Collegio'".

"Il terzo motivo del raduno era di risvegliare in qualcuno, se occorresse, i buoni sentimenti di una volta. Dopo aver accennato all'importanza che il Papa Giovanni XXIIIº dava ai laici nella 'Mater et Magistra', il rettore proseguiva: 'Nostro dovere di Padri è quello di preparare il vostro animo ad una sana e serena disposizione al compito che vi verrà affidato. Ricordare e rivivere i buoni principi di una volta, ecco il benefico effetto del nostro raduno... Ricordate l'ultimo canto del Purgatorio? Dante, dopo aver bevuto l'acqua dell'Euno, termina la sua cantica in questo modo: Io ritornai dalla santissima onda, rifatto sì come piante novelle rinovellate di novella fronta, puro e disposto a salire alle stelle. Che questa giornata abbia per voi l''ffetto di questa santissima onda!; questo è il mio augurio. Per questo scopo la mia fervida preghiera a Dio per intercessione dell'Immacolata e del Beato Murialdo'".

"Un lungo e caloroso applauso fece eco al discorso del Padre rettore. Letti i telegrammi di adesione e prima di tutto la benedizione del Santo Padre, seguì un'animata e cordiale discussione sullo statuto dell'associazione formulato in una decina di articoli. L'adunanza fu allietata negli intervalli da canti di pezzi d'opera, sempre eseguiti dal signor Giuseppe Pianalto. Il pranzo si allestì nella sala del teatro e fu consumato in un'atmosfera di euforia ed ilarità. Prima del brindisi il rettore diede lettura dei membri del consiglio direttivo, dopo aver sentito privatamente il parere della maggioranza. Risultarono eletti: presidente il cav. Giovanni Zanin, vice presidente e consigliere del primo ventennio del Collegio il signor Stefano Trevisan. Per il secondo ventennio: vice presidente il prof. Domenico Stella, consigliere il prof. Giuseppe Martelletto. Per il terzo ventennio: vice presidente il signor Tarcisio Boschetti, consigliere il signor Vittoriano Nori. Al termine del pranzo incominciarono i primi saluti, non di addio, ma di arrivederci presto; il motivo era poi plausibile, perché a Vicenza si giocava la partita Lanerossi - Milan".

All'indomani del primo raduno generale degli ex allievi è pubblicato lo statuto della associazione (11), che così recita:

 

ART. 1 - E' costituita a Montecchio Maggiore, presso l'Istituto Maria Immacolata, l'Associazione degli ex Allievi. Sono soci per diritto tutti gli ex alunni che abbiano frequentato almeno per un anno intero la scuola dell'Istituto.

ART. 2 - I fini che l'Associazione si propone sono:

a) conservare e sviluppare i vincoli spirituali e morali incontrati nei primi anni della giovinezza tra gli ex alunni e Superiori e favorire il reciproco aiuto.

b) mantenere vivo il sentimento di riconoscenza verso i Padri Giuseppini e Maestri.

c) promuovere ed appoggiare quelle iniziative che mirano a sviluppare la conoscenza dei PP: Giuseppini e delle loro Opere.

d) convogliare verso i Collegi e i Patronati della Congregazione quei giovinetti che si trovino nella necessità di essere internati od educati cristianamente. In modo del tutto particolare, fare conoscere la nostra Scuola Apostolica ed il suo fine specifico, che è quello di preparare per la Chiesa i futuri sacerdoti.

ART. 3 - L'Associazione è apolitica. Mantiene un carattere e scopo puramente spirituale e morale secondo le disposizioni della S. Sede, e le direttive date e suggerite dal Beato Murialdo nei raduni di ex allievi, che tenne nei primi Istituti della fondazione.

ART. 4 - Gli Organi dell'Associazione sono: il Consiglio Direttivo e l'Assemblea dei Soci.

ART. 5 - E' istituita "ad vitam" e "ad personam" la carica di Presidente Onorario dell'Associazione ed assegnata al Rev.do P. Antonio Boschetti, quale attestazione di riconoscenza da parte di tutti i Soci, essendo stato alunno e Direttore dell'Istituto e Vº successore del Beato Murialdo.

ART. 6 - Tutti i membri del Consiglio Direttivo vengono eletti dall'Assemblea dei Soci con votazione a scrutinio segreto e a maggioranza semplice. Tra gli eletti, su proposta del P. Direttore, verranno assegnate le cariche.

ART. 7 - Il Consiglio Direttivo si compone: dal Presidente Onorario, dall Direttore "pro tempore" dell'Istituto, da un Presidente, da un Vice Presidente e Consigliere per ogni ventennio dalla fondazione, da un Segretario.

ART. 8 - L'Assemblea Generale sarà convocata ogni tre anni.Il Consiglio Direttivo dura in carica tre anni e può essere rieletto.

ART. 9 - Almeno una volta all'anno il P. Rettore invierà una Circolare a tutti i Soci e questi sono pregati di dare notizia dei loro lieti e tristi eventi, anche per essere ricordati nelle prghiere dei nostri Aspiranti.

ART. 10 - Ogni Socio defunto sarà ricordato al Signore nelle preghiere dei nostri Aspiranti, e nell'Ottavario dei Morti in novembre sarà celebrata una S. Messa in suffragio di tutti gli ex Allievi defunti.

ART. 11 - Ogni Socio è pregato di versare una volta all'anno una modesta offerta, determinata dal Consiglio Direttivo, sentita l'assemblea.

 

Sollecitato da varie parti, il 24 settembre 1967 si tiene in Istituto il secondo raduno generale degli ex allievi.

Tra i partecipanti il superiore generale dei Giuseppini P. Vincenzo Minciacchi, l'ex superiore generale P. Antonio Boschetti, il provinciale P. Mario Venturini, gli ex direttori Padri Dario Priante, Amedeo Pasotto, Eugenio Vencato, Lino Barbieri ed altri Padri, tra cui Giuseppe Gottardo proveniente dalla Spagna.

Tra gli incontri più vistosi sono da segnalare quello tra P. Minciacchi ed il prof. Pericle Fudenzi ed il prof. Angelo Processi (venuto da Roma)che non si vedevano da più di 40 anni; quello del P. Amedeo Pasotto col dott, Silvio Munno, compagni di banco negli anni 1926 - 1930; l'incontro del neo direttore del Collegio Brandolini Rota di Oderzo prof. P. Pietro Boschetti con i compagni di scuola prof. Festival e dott. Caneva negli anni 1935... ; l'incontro di P. Dario Priante col prof. Svizzero, col maestro Peretti e col rag. Trapula. Dice la cronaca (12) che ha un bel daffare il direttore P. Gino Gini per inviarli in cappella per la concelebrazione del superiore generale con i novelli sacerdoti dell'anno e cioè i Padri Balzarin, Bellotto, Bertoldi e Fossà; non riesce a sciogliere quei crocchi che vanno sempre più ingrossandosi, soprattutto i giovani neo diplomati: Muraro, Rigoni, Crocco, Gottardo, Agostini e tanti altri. A rendere più gaia ed allegra la festa, il maestro Peretti conduce il corpo bandistico di Sovizzo Alto, che con pezzi scelti ad appropriati tiene alto il tono dell'allegria.

Dice la cronaca: "A pranzo i partecipanti si raggruppano spontaneamente per compagni di scuola e di banco. Il gruppo più forte, però, è quello degli anni 20... con a capo il prof. Fidenzi, provveditore agli studi di Pordenone, i professori Processi, Brunello, Munno, P. Pasotto. Ariette di "Fanciulli Eroi", e di "San Pancrazio" del padre Zanandrea, che di tanto in tanto si sentono canticchiare, fanno rivivere i primi anni del '20, quando nel modesto teatrino di allora ci si divertiva da soli e con poco...! Ma i bei tempi non tornano più".

"Anche il Padre Zeffirino Apolloni a stento si salva da quei due monelli che erano una volta l'avv. Marino Corder e il cav. Vittoriano Nori; buon per lui che il serio ed equilibrato Tarcisio Boschetti di tanto in tanto raccomanda prudenza e moderazione! Ma ricordare tutti è impossibile; è più facile immaginarlo che descriverlo".

"Gli addii sono toccanti e nostalgici; però ritemprati da questa nuova carica, ognuno verso sera, dopo aver pregato insistentemente perché il raduno si faccia più spesso, ritorna al paese natio per riprendere il giorno dopo il 'travaglio usato'".

Per completare il racconto del secondo raduno generale degli ex allievi, riporto qui sotto parte del discorso pronunciato durante l'assemblea dal direttore dell'Istituto P. Gino Gini: "Credo di prevenire una vostra legittima domanda: che cosa fu effettuato in questo triennio? Rispondo subito. Ci siamo preoccupati di aggiornare lo schedario degli indirizzi, che si è raddoppiato dopo il primo raduno: non è stato un lavoro facile! Ci siamo considerati ancora in rodaggio, protesi nel mettere le basi e la materia prima a questa associazione, che fra tutte trova una singolare rispondenza e tocca corde finora silenziose.. Tre volte all'anno vi abbiamo spedito il periodico "In cammino", con cui vi abbiamo tenuti al corrente della nostra vita e della vostra di un tempo. Grazie alle vostre offerte, che ammontano a circa 750 mila lire, abbiamo pagato completamente l'arredamento di un'aula, e per questo vi sono molto riconoscente, e sono tanto sicuro che aiuterete ancora questa Casa, che diede inizio in questi ultimi mesi ad un moderno gabinetto scientifico di fisica e chimica".

"Vi voglio precisare che per noi non conta tanto l'entità dell'offerta quanto il costante e riconoscente ricordo per questa Casa, ed il vostro interessamento per i suoi problemi; ci fate sentire e provare la gioia che vi considerate ancora un po' 'Nostri' e noi vi vogliamo considerare come parte integrante della nostra Congregazione. Vi assicuro che del vostro aiuto finanziario ci serviamo solo per il bene dei giovani: devo dirvi, ad onore dei miei predecessori e dei Padri che lavorarono prima di noi in questa Casa, che il reparto dei giovani è adeguato alle moderne esigenze, mentre quello dei Padri fa notare ancora molta povertà anche nelle cose necessarie. Se volete fare una visita alla Casa, voi stessi noterete la differenza".

"Un incontro generale possiamo sperare di farlo in primavera a Roma: la causa di canonizzazione del Beato Murialdo procede bene; i risultati del Processo diocesano di Torino sono già a Roma per lo studio dei due miracoli, che il Murialdo avrebbe ottenuto da Dio dopo la sua beatificazione, cioè dopo il 3 novembre 1963. E voi credete di essere passati qui per niente? . Per caso? .. Ma, carissimi, le vie del Signore sono molte. Voi dovete considerarvi, e lo siete di fatto, i Giuseppini di prima linea.. E Lei, Rev.do Superiore Generale, si consideri Generale non solo dei Giuseppini militanti in S.P.E., ma anche di tanti, di tanti altri apparentemente congedati, che operano nei posti avanzati, nella massa del mondo, con un contributo di infiltrazione e di fermentazione cristiana.. Le vie del Signore sono molte! E per questo oggi ci troviamo assieme per ringraziare il Signore del compito che ci ha dato, per rinnovare la nostra parola d'ordine, per rinovellare i nostri propositi, le nostre forze in questo incontro di affetto e di fraternità... Per salvare il mondo bisogna cristianizzarlo, ed è questo il vostro compito, di voi, Giuseppini di prima linea, perché possiate dire con soddisfazione e con gioia di non essere passati invano per l'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore".

Molte lettere di ringraziamento giungono in Istituto dopo il raduno: al direttore e al nuovo presidente dell'associazione prof. Domenico Stella, eletto per acclamazione durante l'assemblea, su proposta di Padre Gini. Non mancano anche le proteste da parte di chi non aveva ricevuto l'invito. Si stralcia qui qualche pensiero espresso nelle lettere:

"La ringrazio e Le devo sinceramente dire che solo voi Padri Giuseppini avete il potere di farci gustare le gioie di una volta". T.Z. da Venezia.

"Spero che questo incontro non sia per me, data la distanza, l'ultimo; ad ogni modo mi farà piacere essere vicino nel migliore modo possibile alla vita giuseppina". A.P. di Roma.

"Non ho ricevuto nessun invito e non avevo neppure il sentore del raduno; sarei venuto pieno di entusiasmo, perché conosco molte facce care alla mia mente". P.W. di Torino.

"Lamento la mancanza dell'invito. Sento infatti vivamente quanto devo della mia formazione agli anni passati nel Collegio di Montecchio, e all'opera degli insegnanti che il convegno mi avrebbe potuto fare incontrare". R.V. di Vicenza.

"Le invio i miei più sentiti ringraziamenti per la bella festa che ha sorpassato ogni mia aspettativa. Ho goduto di poter tornare in quella Casa dove, più che un Istituto c'era una famiglia". E.P. di Vicenza.

"Sono venuto con una speciale predisposizione... lungo il tragitto, in macchina, ho pensato chi avrei potuto rivedere.. Benchè non abbia visto tutti, è stato sufficiente per farmi rivivere una giornata piena di entusiasmo". C.A. di Chievo.

"Tutto bello! Tutto interessante quello che ha prepaprato; persino l'intervento del padre Fusaro poteva registrarlo ed inviarlo a Mao!...". N.R. di Santa Margherita Ligure.

"Ma perché il raduno solo ogni tre anni? Non è possibile farlo annualmente? Mi risponda per favore e non alzi le spallo cone quando glielo chiesi a voce. Comunque infinitamente grazie". Z.L. di Verona.

L'associazione ex allievi conta circa 550 soci sparsi in tutta Italia. Ad essi il presidente prof. Stella indirizza una circolare, invitandoli all'Istituto per un incontro spirituale, in preparazione della festa del Natale 1969. Accolgono l'invito circa 120 ex allievi, in gran parte giovani.

Alle 10,30, nella sala teatrale ascoltano una conferenza di P. Dario Priante sul tema: "Spiritualità dei laici" e parole di circostanza pronuncia anche il presidente dell'associazione. Subito dopo, celebrazione eucaristica e comunione di Natale. Un centinaio si fermano anche a pranzo a fraternizzare con gli altri (13).

Il 20 settembre 1970 ha luogo il terzo incontro generale degli ex allievi: una giornata bella, di sole e di letizia. I presenti sono circa 200 ed assistono alle 10, nella cappella del Sacro Cuore, alla messa concelebrata da P. Armando Martini e dai Padri Mario Venturini, Antonio Nardon, Adriano Camparmò e Ferruccio Cavaggioni.

Successivamente in giardino, all'ombra delle piante per una breve relazione sulla attività dell'associazione e per la commemorazione di Leonardo Murialdo.

Alle 12 pranzo fraterno e successivamente conversazioni a gruppi in cortile a ricordare i bei tempi dell'adolescenza passata in Istituto (14).

Un incontro spirituale in preparazione al Natale ha luogo la mattina del 20 dicembre con una stimolante conferenza del presidente prof. Stella e alla quale partecipano un centinaio di ex allievi (15).

Domenica 24 settembre 1972 un buon numero di ex allievi, accogliendo l'invito del direttore P. Giuseppe Bellotto, si riunisce in Istituto per la solenne commemorazione dei compianti Giuseppini P. Antonio Basso, P. Dario Priante e P. Mariano Bonato, "già instancabili operai della Scuola Apostolica ospite in Istituto". La messa di suffragio è concelebrata da undici Giuseppini, facendo da presidente il P. Modesto Priante, fratello del P. Dario Priante, giunto appositamente da Foggia. Il discorso commemorativo sui tre scomparsi è tenuto dal presidente dell'associazione prof. Domenico Stella, che lumeggia le virtù dei tre, il loro zelo, la loro straordinaria attività, e il loro valido contributo per il progressivo sviluppo della Scuola Apostolica (16).

Un bel gruppo di ex allievi ritorna in Istituto la vigilia di Natale per un incontro spirituale, diretto dall'assistente regionale P. Silvano Androgna. Alle 11,30 partecipano alla messa allietata da alcuni canti ritmici degli aspiranti, ed alcuni di essi si intrattengono alla fraterna mensa della comunità (17).

Domenica 16 settembre 1973 ha luogo il quarto raduno generale. Circa 150 ex allievi ritornano in Istituto, che li aveva accolti adolescenti, orientandoli a quel tipo di vita a cui la Provvidenza li richiamava.

Festosi gli incontri: molti non si erano più visti da anni, e perciò possono rinsaldare i vincoli di sincera fratellanza e di vivi ricordi, trascorrendo assieme una giornata di rinnovata amicizia.

Scopo principale del raduno è la celebrazione del primo centenario di fondazione della Congregazione Giuseppina, alla quale gli ex allievi sono legati da profondi sentimenti di affetto e di riconoscenza.

La giornata si apre con la partecipazione alla messa nella chiesa del Sacro Cuore, concelebrata dall'assistente generale P. Nazzareno Montanari Lughi e da quattordici sacerdoti giuseppini. Sono presenti al sacro rito, amalgamati tra gli ex allievi, anche una trentina di Padri giuseppini, essi pure ex allievi della Scuola Apostolica.Dopo la proclamazione del vangelo, P. Montanari Lughi rivolge ai presenti parole di circostanza, rallegrandosi nel vedere così numerosi e, soprattutto, ancora così intimamente uniti alle idealità apostoliche e spirituali dei loro antichi educatori.

Alle 11,30 i convenuti si portano in teatro, dove il direttore P. Giuseppe Bellotto rivolge il suo caldo saluto, seguito da un consuntivo delle principali attività associative attuate nell'ultimo triennio. Delinea infine un programma di attività da svolgere in avvenire.

Il presidente dell'associazione commemora ufficialmente il centenario dei Giuseppini, lumeggiando la figura, la santità, le iniziative ed attuazioni sociali, educative e caritative del fondatore San Leonardo Murialdo, nonché lo sviluppo e le principali tappe dell'espansione della Congregazione di San Giuseppe nei cento anni di vita.

Segue alle 12,30 in due ampie sale dell'Istituto il pranzo sociale per quasi tutti gli ex allievi partecipanti al raduno, in un clima di fraterna letizia e di intimità giuseppina. Al termine sono distribuite numerose medaglie commemorative del primo centenario di fondazione della Congregazione.

Domenica 16 marzo 1975 nell'Istituto ha luogo un incontro di 145 giovani ex allievi, che vi erano stati studenti negli anni 1966 - 1974. La giornata è aperta con la santa messa concelebrata da dieci sacerdoti giuseppini e presieduta dall'assistente della provincia veneta, P. Silvano Androgna. Segue alle 10,30 l'assemblea in teatro, affrontando il tema: "Come vivere da ex allievi giuseppini oggi, dopo il periodo scolastico?".La serie degli interventi è introdotta da direttore P. Bellotto, che così precisa la portata del quesito proposto: "Dopo l'esperienza post collegiale e post scolastica, giudicate utile ciò che avete ricevuto nell'Istituto? Ritenete valido il lavoro che è stato svolto per voi e con voi? Rispondete apertamente: le vostre valutazioni ci serviranno ad insistere nei nostri metodi o a rettificarli".

Dopo un breve intervento del Padre Androgna, prende la parola il presidente Stella, che si sofferma a discorrere sulla fisionomia che l'associazione stessa dovrebbe assumere. "Noi siamo portatori di un fermento ricevuto, che non si fiacca mai e perdura; anzi, che invita a dilatare l'incidenza educativa giuseppina e murialdina oggi alle fidanzate, domani alle spose e ai figli. Nei nostri incontri il numero e la brevità del dialogo non contano; anzi, in una psicologia gelosa come l'attuale, la più efficace è la parola che colpisce ed interpella tangenzialmente. Del resto il Murialdo non è un contatore, non ha paura dei grossi numeri e delle organizzazioni informali. Perciò non riteniamo opportuno contare su tessere e numeri ed elenchi definiti. L'educazione è un messaggio reciproco che disegna i controlli precisi; non è una statistica. Ecco perché si chiede la presa di coscienza di tutti per fondare, giorno dopo giorno, l'associazione come comunità che cresce ininterrottamente, che non vive tanto per riandare al passato, quanto per progettare. Le piccole organizzazioni, necessarie per gli incontri saltuari, saranno studiate di volta in volta. Contano non le tessere, ma le persone; non la quantità, ma la qualità del fermento che portiamo in noi e diffondiamo negli avamposti dove siamo proiettati a vivere. Con la coscienza che "l'educazione non è onnipotente" e che perciò è necessario portare il seme e rischiare, nessuno di noi può fare compiutamente l'analisi di quanto ha ricevuto dai cari Padri Giuseppini, né di quanto ha dato loro. L'educazione scende, ma anche risale".

Il presidente, dopo questa premessa, conclude: "Come vorreste impostare la nostra associazione? Quali fini le proponete? Quali forme di attività vi paiono più idonee in una associazione di ex allievi ed amici dispersi e non convocabili con un fischio e per incontri frequenti e programmabili a distanza? Urge una forma di apostolato di avanguardia in una età così secolarizzata ed atea come la nostra. Ma dove, quando, dove? Riflettete e diteci il vostro parere. Come si può essere cristiani e murialdini oggi?".Anche l'ex direttore P. Gino Gini prende la parola, portando i saluti e la benedizione del sacerdote novello, P. Giovanni Vanzo e sottolineando: "E' questo l'altro settore, quello 'sacerdotale', accanto a quello 'laico', di quanti sono passati per l'Istituto di Montecchio Maggiore e vi ritornano in un andirivieni di affetto. Dei circa quattromila alunni che lo hanno frequentato nei suoi settantaquattro anni di vita, 442 sono sacerdoti. Aiutiamoci sempre, perché se l'educazione non è mai perfetta, è sempre però perfettibile".

Successivamente si alternano a parlare alcuni ex allievi. Antonio Marcante dichiara di aver ricevuto dall'Istituto tanta amicizia e tanta comprensione, che sono la base di tutto, perché anche il soprannaturale inserisce su un buon fondamento umano. Sergio Faresin, laureando in medicina e vicepresidente per gli ex allievi più giovani, afferma: "Qui abbiamo ricevuto il bene, che è ciò che conta; fuori l'abbiamo visto crescere. Sull'impostazione dell'associazione possiamo avere varie idee: l'impoortante è crearla giorno per giorno nell'amicizia e nell'aiuto reciproco, umano, religioso, costruttivo sempre e in profondità. E aiutare anche i Padri senza limiti prefissati di struttura e di forme: l'amore inventa sempre". Il presidente conferma, da parte sua, l'idea di puntare sul valore dell'amicizia, ma osserva che essa deve tradursi in forma concreta, per non decadere nella pura verbosità. L'ex allievo Daniele Buson lancia ai Giuseppini la proposta di insistere maggiormente sulla formazione politica e sociale degli alunni, per non lasciarli in un mondo isolato e ascettico. Il prof. Stella trova centrato l'invito, "purchè si tratti di vera politica, cioè di presa di coscienza della vita e dei progetti della città degli uomini, non di piccolo partitismo né di elettoralismo". Infine, dinnanzi all'esitazione dei presenti a dare una risposta precisa al suo quesito sul come impostare la vita associativa, egli li prega di riflettervi a loro agio e di mandargliela per iscritto (19).

Domenica 26 settembre 1976, senza grandi clamori, ma in un clima di simpatia e cordialità, ha luogo nell'Istituto il raduno generale degli ex allievi. In tale circostanza è ricordato in modo particolare il 75º anniversario di fondazione della Casa Giuseppina di Montecchio Maggiore. Ne sono ripercorsi i lunghi anni di vita; un incalzante succedersi di eventi; un richiamo commosso delle persone, Padri e amici che si sono fissati indelebilmente nel cuore sfidando il cumulo degli anni; la gioiosa certezza che l'Opera vive e prospera e si proietta con nuove speranze verso l'avvenire.

Centocinquanta ex allievi, in prevalenza giovani, si stringono attorno all'altare per assistere alla concelebrazione eucaristica presieduta dall'assistente regionale P. Silvano Androgna. Nell'incontro svoltosi successivamente in teatro prendono la parola il direttore uscente P. Giuseppe Bellotto, il nuovo direttore P. Ferruccio Cavaggioni, il presidente regionale ex allievi dott. Antonio Maffia, ed infine il presidente dell'associazione locale prof. Domenico Stella, che rievoca con commozione i 75 anni dell'Istituto. Vivi applausi sottolineano il ricordo dei direttori passati, in particolare dei Padri Antonio Boschetti, Amedeo Pasotto e Bruno Bison, presenti al raduno.

Dopo il pranzo i "veci" si raccolgono intorno alle ariette intramontabili fatte vibrare al banjo del maestro Peretti, mentre i giovani si scalmano dietro al solito pallone con un po' di meno foga di un tempo, ma con una pennellata di classe in più (20).

L'incontro annuale degli ex allievi di Montecchio Maggiore avviene nel 1980 nel segno della Pasqua. Domenica 30 marzo, in una mattinata di autentica primavera, amicizia e spirito religioso, si ritrovano un'altra volta insieme. Il grande cortile, avvolto dalle colline in fiore e dominato dalla rossa visione dei due castelli, accoglie i vecchi compagni di Collegio e di scuola, al solito esplosivi e vicianti, pur con qualche ritocco di anni e di calore. Nella chiesa dell'Istituto avviene la concelebrazione, guidata dal P. Alessandro Vignato, superiore provinciale, conclusasi con la Pasqua degli ex allievi. Un brindisi essenziale per nuovi scambi di ricordi e di affettuosità e poi tutti in teatro.

Qui si svolge la seconda parte del programma: la commemorazione del Padre Zeffirino Apolloni, che dopo aver svolto il suo apostolato in varie Case giuseppine, da Modena a Thiene, a Vicenza al Patronato Leone XIIIº, aveva conclusa la sua attività (iniziata fin dal 1940, proprio nell'Istituto Maria Immacolata) nell'aprile dell 1979, a 89 anni. Il presidente prof. Stella coglie il significato di una vita, le linee fondamentali di un educatore indimenticato ed indimenticabile, la cui essenza è stata il sorriso e la comunicazione umana e religiosa. Un uomo per il quale, in una vita apparentemente lineare e monotona, "ogni incontro con una persona era un evento". Su di lui, con commozione e puntualizzazioni vivissime ed efficaci, narrano episodi di vita e delineano angolazioni di personalità vari ex allievi e confratelli, Vittoriano Nori vice presidente, Abramo tonus, Ottavio Mascotto, Tarcisio Boschetti, Francesco Meggiolaro (venuto da Sigmaringen), il Padre provinciale Alessandro Vignato, il direttore P. Ferruccio Cavaggioni. Un pranzo sui colli di S.Urbano, con una riedizione quasi integrale di decenni di canzoni, con direttore travolgente e mandolinista il maestro Attilio Peretti, conclude un incontro decisamente costruttivo ed indimenticabile (21).

Siamo al 1986. La cronaca (22) dice che da un paio d'anni un gruppo di giovani ex allievi si sta dando da fare per sviluppare l'attività dell'associazione. Il lavoro svolto è di tutto rispetto: quattro incontri ex allievi per annate: 1975-1985, 1960-1975, 1950-1960, 1930-1950, più un incontro 1968-1970 in occasione della prima messa di P. Vinicio Carletti. E le prospettive future? C'è in preparazione un ritiro spirituale aperto a tutti gli ex allievi domenica 14 dicembre 1986, ma soprattutto un incontro generale di tutti gli ex allievi domenica 13 settembre 1987.

Oltre 200 i partecipanti all'incontro generale ex allievi, in Istituto, di domenica 13 settembre 1987, presenti anche il P. Gino Bisigato (in rappresentanza del superiore generale), gli ex direttori Padri Amedeo Pasotto, Eugenio Vencato, Bruno Bison, Giuseppe Bellotto (ora provinciale) e Flavio Allegro.

Lo statuto dell'associazione, che si propone in primo luogo la formazione cristiana e la promozione umana dei suoi membri, è presentato dopo il cordiale saluto rivolto a tutti i partecipanti al convegno, dal direttore P. Solideo Poletti. In sostanza l'associazione è costituita da quanti hanno frequentato la scuola dell'Istituto Maria Immacolata, dai soci amici, da quanti collaborano attivamente alle opere giuseppine, e dai soci onorari, ovvero i sacerdoti che hanno frequentato la stessa scuola di Montecchio Maggiore. Lo statuto e la tessera sono approvati all'unanimità.

E' quindi eletto il nuovo consiglio di presidenza nelle persone di Olivieri Paolo, Aleardi Stefano, Rossi Claudio, Cola Carlo, Pellizzari Paolo, Gonella Saverio, Magnabosco Gianfranco, Faresin Sergio, Pellizzari Giorgio, Boschetti Tarcisio, Nori Vittoriano, Pretto Fernando, Castegnaro Odorico, Battisti Livio, i quali si riuniscono per proporre, programmare e organizzare iniziative in linea con lo statuto dell'associazione; questo nel rispetto delle disposizioni e dei regolamenti previsti dalla federazione nazionale ex allievi dei Padri Giuseppini, di cui anche l'associazione di Montecchio Maggiore fa parte.

Nel suo incontro del 21 novembre 1987, il nuovo consiglio dell'associazione, provvede con votazione segreta alla distribuzione delle cariche sociali nelle persone di Olivieri Paolo (presidente), Ferasin Sergio e Gonella Saverio (vice presidenti), Aleardi Stefano (segretario), Pellizzari Giorgio (cassiere), Nori Vittoriano (addetto stampa) (23).

I consiglieri dell'associazione ex allievi Tarcisio Boschetti e Vittoriano Nori, nel corso della riunione consiliare di primavera del 1988, ricordano il loro compagno di scuola on. Avv. Marino Corder di Ponte di Piave, spentosi a Treviso il 15 febbraio per enfisema polmonare. "Aveva frequentato i primi due anni di scuola media inferiore a Montecchio Maggiore negli anni scolastici 1941 - 1942 e 1942 - 1943, in una classe "problematica" per l'insegnante P. Zeffirino Apolloni, una classe di alunni che non dimenticò mai il suo 'don Zeffiro', come bonariamente e affettuosamente lo chiamava Marino Corder. Era un personaggio, Corder, molto importante tra gli ex allievi: fu a Treviso (e non solo) impegnato nell'attività sociale e politica. Fu sottosegretario di stato al ministero degli interni. La stampa trevigiana parla di un 'quasi' funerale di stato, quello svoltosi al duomo di Treviso, presenti i vescovi Mistrorigo e Ravignani, gli ex presidenti del consiglio Fanfani, Rumor e Forlani. Tra i numerosi sacerdoti concelebranti anche diversi giuseppini, tra i quali il compagno di scuola P. Alessandro Vignato".

"Ha scritto un altro compagno di scuola, il maestro Abramo Tonus: 'Ho partecipato al suo funerale, un vero trionfo, se così si può dire. Ho goduto, seppur nel dolore, del meritato riconoscimento tributato ad un uomo che seppe spendere ogni parte della sua vita per il bene degli altri. Un vero ed autentico cristiano, vero discepolo di quel santo uomo che fu don Zeffirino, nostro amato maestro..'" (24).

Domenica mattina 21 febbraio, in occasione della giornata del'ex allievo, il presidente Paolo Olivieri consegna la tessera ai soci usciti dall'Istituto nel giugno del 1987, presente il consiglio direttivo dell'associazione.

Nel primo numero del nuovo periodico dell'Istituto, Incontriamoci, diretto dall'ex allievo Vittoriano Nori, è pubblicato un intervento del presidente Olivieri per l'attività svolta nel 1988 e quella in programma per il 1989 (25).

Il 3 settembre 1989 ha luogo il sesto raduno generale dei soci, ai quali tiene una relazione il presidente Olivieri e che qui viene pubblicata per stralci.

"Sono passati già due anni dall'ultimo incontro generale, ed ora ci troviamo per verificare e valutare la strada finora percorsa, per conoscere la situazione presente dell'associazione e per fare progetti per il futuro. Lo statuto approvato nella scorsa assemblea ci indirizzava negli obiettivi da raggiungere: la formazione cristiana e la promozione degli ex allievi e l'inizio di attività culturali, ricreative e di assistenza. Cosa è stato fatto finora?"

"Il consiglio di presidenza ha programmato per gli ex allievi diversi incontri e attività. Posso ricordare i momenti di formazione spirituale (che sono diventati scadenze fisse del programma annuale) nel periodo di Natale. Ancora un momento fisso è diventato la "giornata nazionale dell'ex allievo", decisa a livello nazionale per la terza domenica di quaresima. In questa occasione sono consegnate le tessere dell'associazione ai nuovi soci (gli alunni che hanno terminato la scuola media l'anno precedente) e vengono portati a conoscenza degli obiettivi e dei valori che caratterizzano l'associazione degli ex allievi. Un altro momento è l'uscita della rivista "Incontriamoci", che permette un'ampio collegamento con quasi tutti gli ex allievi. A questo proposito vorrei ricordare a coloro che non ricevono la rivista che è necessario che forniscano i nuovi indirizzi, in modo che il nostro schedario divenga più preciso e completo".

"Riguardo, poi, alle proposte, una importante è quella della creazione dei 'coordinatori di classe', cioè di 'intermediari' tra il consiglio di presidenza e l'assemblea; ecco perché molti di voi, oltre all'invito ufficiale per oggi, hanno ricevuto anche una sollecitazione scritta di un compagno di classe. Altra proposta, che vuole essere una provocazione. Aiutare i Padri Giuseppini a portare avanti le "realtà" ora esistenti in Istituto: la scuola apostolica, la sezione di scuola media, la parrocchia S.Maria Immacolata, l'associazione Murialdo, anche con il contributo economico".

Ogn'uno di noi è un ex allievo di questo Istituto. Negli anni che abbiamo trascorso in questa scuola abbiamo acquisito dei valori, fatti propri dei modi di comportarsi, dei modi di vivere e di essere. Continuiamo allora nel mondo questo 'modo di essere tra gli altri e con gli altri'. Cerchiamo di essere questa ben unita famiglia fiera del suo maestro, il Murialdo. E questo modo di essere ex allievi non deve mai farci sentire estranei nella realtà in cui viviamo, perché è una caratteristica che è sempre al passo con i tempi nella società; l'ex allievo è colui che offre spontaneamente collaborazione da porre al servizio degli altri e vorrei aggiungere che vive come esempio per gli altri, che sa 'scomodarsi per il vero bene' di tutti, specialmente dei giovani".

Dall'assemblea esce questo nuovo consiglio direttivo: Olivieri Paolo (presidente), Gonella Saverio e Boschetti Tarcisio (vice presidenti), Magnabosco Gianfranco (segretario), Pellizzari Giorgio (cassiere), Faresin Sergio, Aleardi Stefano, Rossi Claudio, Cola Carlo, Pellizzari Paolo, Pretto Fernando, Nori Vittoriano, Castegnaro Odorico, Battisti Livio, Magnaguagno Mirko (consiglieri) (26).

Dall'intervento del presidente Olivieri del giugno 1991 si rileva l'attività dell'associazione dell'ultimo periodo.

"E' un momento di verifica del lavoro svolto in questi due anni, dopo l'ultima assemblea generale del 3 settembre 1989. In quell'incontro ci eravamo lasciati con l'impegno di continuare e migliorare le attività già in programma, soprattutto quelle che permettono di incontrarsi durante l'anno e mantenere sempre vivi i contatti tra gli ex allievi. Inoltre ci eravamo proposti di seguire la vita dell'Istituto Maria Immacolata, rendendo vivo l'esempio ricevuto da S. Leonardo Murialdo, tra i ragazzi presenti nella scuola".

"Le attività e gli incontri sono continuati con una buona partecipazione. L'Istituto ha accolto vari gruppi di ex allievi negli incontri di riflessione e preghiera in preparazione al Natale e alla Pasqua, animati da un Padre giuseppino che ci ha permesso di approfondire e fare più nostro il mistero della nascita, morte e risurrezione di Cristo. Dopo la cura dello spirito era d'obbligo anche quella del corpo: ecco allora gli stessi ex allievi a tavola, insieme ai Padri dell'Istituto e ad altri venuti a Montecchio per l'occasione".

"L'associazione ha inoltre bisogno di mantenersi viva e di aumentare e ringiovanire il gruppo degli ex allievi: questo è stato possibile attraverso la "Giornata Nazionale dell'ex allievo", nella quale, come di consueto ormai da quattro anni, vengono consegnate le tessere agli ex allievi che hanno terminato la scuola media l'anno precedente. Anche a questi incontri la presenza è stata soddisfacente, e l'interesse dei giovani per le attività si è dimostrato positivo".

"Il consiglio di presidenza ha pensato anche di dirigere la propria attenzione verso alcuni problemi sociali, tra i quali quello dei terzomondiali, alcuni dei quali alloggiano presso l'Istituto. L'opera di sensibilizzazione svolta attraverso la rivista 'Incontriamoci' ha permesso di far conoscere alla gente e in particolar modo agli ex allievi la situazione degli immigrati, e le risposte ottenute hanno apportato un miglioramento alle condizioni degli immigrati presenti nell'Opera di Montecchio Maggiore".

"Dal 30 marzo 1990 è stato indetto l'Anno Murialdino, un anno dedicato all'approfondimento dei valori propri del carisma di S. Leonardo Murialdo. Seguendo le direttrici indicate a livello nazionale, il consiglio di presidenza ha deciso di organizzare le attività dell'associazione in modo da conoscere e far conoscere, per poi vivere, gli insegnamenti del fondatore dei Padri Giuseppini. Inoltre per gli alunni dell'Istituto, aderendo al 'concorso Murialdo giovani' è stato indetto un concorso grafico e letterario sul Murialdo e le sue attività. Le premiazioni dei lavori hanno avuto luogo domenica 19 maggio 1991. I lavori sono stati giudicati e classificati da una giuria mista di ex allievi ed insegnanti. I tre migliori lavori hanno regalato ai loro esecutori un viaggio a Torino, offerto dall'associazione, per visitare i luoghi dove è vissuto ed ha operato il santo fondatore. Tutti i partecipanti hanno ricevuto un premio significativo".

"Montecchio Maggiore ha ospitato anche il consiglio di presidenza regionale dell'associazione, presenti anche il presidente nazionale dott. Antonio Maffia e l'assistente nazionale P. Sergio Perega. Una rappresentanza, poi, del consiglio di presidenza di Montecchio Maggiore ha partecipato alla conferenza tenuta presso la Scuola Grande di S. Rocco a Venezia sul tema "Il Murialdo e l'Enciclica Rerum Novarum"; una interessante manifestazione che ha visto come relatore il sen. Domenico Rosati, il sen. Beniamino Brocca e il patriarca di Venezia car. Marco Cè. L'associazioone, nella persona del presidente, è stata inoltre presente al consiglio nazionale tenutosi a Vicenza e ai vari altri incontri regionali".

"Oltre alla organizzazione di attività promozionali, il consiglio di presidenza ha pensato di formarsi dal punto di vista spirituale. Ha così iniziato a leggere e ad approfondire la lettera aperta 'Carissimi laici..', indirizzata a tutti i responsabili e collaboratori dei Padri Giuseppini dal superiore generale P. Paolo Mietto, traendone molto aiuto. Queste le iniziative principali che il consiglio ha attuato negli anni 1990 e 1991. E' giunto il momento di incontrarci ancora una volta per fare le dovute considerazioni assieme all'assemblea generale, organo costitutivo dell'associazione" (27).

A detta assemblea generale, che si svolge il 29 settembre 1991, partecipano circa 100 ex allievi. In assemblea sono presenti il vicario apostolico del Napo mons. Giulio Parise, il superiore generale P. Paolo Mietto, l'on. Luciano Righi e P. Amedeo Pasotto, che celebra cinquant'anni di sacerdozio. In assemblea parlano l'on. Righi su "I problemi sociali al tempo del Murialdo riflessi al giorno d'oggi", il P. Mietto che elogia il lavoro dell'associazione ed invita tutti ad impegnarsi sempre più seguendo gli insegnamenti del santo fondatore dei Giuseppini. Si succedono poi al microfono diversi soci, che ricordano i bei tempi trascorsi nell'Istituto di Montecchio, anche con qualche intervento critico, e sono proposte utili iniziative per la vita futura dell'associazione.

Dopo l'assemblea, tutti assistono alla messa celebrata da mons. Parise e concelebranti tutti i Padri Giuseppini presenti. Il vescovo, durante l'omelia, parla dell'importante ruolo degli ex allievi al fianco dei Padri nella famiglia del Murialdo. Dopo la cerimonia in chiesa e la tradizionale foto ricordo, tutti insieme a tavola per ritrovare i compagni di scuola e ricordare il tempo trascorso, grazie anche agli interventi musicali del maestro Peretti e del suo gruppo (28).

Il 27 ottobre si incontra il consiglio di presidenza per l'assegnazione degli incarichi, come da statuto. Presidente è confermato il dott. Paolo Olivieri, vice presidenti Dino Rebecca e Saverio Gonella, segretario Paolo Pellizzari, cassiere Giorgio Pellizzari. Sono consiglieri: Stefano Aleardi, Livio Battisti, Odorico Castegnaro, Sergio Faresin, Gianfranco Magnabosco, Mirko Magnaguagno, Massimo Marcolin, Ferruccio Nicolato, Vittoriano Nori (29).

Domenica 22 marzo 1992, "in un'atmosfera di intensa intimità" si ritrovano gli ex allievi dei primi tre corsi del dopoguerra: 1945, 1946 e 1947. Gli abbracci ed i saluti d'incontro ricreano l'atmosfera dei vecchi tempi e tutti si trovano immersi nei ricordi di quarant'anni prima. Volti maturi, buona dose di capelli bianchi, ma tanta gioia alla vista del compagno di banco. L'incontro spirituale di P. Mario Solero sottolinea "l'incredibile promozione di iniziative del Murialdo e la preveggente capacità di operare nel sociale del suo tempo". Segue la messa concelebrata dai sacerdoti presenti, con la partecipazione quanto mai gradita di P. Giambattista Turcato, prefetto di quegli anni. Tutti poi si fermano a pranzo. "A tavola ci siamo scaricati della montagna di ricordi che ci prendeva e molte sono state le osservazioni positive sulla utilità dei sacrifici sostenuti in quegli anni durissimi a favore della nostra maturità". La fraternità che ne sgorga fra gli intervenuti richiederebbe ben più tempo e spazio a disposizione. L'incontro, comunque, il primo del genere, riceve consensi entusiasti da parte di tutti, proprio perché limitato a corsi di ex allievi vicini e quindi ben affiatati. "Ci siamo lasciati con tanta gioia d'esserci ritrovati e con la certezza di ripetere quanto prima una simile meravigliosa esperienza, aggiornando indirizzi e rintracciando gli ex allievi purtroppo assenti" (30).

Sempre a marzo del 1992 si incontrano gli ex allievi dei corsi 1995 - 1996 presso l'Istituto, insieme a P. Solideo Poletti. Sono presenti anche P. Gianni Tescaro, direttore dell'Istituto e il presidente dell'associazione dr; Paolo Olivieri. Don Poletti presenta il tema dell'incontro: "Riflessione e revisione degli anni trascorsi nell'Opera giuseppina". Sono rivolte anche delle domande agli intervenuti su come migliorare le attività dell'associazione e proposte per modificare l'organizzazione dell'Istituto (31).

Altro incontro nella primavera del 1992, del quale pubblica un intervento Alfredo Vezzaro, uno dei protagonisti. ".E dopo 25 anni. Toh! Neanche farlo apposta ci ritroviamo accanto a quelle statue che ci avevano visti da ragazzi, la Madonna Immacolata e San Leonardo Murialdo, a mani aperte per accoglierci come allora! Non siamo cambiati molto, qualche capello in meno, qualcuno grigio; alcuni di noi con qualche chilo in più. Riconosco tra i primi Renato Fabris, non cambia mai, capelli rossi e tutto pepe! C'è l'Angelo Dal Maso biondo ancora come 25 anni fa, capelli a spazzola. Il Bruno Lussardi quel secchione, è sempre lo stesso! Una cravatta, e non sbagli mai, quello lì è proprio Armando Fontanella, oh dimenticavo, dottore e architetto! E come dimenticarsi di Giuseppe Cabazzi, di Lino Repele, di . Zambon. Ah! È proprio grazie a lui, che ci siamo ritrovati, Armando Pizzolato, grazie al suo impegno che abbiamo avuto il piacere di ritrovare Gianni Tescaro, scusate don Gianni, sacerdote dei Giuseppini e direttore! E a me, Alfredo Vezzaro, hanno dato il compito di ricordare questo incontro, come se la mia penna fosse rimasta veloce e spigliata. Un ricordo particolare a quegli amici che non sono potuti venire, perché lontani. Resta comunque il desiderio e l'impegno di ritrovarci tutti, magari assieme ai nostri insegnanti, don Vinicio Crema, il nostro direttore don Gino Gini e gli altri, il cui nome ora mi sfugge" (32).

Altri due incontri. Ne parlano in didascalia a due fotografie. Siamo ancora noi gli ex allievi degli anni '60. "Oh, non pensiate che siamo troppo vecchi, non abbiamo ancora 40 anni! Ed è per questo che corriamo.. A salutare e passare una magnifica giornata il 14 giugno 1992 con don Vinicio Crema a Modena. Don Vinicio è stato nostro insegnante in quel di Montecchio negli anni del 'boom' economico si, ma anche di presenze nell'Istituto Maria Immacolata (eravamo in 160 circa; mi han detto che è stato raggiunto anche il numero di 200)".

"E poi, perché no, ci siamo ritrovati in Istituto anche l'11 ottobre 1992 con l'aggiunta di sempre nuove facce, perché si è sparsa la voce... di telefono in telefono, e che facce, vieni a renderti conto di persona. Se ci riconoscete venite anche voi la volta prossima. C'è chi ci ha preceduto: anni 1962 - 1963 o ci ha seguito, 1965, 1966, 1967, perché non ritrovarci tutti (in data da definire. Leggi 'Incontriamoci' e tieni presente le date proposte, telefona in Istituto.. Ti ricordiamo che ogni due - tre anni c'è l'assemblea generale; attenzione al prossimo settembre" (33).

Nel calendario Murialdino, la domenica 14 marzo 1993 è la giornata dell'ex allievo giuseppino e in Istituto è scelta questa data per un incontro degli ex allievi di prima, seconda e terza media degli anni 1949, 1950 e 1951. Sessanta gli inviti spediti e trenta i presenti, anche perché molti si sono giustificati. "A farci entrare nel giusto clima giuseppino ci ha pensato P. Antonio Fortuna nel momento della riflessione. La celebrazione dell'Eucarestia che ne è seguita è stato un altro momento di devozione e raccoglimento. Hanno celebrato P. Antonio Fortuna, P. Luigi Carletti, entrambi coetanei dei convenuti, ed il direttore dell'Istituto P. Gianni Tescaro. E' seguito il pranzo, occasione da non perdere per rivivere i tempi passati, ridestando nella memoria le figure dei Padri che oltre agli insegnamenti scolastici hanno saputo darci quegli elementi morali necessari nella nostra vita" (34).

Il presidente dell'associazione dott. Olivieri si tiene in collegamento con gli ex allievi con un'ampia relazione, che pubblica nel giugno del 1993, e nella quale annuncia la data dell'ottavo raduno generale, fissato per domenica 12 settembre (35). Anche il consigliere dell'associazione Saverio Gonella, che è uno dei due vice presidenti, si tiene in collegamento con gli ex allievi, ai quali raccomanda la partecipazione all'assemblea generale del 12 settembre (36).

All'8º raduto generale è presente il superiore provinciale P. Gino Bisigato e l'assistente regionale P. Mario Meneghini.

Questa la relazione del presidente dott. Paolo Olivieri: "E' un'occasione per incontrarci, per valutare le cose fatte e per pensare insieme proposte per gli anni successivi. Questi ultimi due anni non sono stati un periodo di riposo, di relax, ma hanno visto l'associazione, per mezzo del consiglio di presidenza, rendersi presente e viva e farsi ricca di diverse iniziative. Gli incontri mensili del consiglio hanno permesso l'organizzazione di varie attività per gli ex allievi e per gli amici dei Giuseppini e per tutti coloro che frequentano l'Istituto Maria Immacolata di Montecchio Maggiore. E' continuato anche lo studio del documento 'Carissimi laici.' del padre generale P. Paolo Mietto che ci dice: 'Voi potete più di noi essere presenti là dove si discutono i problemi giovanili, si prospettano piani formativi, educativi, scolastici, professionali. Voi potete più di noi cercare e individuare le cause profonde dei problemi dei minori, specialmente di quelli emarginati, e potete indicare soluzioni, partecipare alla formulazione di leggi e assumere compiti esecutivi'. Tutto questo in comunione e concordia".

"Ma per agire occorre un impegno di formazione, una formazione sull'identità di laici cattolici e sulla ministerialità. Ed ecco perché, seguendo queste linee, il consiglio di presidenza ha pensato di orientare i vari incontri per gli ex allievi, durante l'anno, sul tema della formazione e di una maggiore conoscenza e approfondimento della figura del Murialdo e delle figure a cui lui stesso si è ispirato. Queste linee hanno dunque caratterizzato gli incontri di preparazione al S. Natale e alla S. Pasqua, nei quali si sono incontrati, ancora una volta, gli ex allievi che hanno frequentato l'Istituto molti anni fa. Ricordo l'incontro di Pasqua, organizzato l'anno scorso per le classi 1945 - 1948 e quello di quest'anno per le classi 1949 - 1950. Sono stati incontri molto interessanti, abbastanza partecipati, per ricordare i bei tempi trascorsi in quest'Opera giuseppina e per realizzare degli impegni per gli altri. Ricordo ancora, per i più giovani, gli incontri dei frequentanti l'Istituto negli anni 1986 - 1990 e quelli degli ex allievi che ogni anno escono da quest'Opera".

"Padre Paolo Mietto, nella sua lettera aperta, continua per noi ad affermare che dopo la formazione ricevuta, occorre la partecipazione. Il laico, e in particolar modo l'ex allievo giuseppino, è chiamato alla partecipazione, ad essere collaboratore nell'ambito delle Opere della Congregazione, e ad essere membro attivo nella società nella quale vive. In questo modo - continua il superiore generale - si arriverà a parlare di 'comunità allargata dei Giuseppini verso i laici e di famiglia allargata degli ex allievi verso i Giuseppini'. Dopo gli incontri di formazione, il consiglio di presidenza pensa anche ad incontri concreti fra coetanei e compagni di corso in Istituto" (37).

All'assemblea, dopo gli interventi del superiore provinciale e del direttore P. Gianni Tescaro, viene proiettata una videocassetta relativa alla gita-pellegrinaggio a Torino in occasione dell'inaugurazione dell'urna di S. Leonardo Murialdo. Seguono, quindi, le operazioni di voto per il rinnovo del consiglio di presidenza e gli interventi di alcuni presenti, che continuano poi anche durante il pranzo, dopo la messa celebrata dai Padri presenti. L'8º raduno si conclude in un clima di intensità e di ricordi perenni per i convenuti, durante il pranzo, con i Padri e i compagni di scuola (38).

Il 10 ottobre sono distribuiti gli incarichi nel nuovo consiglio: presidente Olivieri, vice presidenti Rebecca e Paolo Pellizzari (con funzione anche di segretario), cassiere Mirko Magnaguagno, responsabile Missioni Ferruccio Nicolato, addetto stampa Nori, consiglieri Battisti, Castegnaro, Gonella, Magnabosco, Giorgio Pellizzari, Eliseo Sinico, Claudio Rossi e Armando Pizzolato (39).

La giornata di domenica 13 marzo 1994, bella e limpida, favorisce con il suo tenue tepore primaverile, l'incontro degli ex allievi dell'Istituto tra coloro che hanno terminato la terza media negli anni dal 1968 al 1974.

"Con un rituale ormai consueto si affacciano al grande cortile interno per scrutare volti e rinfrescare ricordi ormai ultraventennali. Dopo i primi formali saluti, la mente scava frettolosa nel passato, ed ecco che le facce si fanno più delineate, la stretta di mano più calorosa, qualche pacca sulla spalla e si ritorna senza indugio ai bei tempi, a snocciolare nomi di Padri Giuseppini e di compagni di classe. Si respira un'aria di fraternità ritrovata".

"Con il direttore dell'Istituto, Padre Gianni Tescaro e i Padri presenti all'incontro, i convenuti si ritrovano per un momento di riflessione, bel condotto da P. Gino Gini, erudito ed eloquente, nonché carico di simpatia ed umanità nel suo parlare sulla famiglia, sui giovani, sulla figura del Murialdo, sulla funzione educativa dei Padri Giuseppini. Non manca una viva esortazione ai presenti, quali portatori laici del carisma del Murialdo".

"Al direttore tocca il compito di illustrare l'attuale situazione dell'Istituto e la sua funzionalità, con i nuovi progetti per la chiesa parrocchiale, le attività scolastiche e pastorali della Comunità giuseppina".

Di seguito il gruppo, circa 60 persone, si trasferisce nella cappella per la celebrazione dell'Eucarestia con la comunità parrocchiale. La concelebrazione è presieduta da P. Luigi Pierini, vicario generale della Congregazione. Al rituale pranzo, partecipano i Padri della comunità, gli altri padri presenti: Gino gini, Mario Solero, Fidenzio Nalin, Paolo Rappo e parte degli ex allievi.

Il 20 agosto 1994 un gruppo di ex allievi festeggia P. Mario Perin, missionario giuseppino in Equador, ritornato a Bastia (Padova) per un periodo di riposo. Lì, suo paese natale e di residenza della famiglia, la cordialità e la gioia sono di casa e fanno una cornice serena all'incontro con quanti sono venuti a festeggiarlo. Al vicino santuario di Monte Madonna, P. Mario e P. Vittorino Nadal concelebrano. "E' una messa coinvolgente per il fervore trasmessoci dai celebranti - scriverà Dino Rebecca nel periodico dell'Istituto - per le semplici parole di intensa religiosità all'omelia e per il rieccheggiare in chiesa di quelle canzoni religiose che a distanza di molti anni ci hanno fatto rivivere momenti della nostra giovinezza, trascorsa con i Padri Giuseppini a Montecchio".

"Dopo una guardatina veloce al bel panorama delle campagne circostanti illuminate da un fervido sole, siamo scesi a Carbonara, paesino a pochi passi, nella cui chiesa abbiamo ammirato con soddisfazione ed emozione i numerosi splendidi quadri eseguiti con stile illuminato da Padre Gianfranco Verri, giuseppino del Murialdo. Ancora coinvolti da queste ulteriori emozioni, ci siamo avviati, ormai ala tramonto, ad una tranquilla trattoria, gestita dal fratello di P. Mario".

"E' stata la serata dell'anno. I ricordi del periodo trascorso alla 'scuola dei Giuseppini' sono stati manifestati e commentati da ogn'uno. Abbiamo anche riscoperto il giornale di classe degli anni 1947 - 1950, redatto a suo tempo da 'I ragazzi di Sciangai' e cioè della classe di Paolo Mietto, oggi vescovo nelle nostre missioni del Napo. L'allegra brigata, travolta dall'inesauribile vena umoristica di Dino Pedrina, ha vissuto nel corso della serata, anche momenti di commozione per la composizione, in omaggio al festeggiato, letta con voce 'forte e chiara' da Gino Mutta e per il resoconto di una sua giornata di missione raccontataci da Padre Mario. Le canzoni di allora sono state eseguite con voce ancora squillante. Altri ospiti della trattoria ci ascoltavano attenti e forse anche un po' commossi, come lo siamo stati noi, molto, all'ultimo canto: 'E' l'ora dell'addio fratelli'. Ma noi ci rivedremo ancora" (14).

Questa la relazione del presidente dott. Paolo Olivieri al 9º raduno ex allievi, svoltosi in Istituto il 3 settembre 1995.

"E un momento di bilancio nel valutare la vita dell'associazione nei due anni trascorsi dalla precedente assemblea del 12 settembre 1993, e di proporre iniziative per il prossimo biennio. Tra le attività svolte l'incontro degli ex allievi degli anni 1960 - 1967 con P. Gianni Zanni il 2 aprile 1995. P. Zanni ha parlato della sua esperienza di missionario in Sierra Leone, invitando i presenti a riflettere e a prepararsi al mistero pasquale che ogni anno si rinnova. Alcuni componenti del consiglio di presidenza hanno partecipato all'incontro organizzato a Ravenna in occasione del 25º anniversario di canonizzazione di S. Leonardo Murialdo e dei 25 anni della associazione nazionale ex allievi. Ricordo alcune battute di uno dei relatori, il card. Tonini: 'Si sta al mondo una volta sola' e viene richiesto a noi di essere Chiesa, di preparare giovani ad essere innamorati di Gesù Cristo. Dobbiamo capire, come lo ha capito il Murialdo, che Cristo è il punto di partenza di tutto ed è Colui che dà valore a tutto".

"Ma come non ricordare, poi, oltre agli incontri tradizionali, anche gli altri momenti organizzati da singole classi con la partecipazione di numerosi ex allievi, radunatisi attorno ai Padri che erano stati loro insegnanti negli anni delle scuole medie".

"Un'importantissimo avvenimento dell'anno 1994 la elezione a vescovo dell'ex superiore generale P. Paolo Mietto, ex allievo dell'Istituto Maria Immacolata. Alcuni consiglieri di presidenza partecipano all'ordinazione episcopale a Roma il 22 ottobre. L'anno 1994 è stato inoltre importante per il XIXº capitolo generale della Congregazione dei Giuseppini, un appuntamento che richiama l'attenzione ogni sei anni. Come consiglio di presidenza abbiamo pensato di seguire con estrema attenzione questo avvenimento, soprattutto accostandoci, attraverso l'aiuto del direttore P. Tescaro, allo studio e all'analisi dei documenti del capitolo generale stesso, riportando i risultati nelle pagine della rivista 'Incontriamoci', facendo così partecipi tutti gli ex allievi. In questo modo abbiamo potuto comprendere ancora di più la posizione di noi ex allievi all'interno della famiglia del Murialdo, soprattutto là dove il capitolo afferma che i laici 'assumono pienezza di responsabilità nella missione di annunciare la salvezza del Cristo nel secolo'. Come laici siamo chiamati ad essere a fianco del religioso nella ricerca del Regno di Dio e come collaboratori, ma soprattutto come ex allievi, il nostro non deve essere un rapporto di dipendente - datore di lavoro, ma di cogestori delle opere e delle strutture giuseppine. In questo modo potremo anche scoprire, assieme ai Padri, nuovi campi di esperienza e recuperare alcuni importanti aspetti del carisma del Murialdo" (42).

La cronaca dell'assemblea 1995. Tra le autorità presenti il superiore provinciale P. Agostino Cornale, il presidente regionale Lorenzo Scettri e il presidente nazionale onorario rag. Piero Garoldini. Dopo il saluto iniziale rivolto a tutti i presenti, il direttore dell'Istituto P. Gianni Tescaro fornisce informazioni riguardanti i Giuseppini in Italia e nel mondo. "Parliamo continuamente di famiglia giuseppina, ma non sempre conosciamo come è veramente, dove opera e quali sono le sue forze effettive". Il direttore ci presenta la situazione dell'Istituto, con le modifiche apportate allo stabile e i nuovi progetti che dovranno essere realizzati. Prende la parola P. Severino Caldonazzo, missionario in Brasile, che ci parla della sua esperienza missionaria e quella dei suoi confratelli, sostenuti dalla fede e dall'esempio di S. Leonardo Murialdo. Intervengono successivamente il prof. Domenico Stella, già presidente negli anni '60 - '70, il provinciale P. Cornale, l'assistente nazionale P. Alessandro Vignato. Seguono, quindi l'approvazione del bilancio, l'elezione del nuovo consiglio, la foto di gruppo, la celebrazione della messa ed il pranzo sociale.

Il consiglio di presidenza scaturito dalla assemblea dei soci è così composto: Paolo Olivieri (presidente), Dino Rebecca e Saverio Gonella (vice presidenti), Paolo Pellizzari (segretario), Mirko Magnaguagno (cassiere), Ferruccio Nicolato (incaricato missioni), Vittoriano Nori (incaricato stampa), Livio Battisti, Odorico Castegnaro, Gaetano Cracco, Gianfranco Magnabosco, Giorgio Pellizzari, Armando Pizzolato, Claudio Rossi, Eliseo Sinico (consiglieri) (43).

Un modo, come un altro, per dimostrare di essere ex allievo dell'Istituto Maria Immacolata. Lo manifesta Armando Pizzolato in una sua "Lettera a don Gianni Tescaro" , pubblicata nella rivista 'Incontriamoci' (44).

"Quando quel giorno ricevetti una telefonata da Bruno che mi diceva che il nostro vecchio compagno di scuola Gianni Tescaro era tornato a Montecchio Maggiore come direttore dell'Istituto Maria Immacolata, rimasi incredulo subito, ma poi fiero di don Gianni. Il perché è semplice e nello stesso tempo difficile da spiegare".

"'La vita è una ruota che gira' diciamo spesso e questa frase mai più a pennello come quel giorno. Noi eravamo gli 'allievi' dell'Istituto e vedevamo i Padri e soprattutto il direttore in un altro piano, erano la nostra 'autorità'. Beninteso il rapporto Padri/allievi è sempre stato buono, in molti casi ottimo; ho ancora il caro ricordo di don Vinicio Crema, di don Siro, di don Antonio, del nostro direttore don Gino Gini.. Ora in quel posto di direttore c'è un mio compagno di classe, sì, è proprio una ruota che gira".

"Però gli anni passano e adesso, dopo sei anni, hai lasciato quell'incarico ad un altro per andare a Ponte di Piave (Treviso). In questi sei anni la nostra classe, quella che era in seminario dal 1965 al 1968, si è ricompattata: ho visto i compagni di classe che non vedevo da trent'anni, abbiamo organizzato la visita a don Vinicio a Modena, abbiamo salutato don Cailotto missionario in Messico, di passaggio a Montecchio e nostro compagno di classe, tutto grazie a te don Gianni che facevi da volano a tutte le nostre iniziative. Sono stati anni speciali per noi...".

"Ti auguro, anzi, noi tutti ti auguriamo che tu possa essere capace ad attendere alle esigenze degli altri come lo sei stato qui a Montecchio. Soprattutto che tu continui ad essere una figura importante per i tuoi allievi, come noi vedevamo figure importanti i nostri Padri quando eravamo allievi. Ciao e grazie di cuore!"

Siamo al 1996. Un altro ex alleivo, Saverio Gonella (uno dei due vice presidenti dell'associazione) scrive in 'Incontriamoci' (45) di un altro incontro.

"Nel pomeriggio di sabato 28 settembre l'Istituto Maria Immacolata ha ospitato un gruppo di suoi ex allievi. L'occasione per ritrovarsi è stata data dall'ordinazione sacerdotale di Roberto Cracco, avvenuta nel mese di aprile a Torino. All'appello lanciato hanno risposto in 30 ex allievi (classe 1960) e non han voluto mancare nemmeno P. Albano Dalla Vecchia e P. Vittorio Buset, entrambi insegnanti di allora".

"La maggior parte dei partecipanti hanno rivisto dopo 20 anni i compagni di scuola e superato un primo imbarazzo, a causa del non sempre facile riconoscimento dei visi di una volta familiari, l'incontro è stato improntato ad un clima di sincera amicizia ed allegria. Dopo la celebrazione Eucaristica, presieduta dal novello sacerdote giuseppino P. Roberto Cracco, il gruppo si è spostato presso un vicino ristorante, dove si è potuto continuare il dialogo interrotto tanti anni fa. Al termine della serata gli ex allievi intervenuti hanno voluto donare a P. Cracco un ricordo personale, accompagnato da un'offerta da destinare alle situazioni ritenute più bisognose dei Padri Giuseppini".

Altro incontro di ex allievi, a Natale per la preparazione alla più cara festa religiosa dell'anno, con riflessioni di P. Ferruccio Cavaggioni, nella domenica 15 dicembre 1996.

 

Note per i piè di pagina

Del capitolo VIIº

1) Cronistoria della Pia Società Torinese di S. Giuseppe dalla fondazione 1873, p. 174

2) Vita Giuseppina, gennaio, 1935.

3) Vita Giuseppina, settembre, 1935.

4) Vita Giuseppina, gennaio, 1936.

5) Giovanni Zilio, I Giuseppini del Murialdo a Vicenza, Vicenza, 1990.

6) In cammino, pasqua, 1937.

7) Cronistoria...1873, p. 221.

8) Cronistoria... 1873.

9) Cronistoria dell'Istituto Maria Immacolata, 1962.

10) In Cammino, ottobre, 1964; Cronistoria dell'I.M.I., 1964; Vita Giuseppina, dicembre, 1964.

11) In Cammino, marzo, 1965.

12) In Cammino, dicembre, 1967; Lettere Giuseppine, settembre - ottobre, 1967; Vita Giuseppina, novembre, 1967.

13) Lettere Giuseppine, dicembre, 1969; Vita Giuseppina, luglio, 1970.

14) Cronistoria dell'I.M.I., 1970; Lettere Giuseppine, novembre - dicembre 1970.

15) Lettere Giuseppine, gennaio - febbraio, 1971.

16) Lettere Giuseppine, dicembre, 1972.

17) Lettere Giuseppine, gennaio - aprile, 1973.

18) Vita Giuseppina, dicembre, 1973.

19) Vita Giuseppina, giugno, 1975; Lettere Giuseppine, maggio - giugno 1975.

20) Lettere Giuseppine, luglio - ottobre, 1976; Vita Giuseppina, novembre, 1976.

21) Il Giornale di Vicenza, 5 aprile, 1980; Incontri, dicembre, 1980.

22) Incontri, dicembre, 1986.

23) La Voce dei Berici, 8 novembre, 1987; Incontri, dicembre, 1987.

24) Incontri, foglietto straordinario di comunicazione con gli ex allievi, Pasqua, 1988.

25) Incontriamoci,dicembre, 1988.

26) Incontriamoci, dicembre, 1989.

27) Incontriamoci, giugno, 1991.

28) Incontriamoci, dicembre, 1991; Lettere Giuseppine, gennaio, 1992; Vita Giuseppina, febbraio, 1992.

29) Incontriamoci, dicembre, 1991.

30) Incontriamoci, giugno, 1992.

31) Incontriamoci, giugno, 1992.

32) Incontriamoci, giugno, 1992.

33) Incontriamoci, dicembre, 1992.

34) Incontriamoci, giugno, 1993.

35) Incontriamoci, giugno, 1993.

36) Incontriamoci, giugno, 1993.

37) Incontriamoci, giugno, 1993.

38) Incontriamoci, dicembre, 1993.

39) Incontriamoci, dicembre, 1993.

40) Incontriamoci, giugno, 1994.

41) Incontriamoci, dicembre, 1994.

42) Incontriamoci, giugno, 1995.

43) Incontriamoci, dicembre, 1995.

44) Incontriamoci, dicembre, 1996.

45) Incontriamoci, dicembre, 1996.

 

Capitolo 8º L'ISTITUTO MARIA IMMACOLATA E L'ASSOCIAZIONE MAMME APOSTOLICHE indice

 

Siamo al 1934 all'Istituto Maria Immacolata: è nuovo direttore il P. Dario Priante, il quale promuove la costituzione dell'Associazione delle Mamme Apostoliche.

Lo scopo nasce dal fato che molte sono le preziose vocazioni missionarie giuseppine, ma non tutti i chiamati possono essere accolti alla Scuola Apostolica, perché le loro famiglie non possono contribuire che in minima parte alle spese di mantenimento nel periodo della preparazione; perciò l'Associazione delle Mamme Apostoliche si impegna di contribuire alla formazione e al mantenimento degli aspiranti missionari giuseppini.

L'opera è costituita da gruppi apostolici delle mamme che, in memoria dei 12 apostoli, offrono una somma mensile. (Ad esempio, nel marzo del 1946, come risulta nel periodico della Scuola Apostolica (1), la somma è di lire 12 al mese, fatta singolarmente o collettivamente da ogni gruppo costituito). A capo di ogni gruppo sta la mamma zelatrice e il gruppo ha per patrono un santo apostolo. Ogni mamma, all'aiuto materiale, unisce la preghiera per gli aspiranti giuseppini, recitando ogni giorno un'Ave Maria e l'invocazione Regina Apostolorum ora pro nobis e un Gloria Patri a S. Giuseppe con l'invocazione S. Joseph ora pro nobis.

Già dalla fondazione, l'Associazione raccoglie molte adesioni a Montecchio Maggiore i in vari centri del Vicentino e si diffonde attorno alle diverse Case di formazione giuseppina ed altre Opere della Congregazione in Italia e all'estero. Un raduno di mamme apostoliche ha luogo in Istituto il 30 maggio 1946 per sollecitare le attività delle associate, che si possono registrare attraverso il periodico Murialdo prima e In cammino poi. Un convegno di zelatrici dei gruppi mamme apostoliche ha luogo il 18 maggio a Montecchio Maggiore. Ad esse il superiore generale P. Luigi Casaril invia un messaggio particolare: "Rivolgo a voi, care mamme apostoliche, i sensi della più viva gratitudine e ammirazione per l'opera preziosa di assistenza spirituale e materiale con cui piamente accompagnate sulla via del Santuario i nostri cari aspiranti giuseppini. Nella soave certezza del grande premio che vi allieterà un giorno, godete ora del frutto di tutte le preghiere, dei meriti e dell'opera apostolica di tutta la Congregazione dei Padri Giuseppini e scenda su ciascuna di voi copiosa dal cuore santissimo di Gesù, nel nome del Murialdo, la celeste benedizione".

Questa la cronaca del convegno, dovuta con molta probabilità, alla presidente dell'associazione, signora Jole Murdocco (2): "Domenica 18 del mese Mariano, terzo giorno della novena dello Spirito Santo, i Padri Giuseppini di Montecchio Maggiore accolsero le mamme apostoliche e zelatrici nell'oasi refrigerante della loro santa Casa. Giungemmo alle ore 8,30 di quel mattino, azzurro e fresco in cui tutto sorrideva dentro le anime nostre all'ombra della Madonna Immacolata. I versetti delle lodi, cantate col fascino delle voci bianche, sapientemente guidate dal superiore della Casa P. Amedeo Pasotto, durante la S. Messa, ce lo avevano affermato, come una promessa. La S. Messa celebrata nella siggestiva cappella interna del S. Cuore, le preghiere in comune per le vocazioni giuseppine, i canti, il S. Ciborio che si schiuse per saziarci delle Carni Immacolate dell'Agnello Divino, ci strinsero più intimamente nel grande Cuore di Dio. Ed ora più che mai ci sentiamo sorelle, unite in un sol palpito di fede; 'Gustate e vedete quant'è dolce il Signore'. Così il salmista, e noi povere anime affaticate per le responsabilità delle nostre case, le necessità dei nostri cari, il tumulto del mondo, aneliamo, anche senza saperlo, ai riposi dell'anima, presso il Dio dell'amore. L'assemblea si svolse nel salone del teatro, dove il nostro ottimo signor direttore ci rivolse calde e profonde parole di compiacimento e di esortazione, mettendo in chiara luce i carismi dello Spirito Santo e additandoci il 'consolatore', come ispirazione e vita dell'apostolato, come meta e premio per la santificazione delle anime nostre. Parlò con il cuore il nostro buon Padre, e tutte ci sentimmo comprese della missione alta e feconda, che il nome di mamme apostoliche racchiude: felici di essere le umili gocce nella piena di bene della eletta famiglia giuseppina".

"Seguì una interessante relazione del P. Giocondo Sartori, sul lavoro svolto e su quello da svolgere; la vita e le necessità, la preparazione e il miraggio dei giovani aspiranti del Murialdo. I suoi consigli pratici, miranti ad agevolare il nostro compito, ci resteranno in cuore, con la radiosa speranza di fare della nostra associazione quasi un terz'ordine giuseppino. Poi una consorella presentò alcuni tratti di vita interiore e di vita vissuta, elaborati con spirito di apostolato ed espose difficoltà, aspetti e mezzi per un più vasto piano di attività. Chiuse la relazione il Padre direttore, che volle infondere novella gioia, parlandoci di Leonardo Murialdo e della speranza di onorarloo sugli altari. Il saluto geniale in prosa e in versi di due apostolini commossero il nostro cuore materno. Verso le 11 l'adunata di sciolse".

"Da queste colonne giunga il grazie più cordiale e sentito ai benemeriti Padri giuseppini per il tesoro inestimabile e per i mezzi di santificazione che pongono nelle nostre mani, invitandoci e accettandoci a collaborare a pro delle vocazioni sacerdotali e religiose. Grazie per la generosa, indimenticabile accoglienza fatta alle nostre zelatrici. Con delicata premura 'misereor super tubam' pensarono anche al caffè, al vino, ai biscotti, 'per non farci venir meno per via'. E con squisito gesto distribuirono medaglie, opuscoli, immagini e altro materiale di propaganda, così da congedarci non solo a cuore pieno, ma anche a mani piene".

Continua ancora l'intervento della presidente: "Di conseguenza è necessario che il carico portato con noi frutti e si espanda senza che ci resti nelle mani e nel cuore, sterile e infecondo. Nell'amore di Dio brilli la fiamma di calore e di luce, nel nome di Dio si rinnovelli la sorgente, e l'opera nostra si affermi e si dilati. Incominciamo, fin d'ora, a rendere pulsanti di attività le due prime proposte presentate ed accettate insieme: ritrovarci più che sia possibile ad ogni prima domenica del mese alle 8,30 per la santa Messa, che verrà celebrata nella cappella interna dell'Istituto per tutte le mamme apostoliche. Iddio coronerà il nostro buon volere e farà seguire un bell'avvicendarsi di presenze che ci sarà di aiuto e di conforto; procurare che ogni gruppo di mamme abbia il suo aspirante giuseppino, cui prodigare aiuti spirituali, di sacrifici e di preghiere, ad aiuto materiale di assistenza, seguendolo fino al sacerdozio, e implorando la grazia di vederlo celebrare la prima santa Messa per le sue benefattrici; quale consolazione per noi e quale conforto!".

In occasione del raduno del 6 febbraio 1949, il superiore generale P. Luigi Casaril indirizza alle mamme apostoliche che convengono all'Istituto Maria Immacolata il seguente messaggio (3): "Benemerite mamme apostoliche, vi mando di gran cuore il deferente saluto mio e della Congregazione, al cui incremento e sviluppo voi portate sì prezioso contributo di interessamento, di zelo e di opere. Vi esprimo il mio sincero e fervido ringraziamento per quanto avete fatto finora e per quanto vorrete fare per l'avvenire in favore degli aspiranti della Scuola Apostolica di Montecchio Maggiore, che voi considerate ed amate come vostri figliuoli, e che sono per la Congregazione i tesori e le speranze più promettenti. Col saluto e col grazie vi mando la mia benedizione, a tutte e a ciascuna, nel nome di S. Giuseppe e del Murialdo, onde per la loro validissima intercessione abbiate a corrispondere sempre fedelmente e generosamente agli impegni e doveri che derivano dal nome nobile e sacro, che voi sì degnamente portate di 'mamme apostoliche'. E' un grande nome di particolare onore e di inestimabile merito dinnanzi a Dio, alla Chiesa, alla società. Mamme apostoliche vuol dire che voi volete essere e siete mamme di apostoli; i sacerdoti sono tutti apostoli, perché chiamati ed eletti da Gesù Cristo e da Lui mandati a predicare la sua parola, a dilatare il suo regno, a salvare le anime; voi volete essere come le madri, perché con lo svolgimento del vostro programma, col mirabile complesso di attività e di opere proposte dal vostro regolamento, mirate a procurare alla nostra Congregazione e quindi alla Chiesa di Dio nuovi sacerdoti, nuovi educatori, cioè degli apostoli. Quale onore per voi, vedendo quegli aspiranti salire un giorno all'altare, poter dire: 'Io ho contribuito a farli giungere al sacerdozio, all'apostolato!'. E quale merito dinnanzi a Dio! Egli attribuirà a voi gran parte del bene che essi nel ministero sacerdotale, nel campo della educazione, nelle fatiche missionarie opereranno a gloria di Dio e alla salute della anime. Ma questo vostro nome così onorifico porta con sé dei gravi doveri, che io brevemente vi riassumo nel trinomio: preghiera, propaganda, offerte".

"Preghiera: Gesù impose a tutti i cristiani di pregare per le buone vocazioni, quando disse: 'Pregate il padrone della messe, che mandi operai nella messe sia'. Tanto più dovete pregare voi, mamme apostoliche, che entrando nell'associazione, avete espressamente assunto l'impegno di lavorare per le vocazioni sacerdotali. Pregate e pregate molto, perché il buon Dio susciti alla nostra Congregazione buone e sante vocazioni; oggi la messe è abbondante, ma sono pochi, pochissimi gli operai! Pregate per la salute, per il profitto intellettuale, per la santificazione, per la perseveranza di quegli aspiranti che voi, a giusta ragione, considerate come vostri figliuoli spirituali".

"Propaganda: cercate vocazioni, nelle città, nei paesi, nelle parrocchie, nelle associazioni, nelle famiglie; voi col vostro occhio illuminato dalla luce celeste, col vostro cuore infiammato dall'amore di Dio, potrete scoprire nei giovani che avvicinate i segni preziosi della chiamata, della predilezione di Dio; coi vostri consigli, col vostro zelo indirizzateli, guidateli alla Scuola Apostolica; parlate della nostra Congregazione, delle sue opere di bene, delle sue missioni, e seminate nei giovani cuori i germi salutari della vocazione, spargete intorno a voi l'entusiasmo, la venerazione pel sacerdozio, per la missione sacerdotale giuseppina".

"Offerte: l'offerta preziosa e più meritoria, che voi dovete fare in favore degli aspiranti, è quella dei vostri sacrifici quotidiani nell'adempimento fedele e generoso dei vostri doveri di madri, di spose, di sorelle, di professioniste, di lavoratrici; offrite i sacrifici della vostra vita quotidiana per attirare la benedizione di Dio sui vostri aspiranti e su quelli che lavorano per la loro formazione spirituale e religiosa. Secondo le vostre possibilità, siate anche generose nel portare il vostro contributo pecuniario per il buon funzionamento materiale della Scuola Apostolica, che è pressata da tante necessità, alle quali può far fronte solo con l'aiuto dei suoi piccoli e grandi benefattori. 'Date e vi sarà dato'; chi dà al sacerdote e al missionario avrà la mercede e il premio del sacerdote e del missionario".

"Mamme apostoliche, affidate a S. Giuseppe e al Murialdo di ricompensare il vostro nobile lavoro, il vostro santo zelo, le vostre instancabili attività. Benedicano essi le vostre persone, le vostre famiglie, i vostri cari. Con profonda riconoscenza.".

Il direttore dell'Istituto, Padre Lino Barbieri, nel marzo del 1958, attraverso il periodico della Scuola Apostolica (4), fa pervenire alle mamme apostoliche il seguente messaggio: "Da qualche tempo, come forse già sapete, la vostra associazione sta prendendo un vigoroso incremento coll'iscrizione di molte altre Signore e Signorine. Abbiamo potuto raccogliere alcune migliaia di indirizzi di buone persone e spedire loro il nostro invito, che ha ricevuto da esse un'ottima accoglienza. Ogni giorno, coll'arrivo della corrispondenza, ritornano alla direzione le cartoline di adesione. Alle volte queste sono contrassegnate dal solo 'sì', ma tante altre volte quel 'sì' è accompagnato da bellissime spressioni, che ci confortano e ci commuovono. Sono espressioni spontanee di cuori che hanno compreso la nostra iniziativa e vogliono aiutarci nella formazione dei nostri apostolini. Un giorno non lontano acquisteranno come voi il diritto, l'onore e la gioia tanto vera e tanto bella di essere e di sentirsi 'mamme' di nuovi sacerdoti e di zelanti missionari".

"A voi mamme apostoliche, che da molti anni ci siete così affezionate, e a quelle che da poco sono iscritte, va il nostro pensiero oltremodo riconoscente, il nostro affetto e la nostra preghiera, oltre ai grandi vantaggi che l'associazione vi offre, come, qui sotto riportiamo:

1) Al dodici di ogni mese (per ricordare i dodici apostoli) si terrà nella Scuola Apostolica una giornata di preghiera (santa Messa, santa Comunione, santo Rosario e turno di adorazione) per tutte le mamme apostoliche; 2) Ogni lunedì una santa Messa in suffragio delle mamme apostoliche; 3) Ogni giorno i nostri aspiranti le ricordano nelle loro preghiere; 4) Dopo la morte sono ricordate con particolari suffragi; 5) Le iscritte partecipano ai frutti spirituali e a tutti i meriti del bene operato dai Padri Giuseppini in Italia e nelle missioni; 6) Le mamme apostoliche acquistano numerose indulgenze e partecipano ai privilegi della Pontificia Opera delle Vocazioni Religiose, costituita da S.S. Pio XIIº l'11 febbraio 1955, alla quale anch'esse restano iscritte. Per tale concessione le mamme apostoliche possono lucrare l'indulgenza plenaria nelle seguenti occasioni: nel giorno della iscrizione; in tutte le feste di N.S. Gesù Cristo, di Maria Santissima, di S.Giuseppe, degli Angeli Custodi, di Ognissanti, di S. Luigi, di S. Carlo Borromeo, nel sabato delle quattro tempora e nella giornata 'pro vocazioni' e in punto di morte, invocando, confessati e comunicati, il SS. Nome di Gesù".

"Alle persone che ancora non hanno risposto al nostro invito, diamo la nostra perola di fiducia e di incoraggiamento, dimostrando loro tutta la bellezza della nostra iniziativa e il nostro ardente desiderio che l'associazione mamme apostoliche si sviluppi nell'Italia e nel mondo, dove ancora il nome di S. Giuseppe non è conosciuto, perché il suo validissimo patrocinio si estenda a preparare e difendere la Chiesa del suo Gesù. Perciò restiamo in fiduciosa attesa; per le opere di bene, che sono le opere di Dio, è sempre tempo. Certi della vostra desiderata adesione, vi anticipiamo la gioia di tanto bene assicurato nel cielo e il grazie di una preziosa collaborazione. A tutte voi iscritte e a quelle che nel nome di S. Giuseppe vorranno presto aderire, il nostro cordialissimo saluto, avvalorato dalla preghiera dei giovani apostolini".

Il superiore generale P. Antonio Boschetti dedica la sua circolare n. 11 del 12 settembre 1959 diretta a tutti i Giuseppini, alla associazione delle mamme apostoliche (5). "Carissimi confratelli, è a voi noto che l'associazione delle mamme apostoliche, ebbe silenzioso inizio 25 anni addietro, all'ombra della Scuola Apostolica di Montecchio Maggiore, per iniziativa del direttore di allora il Padre Dario Priante. Benedetta dal Signore e grazie allo zelo dei nostri confratelli, si è diffusa e irradiata attorno alle diverse nostre Case di formazione e anche di altre Opere in Italia e all'estero. Potremo dire che le è stata riservata dalla Divina Provvidenza la sorte dell'evangelico seme, che ha germogliato ed ora, quale albero, estende ampliamente i suoi rami. L'associazione risulta oggi un pacifico esercito di pie persone, dal cuore generoso e apostolico, le quali, anelanti la dilatazione del regno di Gesù Cristo e la salvezza delle anime, offrono una preziosa cooperazione all'Opera delle vocazioni giuseppine colle loro preghiere, sacrifici, offerte e altre attività di apostolato cristiano".

"Questa associazione ottenne l'aggregazione ufficiale alla pontificia opera primaria delle vocazioni religiose, con attestato n.C.75 dell'1 agosto 1959. L'attuale consiglio generalizio ne presenta, ora, ufficialmente lo statuto: è quello della pontificia opera delle vocazioni religiose con l'aggiunta di particolari adattamenti alla nostra organizzazione, consentiti dal medesimo. I pochi articoli di cui è comoposto ne determinano il fine, le condizioni d'iscrizione, le attività delle associate, ne enumera i ricchi vantaggi spirituali. Da parte mia affido tale statuto, per la sua pubblicazione, allo zelo del delegato centrale, che, con la presente, nomino nella persona di P. Natale Defilippi, dei superiori provinciali e loro delegati".

"L'augusta Sacra Famiglia di Nazareth, sotto la cui protezione è collocata la pontificia opera primaria delle vocazioni religiose e la stessa associazione delle mamme apostoliche, ampliamente si degni benedire ad essa, alle singole associazioni, ai dirigenti, e ci consoli con il far fiorire tra i nostri giovani numerose e sante vocazioni".

 

SCOPO DELLA ASSOCIAZIONE:

Favorire e aiutare le vocazioni Sacerdotali Religiose in special mod per la Congregazione dei PP. Giuseppini del Murialdo, la quale esplica la sua attività soprattutto nell'educazione della gioventù e nelle Missioni,

diffondendo la conoscenza esatta della vocazione Sacerdotale e Religiosa e degli scopi specifici della Congregazione dei PP. Giuseppini del Murialdo e delle sue Opere sparse nel mondo;

pregando e offrendo sacrifici per il sorgere di nuove vocazioni e per il loro sviluppo;

indirizzando alle Scuole Apostoliche dei PP. Giuseppini del Murialdo ragazzi idonei, che diano segni di vocazione Religiosa;

partecipando con le offerte al mantenimento degli aspiranti Giuseppini.

STATUTO:

1º - L'Associazione delle Mamme Apostoliche è aggregata alla Pontificia Opera Primaria delle Vocazioni Religiose, con attestato N. C:75 del 1º agosto 1959.

2º - Essa ha la sua sede centrale presso la Casa Generalizia dei PP. Giuseppini del Murialdo in Roma, Via degli Etruschi, 7; e le sedi provinciali presso le residenze dei Rev.mi Superiori Provinciali della medesima Congregazione.

3º - Alla A.M.A. si possono aggregare tutte le persone o enti che intendono favorire e aiutare in modo particolare le Vocazioni Giuseppine sia Sacerdotali che dei Confratelli Coadiutori.

4º - Possono essere iscritti anche i defunti.

5º - L'aggregazione si fa inviando il proprio nome al Superiore Provinciale, tramite l'Assistente Ecclesiastico, e versando un'offerta secondo le modalità fissate dallo stesso Superiore Provinciale. Questi penserà a fare iscrivere i nomi su apposito registro ufficiale, rilasciando tessera e distintivo.

6º - Le singole Associazioni si raggruppano attorno alle Opere dei PP. Giuseppini del Murialdo. Ognuna di esse avrà una Presidente, eletta dal Superiore Provinciale, e, dove si crederà opportuno, anche una Segretaria e una Cassiera. L'Assistente Ecclesiastico è il P. Direttore dell'Opera o un suo Delegato. Le iscritte si uniscono, possibilmente in gruppi di 12, che fanno capo a una Zelatrice, scelta dall'Assistente Ecclesiastico e dalla Presidente. Ogni gruppo avrà un Santo Protettore.

7º - Oltre il versamento dell'offerta annuale, le iscritte si impegnano:

a) a recitare ogni giorno la preghiera stampata sulla tessera o altra preghiera per le vocazioni; inoltre a offrire per il medesimo scopo il lavoro e le sofferenze della giornata;

b) ad assistere, se è possibile, alla Santa Messa celebrata in occasione della morte di ogni iscritta del medesimo paese o rione;

c) a speciali iniziative intese a perseguire lo scopo dell'Associazione.

8º - Si consigliano raduni periodici delle iscritte di ogni Associazione, e un raduno annuale delle Associazioni della Provincia presso qualcuna delle Scuole Apostoliche della Congregazione.

9º - Le offerte dell'A.M.A. sono amministrate dal Superiore Provinciale.

10º - Per coordinare il lavoro dei vari gruppi e tenere informate tutte le Associazioni delle attività svolte, si consiglia a ogni Sede Provinciale di pubblicare alcune volte all'anno un notiziario dedicato esclusivamente all'Associazione delle Mamme Apostoliche.

11º - Ogni anno dalle Sedi Provinciali verrà inviata alla Sede Centrale una relazione morale e finanziaria delle attività svolte.

12º - L'A.M.A. è posta sotto la protezione speciale della S. Famiglia e del Servo di Dio Leonardo Murialdo.

VANTAGGI SPIRITUALI

A) DERIVANTI DALLA AGGREGAZIONE ALLA PONTIFICIA OPERA PRIMARIA DELLE VOCAZIONI RELIGIOSE.

Indulgenze Plenarie:

il giorno della iscrizione all'A.M.A., in favore delle associate che, confessate e comunicate, pregheranno secondo le intenzioni del Sommo Pontefice (per giorno dell'iscrizione si intende quello in cui sono solennemente distribuite le tessere e i distintivi);

in articulo mortis, in favore delle associate che, confessate e comunicate, o almeno pentite, invocheranno devotamente il Santissimo Nome di Gesù con la bocca se possibile, o almeno col cuore, accettando pazientemente la morte dalle mani del Signore in sconto dei peccati;

nella Festa del Titolare dell'Associazione; dei Santi Apostoli; in uno dei tre giorni delle quattro tempora, se le associate, confessate e comunicate, visiteranno una Chiesa o Oratorio pubblico pregando secondo le intenzioni del Sommo Pontefice; in tutte le Feste di Nostro Signore Gesù Cristo e della Vergine Ss.ma che sono nel calendario universale; nelle Feste di S. Giuseppe Sposo di Maria Vergine Madre di Dio e di S. Giuseppe Artigiano; nella Festa dei Santi Pietro e Paolo (29 Giugno); nel giorno onomastico del Sommo Pontefice; nelle Feste dei Santi Fondatori; nella giornata dedicata alle Vocazioni Religiose.

Indulgenza di 100 giorni:

per ogni atto di pietà o carità fatto da una associata, secondo le intenzioni dell'Associazione stessa.

Per i defunti:

tutte le indulgenze e ognuna di esse possono essere applicate alle anime del Purgatorio, eccetto l'indulgenza plenaria in articulo mortis. Infine il Sommo Pontefice ha dichiarato che tutte le Messe celebrate per le anime delle aggregate defunte, giovano a esse come se fossero celebrate in un altare privilegiato.

B) DA PARTE DELLA CONGREGAZIONE DI PP. GIUSEPPINI DEL MURIALDO

1º - La recita quotidiana della preghiera per i Benefattori fatta da tutti i Religiosi e dai giovani affidati alle loro cure;

2º - le preghiere e le Sante Comunioni ricevute per questa intenzione dai nostri aspiranti e novizi, in tutti i giovedì dell'anno;

3º - una S. Messa mensile secondo le intenzioni delle iscritte viventi e defunti, celebrata in ogni Comunità presso la quale è costituita l'A.M.A.;

4º - nel mese di novembre una solenne ufficiatura funebre in suffragio delle socie defunte;

5º - una S. Messa celebrata dal Rev.do Assistente Ecclesiastico dell'Associazione in occasione della morte delle socie;

6º - la partecipazione a tutti i beni spirituali della Congregazione di PP. Giuseppini del Murialdo.

Nel silenzio e nella discrezione l'associazione mamme apostoliche lavora ed offre la sua preziosa collaborazione all'Istituto. Collabora con i Padri Giuseppini con questi mezzi: pregare per le vocazioni, conoscere e far conoscere la vita e le opere dell'Istituto Maria Immacolata, scoprire e segnalare ai Padri eventuali ragazzi sensibili alla proposta vocazionale, contribuire alle spese economiche dell'Istituto.

Esse contano oltre cinquecento aderenti, che si incontrano al primo giovedì di ogni mese per la preghiera; periodicamente partecipano a dei ritiri spirituali e a gite ricreative (6).

Tutto questo anche se l'Istituto Maria Immacolata muta da Scuola Apostolica a Scuola Cattolica privata. La cronaca, infatti, segnala attività dell'associazione mamme apostoliche negli anni che seguono al 1960 ed è sempre particolarmente documentata (7).

 

Note a piè di pagina

1) Murialdo, marzo, 1946.

2) Murialdo, giugno, 1947.

3) Murialdo, febbraio, 1949; Vita Giuseppina, marzo, 1949; In cammino, settembre, 1958.

4) In cammino, marzo, 1958.

5) Lettere Giuseppine, settembre - ottobre, 1959; In cammino, dicembre, 1959; In cammino, aprile, 1960.

6) Incontri, dicembre, 1986; Incontriamoci, dicembre, 1988.

7) Incontriamoci, giugno, 1991; Incontriamoci, giugno, 1992; Incontriamoci, dicembre, 1993; Incontriamoci, giugno, 1995.

 

Capitolo 9º L'ORFANATROFIO LEONARDO MURIALDO NELL'ISTITUTO MARIA IMMACOLATA indice

 

La cronaca comunica una notizia tutta particolare: "Si inizia a Montecchio Maggiore il 10 luglio 1945 la nuova istituzione caritativa dell'Orfanatrofio Leonardo Murialdo, che deve raccogliere i poveri orfanelli di guerra. Non essendosi per il momento trovata una casa adatta per una stabile sede, provvisoriamente si collocano in una parte dei locali della Scuola Apostolica Maria Immacolata. Ne è direttore il Padre Mariano Bonato" (1).

Il 20 agosto 1945 il superiore generale dei Giuseppini P. Luigi Casaril, in visita all'Istituto Maria Immacolata "trova una nuova istituzione sorta per le necessità della guerra: l'Orfanatrofio Murialdo che accoglie già una quarantina di orfani" (2).

L'8 ottobre 1945, con l'inizio dell'anno scolastico, "è giorno di ingresso per i bambini dell'Orfanatrofio Murialdo.. Sono una sessantina" (3).

Viene stampato in Istituto il mensile Murialdo, che alternativamente tra un numero e l'altro, è periodico della Scuola Apostolica Maria Immacolata e dell'Orfanatrofio Leonardo Murialdo. Nel numero di febbraio del 1946 è pubblicata una lettera di don Giuseppe Meneghini, segretario del vescovo diocesano Carlo Zinato, datata 15 gennaio 1946. E' indirizzata a Padre Mariano Bonato e dice testualmente: "Anche a nome di S.E. mons. Vescovo, che ho subito interessatoal loro gesto munifico, La ringrazio della premura con cui ha trattato un caso veramente degno di considerazione. Le auguro che il Signore largamente ricompensi la loro carità che così generosamente svolgono nelle attuali tristi circostanze" (4).

La storia iniziale dell'Orfanatrofio Murialdo, gestito dai Padri Giuseppini, è così raccontata dal direttore: (5) "Ogni qualvolta ritorno dal viaggio, i Murialdini michiedono: 'Quando andiamo a casa nostra?'. Forse che questa dove abitano non è loro? No, il perché è semplicissimo. Un giorno il superiore provinciale P. Gaetano Todescato e P. Dario Priante, allora direttore dell'Istituto Maria Immacolata, per una via secondaria di Vicenza, si sono incontrati con tanti bimbi innocenti, privati si presto d'un affetto e d'un focolare: eredità lasciata dalla guerra. Convinti di rispondere ad un comando preciso del nostro venerabile Fondatore, il Murialdo, decisero di raccoglierli. Dove trovare una casa? Per il momento Padre Dario, dal cuore e dalle braccia sempre aperte alla sofferenza altrui, offrì loro generosa ospitalità nella Scuola Apostolica Maria Immacolata, che fu così la prima Casa sorta d'improvviso su tante tombe!".

"Quest'opera, il Murialdo, iniziata con fiducia, anzi nata gigante, ha bisogno d'una sede propria perché non si accontenta degli ottanta orfanelli che già conta, ma guarda con occhio anelo, ai molti altri che supplicano di essere accolti. Infatti molti sacerdoti fanno appello per ottenere un posto per orfanelli, ripetendo che si tratta di una carità squisita, di uno dei tanti casi pietosi, che si sono moltiplicati per la guerra... e non aggiungono altro. Talvolta sono vedove con grosse lacrime: l'abbondante pianto della gente umile, che non ha vergogna di mostrarsi perché sincero. Chiedono un posticino piccolo, piccolo, perché il comune non sostiene più la retta e i ragazzi furono messi alla porta da altri Istituti (Quando finalmente basterà la sofferenza perché i bimbi siano accolti - e non respinti - da tanti Istituti?)".

"Non ho fatto i conti con il fornaio, il macellaio, il sarto, il droghiere, il calzolaio, il libraio, ma solo con il posto in camerata e sfruttando anche il millimetro, ho ascoltato il richiamo del dolore e spalancate le porte all'orfano".

"Le ricerche tosto iniziate, continuano: vicino e lontano, in provincia e fuori provincia. Il chilometraggio percorso, più che alle gambe, bisognerebbe chiederlo al cuore, ma questo è un abisso, dal quale non sale eco alcuna, neppure quella della stanchezza! Per ora vien fatto di pensare a S. Giuseppe in cerca infruttuosa di un alloggio, con lo sguardo fiducioso al cielo, persuaso che 'l'ora degli impossibili è l'ora di Dio, e l'ora del Padre celeste sarà l'ora nostra'. Affrettiamola con la preghiera e i sacrifici".

Una postilla al racconto merita di essere riportata integralmente: "Dopo una giornata di intenso lavoro, chiesi ai miei carissimi confratelli se erano stanchi. Mi risposero: 'Padre, lei scherza! Per i Murialdini!' E mai vidi un sorriso di gioia simile al loro. Bravi, grazie confratelli miei. Per i Murialdini sia e resti il grido che vi spinge con passo che sa di volo verso Cristo vivente nel povero e nell'orfano" (6).

Temerario (con tanto di punto esclamativo) è definito l'Ideale enunciato in occasione della Pasqua del 1946, dal direttore dell'Orfanatrofio Murialdo di Montecchio Maggiore (7). "E' passato il turbine della guerra. Ma resta nella sua realtà il dolore, che piange sulle immense rovine: rovine dolorose delle nostre città, delle nostre case, delle nostre campagne, che risorgeranno nella pazienza e nella assiduità del lavoro. Ma quelle tombe aperte a ricevere le straziate salme di tanti fratelli, non si apriranno per restituire alle spose i mariti, alle madri i figliuoli. Chi suscita la più grande pietà sono le madri, rimaste vedove, coronate di bimbi imploranti: 'Quando ritorna il babbo?' Poveri piccoli, cui non basta l'amore materno per dare un cibo, un'educazione, un avvenire! Povere madri, che si struggono a provvedere la vita dei cari innocenti!".

"Per questa povera vita di bimbi, senza sostegno, i Padri Giuseppini hanno iniziato il 'Murialdo' ; Istituto che vuole diventare per questi cari orfani di guerra, la 'Casa famiglia', dove trovino con il vitto la serenità perduta e crescano alimentati dall'amore che i morti genitori non danno più. Il 'Murialdo' è in sede provvisoria presso la Scuola Apostolica Maria Immacolata di Montecchio Maggiore, accogliendo 80 orfani dai 6 ai 14 anni; ma lancia un appello fervido a tutti i cuori buoni, che sentono compassione di queste tenere creature sofferenti, perché ci venga indicato qualche fabbricato idoneo allo scopo; perché vengano devolute offerte a sostenerlo. Confido che l'unione di tanti cuori per quest'opera umanitaria e cristiana, valga a rendere possibile che il Murialdo diventi presto una famiglia capace di accogliere orfani dai più teneri anni per condurli, attraverso la scuola e i laboratori all'idoneità di crearsi una famiglia e un posto decoroso e sereno nella società.

"L'opera è immensa, le difficoltà infinite, ma il 'Murialdo' guarda all'avvenire, ricco solo della sua fede. Tutto questo si farà se Dio ci aiuta!. E se li aiutaste anche voi questi Padri Giuseppini, che lavorano perché tanti piccoli fratelli orfani abbiano e casa e cuori che li ripaghino del loro sacrificio? Grazie! 'Quello che avete fatto per uno di questi piccoli, lo avete fatto a me', dice il Maestro Divino nel Vangelo".

Il direttore Padre Mariano Bonato, il cui nome non appare mai nel periodico dell'Orfanatrofio, pubblica nel'aprile del 1946 una lettera aperta a San Giuseppe sul tema della sede per l'Orfanatrofio stesso (8).

"Inclito San Giuseppe, mi hanno insegnato ad esaminarmi se mi compiacci di avere Te come mio dolcissimo Padre e di considerare me come Tuo affettuoso figlio: non Ti meravigliare, quindi, se faccio leggere agli altri quello che scrivo a Te. Tu, qual dolcissimo Padre, sai già lo scopo di questa mia: chiederTi una 'sede propria per il Murialdo'! Lo so, non è una cosa da poco, anzi è una grazia grande come una casa, quella che Ti domando. Ma cosa ci posso fare: tutti me lo augurano, tutti me lo ripetono, tanti si prendono dei grattacapi per questa benedetta Sede, che se non ci metti un rimedio Tu, le cose andranno a finir male! Vedi, se il 'Murialdo' fosse un'opera mia, pazienza; ma invece l'ho ricevuto in consegna da Superiori e mi sento impegnato a fondo. Tu mi capisci, perché in un modo o nell'altro, hai dovuto preparare una culla e trovare una casa al Bambino Gesù, anzi Lo dovevi far crescere robusto, nonostante le ire del furioso Erode".

"Ora, sottovoce, con le labbra accostate al Tuo cuore, Ti chiedo di aiutarmi ad uscire da questi pasticci, che sono un po' colpa Tua. Metterei, infatti, la mano sul fuoco.. Del Tuo Cuore, che sei stato Tu a regalarmi quella 'bella Befana'di altri 15 orfanelli! Ti fossi almeno accontentato; invece non passa giorno che non mi spedisca domande supplichevoli per casi pietosi, strazianti. Vengono tutti nel Tuo Nome, bello e simpatico, non c'è che dire, ma un po' pretenzioso! Dove li metto, se siamo stretti cone una covata di pulcini?.. Veramente nel cuore di tutti i Padri un posticino ci sarebbe, ma le pareti non sono dilatabili come il cuore. E allora mio caro Padre San Giuseppe, facciamo un patto: 'o mi trovi una Casa o non mi mandi più nessun orfano! E sarai proprio capace di violentare il Tuo cuore, tanto da non esaudire la voce della vedova, il pianto dell'orfano?. Potrai non sentire compassione per quelli che attendono, per i molti che verranno oggi, domeni e sempre? Non Ti commuoverai neppure per quel bimbo che in un bombardamento ha perso il babbo e fu privo d'una gamba e d'un occhio? Sarai capace di non avere cuore?...".

"Perdonami, ma vedi, se non fossi un Giuseppino e conoscessi un Santo più grande di Te, andrei da Lui; ma la parola d'ordine è una: 'Andate da Giuseppe' e sono venuto. Senti, se fossi al Tuo posto e Tu al mio, sai che cosa Ti farei? Oltre alle grazie d'ordine spirituale, Ti concederei guarire gli ammalati, consolare gli afflitti e convertire i peccatori. Ti moltiplicherei il pane e il denaro, Ti farei regalare alcuni campi e Ti farei trovare una Casa per i Tuoi Murialdini! Saresti contento? E Tu fino a quando torturerai il nostro cuore e terrai sospese le nostre speranze? Fino a quando la preghiera dell'innocenza dovrà attendere dinnanzi al Tuo trono? Che Ti costa il consolarci? Che Ti costa l'esaudirci? In attesa d'una Tua paterna e provvidenziale risposta, a Te mi inchino, o Sposo della Vergine e Padre Custode del Figlio Divino".

Significativo un riscontro, datato 20 marzo 1946, e che giunge in Orfanatrofio; è del rag. Enrico Santifilippo, segretario del Comitato provinciale degli orfani di guerra: "Rev.mo Padre Mariano, nel ringraziarla del cortese, gradito invito fattomi per venire a visitare, in occasione della festività di San Giuseppe - loro patrono - l'Istituto Murialdo, ove trovansi ricoverati parecchi orfani di guerra della provincia, sento il dovere di esprimere, anche a nome di questo Comitato provinciale, la mia ammirazione per l'ottina organizzazione dell'Istituto e per le amorevoli cure di cui sono circondati gli orfani stessi. Ciò sarebbe sufficiente per esserne soddisfatto. Ma oltre all'ammirazione sento il bisogno di dirLe che sono lieto di aver rilevato, dall'aspetto e dal comportamento dei ragazzi, lo stato floridissimo della loro salute e la loro inclinazione ad obbedire in letizia e buon umore. La mia impressione è che i ragazzi affidati alla Sua cura, sono felici di trovarsi in un ambiente così accogliente e non Le nascondo infine la mia ammirazione per l'affiatamento che esiste fra tutti i Suoi confratelli collaboratori, i quali operano proprio con vero entusiasmo".

Datata 25 aprile 1946, giunge al direttore dell'Orfanatrofio, una lettera del Segretario di Stato del Santo Padre, cardinale Gio.Batta Montini (10). E' qui pervenuta la lettera, con la quale la S.V. Rev.ma informa l'Augusto Pontefice dell'opera generosa e benefica che codesto Istituto sta svolgendo in favore dei bimbi poveri e bisognosi. Sua Santità esprime alla P.V. e ai suoi collaboratori il Suo sovrano compiacimento per quanto finora è stato fatto. E mentre formula voti per l'avvenire, bene di cuore imparte a Lei, e ai suoi confratelli che costì lavorano, ai bambini da loro ospitati, ai congiunti benefattori tutti, pegno di conforti dal cielo, l'implorata apostolica benedizione. Mi valgo volentieri dell'occasione per professarmi con religiosa stima, della Paternità Vostra Rev.ma, dev.mo nel Signore, Gio.Batta Montini.

Nell'autunno del 1946 termina a Montecchio Maggiore all'Istituto Maria Immacolata la vita dell'Orfanatrofio Murialdo; lo dice la cronistoria dell'Istituto stesso: (11) "Gli orfanelli, oltre sessanta, traslocarono nella nostra Casa di Enego (soggiorno estivo per i confratelli) bene equipaggiati ed attrezzati e speriamo che crescano buoni, timorati di dio, e corrispondano alle fatiche dei Padri Giuseppini e alle speranze della Congregazione e dei benefattori. Gli orfani più grandi avevano costituito il reparto esploratori cattolici "Murialdo" ed in varie riprese avevano rallegrato le feste di Collegio". L'orfanatrofio Murialdo sarà attivo ad Arcugnano (Vicenza) per sei anni e poi ad Enego (Vicenza), fintantochè non ci saranno più da assistere orfani di guerra, e comunque fino al 1972. Alcuni orfani, da Montecchio ad Arcugnano e ad Enego, proseguiranno poi per Mirano (Venezia) all'Istituto Don giulio Costantino, sempre gestito dai Padri Giuseppini, per frequentare una scuola di avviamento al lavoro.

 

Note a piè di pagina

1) Cronistoria della Pia Società Torinese di San Giuseppe dalla fondazione 1873 al 1948, pag. 283.

2) Cronistoria...1873, p. 285.

3) Cronistoria dell'Istituto Maria Immacolata, 8 ottobre, 1945.

4) Murialdo, febbraio, 1946.

5) Murialdo, febbraio, 1946.

6) Murialdo, febbraio, 1946.

7) Murialdo, aprile, 1946.

8) Murialdo, aprile, 1946.

9) Murialdo, aprile, 1946.

10) Murialdo, giugno, 1946.

11) Cronistoria dell'Istituto Maria Immacolata, 5 novembre, 1946.

 

Capitolo 10º L'ATTIVITA' PASTORALE DEI GIUSEPPINI DALLA CAPPELLANIA ALLA PARROCCHIA indice

I Padri Giuseppini che giungono a Montecchio Maggiore nel 1901 con il compito di dar vita ad una missione apostolica nella parte più povera del paese, assumono contemporaneamente anche la cappellania di San Vitale, come prevede la convenzione firmata nel 1902, attendendo al bene della gioventù, all'oratorio festivo, scuola, collegio, ecc., opera che è computata come lavoro di cura d'anime.

Il primo direttore dell'Opera giuseppina di Montecchio, il Padre Pietro Carrà, già con il suo arrivo del 1901, assolve alla funzione di cappellano, che fornisce i mezzi all'esistenza dell'Istituto, e senza tralasciare i suoi giovanetti, don Carrà si dà con grande zelo al servizio della parrocchia di San Vitale, la quale, specialmente allora per la malattia gravissima del venerando arciprete, impossibilitato a qualunque ministero, ha gran bisogno di braccia a raccogliervi la messe abbondante di tante anime desiderose di direzione e fameliche della parola di Dio (1).

Egli incomincia a predicare tutte le domeniche, anzi a tenere lui stesso l'istruzione parrocchiale, alla quale accorre tutto il popolo, che pende estatico dalle sue labbra; predica il mese di Maria, tridui, novene, sempre ascoltato con crescente profitto; visita gli infermi, assiste i moribondi, e finchè trascina la sua vita tribulata il povero arciprete, il chè fu ancora per circa tre anni, il Carrà era l'anima della parrocchia e a tutti i buoni montecchiani dava il contributo della sua energia e del suo ingegno. Tra le opere buone della parrocchia vi era una conferenza di S. Vincenzo de Paoli fra le signore, ed egli per parecchio tempo la diresse spiritualmente, e tenne alle medesime delle istruzioni periodiche per accrescere lo zelo e mantenerlo nello spirito della vera carità.

Nel 1907, direttore Padre Giuseppe Baldelli, viene segnalato che si curano per la prima volta in Istituto la preparazione e le feste di Pentecoste, Corpus Domini, Sacro Cuore, con i ragazzi interni ed esterni. Si celebra solennemente la festa dell'Immacolata, con la partecipazione anche dei giovani della Valle e di San Vitale (2). La novena del Natale del 1908 è celebrata col canto delle profezie, come si usa in Piemonte (3).

L'8 dicembre 1911, con il direttore P. Emilio Cecco, viene inaugurata la nuova chiesa a fianco di Villa Pellizzoli, che è il primo complesso dell'Istituto. Mentre al lato sinistro per chi guarda, si amplia la scuola - seminario, sul destro dell'edificio vecchio si è costruita una grande ed elegante cappella con accesso al pubblico all'esterno della casa. Gran festa e funzioni solenni, fuochi artificiali, lancio di palloncini.

Il 19 marzo 1912, festa di San Giuseppe, il vescovo di Vicenza mons. Ferdinando Rodolfi visita l'Istituto e concede agli abitanti della Valle, presenti in massa, di partecipare alla messa festiva, adempiendo il precetto, nella nuova chiesa dell'Immacolata. Per festeggiare, i valligiani, per ben tre giorni, continuano a sparare con i cannoni antigrandine (4).

Nel 1914 la chiesa si arricchisce di un altare nuovo di elegante disegno su cui troneggia bella e maestosa l'effige di Maria Immacolata, a cui è dedicato l'Istituto (5).

Nel 1915 risulta che le funzioni della chiesa sono sempre frequentate dal pubblico e le comunioni continuano ad essere numerose (6). La nostra chiesina - scrive P, Angelo Roncaglia direttore dell'Istituto - può dirsi ultimata. Il bravo pittore Pittarlin ha rinfrescato le tinte; furono ridotte a stile gotico le due portoncine di fianco all'altare, le finestre furono coperte di sei belle tende mobili, dipinte a stile gotico con simboli religiosi. Chi entra nella nostra cappella si sente facilmente trasportato alla preghiera; la Vergine Immacolata, che bella troneggia dall'altare, spanderà copiose le sue benedizioni sopra quanti si prostrano dinnanzi a Lei. Quasi di continuo i fedeli portano offerte perché si accendano candele innanzi alla Madonna; ma vi è di meglio, ed è il consolante concorso, quale non si ebbe mai pel passato; cresce pure la frequenza alle comunioni e ne è eloquente indizio aver dovuto provvedere una pisside molto più grande (7).

Siamo al gennaio del 1917. Questa nostra chiesa è funzionata regolarmente (vari locali dell'Istituto sono requisiti per esigenze belliche, non si può riaprire il Convitto, ma funziona solo un esternato per i giovani del paese e dintorni), le comodità non mancano ai valligiani, e vi corrispondono bene. Il maggior lavoro per direttore P. Luigi Balbi lo dà la parrocchia di S. Vitale, lavoro che crebbe a dismisura nei 15 giorni del tempo pasquale, mentre gli altri due confratelli sacerdoti prestavano l'opera loro nelle parrocchie di Vestenanuova e di Meledo di Sarego (8).

La nostra chiesa è sempre frequentata con grande divozione dai nostri valligiani - viene annotato nel gennaio 1919 - mentre la cappellania di San Vitale procura sempre un lavoro straordinario per la grande quantità delle persone che si accostano settimanalmente ai SS. Sacramenti (9). Nella nostra chiesa si è cominciato il mese di Maria il 14 aaprile e si chiuderà probabilmente alla festa di Pentecoste. I due confratelli predicano ogni sera per turno; la gente devota vi accorre in gran folla e con essa alcuni soldati italiani e inglesi. Tutto ciò non impedisce il lavoro della parrocchia, che è sempre copioso assai pel confratello che vi deve attendere come cappellano (10).

L'attività pastorale dei Giuseppini delle varie comunità, che si alternano nel tempo in Istituto Maria Immacolata, si manifesta continuamente nell'assistenza che viene data alle parrocchie in Montecchio ed attorno a Montecchio, specialmente nei periodi natalizi e pasquali.

La chiesa dell'Immacolata nel 1954, a ricordo dell'Anno Mariano, viene restaurata con il concorso generoso di tutte le famiglie di Valle (11) con l'applicazione dello zoccolo in marmo lungo il perimetro delle pareti interne, la decorazione delle pareti e del soffitto, la rimessa a nuovo dei banchi. Ma essa con il passare del tempo non contiene più i fedeli nelle celebrazioni festive ed è nuovamente mal ridotta e bisognosa di urgenti restauri al soffitto.

Verso gli anni '70 il direttore P. Giuseppe Bellotto la trasforma in palestra per la scuola dell'Istituto e concede l'uso della chiesa del Sacro Cuore alla gente della Valle, la quale, nel 1972, esprime il desiderio di essere costituita in parrocchia con una petizione firmata da 868 persone. Negli anni successivi don Francesco Ferrari, arciprete di San Vitale, fa analoga esplicita domanda al vescovo, che risponde in data 7 ottobre 1977 col decreto di costituzione in rettoria. Arnoldo Onisto, per grazia di Dio e della sede apostolica vescovo di Vicenza, vista la domanda dell'arciprete di San Vitale di Montecchio Maggiore, vista la dichiarazione del Superiore della Comunità dei Padri Giuseppini, vista la lettera del superiore che designa il P. Mario Venturini come rettore della comunità, decretiamo: "E' costituoota rettoria, dipendente dalla parrocchia di S. Vitale di Montecchio Maggiore, la comunità formata dagli abitanti delle seguenti vie: Bivio S. Vitale, Molinetto, Longa, Piemonte, Lombardia, Emilia, Liguria, Veneto, Scaramuzza, Murialdo, Trentino Alto Adige, Friuli, Salita SS. Trinità, Pozzetto, Fontanelle, Buonconsiglio, Ca' Rotte..

Nel maggio successivo vengono aggregate alla rettoria anche le famiglie delle vie prospicenti l'Istituto dei Giuseppini, prima legate alla parrocchia di San Vitale. Nello stesso anno avviene l'insediamento nel quartiere Azalea. Il 29 dicembre 1979 un gruppo di persone delle Case Coop. Popolare "La famiglia" (quartiere situato oltre la statale valdagnese) scriveva al vescovo, chiedendo che, nel discorso sui confini della nuova parrocchia, si tenga presente la loro propensione ad essa, sia per la comodità logistica, che per l'inserimento pastorale già da molti preso con i Giuseppini.

Dopo il decreto, subito e con l'entusiasmo da neofiti, ferve l'attività dei primi dieci anni (12).

"Primo posto alla catechesi. Da lettera a mons. Carlo Fanton, inviata tre mesi dopo l'erezione della rettoria, don Mario rileva: '15 gruppi di catechismo con 236 ragazzi dalla seconda elementare alla prima media, animati da 23 catechisti, che si ritrovano ogni lunedì per la formazione personale e preparazione delle lezioni..'. Da quella data il cammino catechistico cresce, senza voler giudicare qualità e frutti. Il 14 gennaio 1979, al vescovo in visita pastorale alla rettoria, viene segnalato: 305 ragazzi partecipanti al catechismo settimanale, in 21 gruppetti, con 22 catechisti e 11 aiuto-catechisti. C'è già il catechismo per gli adulti, anche se con un numero limitato di presenze, e quello dei giovani'. Il vescovo risponde per iscritto 5 giorni dopo, suggerendo al rettore di intensificare il lavoro di formazione del promettente gruppo dei giovani. E' il gruppo "Giovani Valle" (poi Generazione Nuova), animato da don Fidenzio Nalin".

"Il consiglio pastorale: nato nel febbraio 1979, si dà uno statuto per poter includere in sé i rappresentanti di tutte le forze attive della comunità; è il promotore della vita spirituale ed anche organizzativa ed economica della rettoria. I componenti, oggi in numero di 17, si incontrano all'incirca mensilmente e durano in carica tre anni".

"Gruppo organizzatori: sorto nel maggio del 1979 per ideare e sostenere i momenti di festa e le iniziative ricreative, sociali, culturali e.. autofinanziarie della rettoria. Sono circa 40 persone, uomini e donne, e si incontrano al primo giovedì del mese. Curano soprattutto: la nostra "Sagra" dell'8 settembre; la "Stella di Natale", che passa tra le case, sonora e luminosa a diffondere l'augurio santo; le "Tombole" sociali per la festa dell'Immacolata, la "Pesca di beneficenza" a maggio per la festa del Murialdo; "Festa della terza età" a giugno; la "Befana" ricca di doni per i bambini e gli anziani della casa di riposo e di salute; "Carnevale danzante". Con la collaborazione del settore giovanile, finora però non eretto a gruppo stabile, sostengono l'animazione dei giochi fantasiosi per la massa di bambini e ragazzi".

"Fetta consistente per numero ed importanza sono i catechisti. Sono la voce di Dio e della Chiesa, che in stretta collaborazione con i sacerdoti guidano e animano le armate dei bambini, ragazzi e giovani. Catechisti ed aiuto catechisti sono oggi oltre 30 per 19 gruppetti di catechesi sacramentale dalla prima elementare alla terza media. Si incontrano, animatori compresi, ogni lunedì sera per la formazione personale e la preparazione delle lezioni. Gli animatori: sono i catechisti che guidano i cinque gruppi del dopo-cresima. Dopo il gruppo Generazione Nuova hanno iniziato un lavoro sistematico, annata per annata, con i gruppi nel 1981, precisandio un cammino formativo, che in cinque anni conduce al gruppo giovani da poco formato. Oggi sono indieci! Oltre al tenersi in contatto con i ragazzi negli incontri settimanali, uscite, campeggi, ecc., incontrano anche i loro genitori in raduni che sono occasione informativa e formativa. Si stanno preparando alcuni per avviare i gruppi di giovani coppie, previsti per riempire un vuoto catechistico tra i giovani e gli adulti".

"Dai giovani catechisti e animatori ha preso vita, nel 1981, il gruppo di preghiera e si incontra ogni giovedì sera ad ascoltare, meditare e pregare la parola di Dio. Ad esso sono invitati specialmente i giovani che vogliono pregare o imparare a pregare con l'aiuto comunitario".

"Gruppo biblico adulti: sorto nel 1978, è analogo al gruppo giovanile di preghiera e si incontra ogni 20 giorni a meditare su testi biblici. Purtroppo numericamente non ha mai preso incremento; si spera sempre che i nostri adulti comprendano l'importanza di avere un'occasione di catechesi - preghiera tutta per loro".

"Gruppo pesca: distaccatamente dal gruppo organizzatori, o meglio organizzatrici, specializzate nell'allestimento della pesca di maggio. Sono una quindicina di persone e sono sempre all'opera, preparando a lunga scadenza".

"Quasi impercettibilmente si è formato il semi-gruppo dei suonatori, che guidano i canti nelle nostre messe domenicali delle ore 10,15 e delle ore 11,15".

"Non dimentichiamo la quindicina di chierichetti che contribuiscono a vivacizzare la liturgia e fanno festa in modo particolare, servendo Dio attorno all'altare".

"Gruppo stampa: dopo il giornalino "Giovani Valle" a periodico giovanile, iniziato nel febbraio 1978 e ribattezzato 'Generazione Nuova' nel 1981, nel dicembre del 1982 esce il primo numero del bollettino della rettoria 'Da Torre a Torre', periodico mensile, oggi al sesto anno. Alla distribuzione provvede un nutrito numero di 'postine volontarie'".

"Dal 1985 funzionano altri gruppi. Gruppo carità: 10 componenti che si dedicano in particolare all'assistenza dei malati, anziani e bisognosi, all'ospedale o in famiglia. Gruppo Giampietro: una decina di persone, socialmente impegnate ad aiutare giovani disadattati o con handicap. Si incontrano al giovedì sera. Ultimamente è stata costituita una associazione interparrocchiale con il nome di 'Comunità Murialdo'. Gruppo campeggi, composto da organizzatori espressamente impegnati a curare il materiale dei campeggi, compreso il loro allestimento e smontaggio. Gruppo chiesa, composto da 24 signore, divise in turni settimanali per la pulizia della chiesa e adiacenze di servizio comunitario. Gruppo missionario composto da una decina di giovani intenzionati ad approfondire e propagare il valore ecclesiale della Missione e curare feste e mostre sul tema missionario".

Dopo qualche richiesta a mons. Onisto perché decida le sorti della rettoria, il vescovo, con decreto dell'8 settembre 1987, erige la nuova parrocchia S. Maria Immacolatae l'8 dicembre dello stesso anno ha luogo l'inaugurazione della stessa parrocchia. Per l'occasione è pubblicato un elegante Numero Unico, dove appaiono brevissimi stralci di storia relativa alla chiesetta dell'Immacolata sempre frequentata da abitanti della "Valle", dipendente però dalla parrocchia di S. Maria e S. Vitale, e dieci anni di attività della rettoria, eretta il 7 ottobre 1977.

Il documento di erezione in parrocchia è pubblicato alle pagine 783 e 784 della Rivista della Diocesi di Vicenza dell'agosto - settembre 1987.

Esso dice testualmente:

"La zona nord di Montecchio Maggiore denominata "Valle di Montecchio Maggiore", con decreto del 7 ottobre 1977 è stata costituita in Rettoria. Da tale data la cura pastorale, affidata ai Padri Giuseppini i quali hanno generosamente messo a disposizione la chiesa e i locali del loro Istituto Maria Immacolata di via Murialdo, si svolge in modo completo e con autonomia pressocchè totale dalle parrocchie di San Vitale e di SS. Trinità, alle quali la zona appartiene territorialmente. Gli abitanti di "Valle", attualmente quasi duemila e in sicuro aumento per l'ulteriore incremento edilizio, formano una unità compatta, e, per caratteristiche proprie, nettamente distinta dal resto della popolazione. In questi ultimi anni il senso di unità e di autonomia si è venuto consolidando con la costruzione delle scuole e degli altri servizi sociali previsti dal piano regolatore comunale. Per tutte queste ragioni e in adesione alle ripetute istanze dei fedeli della zona; sentiti i parroci di S. Vitale e di SS. Trinità e avuto il parere favorevole del consiglio presbiterale; con le presenti Nostre, a norma del can. 515 par. Z.C.I.C.

ERIGIAMO IN PARROCCHIA, con il titolo di SANTA MARIA IMMACOLATA, la predetta zona di Valle di Montecchio Maggiore. Il territorio della nuova parrocchia, stralciato dalle parrocchie di S.Vitale e di SS.Trinità, è delimitato dai confini che risultano dalla seguente descrizione: Partendo dal torrente Guà nel punto di confine tra i Comuni di Montecchio ed Arzignano, il confine della nuova parrocchia segue verso est la linea di confine dei due Comuni fino ad incontrare il torrente Poscola e poi risale detto torrente per metri 240. Quindi in direzione est, segue la linea di confine sud del mapp. 32, F26; piega verso nord per metri 50 lungo il vecchio arginello e poi, in direzione est, corre lungo la strada vicinale che è confine sud dei mapp. 30 - 175, F26, fino ad incontrare la strada statale n. 246 Recoarese. Il confine prosegue verso nord lungo la strada statale per metri 160. Si dirige quindi verso est, lungo la linea di confine nord dei mapp. 211 - 210, F26, fino ad incontrare la strada comunale S.Clemente (o via Canova Superiore). Prosegue nord lun go detta strada, per metri 220, piega quindi, in direzione nord-est, lungo la linea di confine nord del mapp. 2, quindi verso est per metri 450, lungo il confine nord dei mapp. 202 - 153 - 4 7 296 - 124 - 12 - 13 - 108 F27, fino ad incontrare la strada vicinale del Mondeo. Il confine continua verso sud seguendo la strada del Mondeo per metri 450, poi per metri 210, corre lungo la linea di confine ovest dei mapp. 250 - 284 - 145 - 150, F28; si dirige poi in direzione est per metri 220 lungo il confine sud dei mapp. 150 - 268 - 278 , F28, fino ad incontrare la strada comunale dei Tovi (strada Montecchio - SS. Trinità). Il confine piega quindi in direzione est per metri 460 con una linea retta fino ad incrociare la strada della Bastia nel punto di confine nord del mapp. 132, F28. Poi, verso sud, corre lungo la strada della Bastia per metri 350 fino all'incrocio con la strada "Peocciosa"; segue detta strada per metri 450 fino all'incrocio delle strade Castello - Pozzetto. Continua in direzione ovest per metri 330 seguendo la linea di confine sud dei mapp. 174 - 173 -172 -171 - 1270 - 165 - 164 - 163 - 1300 - 1301 - 1040 150, F3, fino ad incrociare la strada delle Pra; segue verso sud detta strada per metri 100, quindi, in direzione ovest, corre lungo la strada delle Ca' Rotte per metri 400 fino ad incontrare la strada statale Recoarese; continua verso sud lungo detta strada per metri 260, poi, piegando in direzione ovest, segue la strada delle Tasse fino ad incontrare il torrente Guà. Infine, risale verso nord il torrente fino a ricongiungersi con il punto di partenza".

"In attuazione di precedenti intese intercorse con il parroco di S. Vitale, assegnamo alla nuova parrocchia mq. Seimila stralciati dal Legato "Pellizzoli": detto terreno servirà per dotare la parrocchia delle strutture necessarie alla vita pastorale".

"Di questo decreto saranno stesi sette esemplari autentici: uno per la nuova parrocchia, uno per la parrocchia di San Vitale, uno per la parrocchia di SS. Trinità e quattro per l'archivio della nostra Curia".

"Dato a Vicenza, dalla nostra Curia Vescovile, l'8 settembre 1987, festa della Natività della Beata Vergine Maria. Arnoldo Onisto vescovo, sac. Luigi Mattiello, canceliere vescovile".

Mons. Gianni Cielo è il delegato del vescovo alla inaugurazione ufficiale della nuova parrocchia l'8 dicembre 1987. Egli, durante la cerimonia solenne pronuncerà il seguente intervento:

"La proclamazione ufficiale della erezione canonica della nuova parrocchia S. Maria Immacolata di Montecchio Maggiore - avvenuta con decreto vescovile in data 8 settembre 1987 - e il conferimento del ministero pastorale di parroco al rev. E carissimo don Mario Venturini, religioso della Congregazione di San Giuseppe, sono oggi realtà e costituiscono un unico evento di portata storica, perché segna la nascita, all'interno della Chiesa che è in Vicenza, della nuova comunità parrocchiale Maria Immacolata di Montecchio Maggiore ed è ancor più un evento di grazia, un vero inestimabile dono di Dio, ottenuto dalla intercessione della Vergine SS.ma nell'anno mariano a Lei dedicato e nel giorno della festività della sua Immacolata concezione. L'approdo a questa consolante realtà è stato preparato da un lungo e paziente lavoro apostolico compiuto tra la gente di questa valle da parte dei Padri Giuseppini, i quali peraltro hanno trovato nella popolazione una cordiale accoglienza e una attiva e generosa collaborazione. La nuova parrocchia pertanto costituisce il traguardo tanto desiderato e bene meritato di un cammino fecondo di fede e carità, confortato dalla benedizione di Dio e dalla partecipazione materna di Maria".

"La vostra comunità si presenta ricca di vitalità e di iniziative: da quelle della catechesi e della evangelizzazione a quelle dei vari gruppi già operanti della liturgia e del canto sacro, della carità e del volontariato, delle missiuoni e delle attività ricreative. E' lodevole lo sforzo da voi compiuto per la vostra crescita come cristiani e come comunità cristiana. Ma da questo momento voi non siete soltanto un gruppo di cristiani che si radunano nella Casa dei Padri Giuseppini e che si impegnano a collaborare nelle varie attività apostoliche e caritative. Voi ora siete una comunità parrocchiale; dirò di più, Voi siete la Chiesa di Dio, resa visibile e stabile su questo territorio che è la vostra parrocchia. Voi siete la Chiesa, una, santa, cattolica ed apostolica. Mancano ancora le strutture che pure sono necessarie alla vita della vostra parrocchia; tuttavia non manca nulla a questa Chiesa che siete voi, se con raddoppiato impegno e dedizione lavorerete uniti con il vostro parroco rendendo operosa la vostra fede, speranza e carità. E per essere davvero Chiesa e diventare segno credibile ed efficace di salvezza è necessario che tra di voi e con tutti gli altri sia coltivata con la più grande e costante sollecitudine quella caratteristica ecclesiale fondamentale che è la comunione. Infatti la Chiesa esiste soltanto là dove i cristiani vivono la comunione. Senza comunione non ci può essere Chiesa".

"Il Concilio presentando il mistero della S. Chiesa indica le due direzioni della comunione ecclesiale: l'intima unione con Dio e l'unità d'amore di tutto il genere umano. La parrocchia, dunque è la Chiesa quando i cristiani nella propria vita, attraverso i sacramenti, la preghiera e le opere di carità alimentano l'amore di Dio e l'amore fraterno. Pertanto i confini che descrivono il territorio della parrocchia non consentono di erigere steccati di separazione e di divisione, né all'interno della parrocchia e nemmeno nel rapporto con altre comunità vicine. Al contrario il sentirsi Chiesa, animati dallo spirito di comunione, porterà ognuno di voi a costruire perché la comunità parrocchiale sia davvero una famiglia di un cuore solo e di un'anima sola; perché diventi una casa aperta a tutti, sempre accogliente e disponibile all'intesa e alla collaborazione sia con i fratelli di fede, sia anche con gli altri uomini di buona volontà".

"Al Signore datore di ogni bene, a Dio Padre, Figlio e Spirito Santo, presentiamo la nostra lode e il nostro rendimento di grazia perché attraverso l'erezione della parrocchia e la designazione del suo parroco, grande è il dono di Dio per voi e i vostri figli. Siano rese grazie inoltre alla Congregazione dei PP. Giuseppini e in particolare al primo parroco don Mario Venturini per avere assunto l'impegno del servizio pastorale di guida e di animazione di questa comunità cristiana. Alla protezione amorosa e materna di Maria Immacolata affidiamo la nuova parrocchia a Lei dedicata, perché colmata della gioia e della grazia del Signore cresca, fiorisca e produca abbontanti frutti di vita eterna".

L'attività della nuova parrocchia, sotto la guida di P. Mario Venturini e dei suoi collaboratori, è segnata nel marzo del 1995 dalla visita pastorale del vescovo diocesano mons. Pietro Nonis. Per l'occasione il settimanale diocesano "La Voce dei Berici" racconta con una intera pagina di Gian Maria Pitton, il percorso compiuto dalla parrocchia ed i programmi futuri (13).

 

"Pur essendo nettamente distinta dall'Istituto dei padri Giuseppini, delle cui strutture è ospite, la comunità parrocchiale di S. Maria Immacolata di Montecchio Maggiore ha fatto suo il programma di S. Leonardo Murialdo, che individua nella famiglia uno dei cardini della vita di fede. Diventare una famiglia unita, concorde, aperta ai bisogni del prossimo è l'obiettivo di tutte le attività parrocchiali, ognuna delle quali diventa un diverso aspetto di una realtà, la "famiglia parrocchiale" appunto, che solo nell'integrazione reciproca delle varie componenti trova pienezza di realizzazione.

Il semplice elenco dei gruppi parrocchiali è sufficiente per dare un'idea dell'operosità della comunità: ci sono i catechisti e gli aiuto-catechisti, gli animatori dei gruppi giovani e giovanissimi, i suonatori-animatori delle liturgie, il servizio di carità (presente giornalmente nella casa di riposo), il campeggio estivo (due mesi a Forno di Zoldo), i comitati per la sagra (8 settembre) e per la pesca di beneficenza, il gruppo feste, gli addetti alla manutenzione e alla pulizia degli ambienti, i ragazzi che seguono il notiziario mensile (si chiama 'Da torre a torre') e i 'pony-express' che lo distribuiscono casa per casa; e poi i gruppi del presepio, della stella, del carnevale, della raccolta carta pro-missioni, ecc. (scusandoci con quanti non sono stati nominati). "in tutto sono più di duecento persone impegnate in ambito parrocchiale, ciascuno secondo le proprie attitudini - dice il parroco p: Mario Venturini -. C'è la simpatica tradizione di riunire tutti i collaboratori in una grande cena della comunità, subito dopo la sagra, e la concordia, l'amicizia, la gioia che si respirano in questa occasione testimoniano che la gente vive proprio uno spirito di famiglia". Il settore più delicato resta, come per altre comunità, quello degli adolescenti e dei giovani, che in gran parte "fuggono" dalla parrocchia dopo la Cresima. In proposito il parroco solleva un problema spinoso, quello del calcio: per molti ragazzi gli allenamenti e le partite diventano altrettanti ostacoli sia alla partecipazione ai gruppi parrocchiali, sia alla stessa frequenza alla messa: "Abbiamo cercato un dialogo con i dirigenti, ma sembra che le esigenze della Federazione siano insormontabili.Il calcio diventa così il primo punto di riferimento, condizionando tutto e tutti; c'è bisogno di capire quali siano le cose veramente importanti".

Un altro problema molto difficile da affrontare riguarda la statale 246, che separa una porzione rilevante della parrocchia: tra l'altro il traffico intensissimo, anche di automezzi pesanti, rende necessario per parecchie famiglie portare in auto i ragazzi in parrocchia, con evidente scomodità.

S.Maria Immacolata è una parrocchia giovane anche relativamente all'età media dei suoi abitanti.

Il leggero calo di popolazione (si sfiorano oggi le 2200 anime) è dovuto soprattutto alla denatalità: ci sono più famiglie rispetto a qualche anno fa (700 circa), ma hanno meno figli, e le coppie giovani faticano a insediarsi per il blocco edilizio che vige quasi ovunque sul territorio. C'è una discreta presenza di extracomunitari, soprattutto ghanesi, che hanno dato vita al comitato "I giovani Kuwau", il quale offre aiuto e appoggio ai compatrioti appena giunti in Italia. Per alcune volte all'anno poi i ghanesi utilizzano le strutture dell'Istituto per delle "feste" molto particolari, per le quali arrivano a Montecchio 4-500 persone da città anche lontane.

Oltre alla chiesetta che fa parte del complesso dell'Istituto dei Giuseppini, ci sono altri due edifici sacri di riferimento: l'uno appartiene alla memoria storica, l'altro è ancora in fase di progettazione.

La Biblioteca civica ha dedicato all'"Oratorio dei Santi Antonio e Francesco alla Valle" uno dei suoi Quaderni, curato da Vincenzo Roetta e Giuseppe Pilla, una sorta di resoconto dei lavori di restauro compiuti sull'edificio di via Murialdo, grazie anche alla generosa opera di un gruppo di volontari.

Nel Quaderno il prof. Roetta parla degli aspetti storico-artistici dell'Oratorio, fatto costruire nel 1657/59 dalla nobile famiglia Scaramuzza, della quale restò proprietà per lungo tempo. Quasi subito si costituì una confraternita intitolata ai due santi francescani, che ottenne particolari indulgenze da papa Alessandro VIIº (1663). Gli elementi decorativi sono rapprpesentati da una pala sull'altare, attribuita alla bottega di Francesco Maffei e raffigurante la Madonna Incoronata e i due Santi titolari, e da una serie di affreschi lungo la fascia alta delle pareti. Queste 14 figurazioni, in parte perdute, sono state riportate a nuovo splendore con gli interventi degli anni '88-90: riguardano episodi della vita di Antonio da Padova e Francesco d'Assisi. Il prof. Roetta sottolinea l'importanza dell'edificio per la comunità: "Attraverso il tempo l'Oratorio è stato per la Valle un punto di riferimento per una specifica espressione di devozione e pietà popolare che si manifestava nella celebrazione di determinate feste e ricorrenze religiose".

Lì'edificio in fase di progetto è la chiesa nuova, che verrà a sostituire quella attuale (già insufficiente) in vista di un futuro, probabile aumento della popolazione verso la soglia delle tremila unità.La Curia vescovile aveva concesso 6 mila metriquadri di terreno nei pressi dell'ospedale civile, ma lo stazio risultava troppo ridotto per potervi costruire anche gli ambienti per le attività della parrocchia.

L'alternativa, proposta dai Giuseppini, è di edificare la chiesa sull'attuale campo da calcio dell'Istituto, mentre il Comune si impegnerebbe a realizzare la strada di collegamento con via Veneto. "Il cammino sta procedendo gradualmente, ma con sicurezza - dice don Mario -; sono già state ottenute alcune approvazioni e stiamo accumulando il denaro necessario".

Tra pochi giorni il progetto, eseguito dall'architetto Giuseppe Pilla, sarà sottoposto alla valutazione della Commissione arte sacra della Curia: contrapponendosi decisamente alle tendenze "moderniste" di molte chiese recenti, l'edificio segue forme più tradizionali perché il carattere sacro del complesso sia immediatamente avvertibile dall'esterno. Il rispetto dei parametri imposti dalla Cei ha fatto scegliere la forma templare, con l'altare principale ben visibile da tutti i posti; attorno allo spazio centrale (aula per i fedeli e presbiterio) si svolge una percorrenza perimetrale che consente di raggiungere ogni ambiente interno (sagrestia, cappella con penitenzeria, accessori vari) senza attraversare l'aula.

Nel piano seminterrato (direttamente sotto la chiesa) sono calcolati un ampio salone per conferenze, con 200 posti a sedere, e una serie di salette per attività parrocchiali di vario genere. Anche nella scelta dei materiali (legno, rame, pietra) si conferma l'intento dii restare nella tradizione; l'edificio risulta rialzato dal piano campagna per evidenziarlo rispetto all'abitato.

Presentato due anni fa alla comunità di S.Maria Immacolata, il progetto ha ottenuto subito un'entusiastica e unanime approvazione.

La visita pastorale Nonis è così raccontata dalla cronaca, redatta da Giorgio Pellizzari: (14)

Già da diversi mesi era stata preannunciata la visita pastorale del Vescovo di vicenza al vicariato di Montecchio Maggiore e il 16 - 18 - 19 marzo 1995 Mons. Pietro Nonis ci ha onorati della sua presenza nella nostra comunità. "Verrò a bussare anche alla vostra porta" si era espresso il vescovo "come fratello e come padre"; tali erano i sentimenti che si era proposto per preannunciare la sua visita e così possiamo affermare di averlo incontrato.

I momenti più salienti della sua visita si possono riassumere nei seguenti tre punti:

1 - Giovedì 16 marzo - ore 17,00 - la sua visita è iniziata con un breve incontro di preghiera svolto nella cappellina sotto lo sguardo materno di quell'Immacolata così tanto cara a noi gente comune della Valle.

Poi il vescovo si è incontrato con il Consiglio Pastorale Parrocchiale e il Consiglio per gli Affari Economici. Ha aperto l'incontro il parroco don Mario Venturini con una brillante e realistica relazione che, con una approfondita analisi toccava tutti i vari aspetti: religioso, sociale ed economico della parrocchia. E' seguita una piacevole conversazione con il Vescovo che, con la sua invidiabile eloquenza ha abbondantemente risposto alle sintetiche domande timidamente rivolte da alcuni dei presenti. Il vescovo ha concluso l'incontro facendo l'augurio che entro l'anno 2000, possa essere realizzato il sogno di vedere costruita la nuova chiesa parrocchiale della Valle, sogno tuttora giacente nel fatidico cassetto.

2 - Sabato 18 marzo - verso le ore 11,00 il vescovo ha fatto la sua visita al centro diurno Anziani, dove ha incontrato diverse persone della Valle ormai non più giovani, ma dai cui volti segnati dal tempo si manifesta ancora quell'allegria e simpatia caratteristiche della gioventù di altri tempi. Anche qui il vescovo ha avuto modo di rivolgere ai presenti parole di incoraggiamento e di fiducia in Dio nostro Padre che ci ama tutti indistintamente senza guardare l'età, e che ci attende e ci premia se noi avremo corrisposto al suo amore.

Nel ritorno in Istituto, ha fatto sosta nella Cappella di S.Antonio restaurata di recente, dove ha potuto ammirare la serie di affreschi disposti entro riquadri lungo la fascia alta delle pareti, di autore ignoto, ma di notevole valore artistico, e la pregevole pala, ritenuta lavoro della bottega di Francesco Maffei, (R. Schiavo, 1983), raffigurante la Madonna incoronata e i due Santi: S.Antonio da Padova e S.Francesco d'Assisi.

3 - Domenica 19 marzo - festività di S.Giuseppe - alle ore 10,00 S.Messa solenne celebrata dal vescovo a conclusione della sua visita pastorale assieme al parroco e al direttore dell'Istituto don Gianni Tescaro. L'affluenza della gente della Valle in questa occasione fu veramente grande tanto che la chiesa, gremita di persone, si è dimostrata insufficiente. Nell'omelia il vescovo ha voluto mettere in evidenza il rapporto esistente tra la figura di S.Giuseppe, capo della sacra famiglia di Nazaret e la parrocchia della Valle guidata dai Padri Giuseppini del Murialdo. Ha pure fatto notare come la parrocchia dia fortunata per avere come guida spirituale i Padri Giuseppini avendo essi come finalità principale la formazione cristiana e culturale della gioventù.

Dopo la S.Messa il vescovo si è incontrato con i giovani della Valle. I giovani avevano preparato una lunga serie di domande da rivolgere al Vescovo. Soltanto alcune di queste ebbero risposta perché il tempo a disposizione non fu sufficiente e le risposte del vescovo furono abbondantemente esaurienti. Tuttavia l'entusiasmo dei giovani fu grande per aver potuto dialogare con un uomo di scienza come è il vescovo, e il suo ricordo resterà sempre vivo per avere trovato in lui grande cordialità e disponibilità.

Cambio di guardia alla direzione della parrocchia S.Maria Immacolata. Ne parla "Il Giornale di Vicenza" del 14 settembre 1995. (15)

Dopo 18 anni a Montecchio, prima come rettore della comunità dei padri Giuseppini del Murialdo e negli ultimi otto anni a capo della parrocchia di nuova fondazione di S.Maria Immacolata, don Mario Venturini lascia la realtà castellana alla volta di Pinerolo, vicino Torino.

Al suo posto, nella parrocchia della Valle, arriverà padre Piergiorgio Ponso, ora direttore del Patronato dei Giuseppini di Cesena. Oltre a don Mario, se ne va anche don Adriano Disconzi, chiamato a proseguire la sua opera all'Istituto Turazza di Treviso. Il suo posto verrà preso da don Antonio Fabris - ora cappellano della parrocchia di San Pio X di Padova - che ha portato a far vedere un recital dei ragazzi padovani al Castello di Romeo a inizio settembre.

In città dire Valle e dire Giuseppini è sempre stata la stessa cosa. Nelle parole di don Mario emerge una realtà locale caratterizzata da un ceto operaio di livello culturale non particolarmente elevato, che ha raggiunto però una solida posizione economica - sono quasi tutti proprietari delle case che abitano - e che sconta le stesso contraddizioni che si rivelano a livello nazionale, come i pochi bambini e i tanti vecchi. "Anche se la risposta di fede rimane discreta, in linea con la tendenza della nostra zona - afferma don Mario - l'ambiente della Valle è però particolarmente disponibile, perché si vive in clima di collaborazione che non è mai venuto meno nel tempo. La parrocchia viene considerata non solo un luogo dove ricevere servizi, ma anche dove impegnarsi e dare qualcosa, con modi e livelli diversi, ma sempre con lo spirito di aiutarsi reciprocamente. Il fatto che un 10% dei parrocchiani organizzi i giochi, le manifestazioni della befana o della stella, prepari la liturgia, distribuisca il giornalino parrocchiale, per citare alcune delle davvero numerose attività comunitarie, è sicuramente confortante. Se poi si pensa che anche se nella parrocchia non si raccoglie denaro con la questua, le offerte libere non mancano mai, vuol dire che la gente ci tiene che si vada avanti e ci dà il suo appoggio".

Dopo essere stato a Viterbo, Padova, Venezia, Roma oltre che a Thiene, Arcugnano e Vicenza, Montecchio ha rappresentato per don Mario l'esperienza non solo comunitaria ma anche parrocchiale, vissuta dal punto di vista del "sacerdote che va incontro alla gente", come ci tiene a precisare: la visita alle attuali 693 famiglie del quartiere ha costituito uno dei maggiori impegni di don Mario. D'altra parte la simpatia che spruzza dalla sua parlata gioiosa lascia facilmente intravedere una persona che sa leggere nel cuore con una grande capacità di capire le diverse situazioni umane.

Così don Mario lascia Montecchio con un unico "rimpianto", per così dire: "ho fatto solo 48 anni di campeggio, con altri due anni alla Valle avrei celebrato il cinquantenario di attività all'aperto con i giovani e le famiglie!" Parola di ex scout.

Partenza ed arrivo in parrocchia: l'8 settembre 1995 (16) messa solenne per il saluto ed il ringraziamento a don Mario ed al suo collaboratore don Adriano Disconzi. Moltissimi presenti a testimoniare l'affetto dei parrocchiani per il loro parroco che parte per Pinerolo. Momenti di commozione pur nella semplicità liturgica. Tante mani stringono la mano di don Mario e di don Adriano per un grazie grande.

La cerimonia liturgica dell'ingresso di un nuovo parroco è profondamente significativa e parla particolarmente con i segni.E' il 22 ottobre 1995 (16). I volti dei parrocchiani, parenti ed amici di Cesena (comunità di provenienza del nuovo parroco don Piergiorgio Ponso) esprimono attenzione e partecipazione nella liturgia preparata dal consiglio pastorale e da don Antonio Fabris, collaboratore del nuovo parroco. Legge la bolla di nomina mons. Severino Tiso; concelebrano con il superiore provinciale P. Agostino Cornale i Giuseppini di Montecchio e Cesena, presenti per l'occasione. Tra i concelebranti anche il fratello del parroco, il Padre giuseppino Virginio Ponso.

 

Note a piè di pagina del capitolo Xº

1) (Eugenio Reffo), D.Pietro Carrà, Biografia in stampa litografica di 22 fogli, del 1911.

2) Lettere Giuseppine, giugno, 1907; gennaio, 1908.

3) Lettere Giuseppine, gennaio, 1909.

4) Lettere Giuseppine, maggio, 1912.

5) Lettere Giuseppine, dicembre, 1914.

6) Lettere Giuseppine, aprile, 1915.

7) Lettere Giuseppine, marzo, 1916.

8) Lettere Giuseppine, gennaio, 1917.

9) Lettere Giuseppine, gennaio, 1918.

10) Lettere Giuseppine, maggio, 1918.

11) Lettere Giuseppine, dicembre, 1954.

12) Viene trattata dal N.U. Parrocchia S.Maria Immacolata, 1987.

13) Gianmaria Pitton, "Diventare famiglia unita e fare il bene e farlo bene", La Voce dei Berici, 19 marzo 1995.

14) Giorgio Pellizzari, "Visita pastorale del vescovo mons. Pietro Nonis alla parrocchia S.Maria Immacolata", Incontriamoci, giugno, 1995.

15) N.B., "Valle è ancora una famiglia. Don Mario lascia la parrocchia dopo 18 anni", Il Giornale di Vicenza, 14 setembre 1995.

16) "Il salauto a P.Mario Venturini. Accoglienza a P.Piergiorgio Ponso". Incontriamoci, dicembre, 1995.

 

Capitolo 11º ACCOGLIENZA PER I TERZOMONDIALI NELL'ISTITUTO MARIA IMMACOLATA indice

 

L'Istituto Maria Immacolata dei Padri Giuseppini di Montecchio Maggiore accoglie anche ed assiste immigrati terzomondiali.

Siamo a metà degli anni novanta e i Giuseppini guardano anche a tale problema.

"E' inutile chiudere gli occhi! E' retorico fare grandi discorsi.. E' una realtà che sta sempre più prendendo piede: la presenza dei terzomondiali tra noi! Sono venuti in Italia per motivi politici, oppure per motivi di lavoro, oppure per studio, tutti con quella faccia nera, con quella da straniero, ma sempre.. da fratello; il diritto di ogni immigrato è quello di restare o ritornare nel Paese di origine. Il dovere di tutti i popoli dovrebbe essere quello di garantire l'esercizio di questo diritto, favorendo ovunque la tutela della libertà e della persona umana, perché ogni profugo possa, al suo ritorno in Patria, sentire come proprie le parole che Isidoro Rukira, immigrato dal Ruanda e rifugiato in Italia, ebbe a dire a proposito del nostro Paese: 'Sono venuto in mezzo a voi come straniero; ho vissuto in òezzo avoi come fratello; ho avuto la gioia di essere trattato come cittadino; ritorno al mio Paese come amico di questo popolo'".

"Anche i Padri dell'Istituto Maria Immacolata ospitano alcuni di questi nostri fratelli e ne assistono altri in appartamenti. Molti altri bussano ogni giorno.... Che cosa si può fare per loro? Cercano disperatamente un alloggio, o almeno una stanza per dormire la notte, specialmente quando viene l'i'verno; un lavoro dignitoso; una accoglienza sincera e disinteressata. Se Cristo tornasse su questa terra, quale volto avrebbe e di quale colore sarebbe la sua pelle?" (1).

Dicono i Giuseppini di Montecchio Maggiore che tutti possono collaborare nell'opera evangelica di assistere i terzomondiali, segnalando disponibilità di alloggio o contribuendo economicamente per l'assistenza.

E i Padri, sull'argomento, dicono così la loro: "Da fenomeno occasionale e marginale, da punta di icesberg che nasconde dimensioni più grandi, ora è scoppiato in tutta la sua drammaticità, il problema degli immigrati extracomunitari. Oggi il Murialdo, probabilmente lo vedrebbe come uno dei segni dell'età moderna, insieme a quelli che aveva indicato durante la sua vita; l'ascesa economico-sociale dei lavoratori, l'educazione dei giovani più bisognosi. La migrazione dei popoli verso l'area dei Paesi ricchi ha delle cause molto complesse. Al di qua del Mediterraneo ci sono paesi ricchi, con molti vecchi e con pochi bambini; al di là del Mediterraneo ci sono paesi poveri con popoli giovani e con molti bambini. Sarà inevitabile che vengano ad occupare il loro posto, così come all'interno dell'Italia, negli anni 50 i Veneti poveri hanno invaso il Piemonte ricco, ma povero di bambini; poi con la stessa logica è iniziata l'immigrazione dal Sud. C'è un secondo fattore: oggi le distanze sono enormemente diminuite. Oggi gli Italiani vanno in vacanza nei Paesi africani, in America Latina, in Tailandia; con quegli stessi aerei gli immigrati vengono in Italia.. in cerca di lavoro. Se i Paesi industrializzati investissero risorse in modo significativo per aiutare i poveri a formarsi i "quadri" e a sfruttare lle proprie risorse, migliorerebbero anche per loro le condizioni di vita e non avrebbero bisogno di emigrazione; oppure l'emigrazione sarebbe una libera scelta di pochi che non creerebbe problemi gravi".

"Le prospettive del futuro, anche prossimo, è anche per l'Italia di una società pluriculturale e plurirazziale; una esperienza tutta nuova per noi. Le comunità cristiane di fronte a questo problema dovrebbero avere tra compiti:

Innanzitutto dare accoglienza aperta, fraterna, disinteressata. E' volontà esplicita del Signore: 'Ebbi fame e mi deste da mangiare, fui senza tetto e mi accoglieste.'. Ogni parrocchia dovrebbe avere un luogo di accoglienza provvisorio per chi non sa, la sera, dove sbattere la testa. Ma questo non basta, questo è un segno che richiama l''ttenzione sul problema, che risveglia le coscienze; non può essere una supplenza a ciò che devono fare le istituzioni pubbliche, i servizi del territorio.

- Il secondo compito è di coscienza critica delle istituzioni: è la carità che si esprime come stimolo alla giustizia. C'è perciò un'azione educatrice, che avrà i tempi lunghi, ma che deve iniziare subito per preparare la nostra comunità a vivere un'e'perienza nuova. Si tratta di far cadere pregiudizi e di imparare non solo a dare, ma anche a ricevere. La strada può essere quella di avviare un rapporto di amicizia, di invitare a pranzo in famiglia, ad una gita insieme, all'i'contro di gruppo....

- Il terzo compito è squisitamente religioso: gli immigrati del terzo mondo sono la "missione" che viene a noi: finora abbiamo mandato i missionari ad annunciare il Vangelo ai loro popoli. Ora sono loro che vengono a noi".

"Noi cristiani abbiamo ricevuto una lettera da Dio, indirizzata a tutti e personalmente a ciascuno. Come 'consegnare' la lettera? La strada più rispettosa è quella di una testimonianza autentica e disinteressata da parte di noi, piena di fede, ma vissuta nella carità" (2).

 

Note a piè di pagina

1) Incontriamoci, dicembre, 1989.

2) Incontriamoci, giugno, 1990.

 

Capitolo 12º L'ASSOCIAZIONE LEONARDO MURIALDO NELL'ISTITUTO MARIA IMMACOLATA indice

 

Nell'estate del 1987 viene costituito a Montecchio Maggiore, con sede presso l'Istituto Maria Immacolata dei Padri Giuseppini, l'Associazione Leonardo Murialdo.

Fondata da persone sensibili al problema dell'emarginazione giovanile, ha lo scopo di sostenere, promuovere, creare, coordinare e gestire iniziative sociali, educative e di assistenza a favore di minori in difficoltà, a causa dello stato di abbandono in cui vengono lasciati dalla famiglia (1).

Tra l'altro i soci dell'Associazione si propongono di studiare il fenomeno dell'emarginazione giovanile nelle sue diverse manifestazioni e di mettere in atto tutti i mezzi a loro disposizione per prevenirla.

E' specialmente nel campo dell'affido familiare che l'associazione intende lavorare, offrendo sostegno materiale e morale sia alle persone che si trovano in stato di bisogno, sia a famiglie eventualmente disponibili a condividere la vita con quanti sono socialmente disadattati, creando un rapporto affettivo stabile e duraturo.

Nella riunione del 29 ottobre 1987, Giampietro Pegoraro della casa-famiglia Leonardo Murialdo di Padova, traccia un primo programma di attività volto soprattutto a sensibilizzare i cittadini sul problema dei minori disadattati e a prendere contatti con enti pubblici e privati e con gruppi e associazioni che abbiano scopi analoghi; si stabilisce anche di organizzare periodicamente corsi di aggiornamento per educatori e collaboratori.

Dal comitato promotore e responsabile dell'associazione fanno parte Alessandro Pezzo, Antonio Tecchio, Daniele Tomasetto, Armando Cozza, Attilio Dal Maso, Sereno Burato, Rosa Tozzo, Luigina Preto, Clorinda Cecchinato, Silvana Traverso e Flaviano Caldonazzo.

L'ambito di servizio scelto dall'Associazione è quello di un aiuto e di un sostegno a bambini e ragazzi che vivono situazioni familiari difficili. L'attività si concretizza nell'appoggio scolastico pomeridiano, assicurato da studenti universitari, in stretto contatto con il corpo docente delle scuole elementari e medie frequentate dai ragazzi. Non è un semplice doposcuola, in quanto si cerca di offrire ai piccoli ospiti un clima di familiarità, di affetto, che compensi almeno in parte le carenze magari sofferte in famiglia. Gli operatori sono seguiti da persone con esperienza che li aiutano e li consigliano per quanto riguarda le modalità più opportune con cui instaurare un rapporto significativo con i ragazzi stessi.

Competenza, umiltà e serenità sono le componenti principali dello stile dell'Associazione Murialdo, secondo l'obiettivo di "fare il bene, ma farlo bene. L'attenzione verso i ragazzi e i giovani è indispensabile se si vuole costruire un futuro vivibile. Avere una gioventù sana significa aprire una prospettiva nuova per la nostra società". I programmi associativi prevedono un potenziamento del settore "famiglie aperte", cerca l'Associazione di estendere la catena di solidarietà formata dalle famiglie, che si rendono disponibili ad accogliere temporaneamente minori, i cui genitori stiano attraversando un periodo di difficoltà.

Per i ragazzi e i giovani in condizione di grave necessità morale e materiale, l'Associazione vuol diventare il fratello, l'amico che non hanno mai avuto ed incontrato, vivendo profondamente tale legame (2).

L'Associazione Leonardo Murialdo è formata da persone laiche, già impegnate anche in altre attività educative e con esperienze di servizio sociale; un Padre Giuseppino è l'assistente spirituale del gruppo che, alla luce del Vangelo, aiuta a scoprire le verie forme di emarginazione, di ingiustizia e di nuova povertà (3).

 

Note a piè di pagina

1) La Voce dei Berici, 6 dicembre 1987.

2) La Voce dei Berici, 19 marzo 1995.

3) Incontriamoci, dicembre 1988.

 

Capitolo 13º IL CIRCOLO ANSPI MURIALDO NELL'ISTITUTO MARIA IMMACOLATA indice

 

Ritorno alle origini con il patronato nell'Istituto Maria Immacolata. Un altro importante tassello di attività è aggiunto dal 19 maggio 1996 al mosaico di iniziative che si sta costruendo gradualmente nell'ambito della comunità della 'Valle' e cioè della parrocchia S. Maria Immacolata. Nei locali dell'Istitutoè costituito un Circolo Anspi Murialdo, composto da un piccolo bar e da una sala giochi, animato da un gruppo di persone che si impegnano per offrire ai ragazzi e giovani un ambiente sereno, dove poter trascorrere qualche ora insieme agli altri, nella gratuità e nella famigliarità. "Lo slogans che ci guida - spiega P. Antonio Fabris, cappellano della parrocchia e infaticabile animatore del circolo - è molto semplice: l'oratorio come luogo per giocare, per imparare, per pregare".

Si vuole creare una realtà in cui i ragazzi e i giovani possano sentirsi accolti per quello che sono, dove possano trovare l'occasione per esprimersi in libertà, senza trascurare peraltro le regole di rispetto vicendevole.

Per ora il tentativo sta dando ottimi risultati: le presenze sono in crescita, sono istituiti i primi corsi di musica e di lavoro normali, vengono organizzate delle serate in allegria.

Tutto questo non sarebbe possibile senza il coinvolgimento diretto delle famiglie: sono i genitori stessi che, a seconda delle proprie poossibilità, dedicano al circolo qualche ora al mese. Il loro intento non è quello di fare da 'carabinieri', ma quello ben più serio di farsi carico del fattore educativo dei figli.

Il Circolo Anspi Murialdo si inserisce nella comunità in una dimensione ben precisa, fungendo cioè da coordinamento delle varie iniziative parrocchiali: "Il fine non è certo rubarsi spazio a vicenda, bensì creare comunione tra le diverse realtà che coesistono". Il mondo giovanile è senz'altro l'ambito d'azione più problematico, ma anche quello che presenta le sfide più interessanti.

"Il programma dell'Anspi Murialdo: creare occasioni culturali. Si dà moltissima importanza al lavoro, ma si trascura da noi l'aspetto della cultura. Prestare attenzione anche verso i giovani che entrano nel mondo del lavoro; è un settore quasi del tutto scoperto a livello di pastorale, anche se presso i Giuseppini funziona uno dei pochi gruppi vicentini della Gioc (Gioventù operaia cattolica). Infine non si deve aver paura nel creare proposte di natura spirituale per i giovani; è un bisogno molto più sentito di quanto si creda".

Scrive un giovane: "Nei primi mesi di attività e sempre più intensamente sono cambiate molte cose e me ne rallegro perché è ritornata la vita nel cortile della parrocchia. Frequento i Giuseppini da molti anni e in tutta sincerità devo dire che non avevo mai visto così tanta gente, soprattutto tanti giovani, non solo alla domenica, ma anche durante la settimana, giocare o comunque ritrovarsi per passare qualche ora in compagnia. Sono bastati una sala giochi, un piccolo bar, due o tre panchine fuori, per riportare l'allegria, ma soprattutto per avvertire sempre più la presenza del Murialdo in questa attività, dove giocare, imparare, pregare è la prima regola che si respira e toglie la noia nel giovane e non solo" (1).

 

Note a piè di pagina

1 Incontriamoci, dicembre, 1996.